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SUCCI RE DELL’EUGANEO

Non ho visto l’intera partita ieri tra Padova e Cesena.

Ma mi è bastato guardare la sintesi e, in particolare, il gol di Succi, per provare un’emozione fortissima. Ci è mancato poco che cascasse pure la lacrimuccia nel momento in cui Davidone ha segnato e ha perfino rifiutato gli abbracci dei compagni per portare rispetto al pubblico padovano che ce l’ha ancora e sempre ce l’avrà nel cuore. C’è chi mi ha preso (bonariamente) in giro e ha dato la colpa di questa mia reazione al fatto che sono incinta e dunque ho gli ormoni sballati!

Sarà anche vero che agli ormoni non si comanda! Ma è altrettanto vero che Davide Succi rimane una delle persone più straordinarie che siano passate da queste parti. “Questo pubblico ancora una volta mi ha fatto emozionare come un bambino – ha detto al microfono di Andrea Moretto nel dopo partita – Quando un domani tutte le luci della ribalta si spegneranno, saranno queste le cose che racconterò ai miei figli”. Poche ma sentite parole. Per nulla banali. Pronunciate con la voce rotta e un’emozione autentica che si è sentita sgorgare inarrestabile dal suo cuore.

Il pubblico padovano lo ha applaudito, ricoprendolo una volta di più di un affetto speciale che Davide ha saputo meritarsi negli anni in cui ha vestito e onorato la maglia biancoscudata. Non possiamo che augurargli ogni bene perché, dopo tanta sofferenza dovuta alla rottura del tendine d’Achille e alle due operazioni subite, si merita il meglio che la vita, calcistica e privata, possa offrirgli. “Il mio sogno era quello di superare il record di 25 gol segnati da Prendato con il Padova” disse con le stampelle in mano all’indomani dell’infortunio patito a Novara che fermò i suoi sogni di gloria a 15 gol in 20 partite. Quel record non si potrà più battere: ma Davidone ha comunque inciso la sua bella persona nel cuore di tutti, cosa più importante di qualunque record.

Nell’onorare Succi mi fermo qui.

Vorrei però chiudere con un piccolo appunto. Mi chiedo infatti perché un pubblico straordinario come quello di Padova, capace di applaudire Succi subito dopo che aveva fatto gol contro la sua squadra, non riesce ad essere altrettanto grande nel contare fino a 10 prima di fischiare i suoi giocatori e il suo allenatore in un momento di difficoltà. Pea sta lavorando bene e in queste ultime settimane si è ritrovato a dover cambiare equilibri ormai consolidati in seguito al grave infortunio di Cuffa. Cuffa era diventato un punto di riferimento in mezzo al campo, proprio come lo era Succi in attacco quando, a gennaio del 2011, si ruppe il tendine d’Achille e dovette fermarsi.

So che non è tutto il pubblico ad agire così ma la parte che fischia al primo passaggio sbagliato e comincia ad urlare a Pea: “Cambia qua, cambia là” riesce comunque a fare danni. Tanti danni. Vogliamo dare un po’ di tempo al mister e ai ragazzi prima di affossarli?

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