Nel 2009, a poche giornate dalla fine del campionato di C1, perdemmo in casa 3-2 col Ravenna. Il “Mattino di Padova” il giorno dopo titolò, giustamente, GAME OVER. La sconfitta infatti ci aveva allontanato dai playoff di 6 punti, apparentemente impossibili da rimontare in così poco tempo. Poi invece arrivò l’impresa e, settimana dopo settimana, riuscimmo non solo ad agguantarli i playoff ma anche a buttare fuori dagli spareggi per la B lo stesso Ravenna che in campionato ci aveva ridotto in polpette, andando poi a vincere la finalissima a Busto Arsizio il 21 giugno, giornata che resterà per sempre nel cuore di tutti noi tifosi come una delle più belle in assoluto della storia biancoscudata.
Ecco, in un angolo del mio cuore ho sperato che anche quest’anno l’impossibile potesse ad un certo punto tornare possibile in qualche modo. Fino a stasera, serata che ha sancito la nostra retrocessione in Lega Pro dopo appena cinque anni di campionato cadetto. Stavolta è proprio GAME OVER e nessuno potrà cambiare questo destino triste ma giusto, visti i pochi valori espressi sul campo dall’inizio alla fine del campionato.
Onesta e sincera: mi dispiace per qualcuno, per Iori ad esempio, per Cuffa, per Mazzoni, per Nocchi, per chi in generale, una volta chiamato in causa, poco o tanto che sia stato, ha dato il suo contributo. Mi dispiace per Serena, arrivato a barca già mezza affondata e senza salvagenti. Ma per tanti altri non mi dispiace affatto: hanno meritato la retrocessione perché non hanno fatto abbastanza per meritare la salvezza. Tra questi c’è, in primis, la società che ha sbagliato tutto quello che poteva sbagliare, commettendo anche l’errore di perseverare in alcuni errori. “Ci salveremo al cento per cento”, disse una volta Penocchio in trasmissione da me. Altro che presidente, altro che… Guardi qui che disastro ha combinato. Pensi che ci avevamo messo solo 11 anni a tornare in B: lei in pochi mesi ha distrutto tutto. Questo sì che è un record, presidente…
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