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UNA GIORNATA ULTRA STORTA, MA NIENTE DRAMMI

Ok: il Sudtirol ha giocato la partita della vita, reduce com’era da due sconfitte consecutive peraltro non del tutto meritate. Quando l’approccio è così piacevolmente devastante poi ti tiri addosso anche quella percentuale di fortuna che ti fa vincere tutti i rimpalli e ti mette nelle condizioni di fare una super prestazione. Il Sudtirol ci è riuscito.

Ok: i nostri han giocato malissimo tutti. Sarebbero stati da sostituire in blocco alla fine del primo tempo. Quando è così, hai voglia a raddrizzare una partita nata malissimo.

Ok: a distanza di un anno e cinque mesi dall’ultima volta (9 maggio del 2014) l’Euganeo è stato nuovamente violato.

Proprio partendo da quest’ultima considerazione, vi invito a riflettere: vi ricordate in che situazione terribile abbiamo perso l’ultima volta? Era un Padova-Cesena, la città era inviperita con la proprietà, rappresentata da Diego Penocchio e Andrea Valentini,  in campo camminavano, con aria per nulla mortificata, giocatori che non avevano un grammo di attaccamento alla maglia che indossavano, stavamo per retrocedere e non sapevamo ancora che la retrocessione sarebbe stato il male minore.  Perché di lì a poco saremmo spariti dal calcio professionistico.

Guardiamoci in faccia adesso: Bergamin e Bonetto ci hanno restituito una società sana e la voglia di tifare per il nostro amato Biancoscudo, la squadra fin qui si è ben comportata, portando a casa due vittorie e due pareggi. Non farei un dramma se oggi, per una serie di motivi, è andata storta. Anzi. Mi dispiace già sentire che qualche tifoso dice che il Padova non è abbastanza forte e l’allenatore Carmine Parlato non è da Lega Pro. Sono discorsi fuori luogo, oltre che assolutamente prematuri.

Proviamo a trasformare questa scoppola nell’ennesima occasione di riscatto. Poi, eventualmente, ci sarà tempo per critiche, giudizi perentori e tutto il resto.

 

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