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SE SONO PSICHEDELICO? MA VA LA’!

Tra ieri e oggi mi sono rigustato “The Piper at Gates of Down”  (e dintorni), considerata una “summa” della psichedelia “brit”, schizzata dalle meningi anarchiche di Syd Barrett, eppure ho fumato solo un paio di sigarette (non condite!) e bevuto una tazzona di caffè.

Non essendo quindi in una condizione psichedelica ciò non doveva accadere.

Perchè invece è accaduta e accade?

Risposta semplice o giù di lì: perchè i Pink Floyd erano già bravini, ricercatori di nuove sonorità e testi, tendenti a diventare molto bravi .

Molti di noi, il sottoscritto compreso, non capimmo subito, ma dopo “ATOM HEART MOTHER” (1970) fummo folgorati, si usa dire così, e andando a ritroso scoprimmo altre gemme che avevano scritto e musicato.

Questa fu la loro prima strofa degli anni ’60:

“Verde limone e verde limpido, una seconda scena
Una battaglia tra il blu che una volta conoscevi
Navigando via, il suono risuona
Attorno alle acque ghiacciate sotto terra
Giove e Saturno, Oberon, Miranda
E Titania, Nettuno, Titano
Le stelle possono far paura…”

E questa fu l’ultima:

“intraducibile in Italiano con un  minimo di senso compiuto… sorry”

E poi?

Poi incontrammo “tanta roba” negli anni settanta, contestata dai fans “duri e puri” degli esordi della band.

 

 

22 commenti - 1,908 visite Commenta

Gazza

Intro:
>> https://www.youtube.com/watch?v=pJh9OLlXenM
Un quasi “Manifesto”…
Poi una ballata(?) che non si può dimenticare:
>> https://www.youtube.com/watch?v=ahn_fVEF9e8
E un “capolavoro” dentro un capolavoro con distorsioni “guitar” raramente ascoltate prima:
>> https://www.youtube.com/watch?v=4o2sA0vpA-4
Per chiudere con un pezzo (quasi) beat che oserei dire ispirato dalla NON partita di NON tennis presente in “Blow Up” di Antonioni
>> https://www.youtube.com/watch?v=7c0EDM-Yu9o
>>>> https://www.youtube.com/watch?v=4TYyhRbQBgs
Segue altro… ma domani.

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bardamu

C’è un aspetto nell’avventura dei PF che mi ha sempre disturbato: quello che ai miei occhi è parso l’abbandono del loro ispiratore.
Magari è facile parlare senza conoscere davvero quello che è successo, ma la loro parabola ascendente confrontata con l’abisso nel quale sprofondava il loro “diamante pazzo” ha sempre rappresentato, per me, una nota dissonante.
Da quel che ricordo morì anche in povertà.
Credo che almeno finanziariamente avrebbero potuto aiutarlo.

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Sick boy

Non mi sono fatto un’idea precisa nemmeno io,ma ti consglio il libro autobiografico di Nick Mason (batterista e unico componente che ha partecipato a tutti i lavori della band) : Inside out. Penso che Barett in quel periodo fosse realmente irrecuperabile,certo tutto cio non giustifica il post.

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schetch

Cosa si può dire di questa band? Che il loro successo, o perlomeno una prima parvenza, lo ebbero solo dopo l’uscita di TDSOTM, e che lo devono solamente ad alcune radio americane che “sulla fiducia” misero il disco e lanciarono il sasso. A Cambridge nel ’62, dove Barrett incontrò Waters, non ebbero vita facile. Purtroppo la loro esistenza fu costellata da tanti dissidi interni fin da subito per le condizioni di Barrett che li mise di fronte ad una scelta.
Chissà, me lo sono chiesto e richiesto, cosa ne sarebbe stato se Syd fosse rimasto lucido, io credo che fino a Meedle la band abbia rispettato la creatività di Barrett se vogliamo uscire dall’ormai inflazionato stilema del mito…

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Janny Guitar

Il lato “umano” e quello professionale dei gruppi di succeso è compatibile?
In che misura?
Andando a memoria, che è fallace anche per chi non ha l’età del reverendo Gazza, l’unico gruppo che sia riusito a farne sintesi credo siano stati i LED ZEPPELIN che, dopo la morte di Bonham, decisero che l’attività del gruppo era terminata.

