TOTO’ E LADY B: LE DUE FACCE DI UN PADOVA VINCENTE

Stamattina mi sono svegliata alle 9.00. Com’è successo a ciascun tifoso del Padova, il mio primo pensiero è andato alla splendida vittoria di ieri sera sul Modena. Ancora un po’ tra le braccia e le nebbie del dio del sonno, Morfeo, le prime due immagini nitide che mi sono comparse davanti agli occhi sono state quella di Totò Di Nardo e del suo bellissimo gol (con altrettanto spettacolare assist di Rabito) e di Barbara Carron, la vicepresidente, che ieri sera ha commentato con me la partita durante "Tuttocalcio".

Allora ho pensato che, messi insieme, rappresentano davvero un po’ tutta la realtà del Padova. "Totò" l’estate scorsa a quest’ora era fuori rosa: il modulo prescelto dall’allenatore Carlo Sabatini era il 4-3-3 con Rabito e Baù di fascia e Filippini a fare da valida alternativa a uno dei due. Per Di Nardo non c’era posto, un po’ come è adesso per Eder Baù. Però il bomberino napoletano, che poteva benissimo scegliere di cambiare aria (una Prima divisione di livello, se solo avesse voluto, l’avrebbe senz’altro trovata, forse anche una B di media classifica!), si è impuntato: voleva fare bene qui e un po’ alla volta, con impegno, dedizione e una passione che ieri sera, nel primo piano della telecamera subito dopo il gol, gli ha illuminato come non mai lo sguardo, è riuscito a far girare la squadra attorno a sè. E’ questo tipo di volontà e di testardaggine che, nell’ultima parte dello scorso campionato, ha cementato il gruppo e fatto la forza del Padova che ha conquistato la B. Giusto che il primo protagonista di questa nuova annata sia proprio lui. Giusto che questo spirito, da lui perfettamente incarnato, sia la costante di tutto il gruppo, anche dei nuovi arrivati che evidentemente si sono lasciati piacevolmente contagiare.

Perchè una squadra di calcio sia messa nelle condizioni di rendere al meglio occorre però una società solida: Marcello Cestaro rappresenta indubbiamente la colonna portante del "Biancoscudo", ma, al suo fianco, non è da meno la vicepresidente Barbara Carron, ormai battezzata "Lady B". Lei e il fratello Diego sono di Treviso: avrebbero benissimo potuto dire, dopo gli insuccessi dei primi anni, "ok, ragazzi, abbiamo investito, è andata male, arrivederci e grazie", e invece no: Barbara è come Di Nardo. Si è intestardita. Si è affezionata. Le parli del Padova e le brillano gli occhi. Voleva la B con questa maglia e l’ha avuta, mettendo nel percorso della squadra, oltre al denaro della sua azienda, anche una spruzzata di freschezza, sensibilità ed entusiasmo.

Ora vuol continuare a sognare, insieme a tutta la città. Ecco perchè, aspettando la trasferta a Reggio Calabria, mi auguro che questa prima vittoria diventi il trampolino di lancio anche per quei tifosi ancora un po’ scettici che non sono corsi ad abbonarsi. Guardate gli occhi di Totò e Lady B: non potranno non convincervi.  

  

   

IL CONTENITORE DELLE ANSIE.. E DELLE SPERANZE

Ci siamo quasi. La tanto attesa serie B sta per tornare a scorrere sui teleschermi di Padova. Più si avvicina la data e più mi trema il cuore dall’emozione al solo pensare che, da venerdì sera in poi per 42 partite, seguirò i biancoscudati nel campionato cadetto.

So che per tutti voi che amate il Padova è così e che sono dunque in buonissima compagnia.

Sono certa che nei vostri cuori in questi ultimi giorni si aggroviglierà ogni sorta di pensiero, paura, speranza, ansia, timore, gioia, dolore, interrogativo. "Ma saremo all’altezza?". "E se perdessimo la prima?", "Ma Soncin e Varricchio basteranno a garantire un cospicuo bottino di gol?", "Quando il terzino destro sarà dei nostri?" "E se invece di una tranquilla salvezza arrivasse qualcosa di più?".

