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SERVIVA LA VITTORIA, ORA PENSIAMO AL GIOCO

Una piccola premessa. Giovedì mattina, a margine della conferenza stampa di presentazione di Bepi Pillon, io e qualche altro collega giornalista ci siamo ritrovati da soli a conversare con il presidente Giuseppe Bergamin per qualche minuto. Ci siamo trovati d’accordo su un punto: che se proprio doveva essere esonero per Carmine Parlato (decisione che ha diviso sia tifosi che addetti ai lavori) Bepi Pillon rappresentava la scelta più giusta per sostituirlo, un allenatore non solo d’esperienza ma anche con un carattere ideale per uscire da questo tunnel oscuro (almeno stando alle bellissime parole che per lui hanno speso in questi giorni coloro che l’hanno avuto come tecnico a Padova nella sua prima esperienza, quella datata 1997-98: non ne ho trovato uno che me ne abbia parlato male, anzi. E ho telefonato a gente di cui mi fido molto e che conosco da anni e anni, in qualche caso proprio da allora!).

La partita di oggi ha dimostrato proprio questo: che, se esonero doveva essere, Pillon è l’uomo giusto al momento giusto. In un giorno e mezzo è riuscito a restituire alla squadra almeno una parte della serenità perduta e questo è bastato per conquistare la quarta vittoria in campionato e fare un balzo deciso lontano dalla zona che scotta.

Ciò premesso, però, siamo ancora lontani dal poter dire: “La crisi è finita”. Oggi il Padova ha vinto 3-0 e, a differenza delle partite contro Pordenone e Cremonese, tanto per citare le ultime due dell’era Parlato in cui la prestazione c’è stata ma non è arrivata la vittoria, ha sfruttato a dovere gli episodi che ha avuto a favore. Per diversi tratti della partita, però, si son riviste le stesse insicurezze, le stesse paure e gli stessi limiti delle ultime uscite. Il primo gol è arrivato sì grazie al grande temperamento di Neto che ha capito che poteva mettere in difficoltà il portiere avversario andandogli in pressione, ma soprattutto a causa di un’ingenuità di quest’ultimo. Ed è quando si è messa in vantaggio la partita che il Padova ha iniziato a scacciare i fantasmi. E Petrilli ha potuto mettere la carta regalo e il fiocco all’incontro.

Quindi l’ampia vittoria di oggi va presa esattamente per quella che è: ovvero un punto di partenza. Importante, perché ha portato in dote 3 punti fondamentali, ma pur sempre un punto di partenza.

Dalla prossima settimana si potrà vedere con maggiore incisività il lavoro del nuovo allenatore. E’ quando sarà finito l’effetto scossa che si vedrà se questo Padova ha finalmente fatto propria la parola “continuità”. Se oltre a sfruttare le palle inattive e gli episodi è bravo a creare gioco. E se veramente ci sono quelle qualità, tecniche e umane, che in molti vedono su questa rosa ma che, fino ad oggi, solo a tratti sono state espresse.

Buon lavoro a Pillon, dunque, per il quale il difficile viene adesso.

Con la speranza che ce la possa davvero fare.

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