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Gazza

Chi segue questo Blog con sufficiente frequenza sa che il genere “PROG” non è nelle mie corde, ma come si usa dire dipende da CHI lo esegue e da COME.
Una evidente banalità per entrare nel merito del secondo album dei Pink: “A Saucerful of Secrets”.
Ho sghimato un po’qua e un po’ là tra i “signori” della critica trovando una valutazione che concorderebbe nell’affermare che è “leggermente” (??) inferiore al primo album.
A me non pare proprio.
Credo sia semplicemente ALTRO.
Qualcosa d’altro… non barrettiano.
E, se mi è concesso, ma sì che lo è, non è detto che la cosa sia stata una negatività dal punto di vista della “evoluzione” dei Pink, cosa che per altri invece lo fu, con affermazioni così perentorie da sfiorare il ridicolo.
Mi pongo e vi pongo un’osservazione banale:
1) da una parte SAPPIAMO cosa hanno prodotto, con notevoli risultati, i Pink post-Barrett;
2) dall’altra si SUPPONE (?) cosa potevano diventare i Pink con Barrett.
Si tratta di un “non sense”.

Siamo nel 1968 e questo è un assaggio molto sapido del “nuovo corso”:
>> https://www.youtube.com/watch?v=8RbXIMZmVv8
E poi:
>> https://www.youtube.com/watch?v=M4dC9fi7-h4
E per concludere:
>> https://www.youtube.com/watch?v=eEqPX-Z833Y (PARZIALE…)

E Syd Barrett, arrivati a questo punto, preferisco ricordarlo così:
>> https://www.youtube.com/watch?v=5ZaZaWcdtbY

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zz

D’accordo sul nonsense della questione posta.
Entrambi i dischi “Piper” e “Saucerful” sono notevoli, degni di comparire in una qualsiasi collezione rock, simili sotto certi aspetti ma anche molto diversi -come giustamente evidenziato. In “Saucerful” Syd è già lontano, firma solo l’ultimo rimarchevole brano
https://youtu.be/jMOynjuAPvM
degno epitaffio della sua breve ma intensa carriera floydiana, pur lasciando il suo profumo su tutto il resto dell’album.
Riguardo il suggestivo giro di accordi di “A Saucerful of Secrets” brano, ammetto con raccapriccio di averlo suonato durante il matrimonio di mia cugina ormai più di una ventina di anni fa (su sua richiesta esplicita, evidenzio a mia parziale discolpa).

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Gazza

Caro ZZ, di cose “nonsense” musicali (chitarra e voce) che ho autografato ho una discreta esperienza, ma al massimo abbiamo fatto del male (!) solo a noi stessi e alla nostra “reputazione”, almeno nel mio caso.

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schetch

Mi permetto di correggerti, Gazza, sulla definizione “prog” dei PF: I PF NON sono prog, sono i PF e basta, il prog è un’altra cosa! Lo so che per “comodità” l’appellativo viene così appiccicato, ma i PF sono altro, sono stati capaci di crearsi un genere tutto suo ed esclusivo, almeno fino al The Wall. Ed al tempo non ricordo di i gruppi “concorrenti” che si affrettassero ad imitarli. Anzi secondo me hanno un’anima blues di fondo. Non a caso se ci concentriamo sui primi 2 album e sull’influenza Barrettiana, noteremo tutta la sua influenza blues che Barrett aveva assorbito nei primi esperimenti coi primi gruppi o nei vari club di Cambridge. Poi certo tutto il resto una volta formatosi la band, tappeti sonori dalle tastiere sonorità eteree, batteria lieve, chitarre spesso usate con lo slide, e idee su come proporsi in pubblico coi primi effetti sul palco come le ombre o luci colorate. Hanno proposto qualcosa di unico.

Se guardiamo alle varie dichiarazioni rilasciate dai superstiti della band, esse hanno sempre avuto un fatto di verità concordi tra di loro: e cioè che Barrett, ciò che ha lasciato nel sangue del gruppo, è proprio tutto quello che ne è stato in seguito; nemmeno loro possono saperlo si può solo ipotizzarlo, ma perchè non credergli?
A luglio del 2019 sono andato a Brescia in Piazza della Loggia a vedermi il “A Sarceful Of Secret Tour” di Nick Mason con una band che ha ricreato molto bene ciò che stiamo dibattendo.