Ebbene se anche solo una di queste domande vi è passata per la testa siete cascati nel posto giusto: il blog di Martina Moscato, trasformato per l’occasione, in questi ultimi giorni che ci separano dal fischio d’inizio, in contenitore di ansie, domande, curiosità.

Scrivete qui tutto quello che provate. Magari, come diceva Bob Dylan, "risposta non c’è". Ma a volte è importante anche solo buttare fuori e condividere un pensiero per sentirsi più leggeri e più felici, no?  

CALMA!!!

Scendendo ieri sera a fine partita i gradini del Tombolato, ho già sentito i primi processi al Padova.

Per carità: si è perso 2-0 e ci sono diversi aspetti da rivedere, a cominciare dalla difesa che ha preso due gol su palla inattiva e per finire con l’attacco che, dopo l’uscita di Varricchio, si è dimostrato un po’ troppo leggero.

Però non vedrei per questo il Padova già retrocesso alla fine della prossima stagione quando ancora dobbiamo giocare la prima giornata. Si chiama calcio d’estate proprio per questo: a volte ti illude di essere uno squadrone e poi all’inizio del campionato ti ritrovi a fare i conti con dei limiti che non credevi di avere, a volte parti male ma hai almeno tutto il tempo di sistemare quel che non va.

E’ questo il caso del Padova che le qualità e idee di gioco ha dimostrato ampiamente di averle nel primo tempo, in cui ha avuto decisamente la meglio sugli avversari soprattutto a centrocampo, conquistandosi anche qualche buona palla gol. 

Ho anche sentito nei commenti post partita (sempre lungo l’interminabile scalinata dello stadio cittadellese) che bisogna comprare assolutamente un’altra punta, che Soncin non basta, che con lui e Di Nardo l’attacco è leggero e che Varricchio è delicato e non garantirà mai un numero elevato di presenze. 

Sinceramente, almeno per ora, penso che Soncin sia semplicemente un po’ fuori forma e che, quando sarà in condizione, potrà sicuramente dare una mano più consistente rispetto a quella di ieri sera, sia con Varricchio che con Di Nardo al suo fianco. 

 

 

UN DESIDERIO DI VECCHIA DATA CHE SI AVVERA: SONCIN

L’ho sottolineato più volte qui nel blog quanto considerassi Andrea Soncin l’attaccante ideale per completare il Padova edizione 2009-2010. Ecco perchè oggi, alla lettura della notizia del suo ingaggio da parte di De Franceschi e Sottovia, dentro di me ho esultato e non poco.

Io sono una persona dalla memoria di ferro: da quando seguo il Padova (dieci anni più o meno) le partite dei biancoscudati mi sono rimaste impresse praticamente tutte. Se uno mi chiede come è finita Padova-Novara del 2005 rispondo: 3-1 doppietta di La Grotteria e gol di Zecchin. Se mi chiede Padova-Sora del 1999, in C2, dico 1-1, pareggio al 91′ di Silvio Della Giovanna. Se però uno mi chiede Padova-Lanciano e Lanciano-Padova del campionato 2004-2005, oltre a ricordarmi il risultato finale (purtroppo due sconfitte, per 3-2 all’Euganeo e per 2-1 allo stadio di Lanciano), mi viene in mente che Soncin ci ha segnato contro quattro gol tra il girone d’andata e quello di ritorno e che, appunto, proprio allora ho iniziato a sognare che un giorno quell’attaccante cinico, implacabile e forte fisicamente entrasse a far parte della famiglia biancoscudata.

Ora questo desiderio si è avverato: il cobra, come è soprannominato (e non a caso…), è diventato oggi un giocatore del Padova, firmando un biennale. E’ lui l’uomo giusto per questa squadra. La ciliegina sulla torta che mancava e che finalmente è arrivata. Ha le caratteristiche giuste per portare in alto la piazza e sinceramente non vedo l’ora di vederlo all’opera!

