Un po’ di sofferenza c’è stata e ad un certo punto è venuto a tutti il cattivo pensiero sul Lumezzane. “Ecco, si riconferma la nostra bestia nera”, abbiamo pensato all’alba del 70esimo quando abbiamo visto l’ennesimo tiro ribattuto dall’arroccatissima difesa ospite.
Invece no. Il Padova ha avuto pazienza e tenacia e alla fine il gol partita lo ha buttato dentro, aggiornando le statistiche che ci avevano visto l’ultima volta battere la formazione bresciana addirittura nel 2002.
Ma non è delle statistiche che in questo momento mi voglio occupare anzi. C’è troppa (e buonissima) carne al fuoco adesso ed è di questo Padova che è bellissimo parlare. Un Padova che ha portato a casa il suo secondo successo consecutivo in casa, sfruttando a dovere il fattore campo. Un Padova che ha vinto grazie al gol di un giocatore che è partito dalla panchina, attendendo con trepidazione il suo momento e facendosi trovare preparatissimo. Un Padova che ha battuto l’avversario senza subire gol. Un Padova che ha saputo ad un certo punto della partita cambiare fisionomia tattica con maturità, affondando il colpo vincente al momento giusto.
Bravi tutti i giocatori. Un plauso speciale ad Altinier, unito ad un sincero complimento per la bellezza del suo gol (con la complicità di un sempreverde Cunico, alla faccia di chi gli dà del “vecchio”). E un “bravo, bravissimo” al mister che ha letto in tempo reale la partita alla grande, facendo i cambi giusti al momento giusto.
Che dire: basta e avanza. Avanti così.
Lascia un commento