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2021: BUON VACCINO A TUTTI!

E che la forza sia con NOI.

50 commenti - 4,791 visite Commenta

Cesare Settore Superiore

Con o senza vaccino, un buon 2021 a tutti.
Voglio puntualizzare un mio personale punto di vista, ed evidenziare una pericolosa consuetudine che recentemente sta prendendo piede tra tanta gente. Ossia quella che chi non vuole o non e’ particolarmente interessato a farsi vaccinare (come il sottoscritto) viene immediatamene ed automaticamente bollato come negazionista.
Assolutamente sbagliato, sono 2 cose del tutto diverse. Non sono per nulla un negazionista, e d’altra parte, come potrei? Ben 2 amici contagiati e ricoverati, i miei consuoceri entrambi positivi, e sopratutto e’ positivo il mio nipotino di soli 8 anni. Non lo potro’ vedere ne riabbracciare fino al prossimo 10 gennaio, benche’ mia mia figlia, mio genero e la sorellina di 4 siano tutti negativi. E sperando sempre che il suo prossimo test dia esito negativo…
Io sono fermamente convinto che il virus esista, che si sia evoluto, che si stia tuttora evolvendo e che prima o dopo verra’ anche debellato.
Ma non credo proprio che succedera’ per merito del vaccino (e men che meno grazie a quello di Glaxo / Pfizer). Raggiungeremo la tanto agoniata immunita’ di gregge? Secondo me si. Ma non a breve, e quando questo accadra’ sara’ perche’ avremo finalmente sviluppato anticorpi e difese immunitarie a sufficienza ma in maniera autonoma. E cosi’ il vurus – proprio come tutti i virus del mondo – si esaurira’ da se.
Sono forse un virologo o un infettologo per affermare cio’? No. Sono un rappresentante, un impiegato  di natura tecnica e del settore metalmeccanico, un lavoratore autonomo, ma da sempre cerco di ragionare e di non farmi solo trasportare dalla corrente o dall’entusiasmo (oppure dallo scoramento) di massa.
Salvo scrivere raramente su questo blog, non uso i social. Per scelta non ho facebook, ne instagram, ne tweeter. Quindi non posso far parte della schiera battezzata chissa’ poi da chi degli odiatori di professione. A dire il vero almeno un essere umano lo odio (Setti) ma questa e’ una faccenda personale che non centra nulla coi social.
Chi si ritiene un negazionista non riceve di certo il mio consenso, ma sicuramente non lo odio ne lo insulto. Chi si vuole vaccinare e’ libero di farlo, io non lo faro’. Ma non mi permetterei mai di odiare o anche solo di contestare o di insultare qualcuno colpevole di fare una scelta diversa dalla mia. Gradirei tanto che tale mio rispetto delle scelte altrui venisse attuato anche nei miei confronti, mentre spesso cio’ non succede.
Qualcuno dice che un giorno tutti dovremo essere vaccinati contro il covid, altrimenti non ci verra’ mai rilasciato il passaporto sanitario. Questo fatto dovrebbe impedirmi di viaggiare liberamente, e quindi anche di svolgere la mia professione di rappresentante e venditore in paesi extraeuropei.
Sono balle, sempre dal mio punto di vista.
Io viaggero’ e lavorero’ come ho sempre fatto, sottoponendomi ad un tampone ogni volta che si rende necessario. Finora sempre con esito negativo, fortunatamente.
Ma comunque vada io non mi vaccinero’. L’unica volta che mi sono fatto convincere (era un antinfluenzale, circa 8-9 anni fa’) sono stato talmente tanto male che ho giurato di non ripetere mai piu’ tale errore. Da allora mi prendo una bella e brava influenza 1 o 2 all’anno (come tutti), e poi con qualche aspirina e con i rimedi della nonna quali letto+lana+grappa puntualmente guarisco. E senza nessun bisogno di vaccino.
Faro’ cosi’ anche nel caso del covid.
E se me lo prendero’ in forma drammaticamente grave, al punto di morire di covid, mi seppelliranno senza vaccino ma con la mia vecchia bandiera a 2 aste che mi ha fedelmente accompagnato per decenni in ogni dove, in Italia e in Europa (mamma mia che nostalgia ogni volta che ripenso alla coppa Uefa).
Buon 2021 a tutti, con o senza vaccino. Per me e’ cosi’.

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Gazza

Caro Cesare, al momento sono impossibilitato a scrivere le mia opinione, totalmente dissenziente, sul tuo “pronunciamiento” sociale.
Lo farò entro sera.
Ciao.

Rispondi
DM

caro gazza, io non sono un tecnico e quindi non ho certezze sul virus, immunità di gregge ecc.
mi sembra di aver letto che l'immunità di gregge, da sola, non può avvenire e che ad oggi il vaccino sia l'unica via da percorrere oltre alla speranza che il virus nel tempo si indebolisca e diventi una semplice influenza.
io mi vaccinerò, ho un po' timore, ma lo farò per senso di responsabilità nei confronti di chi non può vaccinarsi, di chi è immunodepresso o in difficoltà.
ringrazio il cielo di non avere un figlio immunodepresso, magari a causa di cure oncologiche, mi bollirebbe il sangue sentendo chi non vuole vaccinarsi senza un motivo serio.

Rispondi
Gazza

Caro DM benvenuto.
E’ proprio questo il motivo per cui, per ora, non ho risposto a Cesare.
Le motivazioni RAGIONEVOLI finora addotte, o eluse ed incomprensibili, per non vaccinarsi stanno a zero.
Il timore di reazioni avverse può essere capito, ma non mi pare sufficiente se sai di stare in una comunità interdipendente che sta vivendo la fase più difficile della sua storia contemporanea, guerre mondiali e pandemia(!) della “spagnola” a parte.
Avvalersi della “immunità di gregge”, frutto del coraggio e del senso civico altrui, mi pare incommentabile.