 

   

 

CHE BRIVIDO IL CALENDARIO!

 

 

Ore 17: appuntamento dal dentista. Riemergo alle 18,30, potete ben immaginare come. Il dente otturato duole un po’, ma non c’è tempo per pensarci! Nella mia testa un unico pensiero: la pubblicazione del calendario di serie B, ovvero del calendario del Padova!

Salgo in auto e mi accorgo che a gpl sono a secco e a benzina poco ci manca. Allora via di corsa dal benzinaio di fiducia, non c’è un minuto da perdere perchè voglio vedere il calendario!

Arrivo al distributore che è gestito da una famiglia di tifosissimi del Padova, dal padre all’ultimo dei figli e mi sa, per osmosi, anche all’ultimo degli altri dipendenti non apparentati! Mi viene incontro proprio uno dei figli e mi dice con un sorriso a 32 denti: "Hai visto il calendario del Padova?". Io non gli lascio nemmeno il tempo di terminare la domanda che gli chiedo di dare lui la risposta. "Padova-Modena la prima", mi fa aggiungendo però subito: "Eh però la seconda è durissima…". E io: "Torino?". E lui: "No, Reggio Calabria…". E va bbe’, penso tra me e me, mica saranno già in forma alla seconda del campionato no?

Arrivo a casa e mi collego finalmente ad internet guardando anche tutto il resto del campionato. E provo un brivido pazzesco perchè, forse per la prima volta da quel magico 21 giugno 2009, mi rendo davvero conto che non è stato tutto un sogno, che la serie B è realtà: ora c’è un calendario ufficiale che contiene il nome del Padova, non ci sono più dubbi no?

Ebbene chiedo a voi le prime impressioni. Avremo tra settembre e ottobre tutte le trasferte più lunghe e più difficili (Reggio Calabria, Crotone, Torino). Credo questo sia un seppur minimo vantaggio. Secondo me, non ci è andata poi male…  

 

 

 

UNA PUNTA DI SPESSORE E SARA’ UN GRANDE PADOVA

A Marsa Alam, bellissima e ancora quasi del tutto incontaminata località sul Mar Rosso in cui ho trascorso una piacevolissima settimana di vacanza, il telefono cellulare prendeva un minuto sì e dieci ore no. Quando lo accendevo al mattino prima di andare in spiaggia e alla sera quando tornavo in stanza, il segnale rimaneva attivo sì e no sessanta secondi, poi spariva e non c’era più verso di farlo funzionare, nemmeno accendendo e spegnendo più volte o cercando la locale compagnia telefonica.

L’unica volta in cui è durato un po’ di più è stato quando, a metà settimana, ho ricevuto un sms della vice presidente del Padova, Barbara Carron, che mi chiedeva se potevo fornirle un numero di telefono. Sono infatti riuscita non solo a scriverglielo e ad inviarglielo ma anche a porle un’altra domanda che mi stava particolarmente a cuore vista la situazione che avevo lasciato prima di imbarcarmi, all’aeroporto di Bologna, sul volo che mi ha condotto in Egitto. "Allora Barbara: lo avete preso Italiano?" ho scritto. Tre secondi ed è arrivata la risposta che più di ogni altra desideravo: "Certo che sì". Il segnale a quel punto è sparito ma chi se ne importa: avevo avuto la risposta che volevo.

Sì, abbiamo preso Vincenzo Italiano. Avevo la sensazione che sarebbe finita così (come ho scritto nel post precedente) e sono felicissima perchè questo è un regista come davvero pochi ce ne sono in questa categoria ma forse in generale in tutto il calcio di casa nostra. Farà fare al gruppo di Carlo Sabatini un salto di qualità davvero notevole, regalando ai tifosi padovani, finalmente rinvigoriti dalla promozione in B, grandi emozioni. Insieme a tutto il resto del gruppo, ovviamente.