P.S. Il Waters in causa con Gilmour, la piega despota di Waters, il marchio conteso, gli show ecc, ecc, non hanno nulla a che fare con l’essenza della loro musica, sono solo soldi…

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Gazza

Mi sta bene, così un’altra volta imparo!
Uè, per UNA VOLTA che riporto l’opinione di alcuni critici di professione sul “prog” dei Pink Floyd, questa mi viene “smontata”.
La produzione dei PF degli anni sessanta credo ach’io che non contenga elementi afferenti al “progressive” tuttavia, pur non essendo un amante del “genere”, da Atom Heart Moter a The Wall (escluso) credo che siano presenti brani imparentati con il “prog”, un prog molto personale ma sempre di quelle parti.
Comunque non mi infilo nel tunnel oscuro dei parametri per attribuire gruppi e album ad un genere che conosco poco o nulla.
Mettiamola così:
Ho avuto, ascoltato e apprezzato questi “tizi” qui:
1) CARAVAN: “In the Land of Grey and Pink”;
2) CAMEL: “Mirage”;
3) GENESIS: “Selling England by the Pound”;
4) KING CRIMSON: “In the Court of…”;
5) HATFIELD & THE NORTH: idem…
6) YES: “Fragile”
7) MOODY BLUES: “vari”, un innamoramento costoso (5/6 albums) ma passeggero.
Più altri che compravo (da cretino) sulla scorta delle recensioni critiche e dopo un ascolto si coprivano di polvere.
E il mio “Prog” finisce praticamente qui.

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Gazza

AVVISONE!
Dell’album “MORE” non scriverò perchè lo conosco poco poco.
“UMMAGAMMA” non lo conosco proprio!

CHI GENTILMENTE VOLESSE SOSTITUIRSI ALLO SCRIVENTE CON QUALCHE POST, ANCHE PARZIALE, AVRA’ GRATITUDINE ETERNA!

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Gazza

Ahi, ahi, ahi.
Notato lo svarione UmmagAmma per UmmagUmma?
E’ più chiaro adesso che NON lo conosco, anche se molti dopolavoristi capolavoristi ripetono che è un album FONDAMENTALISSIMO dei Pink Floyd.
Più o meno quello che hanno scritto per tutti gli altri albums fino a “The Wall”, colonne sonore escluse.

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schetch

More: grosso modo (’69) a ruota da ASOS uscì More. In quel periodo i PF ebbero numerosi riconocimenti per via delle nuovissime tecniche con light show e “assalti alle menti degli spettatori” con nuove apparecchiature elettroniche capaci di raggiungere gli angoli delle sale da concerto. Tutto questo stupì e cominciarono ad avere richieste anche al di fuori del ambiente rock( in seguito Zabriskie Point di Michelangelo Antonioni e Music From The Body di di Roy Battersby) e il regista Barbet Schroeder gli propose le musiche del suo nuovo film More. Io non l’ho mai visto ma dovrebbe trattare una triste vicenda a Ibiza di amore e droga.
E’ un disco molto raffinato a mio avviso e meriterebbe una rivalutazione che peraltro non è mai stata data in tutti questi anni. E’ quasi totalmente strumentale ma Gazza : E’ DA AVERE!! https://www.youtube.com/watch?v=GfPVM5dFlp8, Cirrus Minor apre ma tutto è degno di nota come il bellissimo blues Crying Song, https://www.youtube.com/watch?v=rwaS5X6wjdo
e Main Theme, https://www.youtube.com/watch?v=-HCJHpWH8x0, l’hard rock Ibiza Bar https://www.youtube.com/watch?v=RJAt3NjGa-M.

Ummagumma: un doppio registrato metà live e metà studio, e questi sono tutti originali. la copertina, straordinaria, credo raffiguri immagini di scatole cinesi e fu una foto scattata dalla ragazza di tal Storm Thorgerson fotografo a cui i Floyd si affidarono nientepopodimenoche per la copertina di TDSOTM….
Comunque il disco live ha registrazioni di Astronomy Domine, Careful With That Axe, A Sarceful Of Secret, lo studio invece, che a me attizza di più, sono 4 suites sperimentali https://www.youtube.com/watch?v=nTgQIEqd5Ac, Sysyphus, di Wright apre con un “quattro parti” fantastico, e poi la delicata Grantchester Meadows https://www.youtube.com/watch?v=NyBh2GAL0bE…boh sto andando fuori di testa, senza niente, riascoltando tutto, straordinari!!!!!!
E per una volta sono d’accordo coi dopolavoristi e io ce li metto tutti e due.