Rispondi
Alejandro

Ciao Nino,
non essendo medico e non avendo competenze specifiche mi sono fatto un paio di idee. In una “situazione perfetta” (ricordo i professori di università che citavano sempre questa frase per giustificare il fatto che alcune teorie non ci azzeccano mai, nella pratica), la vaccinazione è quanto di più democratico: chi si vaccina è a posto con sé stesso e chi non si vaccina pure; i primi accettano le conseguenze di eventuali effetti collaterali, gli altri sanno di essere un gruppo a parte che si trasmetteranno la malattia tra loro e sopravviva il migliore. Tutto molto perfetto, appunto; peccato però che la situazione non sia così. E allora mi sovvengono immediatamente almeno tre buone ragioni per stare dalla parte dei vaccinati, o aspiranti tali:
1) La vaccinazione non è un atto di egoismo, ma di generosità verso tutti coloro che non possono rischiare di contrarre la malattia e non possono vaccinarsi. La vedo come la donazione di sangue e di organi, che può non fare bene al fisico di chi dona (penso ad esempio a chi si priva di un rene), ma aiuta chi ne ha bisogno. Trovo assurdo che chi è contrario alla vaccinazione la consideri solo in relazione alle conseguenze che avrebbe su sé stesso. Non entro nel merito di chi è immunodepresso, e di ciò che potrebbe comportare la vaccinazione o meno; non ho le competenze per parlarne, e mi auguro che chi ne parla con scioltezza, ne conosca davvero il significato in termini medici.
2) Credo che il personale medico, di cui ho letto i commenti non dico entusiastici, ma perlomeno “positivi” (mi si scusi il bisticcio) dovrebbero essere i più autorevoli critici in tal senso, ed invece sono, tranne rarissimi casi, tutti favorevoli e si sono sottoposti al vaccino senza dubbi di riuscita. Forse anche in relazione alla loro vocazione (vedi punto precedente).
3) Chi non ha patologie, non è a rischio, non è anziano, affronterà il problema del vaccino tra parecchi mesi, dopo almeno un anno di test e di risultati evidenti; quindi possono stare tranquilli, perchè o sarà sicuro, oppure se hanno ragione loro, il personale medico sarà finito tutto all’altro mondo e non essendoci più medici, tutti gli altri li raggiungeranno presto. Comunque avranno tutto il tempo di farsi un’idea più chiara, che ad oggi è del tutto preconcetta e priva di fondamenti o quantomeno di prove contrarie.
Insomma, a me sembra che ci sia una sorta di dilagante “bastancotrarismoaprescindere”; la cosa più assurda è leggere di persone contrarie alla vaccinazione che sono gli stessi che hanno urlato alla privazione delle libertà a causa delle restrizioni e delle protezioni. Eppure per queste persone, in nome della libertà di scegliere di non vaccinarsi, sarebbe preferibile continuare a stare nelle restrizioni. Contenti loro…
Io ho avuto, da piccolino, una patologia che avrebbe potuto essere fulminante e sono salvo per merito di una pediatra acutissima, a cui devo la vita. Oggi per alcune forme di quella patologia c’è il vaccino, non ci fosse e senza la mia stessa fortuna, ci sarebbe qualche sopravvissuto in meno, questa è l’unica certezza che il tempo ha dato.
Concludo con un mio motto inaffondabile: “il tempo è sempre galantuomo”. E lo sarà anche stavolta. Lo disse anche Nino Manfredi affrontando Scortichini Guido in quel capolavoro che fu “straziami ma di baci saziami”: “Dempo ar dempo…” (in rigoroso dialetto marchigiano…)

Rispondi
Gazza

Caro “Jodorowsky” (… ricordi?), è sempre un piacere leggerti.
Credimi, talora mi manca la tua pacata, ironica, convivialità di “gran dotor padoàn”, con cuore GB e testa a cui bastava una mia “breve” (…) affabulazione narrativa per ricevere un motto di gran spirito.
Il tuo post?
Vorrei averlo scritto io, quindi…
Mentre, neanche tu fossi il Chivers, zacchete!, citazione filmica memorabile di uno dei migliori film comici in omaggio alla cultura subpopolare italica.
E lei

https://www.google.com/search?q=pamela+tiffin&client=firefox-b-d&sxsrf=ALeKk00bmtnZTckTFif9YAp3IAfRq-YO6Q:1609718452443&source=lnms&tbm=isch&sa=X&ved=2ahUKEwju-q7E_IDuAhWQzaQKHQ9fAlAQ_AUoAXoECAgQAw&biw=1920&bih=935#imgrc=YpZhv_UQg210VM

che se n’è andata un mese fa.
Un affettuoso saluto da “el Santo” 🙂

Rispondi
Norberto

Mi rivolgo a Cesare.
Se esistono ragioni di salute che impediscono il vaccino, la discussione non incomincia neanche.
Altrimenti molto pacatamente vorrei fare l’unica obiezione che nasce dalla personale convinzione che la mia libertà finisce dove comincia la tua e viceversa. Come fai ad impedire di contagiarmi prima che io mi vaccini. Non è una risposta il raggiungimento dell’immunità di gregge perchè secondo tutti gli studi sulla materia serve che almento il 70% della popolazione sia vaccinata.
Se non riesci a dare una risposta convincente, devo concludere che hai quantomeno una discutibile opinione di cosa sia la libertà, e quello che più conta, a mie spese. O no?

Rispondi
Cesare Settore Superiore

Ciao Norberto.
Rispondo a te ed alle tue giuste domande, sperando che le mie risposte valgano (lira più o lira meno) anche per i quesiti ed i dubbi di altri utenti.
Non sono un medico e nemmeno sono un operatore sanitario. Non sono un otraottantenne e non risiedo in una RSA. Non ho problemi di immunodepressione, non ho patologie pregresse o altre strane forme di malattia che dovrebbero farmi saltare la fila dei comuni cittadini in attesa di vaccinazione.
Non sono nemmeno parente di quel gran pagliaccio fanfarone figlio di una gran tr*** che risponde al nome di governatore De Luca. Pertanto la prima dose di vaccino a me riservata, se dovesse essermi somministrata in quanto io consenziente, non mi sarebbe di certo inoculata domani o comunque a breve.
Sembra proprio che i tempi tecnici per le persone normali siano piuttosto lunghi. Non vorrei sbagliarmi ma mi pare di avere capito che siamo nell’ordine di 8-10 mesi a partire da oggi.
Pertanto, sempre che io fossi consenziente, dovrei attendere oltre 10 mesi prima di ottenere la quasi certezza di non risultare più pericoloso per la tua salute oppure per quella degli altri, sono parole tue.
Per questioni di lavoro, da maggio ad oggi ho fatto 3 tamponi (2 molecolari ed un rapido), fortunatamente tutti negativi. Non significa che sarà esentato a vita dal covid, ma finora lo sono, grazie al cielo.
Io non so se tu sia un medico, o un operatore sanitario o un ospite di una RSA.
Ma se anche tu sei una cittadino qualunque come me, senza particolari esigenze di immediata somministrazione del vaccino, beh allora anche tu sarai costretto ad aspettare circa 10 mesi. Ed allora dimmi, Norberto: come fai TU invece, ad impedire di contagiarmi prima che io mi vaccini (if any) tra 10 mesi?
Beh, per quanto mi riguarda io so bene come devo fare, dato che da mesi ci stanno martellando in tal senso. Io mi impongo di rispettare le regole sanitarie che mi sono state imposte a seguito di questa pandemia. Mi metto la mascherina ogni qualvolta esco di casa, mi lavo le mani accuratamente e assai spesso, mantengo la distanza di almeno 1 metro dagli altri ed evito contatti diretti con altre persone che non siano mia moglie o i miei nipotini. Ma ti piaccia o meno, nei prossimi 10 mesi non mi vaccinerò, e non per mia espressa volontà contraria. Proprio come te.
Perchè dunque dici che io potrei contagiarti? E perchè invece non ti chiedi se magari il famoso untore non sei proprio tu? Non basta avere la volontà di vaccinarsi per essere esentato dalla trasmissione del morbo, ricordatelo bene. Quindi invece di preoccuparti di quella che è una mia LIBERA scelta, fai il possibile per evitare di contagiare gli altri, in attesa di essere vaccinato.
Quando arriverà il momento, le mie 2 dosi di vaccino le cederò molto volentieri a qualcuno più bisognoso o più convinto di me. E rileggiti con cura il mio post, troverai anche la risposta del perchè io non mi vaccinerò.
Infine grazie ad Antonio, per il rispetto che ha della mia decisione, come io rispetto quella di tutti.
Vaccinati o meno che siano.