Messo a segno il colpo Italiano, non resta ora che attendere con fiducia che la coppia De Franceschi-Sottovia scocchi l’ultima freccia davvero importante: quella che porterà dritto all’attaccante di categoria, quello in grado di garantire un numero di gol in doppia cifra e di alternarsi quindi lì davanti con il grande Max Varricchio. 

Ho letto poco fa sul sito della pista Moscardelli, può essere quella giusta. Chissà però forse ora che ci hanno abituato così bene Sottovia e De Franceschi potrebbe essere dietro l’angolo un colpo da maestro anche per l’attacco. 

A voi chi piacerebbe? 

IL PADOVA PARLERA’ ITALIANO?

Italiano sì, Italiano no, Italiano forse.

Si è innescata una vera e propria telenovela sul centrocampista regista del Chievo. Pareva che il suo ingaggio fosse solo questione di piccole formalità, invece, nel tardo pomeriggio, il giocatore ha detto no al contratto triennale offertogli dal Padova.

Secondo me, non è finita qui: ci ripenserà e infine accetterà perchè un triennale, proposto per di più da un presidente come Cestaro (che paga gli stipendi più che regolarmente), non è cosa da poco per un giocatore che sta per compiere 32 anni.

Mi dispiacerebbe tantissimo se alla fine il suo no rimanesse no perchè, da quel che ho visto, Italiano è il tipico play basso come ce ne sono pochi in giro, che garantirebbe davvero tantissima qualità e la giusta dose di fosforo lì nel mezzo. Se però alla fine il suo no dovesse rimanere no, sono convinta che De Franceschi e Sottovia troveranno la giusta alternativa (che potrebbe essere proprio quel Carrus che anche il Verona sta inseguendo come un dannato!). 

Per il resto ormai manca poco: domenica si parte per Villabassa e questa avventura in B finalmente comincia. 

Vi lascio il blog per esprimere tutte le vostre sensazioni. Io mi assento per una settimana, vado in ferie (Marsa Alam, Egitto tanto per cambiare!!!). Porto con me nel cuore la convinzione che ho scritto nel titolo del post precedente: sta nascendo proprio un bel Padova. E sono sicura che quando tornerò sarà ancora più bello.

Buona permanenza a Padova a tutti! Vi abbraccio! 

STA NASCENDO PROPRIO UN BEL PADOVA

Il difensore centrale Daniele Gasparetto, il trequartista Flavio Lazzari, i terzini sinistri Selim Ben Djemia e Francesco Renzetti. Tra poco anche il centrocampista offensivo Matias Claudio Cuffa e quasi certamente anche il portiere Federico Agliardi.

Direi proprio non male come inizio questa campagna acquisti del Padova in vista del suo primo campionato in serie B dopo 11 anni di assenza. Insomma, la squadra di Carlo Sabatini al cospetto della cadetteria ritrovata si presenterà vestito a festa. 

E il bello è che non è ancora finita. Perchè molto probabilmente tornerà Cesar (che se lo tiene a fare il Chievo se non rientra più nei suoi piani?), prenderemo un regista di un certo livello (non sarà Italiano, ma anche Carrus e Baronio non sarebbero proprio male) e alla fine arriverà anche una punta, un vice Varricchio per intenderci.

Che ve ne pare?   

UN’ALTRA OSTRICA CHE PUO’ AVERE LA PERLA

Voglio essere sincera fino in fondo. Cosa che mi impegno sempre a fare, anche a costo di incidenti diplomatici che spesso mi provocano non pochi grattacapi e problemi.

Quando, la scorsa settimana, si è iniziato a parlare del nuovo direttore sportivo e, tra le ipotesi paventate, è venuta fuori anche quella della "soluzione interna" con il passaggio di consegne a Ivone De Franceschi, fresco di patentino, non mi è sembrata ad una prima analisi questa la soluzione che poteva fare al caso del Padova. Non perchè non abbia stima di "Checchi", ci mancherebbe altro: ho vissuto a stretto contatto (professionale) con lui le sue ultime stagioni da giocatore del Padova e ho visto quanto ha sofferto nel non essere riuscito a portare la squadra in B quando ancora c’era lui sul campo a correre dietro alla palla e a deliziare il pubblico con le sue magiche punizioni di sinistro "a girare".