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Gazza

Caro Schetch, inevitabilmente ti arriva il mio sincero ringraziamento per il tuo commento con un’ottima sintesi.
Tuttavia, e un tuttavia c’è, dopo decenni di acquisti e di ascolti, anche di musica “colta” e sperimentale a 360°, ho avuto e ascoltato DUE volte anche il folle “Music from the Body” (!!) del duo Waters & Geesin, ho deciso che ciò che ascolto MI DEVE DARE UNA – seppur minima – SENSAZIONE DI PIACERE.
E qui scatta ovviamente la totale soggettività.
Ho ascoltato integralmente “More”.
Alcuni brani vivono di sonorità proprie, altre mi sembrano più vincolate a situazioni del film.
Nella mia esperienza solo in due casi l’ascolto e la bellezza della colonna sonora mi ha fatto venire la “voglia matta” di vedere il film: “Paris, Texas” e “Ascensore per il Patibolo”.
Ma nel secondo caso non esiste partita tra l’inarrivabile colonna sonora, eseguita IN DIRETTA (!) dal genio di Miles Davis e il pur ottimo film di Louis Malle.
Conclusione: “More” è in download ma “Ummagumma” resterà un completamento conoscitivo del repertorio dei PF.
Ciao!

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Gazza

Caro Paper, nel 1956 usciva un indimenticabile ed indimenticato film di fantascienza destinato a diventare un “cult” assoluto nel suo genere.
Nella colonna sonora del film viene fatta ascoltare ai terrestri la musica del popolo di quel lontanissimo pianeta autoestintosi per l’eccesso delle loro capacità intellettive che riusciva a materializzare i mostri del loro ID (semplifichiamo col termine inconscio/istinto/pulsione) e, di conseguenza, con l’IO cosciente non più in grado di esercitare la funzione di rimozione/censura dei peggiori istinti.
Si chiamavano Krell e questa era la loro musica:
>> https://www.youtube.com/watch?v=oNKhju6Pryg
1956 Paper, 1956…

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Gazza

Una gara con uno che ha una fabbrica di cappelli a cilindro e un allevamento di conigli?!?
Una follia alla quale non mi presterò mai!
🙂

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schetch

E visto che ci sono mi sciroppo tutto quanto anche Relics..
Quindi se c’è qualcuno che straluna all’ora dell’aperitivo ce l’hai sulla coscienza..

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schetch

Sull’emozione sono pienamente d’accordo, ed infatti a me, come peraltro affermi, ha dato ( ma non è una novità) quella sensazione “in più”.
Poi, se dico è da avere molto probabilmente mi lascio trascinare dalla mia Scuola di feticista/divoratore d musica/appassionato.
Penso che se ci si sofferma su varie colonne sonore troveremo sempre un retrogusto da film, che poi è direttamente proporzionale al film stesso. Quelli che hai citato sono decisamente altri film. Per mia esperienza video e audio molte volte non le trovo compatibili. La parte visiva e auditiva del soggetto nello stesso momento viene fuorviata dall’evento. E’ una percezione diversa almeno per me, poi se mi interessa la colona sonora allora vado a fondo col solo disco.
Su Ummagumma, de gustibus.
Ciao.

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Gazza

Partire dalla musica degli anni sessanta e concludere sulle colonne sonore dei film può apparire un po’ strano e forse lo è.
Una cosa è tuttavia certa, l’uso di gruppi e cantanti rock è diventata una pratica evidente nel corso degli anni.
Nel frattempo ho riscoperto l’acqua calda!
Domenica ho rivisto alcune parti dei film che ho citato nella mia risposta a Schetch (benemerito…) e “l’acqua calda” è la seguente:
I dischi con le colonne sonore dei “musical” riportano PER INTERO i brani in essi inseriti, ciò non accade nei film tradizionali dove i brani musicali sono spesso “accennati” con una durata variabile.
Conclusione: ci sono colonne sonore che vivono di bellezza e qualità AUTONOME rispetto ai film dove sono inserite.

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