Rispondi
frank

Cesare, adesso la butti sul tempo lungo per la vaccinazione?
Nel tuo precedente post sei stato invece perentorio: IO NON MI VACCINERO’.
Senza uno straccio di argomentazione sulla motivazione.
ASPETTI (ma non concorri a crearla!) l’immunità di gregge?
Beh ti ha già risposto in modo impeccabile il Dominus:è un atteggiamento incommentabile.

Rispondi
Cesare Settore Superiore

Post del 2 gennaio 2021, ore 12,23.
Cntl +C, Cntl + Alt

…comunque vada io non mi vaccinero’. L’unica volta che mi sono fatto convincere (era un antinfluenzale, circa 8-9 anni fa’) sono stato talmente tanto male che ho giurato di non ripetere mai piu’ tale errore.
Senza uno straccio di argomentazione sulla motivazione???

Post del 3 gennaio, ore 17,04.
Cntl +C, Cntl + Alt

…E’ un atteggiamento incommentabile…
E infatti lo hai commentato. Complimemti per la tua coerenza

Rispondi

Rispondi
frank

Cesare sei stato male per una vaccinazione antinfluenzale.
Si potrebbe dedurne che per te il Covid e il relativo vaccino sono equiparabili ad una “influenza?”.
Hai notizie famigliari che i vaccini che hai fatto da bambino ti abbiano fatto così male?
Insomma non ti vaccinerai perchè sei stato male per UN vaccino influenzale.
Sei allergico alla proteina delle uova?
Non sono giovane e faccio il vaccino antinfluenzale da oltre 20 anni e sono stato “male” (influenza più accentuata) UNA sola volta.
Spiegazione del mio medico: probabilmente ti sei vaccinato avendo già in incubazione l’influenza…
Comunque il vaccino anti Covid NON c’entra nulla con quello influenzale.

Antonio

Domani mattina riceverò la prima dose del vaccino lavorando nella sanità e lo faccio senza nessunissimo dubbio, da febbraio ad oggi troppe cose ho visto e sentito con i miei occhi e le mie orecchie, sia da cittadino che da professionista, ed oltretutto da sanitario ritengo che sia un dovere farlo. Rispetto la decisione di Cesare nel non intendersi vaccinare, però sulla chiusura del suo post devo dire anche di essere coscienti che se uno si ammala in forma grave, con la possibilità di prevenire l'infezione, è un ostacolo al ritorno alla normalità, occupa un posto in ospedale che potrebbe essere occupato da un altro con un'altra patologia in atto, o semplicemente per riprendere quelle cure e quegli interventi che in questo periodo ha dovuto, per forza di cose, rimandare.

Rispondi
Lona

L immunita di gregge non esiste. Se qualcuno mi porta o mi pubblica uno studio delle banche dati internazionali mediche lo candiderò come premio nobel in medicina.
L immunita di gregge è solo una convinzione dettata dalle multinazionali del farmaco per fare business.

ps non sono no vax ….sono no vaccino a qualsiasi coronavirus perché semplicemente inutile per definizione. e logica.

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noire

Signora, scusi la mia profonda ignoranza filosofica, da Aristotele a Gottlob Frege di sicuro, ma da dove ha tratto questa sua scoperta da Premio Nobel: “… NON sono no vax… sono NO VACCINO a qualsiasi Corona virus perchè è SEMPLICEMENTE(!) INUTILE per DEFINIZIONE(quale scusi?) e LOGICA (quale scusi?)…”.
Distinti saluti.

Rispondi
Lona

Mi scusi signora, avrei preferito un risposta del tipo :
ma lei è un medico?
che competenza ha?
è laureato?
lavora in un reparto covid?
….sarebbe stato più di conforto.

Rispondi
noire

Conforto?
Eccolo pronto:
1) stia serena o sereno, lei NON può essere un “medico”;
2) neanche il più scalcagnato dei medici avrebbe potuto scrivere quello che lei ha scritto nel suo precedente post, zeppo di affermazioni apodittiche che, di conseguenza, lei non sente il dovere di dimostrare.
Per un ulteriore conforto le faccio un esempio semplice semplice che perfino lei potrà capire:
“ciò che ho scritto è vero perchè lo dico io”, firmato Lona;
3) il più scalcagnato dei medici non avrebbe mai scritto che il vaccino è “inutile” e, se avesse voluto asserirne perentoriamente l’inutilità, lo avrebbe assimilato ad un banale PLACEBO;
4) è tautologico che se lei fosse un “medico” sarebbe ovviamente laureato;
5) nessuno può negare che lei possa “lavorare” in un reparto Covid, dipende con quali mansioni.
Cosa dignitosissima sarebbe anche se lei riassettasse i letti dei malati o pulisse i pavimenti, con tutto il mio sincero rispetto.

ps
nella fantascientifica e malaugurata ipotesi che lei fosse “un medico laureato”, le consiglio di rileggere il suo precedente post e fare un rapido ripassino della sintassi o, più in generale, della grammatica italiana.
Le sarebbe di conforto, mi creda.

