Buonissimo il primo tempo del Padova. Grande la reazione biancoscudata dopo il rigore del pareggio della Virtus Verona. Bravo Lovato in difesa, sicuro come un veterano; infinito Minelli in porta, soprattutto quando ha salvato la porta dal possibile 2-2, cinico Santini quando ha battuto il rigore del 2-1, spiazzando il portiere con freddezza, astuto come una faina Soleri quando ha inzuccato il 3-1 della sicurezza.
In questo post però, più che dilungarmi su oggettive analisi tecnico-tattiche, mi voglio soffermare su quanto ha detto l’allenatore, Salvatore Sullo, in sala stampa, con gli occhi lucidi di chi sa di aver fatto una cosa grande e di aver quindi raccolto il primo frutto al termine di un periodo di grande lavoro. Una frase su tutte mi ha colpito: “Per uno come me che ha rischiato di morire giovane le emozioni sono tutto. Se non provi delle emozioni e come se non vivessi. Quindi potete immaginare quanto sono emozionato oggi ad aver vinto la prima partita e ad aver ricevuto l’abbraccio dei tifosi che sono venuti numerosissimi a seguire la nostra prima gara”. Già, la società gli aveva chiesto di vincere la prima partita e lui ce l’ha fatta, giocando soprattutto nei primi quarantacinque minuti un buon calcio. Erano 10 anni che i biancoscudati non vincevano la prima di campionato tra i professionisti (stagione 2009-2010: PADOVA-MODENA 1-0, gol di Totò Di Nardo): due anni fa, nell’annata poi conclusa trionfalmente con il ritorno in B, l’esordio era stato da fulmini e saette con un brusco stop per 3-0 a Renate, tanto per essere chiari.
Oggi, quindi, a vedere il Padova vincere ci siamo emozionati tutti. Ed è stato proprio intenso il pomeriggio vissuto allo stadio “Gavagnin Nocini” di Verona. Sullo ha detto che gli ha fatto piacere notare come il pubblico si sia abbonato alla cieca, spinto e convinto evidentemente dalla tenacia e dalla voglia di lavorare di un gruppo di ragazzi che, dal primo allenamento, si stanno impegnando come non mai. In effetti, dopo l’amarissima retrocessione, non era scontato che i fedelissimi fossero più di 3.000 e questo non può che essere il primo mattoncino importante di un cammino che ci si augura sia pieno ancora di tante emozioni.
Intanto ci godiamo queste. Che non sono poca cosa visto il tristissimo epilogo della passata stagione. E speriamo di viverne altre, sempre più grandi. Sempre più intense. Ce lo meritiamo.
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