Ieri ad Asiago ho assistito ad uno spettacolo che mai mi sarei aspettata di trovare. I primi sospetti ho iniziato ad averli quando mi sono ritrovata in coda poco dopo Roana un’ora e mezza prima del fischio d’inizio della partita. Mi son detta: “Possibile che tutta questa gente stia salendo sull’Altopiano a seguire la prima amichevole del Padova?”. Risposta affermativa. Non tutti, ma la maggior parte di quelli che hanno rallentato il mio cammino verso lo stadio “Zotti” erano proprio diretti al campo sportivo. Alla fine, ne abbiamo contati almeno 1.500, tra ultras, tifosi di club e semplici simpatizzanti giunti ad Asiago con famiglia al seguito.
Questa è la Padova che mi piace. Questo è l’entusiasmo che voglio respirare per tutto il campionato. Certo siamo in D (categoria davvero infame rispetto a quello cui ci eravamo abituati negli ultimi cinque anni) ma la risposta data ieri dai tifosi per la primissima uscita dei biancoscudati è di quelle da piazza vera. Che vuole tornare a respirare al più presto il bel calcio, relegando questo campionato in quarta serie a semplice incubo passeggero.
Non sarà facile. Ma proprio per questo non si dovrà mollare, neanche se tra la settima e la decima giornata di campionato dovessero arrivare due pareggi e due sconfitte, di cui una al novantesimo con un rigore inventato dall’arbitro o con un’autorete o con quattro pali all’attivo prima che gli avversari segnino il colpo del ko. I primi a non mollare però dovranno essere i giocatori sul campo: ieri contro la rappresentativa dei sette comuni era una sgambettata, quando si inizierà a fare sul serio l’impegno e la voglia di mettersi in mostra dovranno essere i medesimi. E anche fuori dal campo questi ragazzi dovranno mantenersi umili come si stanno dimostrando da quando hanno messo piede qui. Anche tra qualche mese voglio vedere Ferretti con la pelle d’oca al braccio per i cori degli ultras e Minincleri incredulo davanti alla folla stipata sugli spalti.
Solo così potremo andare lontano.
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