Rispondi
Cesare Settore Superiore

E’ una sera d’estate dei primi anni ’90.
Nel giardino dei miei e’ in corso una cena all’aperto.
Improvvisamente Giorgio si alza in piedi urlando di dolore. Un insetto gli e’ finito dentro al colletto della camicia aperta e lo ha punto su un lato del collo. Lo sapremo solo a distanza di varie ore che era stata una vespa. In meno di 2 minuti il collo si arrossa, si gonfia come un melone, Giorgio inizia a boccheggiare, non riesce a respirare, ha la bava alla bocca. Fortuna vuole che uno dei commensali ha una station vagon, Giorgio e’ steso sul grande sedile centrale e in pochi minuti raggiungiamo il pronto soccorso dell’ospedale di Zevio, allora ancora operativo. Lo sottopongono alla terapia di ossigeno e gli somministrano immediatamente varie dosi di antidoto, che lo salvano dalla morte quasi certa per shock anafilattico causato dalla puntura di una vespa di cui non ricordo nemmeno il nome.
Ma non avendo potuto trovare il corpo dell’insetto, saranno solo gli esami successivi a stabilire di quale tipo di neurotossina si e’ trattato.
L’infermiere mi spiega che le tossine del veleno di vespe, calabroni, api, tafani, ecc. differiscono profondamente tra loro (come nel caso dei serpenti). Poter disporre del corpo del colpevole aiuta a stabilire quale antidoto usare. Ma comunque sia, a certe persone una determinata tossina potrebbe risultare letale, mentre appare innocua o quasi per milioni di altri individui.
Ancora oggi Giorgio viene ogni tanto a trovare i miei. Ma e’ terrorizzato all’idea di essere punto da un qualsiasi insetto, zanzare e pappataci compresi. Sa perfettamente che solo un ben determinato tipo di vespa, se lo pungesse, potrebbe nuocergli davvero. Ma la sua paura nei confronti di tutti gli insetti e’ comunque viscerale. Chi puo’ convircerlo del contrario?

Io non mai avuto problemi con gli insetti e vivendo fuori citta’ sono stato punto varie volte ma senza particolari conseguenze.
Provengo pero’ da una famiglia di asmatici, io stesso lo sono tuttora. Smisi di fumare nel 2009, dopo ben 34 anni di fumo e innumerevoli crisi d’asma. Eppure il mio incubo peggiore era ed e’ ancora quello di morire soffocato.
Quando circa 8 anni addietro feci il vaccino antinfluenzale, mi provoco’ reazioni allergiche, prurito, nausea e vomito. Ma sopratutto una crisi d’asma filminante e micidiale, che sopperii solo grazie all’ossigeno puro e massiccie dosi di Ventolin.
E meno male che avevo gia’ smesso di fumare da parecchi mesi. Come se non bastasse, mi presi una grave influenza che perduro’ per ben 2 settimane, mai successo prima.
Ma quello era un vaccino antinfluenzale, che non ha niente a che vedere con quello anticovid, vero vecchio e coerente Frank?
Gia’. Ma non me frega nulla. Comunque vada io non mi vaccinero’. L’idea che mi si inoculi una sostanza e che mi ritorni quella terribile sensazione di morte per agonia da soffocamento, proprio come subii anni fa’, mi terrorizza. Da allora ho giurato di non ripetere mai piu’ tale errore. E da allora non l’ho piu’ fatto.
E’ forse un reato essere terrorizzati da qualcosa?
La mia paura coinvolge qualcun altro?
La mia fissazione nuoce forse a qualche altro essere umano? Non credo, e se cosi’ fosse me ne scuso anticipatamente. Ma non mi vaccinero’ comunque.
Ultima riflessione, prima che io chiuda per sempre questo capitolo e torni nel mio microcosmo, avulso dagli incubi respiratori adeguati forse solo ad un moccioso adolescente anziche’ ad un uomo di 60 anni, avezzo a accendere fumogeni allo stadio (ma che non mi provocano mai l’asma).
Conosco quanto basta Gazzini per asserire che il suo mancato intervento nei confronti dei miei post non e’ dovuto alla presunta incommentabilita’ delle mie elucubrazioni. Seconde me si tratta solo di sana saggezza e di grande sensibilita’ umana.
Non si giudicano mai le cose da un solo punto di vista, non si condannano le intenzioni, non ci si esprime pro oppure contro se non si conoscono a fondo gli argomenti delle persone ed i perche’.
Le parole volano via, gli scritti restano, e ben pochi lo sanno meglio di Gazzini.
Adesso puoi anche dirmi che sono un vecchio pazzoide, testardamente ostinato e ribelle di natura. A te lo concedo. Perche’ so che hai ragione. E perche’ durante la nostra prossima serata di ciacole in liberta’ ti ribadiro’ ancora una volta quanto noi due siamo profondamente simili, se non uguali, benche’ smisuratamente diversi.
Buon vaccino a te, Nino.

Rispondi
Gatón

Ho fiducia nella scienza.
Non ho fiducia nella politica.
Mi porrò il problema del vaccino SE e QUANDO sarò chiamato.

Rispondi
Lona

noire
invece di scrivere cavolate,
me lo metti lo studio che possa definire questa fantomatica " immunità di gregge" ?
grazie.

Rispondi
noire

mmunità di gregge?
Lo chieda a chi ne fatto cenno e non a me che, almeno in questa fase, crede solo nel vaccino per il maggior numero di persone, continuando nel frattempo la profilassi rappresentata dalle mascherine e distanziamento FISICO (Mr. Gazza dixit).
Oppure si rivolga al professore svedese Andreas Tegnell, unico in Europa ad imporre quel (contestatissimo) metodo, visti i risultati.
Altra alternativa, non impossibile per lei, dal momento che ha lasciato intendere di essere un “medico”, si studi questa formula:

Uno dei più semplici modelli matematici compartimentali utilizzati in epidemiologia rappresentanti l’immunità di gregge è il “modello SIR”. Si tratta di un’equazione a tre variabili, dove ogni variabile è indicata da un’iniziale (appunto S, I e R).

Immaginiamo di avere una comunità composta da un numero N di persone. Suddividiamo quindi questa comunità in tre gruppi:

gruppo S {\displaystyle S} S : gruppo di persone sane, che sono anche suscettibili di contrarre la malattia infettiva;
gruppo I {\displaystyle I} I : gruppo di persone infette, che hanno contratto la malattia e sono contagiose;
gruppo R {\displaystyle R} R : gruppo di persone recuperate che sono guarite, oppure che sono morte e sono quindi rimosse dal numero dei contagiosi.

N = S + I + R {\displaystyle N=S+I+R} {\displaystyle N=S+I+R}

Il numero delle persone sane diminuirà progressivamente, a mano a mano che le persone contraggono la malattia, e più tardi, a mano a mano che le persone infette guariscono oppure muoiono:

S = N − R − I {\displaystyle S=N-R-I} {\displaystyle S=N-R-I}

Il numero di persone appartenente ai tre diversi gruppi cambia nel tempo con il procedere del contagio: per identificare questo numero, diverso dalla situazione di partenza, si usano i simboli S ′ {\displaystyle S’} S’, I ′ {\displaystyle I’} I’ e R ′ {\displaystyle R’} R’. La variabile fornita dal tempo (es. 30 giorni, 60 giorni, ecc.) è indicata dalla lettera t {\displaystyle t} t. In termini matematici si parla di “derivata” per indicare i valori S ′ ( t ) {\displaystyle S'(t)} {\displaystyle S'(t)}, I ′ ( t ) {\displaystyle I'(t)} {\displaystyle I'(t)} e R ′ ( t ) {\displaystyle R'(t)} {\displaystyle R'(t)}.

