Non sono di molte parole questa sera. Fatico a trovarle. E soprattutto non vedo la luce in fondo a questo tunnel.
Il motivo del mio (nostro) totale pessimismo è molto semplice e l’ho già scritto nel precedente post, dopo che le sconfitte consecutive erano state tre. Stasera, che sono quattro, ribadisco: sono preoccupata perché vedo il Padova dare tutto quello che può e che riesce, vedo i giocatori spremersi fino all’ultima goccia e proiettarsi in attacco con la generosità che sempre li ha accompagnati in questo campionato ma mi accorgo sempre di più che tutto questo NON BASTA PIU’. Vedessi qualcuno che tira indietro la gamba o che ha un atteggiamento leggero sarei più tranquilla perché potrei criticarlo e scrivere che può e deve dare di più. Invece no. Ho l’impressione che un “di più” non ci sia adesso.
Che fare? In due settimane appena al Padova sono scivolati dalle mani la speranza di arrivare primo, il consolidamento del secondo posto che pareva più che alla portata e pure la terza posizione. Forse per scacciare le nubi che si sono addensate nel cielo biancoscudato è meglio tirare un po’ il freno. Almeno emotivamente. I playoff ormai sono conquistati e a questo punto conta poco prendervi parte da terzi, da quarti o da quinti. Davvero. Meglio pensare a recuperare chi in questo momento è fuori, chi in questo momento è giù fisicamente e chi in questo momento mentalmente non è sereno al cento per cento. Sono in troppi, per un motivo o per un altro, a non essere sul pezzo, mister Brevi compreso. Meglio tornare ad esserlo quando le partite saranno decisive per la corsa alla serie B. Tutti insieme. Riprendere un certo tipo di cammino si può, anche alla luce del fatto che stasera il pareggio si meritava contro una delle formazioni più temibili del girone, che nulla più ha fatto che un tiro in porta su un rigore contestatissimo (che forse nemmeno c’era).
Buona Pasqua a tutti, intanto, anche se purtroppo, per il Padova, sarà tutt’altro che di resurrezione.
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