Insomma so quanto tiene a questa società, in cui è stato accolto come dirigente quando un’anomalia al cuore lo ha costretto a lasciare, a 33 anni, il calcio giocato. La mia perplessità era legata al fatto che, nella mia personalissima visione delle cose, ci voleva un direttore sportivo esperto per una categoria come la serie B. Uno che avesse occhio, che ci sapesse fare, che conoscesse alla perfezione l’ambiente in cui andava ad operare. Ecco perchè l’ipotesi di una figura più navigata (come era quella di Fabio Paratici, ad esempio) che lo affiancasse mi pareva più adatta per affrontare con maggiore serenità la prossima stagione, la prima in B dopo undici anni.

Questi cinque giorni di tira e molla da parte della società (che evidentemente aveva a sua volta qualche dubbio) mi hanno però spinto a riflettere e il ragionamento che ne è emerso mi ha illuminato al punto da portarmi a pensarla in maniera del tutto opposta.

Ho analizzato l’ultimo campionato e mi son detta: chi è stato a guidare la squadra verso la promozione dopo anni e anni di sofferenze inaudite e soldi buttati al vento? Carlo Sabatini: un allenatore novizio, proveniente dalla Berretti, ritrovatosi all’improvviso al timone di una nave importante che non solo non ha fatto affondare ma ha addirittura condotto nel porto in cui voleva arrivare. Impresa mancata, negli anni scorsi, da tecnici del calibro di Renzo Ulivieri, Andrea Mandorlini, Pierluigi Frosio e via dicendo. Poi mi son domandata: chi è che, a Natale di questo stesso torneo, è stato fatto direttore generale, trasformandosi in quella figura di riferimento e in quel collante tra squadra e società che prima mancava? Gianluca Sottovia, un padovano doc che è cresciuto nel Padova partendo dalla segreteria e che ora ci sta mettendo la faccia in un club di serie B. Poi mi son detta: "prova a pensare ad un giocatore rivelazione di questo campionato" e la mia mente è volata a Pietro Baccolo, un padovano di 19 anni cresciuto nel settore giovanile, fino all’anno scorso un signor nessuno nel calcio professionistico e ora richiesto addirittura da Fiorentina e Chievo.   

Il che significa che a Padova non è evidentemente l’esperienza l’elemento fondamentale per ottenere risultati. La molla decisiva è rappresentata da ben altro, ovvero dall’entusiasmo, dalla voglia di mettersi in gioco e dall’attaccamento a questi colori: tutte cose che, unite a competenza e umiltà, possono fare la differenza.

Ebbene Ivone tutto questo patrimonio ce l’ha. E’ un’altra ostrica nata e cresciuta nel mondo biancoscudato che potrà dimostrare di avere al suo interno una perla. 

E allora: buon lavoro a Checchi e al Padova!     

LA PRIMA SCELTA (GIUSTA) DEL NUOVO ANNO: LA RICONFERMA DI SABATINI

Ho incontrato per la prima volta di persona Carlo Sabatini a Bresseo. Era un giovedì pomeriggio di inizio 2008. Io stavo arrivando per realizzare alcune interviste a fine allenamento (allora il tecnico era Ezio Rossi), lui stava andando via perchè aveva appena terminato di disputare la partitella con la sua Berretti contro i biancoscudati. Ci siamo fatti un saluto veloce (entrambi sapevamo chi era l’altro pur non essendoci mai incontrati di persona) ma son bastati la sua vigorosa stretta di mano e lo sguardo schietto e dritto perchè fosse stima a prima vista (almeno da parte mia).