È importante ricordare che le tre variabili S ′ ( t ) {\displaystyle S'(t)} {\displaystyle S'(t)}, I ′ ( t ) {\displaystyle I'(t)} {\displaystyle I'(t)}, R ′ ( t ) {\displaystyle R'(t)} {\displaystyle R'(t)} non sono indipendenti, ma cambiano mantenendo sempre una relazione proporzionale fra loro. Mentre il numero dei suscettibili può solo scendere, il numero dei recuperati/rimossi può solo aumentare: in termini matematici, si dice che sono in rapporto inversamente proporzionale. Il numero degli infetti è l’unico dei tre che può aumentare e poi diminuire nel tempo.

A seconda del numero di contagi giornalieri, il numero di persone Infette aumenterà più o meno velocemente, mentre diminuirà in proporzione il numero di persone sane. Il rapporto fra S ′ {\displaystyle S’} S’ e I ′ {\displaystyle I’} I’, cioè il numero di contagi giornalieri, sarà quantificabile in un valore indicato con il simbolo μ {\displaystyle \mu } \mu (lettera greca spesso usata per indicare un valore costante). Il calcolo del valore μ S I {\displaystyle \mu SI} {\displaystyle \mu SI} fornirà il numero di contagi giornalieri:

μ S I ≅ {\displaystyle \mu SI\cong } {\displaystyle \mu SI\cong } contagi giornalieri

Anche il rapporto fra I ′ {\displaystyle I’} I’ e R ′ {\displaystyle R’} R’ cambia seguendo una proporzione: ogni giorno un certo numero di Infetti andrà ad aggiungersi al gruppo dei rimossi/recuperati. La variabile in questo caso è il tempo in cui la malattia fa il suo corso (es. 3 giorni, 7 giorni, ecc.): la durata della malattia è simboleggiata dal simbolo τ {\displaystyle \tau } \tau . Una frazione 1 τ {\displaystyle {\frac {1}{\tau }}} {\displaystyle {\frac {1}{\tau }}} di Infetti sarà rimossa ogni giorno, andando ad aggiungersi al gruppo R {\displaystyle R} R. Quindi il valore R ′ {\displaystyle R’} R’ cambierà nel tempo, seguendo questo calcolo:

R ′ ≅ I τ {\displaystyle R’\cong {\frac {I}{\tau }}} {\displaystyle R’\cong {\frac {I}{\tau }}}

Se il ritmo del contagio è molto alto e invece il tempo di guarigione è lento, il gruppo R può scendere sotto una certa soglia: è allora che esplode l’epidemia. Al contrario, se al manifestarsi del focolaio d’infezione, il numero di recuperati è sufficientemente alto, il focolaio si autoestingue.

La vaccinazione serve ad aumentare il numero di persone recuperate/rimosse, impedendo il proseguire del contagio…
Chiaro no?
Se poi lei si chiedesse cosa accadrà a coloro che rimarranno fuori dal “gregge” dei vaccinati, le posso solo rispondere: che il Signore li protegga (comunque).

Rispondi
Cesare Settore Superiore

Non è che io sia un immunologo, faccio anche io come la maggior parte della cittadinanza poco avvezza a simili dotti argomenti scientifici. Ossia vado anche io su wikipedia e leggo.
Sarebbe pertanto corretto menzionare TUTTE le varie notizie inerenti l’argomento in questione, riportate dall’enciclopedia on-line, e non solo quelle che più ci piacciono o ci interessano o ci fanno comodo. Per esempio, riguardo la famosa immunità di gregge, io sempre su wikipedia ho trovato quanto segue:

Evidenze a sostegno dell’immunità di gregge
Nonostante vari studi abbiano evidenziato la sua plausibilità, allo stato attuale risulta difficile dimostrare direttamente l’esistenza dell’immunità di gregge. Tuttavia la sua esistenza può essere dimostrata indirettamente da casi come quello dell’eradicazione della rabbia in Germania.
La rabbia è una malattia infettiva virale la quale determina una grave infiammazione cerebrale che generalmente porta al decesso del soggetto. La trasmissione di solito avviene tramite morso e contatto tra il soggetto sano e la saliva (contenente il virus) di quello infetto. La malattia è diffusa in varie aree del mondo ed è endemica nella fauna selvatica di alcune zone: il serbatoio preferito del virus è rappresentato da canidi (volpi, lupi, coyote), pipistrelli, manguste, ecc. La rabbia circola anche tra alcuni animali domestici, come cani, gatti e bestiame, che nella maggior parte dei casi sono stati infettati da un morso da parte di un animale selvatico malato: a loro volta, gli animali domestici possono mordere e infettare l’uomo.
In Germania, tra il 1981 e il 2005 sono stati registrati nove decessi di persone causati dalla rabbia, dei quali almeno due riconducibili a morso da parte di animali infetti avvenuti in territorio tedesco[33]. Un’analisi della prevalenza della malattia tra animali selvatici e domestici rilevò l’esistenza di 10 634 individui infetti nel 1977 e 10 484 nel 1981[34].

Il governo federale tedesco decise di intervenire alla radice con una vaccinazione di massa della popolazione di volpi presenti in Germania, dato che la semplice vaccinazione di uomini e animali domestici avrebbe impedito la diffusione del virus in queste due popolazioni ma non quella tra animali selvatici, che a loro volta avrebbero potuto mordere soggetti che per vari motivi non si fossero vaccinati.
I programmi di vaccinazione incominciarono nel 1983 nella Repubblica Federale Tedesca, mentre nella Germania Orientale nel 1989, per un costo stimato di circa 100 milioni di euro. Per la somministrazione del vaccino agli esemplari selvatici vennero utilizzati dei bocconi opportunamente trattati, che vennero dispersi nelle aree boschive affinché gli animali se ne cibassero.
Nel giro di qualche anno il numero di animali infetti crollò, dimezzandosi nel giro di sette anni e pressoché azzerandosi nei primi anni 2000 (tre casi segnalati nel 2006). Nel 2008, l’Organizzazione mondiale della sanità animale dichiarò la rabbia eradicata in Germania.
Non essendovi altre cause che possano spiegare la riduzione della prevalenza della rabbia nella popolazione di animali selvatici, come ad esempio migliori condizioni igieniche all’interno della popolazione animale, l’unica spiegazione plausibile resta l’uso in massa del vaccino e l’immunità di gregge venutasi a creare.

Visto che su questo blog si sta parlando di coronavirus e non di rabbia dei canidi, non è poi una così apocalittica fandonia ciò che Lona ha scritto, benchè in forma piuttosto autoritaria e magari un tantino presuntuosa o arrogante. Quindi se wikipedia deve essere il terreno di scontro o di confronto, direi che l’immunità di gregge non è ancora stata dimostrata.
Se invece esistono studi clinici diversi, non presenti in wikipedia, basta citarli e sarà un piacere per tutti avere un panoramna più ampio e completo in merito all’argomento.

