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I PREGIUDIZI NON SERVONO

Da quando il Padova ha ufficializzato l’ingaggio di Oscar Brevi sulla panchina ho ricevuto una serie di messaggi su facebook e sul telefonino di tifosi preoccupati per la scelta di un allenatore che, dal punto di vista del curriculum, non darebbe (il condizionale è d’obbligo) le opportune garanzie di successo.

Io ho risposto a tutti la stessa cosa: inutile esprimere giudizi adesso, a bocce ferme. Ci troviamo tutti nella stessa identica posizione e situazione: dobbiamo aspettare e vedere innanzitutto che squadra il direttore generale Zamuner metterà a disposizione di Brevi e poi come quest’ultimo la metterà in campo. Il mio giudizio è per forza di cose rinviato ad un momento successivo, ora come ora i pregiudizi non solo sono inutili ma rischiano di far calare sull’ambiente una cappa di negatività che può solo peggiorare lo stato d’animo di tutti.

Due sono le cose che subito mi sono venute in mente e voglio condividere: 1) Il Cittadella l’anno scorso ha puntato su Venturato, allenatore di cui si poteva dire tutto fuorché che avesse una fama da assoluto vincente. Sappiamo tutti come è andata a finire. Certo poi il dg Marchetti ha messo a disposizione di Venturato un’autentica Ferrari ma il mondo del calcio è pieno di gente che, alla guida della Ferrari, ha sbandato ed è finita fuori strada. Quindi non c’è mai niente di scontato; 2) Nel 2005 il Padova ha puntato su Maurizio Pellegrino. Quando l’allora ds Renato Favero mi disse il suo nome al telefono, ebbi una reazione un po’ così, perché lo conoscevo poco e non mi pareva l’uomo giusto per una piazza ambiziosa come Padova. E’ vero che poi le cose, alla lunga, non gli sono andate benissimo, ma finché la situazione non gli è sfuggita di mano, portandolo prima a non raggiungere i playoff che parevano stra sicuri e poi all’esonero, Pellegrino ha fatto molto bene. Utilizzando un 4-1-4-1 che ci ha fatto anche parecchio divertire.

Non darei dunque per spacciato il Padova prima di vederlo iniziare il prossimo campionato il 28 agosto. Se c’è una cosa che la scorsa stagione ci ha insegnato è che i risultati non vanno sempre di pari passo col budget investito: l’Alessandria è uscita di scena subito ai playoff, il Pordenone (di Zamuner) invece per un soffio non è arrivato fino in fondo.

In attesa di vedere quale sarà la rosa e come lavorerà, i miei ultimissimi, ma non meno importanti, pensieri vanno a un padovano doc e a un vicentino che però ormai è padovano nell’animo (e se provate a cantare la canzone “chi non salta vicentino è”, lo vedrete saltare come una cavalletta, come ha fatto a Legnago!). Il primo è ANDREA BERGAMO: è stato capitano del Padova negli anni della risalita dopo la terribile serie di retrocessioni dalla serie A alla fine degli anni Novanta e ora affiancherà Brevi come viceallenatore. E’ intelligente, preparato e conosce molto bene la piazza e i suoi umori. La sua presenza darà una marcia in più al Padova. Il secondo è MARCO CUNICO. E’ stato il capitano dell’ultima rinascita. Ora è pronto a smettere di giocare e ad entrare in società. Anche il suo apporto, sia dal punto di vista professionale che sotto il profilo della conoscenza della piazza e del calcio, sarà un bel colpo di vento sulle vele della nave biancoscudata. Per spingerla a tutta velocità verso il porto in cui tutti noi sogniamo di approdare la prossima primavera… O in un futuro non troppo lontano.

 

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