Qualche tempo dopo il presidente Cestaro decide che la squadra non può arrivare a fine campionato con Rossi, lo esonera e, prendendo esempio dall’Hellas Verona che aveva dato poco tempo prima con successo in mano la squadra al tecnico della Berretti Pellegrini, offre a Sabatini la grande opportunità dandogli in mano la prima squadra. Be’, mi son bastate due conferenze stampa, quella di presentazione del suo nuovo incarico e quella prima di Padova-Sassuolo (1-0 gol di Rabito), per confermare in pieno la prima impressione che avevo avuto di lui. "Amo mia moglie, ma amo da morire anche il Padova. Sono disposto a qualunque cosa per riportarlo dove merita di stare", fu la sua prima frase. Da allora è stata tutta una escalation: Sabatini si è dimostrato sempre disponibile nei confronti di tutti, a tutte le ore. Ha lavorato sodo sul campo, mettendo l’impegno di chi sa di giocarsi una chance importante ma allo stesso tempo l’umiltà di chi sa di avere sempre da imparare. Ha superato tutti i problemi legati ai tanti infortuni e ha cambiato la sua idea iniziale di modulo quando era il momento giusto. Ha inoltre fatto un piccolo miracolo anche fuori dal campo, alleggerendo col sorriso le situazioni di tensione, difendendo sempre a spada tratta i suoi ragazzi, anche quando magari i risultati sul campo dicevano che non lo avrebbero meritato, e non cadendo mai nella banalità o nella retorica. Sabatini ha sempre risposto a tutte le domande, anche quelle più scomode, e, nei limiti dei (sacrosanti e giustamente inviolabili) segreti dello spogliatoio, ha sempre detto la verità a tutti, tifosi e giornalisti.

Mi ha poi letteralmente folgorato il discorso che ha fatto a Natale durante la festa dedicata al settore giovanile. Quando gli è stata data la parola ha mollato il microfono sul tavolo, ha iniziato a passeggiare tra i ragazzini parlando come se fosse all’interno di un grande spogliatoio, ne ha fatto alzare uno in piedi e parlando a tutti ha detto: "La vedete questa maglia? Dovete sempre essere orgogliosi di indossarla perchè quella in cui avete la fortuna di imparare a giocare a calcio è una signora società che vi farà diventare grandi uomini oltre che bravi giocatori. Non dovete mai smettere di onorarla". Son venuti i brividi a me, figuriamoci ai bambini che lo ascoltavano tutti non riuscendo a togliere i loro occhi dai suoi.

Capite ora veramente perchè tutto questo non poteva finire lo scorso 13 gennaio, quando Cestaro, invece che difenderlo e fare quadrato attorno a lui dopo lo 0-0 di Legnano, ha deciso che era meglio cambiare allenatore? Capite perchè, nonostante qualche errore frutto solo dell’inesperienza e non certo dell’incompetenza, Sabatini doveva rimanere e portare a termine la missione per la quale era stato chiamato? Capite perchè, qui nel blog, sono diventata pedante e ripetitiva a forza di difendere il suo operato e chiedere a Cestaro di riportarcelo? Non era giusto che, dopo aver atteso in silenzio per vent’anni, mettendo tutta la sua passione e la sua professionalità al servizio del settore giovanile, l’occasione della sua vita sfumasse così, in un modo così assurdo e la storia di questi giorni mi ha dato ragione.

Era d’obbligo il lieto fine in questa favola, la favola dell’umile operaio che, contando solo ed esclusivamente sul proprio patrimonio umano e professionale e senza la benchè minima raccomandazione, arriva meritatamente in alto.    

Ora che questo lieto fine è stato scritto e il sogno di riportare il Padova in B il mister lo ha realizzato con le forze sue e del fantastico gruppo che ha avuto a disposizione, sono ancora più felice di sapere che la prima mossa del presidente Cestaro è stata quella di tenerselo ben stretto. Carlo Sabatini allenerà il Padova anche in B. E ci porterà, ne sono sicura, ancora più in alto.