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noire

Cesare, io mi vaccino INDIPENDENTEMENTE dalla “immunità di gregge, che gli scienziati dichiarano (come conseguenza!) che potrà avvenire se lo farà il 75/80% della popolazione.
La Scienza, non io!, dice che non abbiamo altre strade.
Qualcuno invece le conosce?
Nel tuo secondo post hai fornito le tue motivazioni, umanamente comprensibili, anche se non condivisibili, dal momento che sono un tuo personale “unicum” non estendibile a priori.
Lona, invece, rende perentorie e “universali” una serie di affermazioni senza un minimo di motivazioni, con l’assurda affermazione: “ps non sono no vax ….sono NO VACCINO a qualsiasi coronavirus perché… semplicemente (???) INUTILE PER DEFINIZIONE (???) e LOGICA (???)…”.
LOGICA?? Ma dai!
Porta pazienza Cesare, mi pare ci sia una bella e sostanziale differenza.

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bepo de sòca

Scolteme noire, se vede che te ghè na bela testina e la tastiera siòlta ma te me pari un po’ massa educatìn.
Qua a Verona, a uno che el scrive le robe del lona se pol dirghe solo che l’è uno che nol pol avérghe tute le fassìne al cuerto.
Alè Blu!

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Lona

noire…..

ho detto studi scientifici pubblicati su banche biomediche modiali…
i tuoi sono calcoi matematici….
rimango sempre nell'attesa…

PS sei riuscito a scambiarmi per medico e per di più di sesso femminile….spegni la TV.

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do minus gazza

Alessio benvenuto.
Dalla lettura degli argomenti e dalle opinioni espresse dagli ospiti della radio in oggetto, credo di poter esprimere la personale e SERENA valutazione che detta radio possa essere ascrivibile alla categoria dei “negazionisti-complottisti SOFT”, i più temibili per la dis-informazione, sempre opinione personalissima.
Sarà mio dovere fornire ai lettori i dati forniti dal “ministero della salute” svedese, un calcolo ragionato tra numero di abitanti della Svezia e dell’Italia e le relative percentuali tra decessi e casi acclarati degli infettivi.
Cercherò inoltre di fornire le statistiche, accettate in tutto il mondo, della Johns Hopkins University.

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alessio caporali

Ciao Gazza, grazie per esserti preso il tempo per rispondermi.
Non sono d’accordo con te sulla recensione della radio in questione, personalmente non condivido tutto quello che propongono, ma ho trovato molti spunti di riflessione e soprattutto una visione diversa da quella univoca proposta dalla tv “nazionale”.
Personalmente sono andato a verificare più di un’informazione e ho trovato sempre riscontri positivi, se ti prenderai il tempo per la verifica da te sopracitata sarà un piacere avere un tuo feedback più approfondito.
Per l’argomento di discussione del tuo post io finché sarà un mio diritto non mi vaccinerò, disapprovo il modo di fare da “sceriffi moralisti”… ad oggi la legge non mi impone nessun obbligo di vaccino al Covid-19 e non capisco perché dovrei giustificarmi a fronte della mia decisione.

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do minus gazza

Ciao Alessio.
Nei limiti del possibile il mio aggiornamento avviene su: due canali televisive Sky e Rai e su Corriere, Repubblica, Stampa (talora) e il Foglio.
Credo siano più che sufficienti.

“… Con il senno di poi, la Svezia adotterebbe una strategia differente di risposta al coronavirus. Lo ha ammesso, per la prima volta, l’epidemiologo Anders Tegnell, ossia il principale artefice della decisione di lasciare aperto il Paese, senza restrizioni che non fossero consigli al distanziamento. Il tasso di mortalità in Svezia è tra i più alti al mondo – 43 per 100mila abitanti – e Danimarca e Norvegia la scorsa settimana hanno riaperto le frontiere escludendo rigorosamente i vicini svedesi”.

“… L’economia è comunque andata in crisi.
Il problema ulteriore è che l’aver tenuto aperto il Paese non è servito a limitare le conseguenze economiche della pandemia. Il ministro delle Finanze, Magdalena Andersson, di recente ha stimato che in Svezia il Prodotto interno lordo avrà un calo del 7 per cento, certificando una recessione in linea con il resto d’Europa e una crisi che non si era mai verificata dal secondo dopo guerra”.

Fonte: Il Sole 24 Ore (quotidiano di Confindustria…)

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do minus gazza

… probabilmente quelli di Radio Radio non l’hanno letto e nemmeno -fatto più grave – il loro “virologo italo-svedese” pare non essere a conoscenza delle comunicazioni FORMALI del Governo dove lavora..
Oppure il dato NON era confacente alla loro “teoria”…
Ciao

lector

Caro Gazzini, apprezzo come sempre la tua attenzione ai lettori del blog.
Ti informo che nell’analisi comparativa che intendi fare tra Svezia e Italia, non troverai il numero dei tamponi sierologici giornalieri fatta dagli svedesi.
Una variabile non da poco.
Cordiali saluti.

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Gasolio

“Purtroppo” i numeri, che non sono opinabili ne “piegabili” a questo o quel “partito”, mostrano una realta’ ben differente per quanto riguarda la Svezia rispettoa quanto riportato nel video, sia durante la prima ondata che la seconda.
Peraltro, la Svezia andrebbe confontata con i paesi che dal punto di vista sociale e di isolamento geografico, le sono piu’ affini, e quindi Danimarca, ma soprattutto Norvegia e Finlandia : qui il confronto per quanto riguarda i contagi e’ a dir poco impietoso ( Fonte Financial Times / John Hopkins University ):

https://imgur.com/a/wd0S2P7

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do minus gazza

Gasolio ciao.
Ti ringrazio per la tua “annuale” apparizione con l’esposizione del grafico della J.H.University che mi ha risparmiato un bel po’ di tempo.
Rimane purtroppo ancora “oscuro” il motivo per cui perfino i paesi con un maggior numero di casi infettivi abbiano un minor numero di decessi.
Infatti, a livello europeo, solo il Belgio – e l’Inghilterra – superano l’Italia nel rapporto tra casi accertati e numero di morti.
La motivazione che sembra accomunare le varie “scuole” di virologi confluisce nella “disorganizzazione della struttura sanitaria a livello territoriale” dovuta ai tagli della spesa sanitaria pubblica a favore di quella privata, con l’esempio più evidente della sanità lombarda.
Sono tuttavia costretto ad ammettere che, pur dopo un’abbondante lettura da me fatta, nessuna spiegazione mi ha convinto del tutto.

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Gasolio

La questione e’ sicuramante “spinosa” e molti la collegano al numero di letti di Terapia Intensiva a disposizione in ogni paese, ma sospetto sia piu’ complessa : per ora ho trovato solo questo documento ufficiale, peraltro ripartante uno studio del 2012 e mai piu’ aggiornato.
Nelle pagine 5 e 6 si evince che l’Italia e’ comunque nella media Europea dei letti di T.I. ( Critical Care Beds ).

https://www.researchgate.net/profile/Hans_Flaatten/publication/229013572_The_variability_of_critical_care_bed_numbers_in_Europe/links/0fcfd50350037cb2ba000000/The-variability-of-critical-care-bed-numbers-in-Europe.pdf

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bobo

Svezia, dietrofront. Al via nuove regole per frenare i contagi

Il parlamento di Stoccolma ha approvato oggi una legge che conferisce al governo nuovi poteri per frenare la diffusione del Covid-19 nel Paese. La nuova legge, che entrerà in vigore domenica, consentirà al governo di chiudere negozi, centri commerciali o trasporti pubblici. Il governo sarà anche in grado di imporre limiti al numero di persone ammesse in determinati luoghi pubblici specifici e restrizioni alle riunioni pubbliche. Nella maggior parte dei casi, le violazioni delle nuove restrizioni porteranno a una multa, cosa che in precedenza non era possibile. Finora la Svezia non aveva mai imposto un lockdown diversamente dai Paesi europei. Da qualche settimana aveva iniziato a rafforzare le misure di fronte a una seconda ondata più forte del previsto.
(Repubblica 08/01/2021)
Buona riflessione.

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Gerry 1951

Nino Gazzini, come posso farti avere un mio commento contenente info relative al blog del 30 luglio 2020 sui vecchi cinematografi di Verona?

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Alibi

Io non mi vaccino, perché ho più paura degli aghi che del coronavirus.
Non ho esperienze pregresse nefaste o idiosincrasie particolari, non dubito che il vaccino sia utile e spero tanto che non abbia gravi effetti collaterali, ma non è questo il punto; non mi faccio il vaccino perché finché non mi è necessario mi fa un po’ senso anche solo il pensiero di essere siringato. Parlo esclusivamente per me che sono in forma, non ho altre patologie e non rientro nelle categorie a rischio, e non ho contatti diretti con persone in quelle condizioni, e qualora contraessi l’infezione virale le conseguenze per me sarebbero assimilabili all’influenza.

Fantistici i discorsi di altruismo del “vaccinati anche per chi non può farlo”, nobili com’è nobile un qualsiasi gesto di carità o volontariato, ma personalmente ci credo poco che tutti siano mossi da questi principi. Penso sia più o una faccenda di fazione politica (che aborro, adattarsi a quel che dice questo o quel politico che dovrebbe rappresentare e invece sempre di più indirizza), o un discorso o di speranza che vaccinandosi tutti si possa tornare alla normalità (e in quel caso, condivido anche, ma mi fido poco che si guardi ai numeri per prendere decisioni oggi. Se decideranno di riaprire sarà indipendentemente dal mio vaccino, tanto quanto è stato indipendente dalla mia volontà chiudere. Inoltre, è bene pensare a piani pandemici per gestire, piuttosto che sperare nel vaccino. Sarebbe come aggrapparsi ogni volta al CR7 di turno, vinci magari le partite ma non sei una squadra organizzata). Si più trattare alpiù di timore personale per paura del virus (“spero che venga debellato così non mi può colpire anche fossi nel 5% dei casi in cui il vaccino fa cilecca, o non garantisse immunità permanente”) o comunque per impossibilità propria o di propri cari a difendersi con le proprie difese immunitarie (mi spiace anche, ma non vedo perché dovrei io difendere le debolezze tue). Certo, anche io quando sono in difficoltà spero che gli altri mi aiutino, ma se non lo fanno mica posso farne loro una colpa, al massimo mi riverserò su di loro qualora avessero bisogno di me in futuro.

Dacché non siamo sotto dittatura, fare del bene è del tutto un gesto spontaneo, onore e gloria a chi lo fa, ma non vedo perché dovrei farlo io di mia sponte. Lo farò solo qualora i benefici personali saranno maggiori della mia posizione attuale: leggasi obbligatorietà, passaporto sanitario, ma anche che mi dessero 1000€ in contanti accetterei. Comunque tutte posizioni o paradossali (i €€€) o dittatoriali, che per carità talvolta sono utili ma son sempre dittatoriali, e chi urla ai fascisti e poi al passaporto sanitario dovrebbe perlomeno rendersi conto che poi così tanto libertario non è.
Sono una persona di merda secondo qualcuno? Bene, me ne farò una ragione con la consapevolezza che chiunque non devolve ai meno fortunati tutto il proprio eccesso da quello per cui ne sopravvive, ma non ha niente da insegnarmi sulla moralità, ho semplicemente una sensibilità diversa dalla tua (che mi vuole imporre il vaccino, o che mi vuole imporre di non farmi vaccinare per non diventare un robbot di billgheits, non ne vedo la differenza)

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Alejandro

Mi permetto solo di farle notare che non si tratta di una questione di fare del bene. Se lei non si vaccina è un potenziale portatore di virus. Non so come faccia a conoscere la situazione sanitaria di ogni persona che incontra dal panettiere, dal barbiere ecc, per affermare con assoluta certezza di non avere contatti diretti con persone a rischio; credo sia impossibile saperlo, di sicuro non lo dicono ad ogni sconosciuto che incontrano. Non si tratta di fare del bene, quindi, ma di non fare del male agli altri, anche a quelli che non conosciamo.
Mi pare una differenza non da poco.

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Alibi

Chiaramente starei a casa qualora sapessi di essere portatore, sia per buonsenso che per le norme vigenti, ma finché non lo sono mi limito a fare quel che (di legale) mi suggerisce la coscienza; la quale mi sussurra che quelli a cui “potenzialmente faccio del male”, lo faccio per negligenza loro più che per volontà mia; se panettiere barbiere etc hanno una sensibilità all’argomento diversa dalla mia, possono in primis vaccinarsi loro, che se a rischio certamente saranno chiamati prima di me, quindi usare le protezioni suggerite come mascherine di ultima generazione, distanziamento, o tumulandosi in casa, e in caso estremo farmelo sapere, e starà a me comportarmi con loro di conseguenza. Loro devono porsi il quesito se vale la pena correre il rischio connesso al rapporto con me (sia questo di natura commerciale o personale), o altrimenti rinunciarvi, io ho già detto che so di rischiare per me e per gli altri e lo accetto, sapendo che può anche andare male

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Alejandro

Guardi, ci sono tali e tante lacune nel suo ragionamento che è difficile anche rispondere. A cominciare da quel “qualora sapessi di essere”; come se chi ha infettato gli altri e li ha involontariamente mandati al creatore fosse consapevole di essere infetto, ancorchè asintomatico.Se lo avesse saputo, forse lo ignora, sarebbe stato anche un criminale, per il quale è previsto un reato penale (art.438 C.P. – procurata epidemia, si legga la pena prevista, così tanto per sapere).
“Tumulandosi in casa”: democratico… Probabilmente lei può rimanere a casa senza problemi, magari altri devono uscire a lavorare per arrivare a fine mese.
E comunque, quando parlo del panettiere, intendo tutti coloro che potrebbero essere nello stesso posto allo stesso momento, non al gestore in sé. Ha idea di quanti soggetti siano costretti a uscire per farsi le commissioni pur essendo sottoposti a terapie per le quali sono immunodepressi? Dal suo punto di vista è colpa loro, se lei li infetta. Pazzesco.
Di buono c’è che quando la stragrandissima maggioranza sarà vaccinata e qualche povero cristo verrà contagiato, non dovrebbe essere difficile ricostruire il filo d’Arianna dei potenziali contatti che non si erano vaccinati.

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Alibi

Ho idea di quanta gente sia immunodepressa? No. Ma se in primis le istituzioni non li tutelano obbligandomi al vaccino deduco non abbastanza per cui rischiare proteste reali (e non indignazioni temporanee retorico-buoniste), a occhio hanno valutato che sono molti di più coloro che protesterebbero per la soppressione della libertà(tra cui, tralatro, io non figuro. Non mi vaccino se posso ma solo se devo, detto questo non mi opporrò qualora si ritenesse necessario). E pure se chi si fa questi conti è un governo che si definisce fieramente “democratico”. È colpa mia se qualcuno è immunodepresso e/o rischia più di me? No. Posso fare qualcosa per i meno fortunati? Forse potrei. Devo farlo? Solo se la mia coscienza e/o la mia legge me lo dicono. Per il covid, per la povertà, per l’ambiente, per tutto. E la mia coscienza mi dice di preferire di evitare una siringa a me, che i rischi che porta, principalmente agli altri, una non-siringata.
Ognuno si attacchi alla vita come può, ma non pretenda di poter contare sempre sulla comunità come stampella alle proprie deficienze

Sul filo di Arianna: anche se scoprissero che sono un untore (inconsapevole)? Che devono farmi? Giustiziarmi?? Con quale capo d’accusa? È un +1 tra morti di covid, non un +1 ucciso da me, e lo è per la Giustizia, non solo per me, anche dovessero dedurre con buona percentuale che sono io ad aver infettato.
Ah, e sono estremamente convinto di un’altra cosa: senza la “caccia all’untore”, probabilmente la rete di tracciamento sarebbe stata ben più efficace, motivo per cui – secondo la mia opinione da ultimo degli scemi – in Italia ci siano in media/abitante più morti che altrove, oltre per l’estrema paura incossa da chi dovrebbe tranquillizzare, anche perché chi è stato infettato tende a non si farsi autocritica ma a incolpare l’untore, e ha paura di dire agli altri di esser positivo perché sa che per gli altri diventerebbe lui poi l’untore

Alibi

PS. Talvolta risulta efficace, ma sempre risulta inelegante passare all’attacco personale.
1. Quel “forse lo ignora”, velato tentavo per minare la credibilità della mia tesi, ignora il mio stesso riferimento alle norme quale motivo per cui sarei rimasto a casa fossi stato positivo. Acqua.
2. Quell’ironico “democratico…”, lo è realmente a dir la verità: la presa responsabilità delle proprie azioni è quanto di più democratico ci sia, chi ha paura si tumuli in casa, chi non ne ha, esca. È molto meno democratico imporre a chi non corre gravi rischi con alta probabilità di chiudersi in casa per gli altri. Ancora acqua
3. Sarà “pazzesco” (altro tentativo di legare il mio pensiero a qualcosa di illogico) ma è così. Certo, “colpa” è una parola grossa, lo chiamerei più un rischio andato male
4. “Probabilmente lei può restare a casa senza problemi” cercando di sottintendere un mio vivere agiato e fuori dal mondo, non corrisponde alla mia situazione professione, anzi profondamente colpita dalle chiusure
5. Ultimo ma non ultimo, millantare profonda fallacità logica evidente.
Son capace anche io di sottintendere, basterebbe scrivere “Non è che il disprezzo per la stupida macchietta evidentemente dalla parte del torto arrogghi il diritto di occpare la parte della ragione”, o che “il fatto che la logica del ragionamento non venga compresa non significa che sia fallace”, ma non sarebbe elegante, è decisamente più elegante ogni manifestazione di rispetto pur nella non condivisione dell’altrui pensiero

Alejandro

Rispondo qui perchè non posso più sotto. Credo non abbia colto alcuni punti del mio discorso, nessun problema.
Mi limito a rispondere a una sola obiezione: non ho mai parlato di untori, nè mi è venuto in mente. Il ragionamento sul filo d’Arianna era solo per dire che, qualsiasi sia la scelta degli uni e degli altri, di buono ci sarà la possibilità di risalire più velocemente alle fonti del contagio dei non vaccinati (speriamo residue) e combatterlo con maggiore efficacia o quantomeno dar modo alle strutture di agire con maggiore tempestività rispetto a ieri e a oggi. Ammesso che i vaccinati non rimangano portatori, eventualità che ad oggi mi pare non sia ancora esclusa in modo inequivocabile, il che vanificherebbe tutto.
Non sono un giustizialista, creda; se ci ha letto questo ha interpretato proprio male. Mi fermo qui, ho abusato fin troppo della ospitalità di Nino. Un saluto.

ermuz

Non so', lo stesso Sileri ha detto che è quasi certo che il vaccino protegge chi lo fa, ma non l'eventuale trasmissibilità.
Quindi un immunodepresso che non può vaccinarsi, può prendere il virus tanto quanto sia dal vaccinato che dal non vaccinato.
Inoltre sul foglio del consenso informato del vaccini, al punto 10 è riportato questo:

10. Non è possibile al momento prevedere danni a lunga distanza.

Rispondi
do minus gazza

Ermuz benvenuto.
Vorrei informare chi ci legge che la questione relativa alla POSSIBILITA’ che chi è vaccinato possa trasmettere il Covid, NON E’ ANCORA DIMOSTRABILE dalla Scienza, nè da chi lo suppone nè da chi lo nega.
Chi NEGA la possibilità trasmissiva del virus da parte dei vaccinati lo fa su base analogica della NON TRASMISSIBILITA’ VIRALE di altri vaccini largamente in uso per altre patologie.
Sottolineo che questi ultimi ammettono correttamente che non è possibile OGGI affermarlo per il vaccino COVID dal momento che non vi sono ancora evidenze documentabili.

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