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what a wonderful world: E ALLA FINE NE RIMASE UNO SOLO

Topic solo per musicofili di nicchia.
Ma scusa Gazza, e PuTTin, Trump l’oeil (!) e compagnia?

Vedremo un di’…

Allora: Cobain (Nirvana), Cornell (Soundgarden), Staley (Alice in Chain), Weiland (Stone Temple Pilots)… ANDATI.

Vive e cammina FORTUNATAMENTE insieme a noi il grandissimo Eddie Vedder (Pearl Jam e oggi solista).
Più sicuramente altri andati che non ricordo a mente…
Suicidatisi direttamente o in vena per “il male di vivere…male la realtà” e allora, chi dagli di veleno in vena, e chi di salvato a Roma (Cobain) va di fucile in bocca tornato a casa.
Uno dice: questi non sono gli abitanti di Gaza che hanno solo il chiodo fisso di scamparla.
Questi avevano il tempo di pensare, ma era un pensiero troppo offuscato e distorto… o vedevano più lucidamente (non condivido!)?
Un altro dice: Jagger e Richards si sono iniettati il decuplo di “roba” in vena!

Io ho risposto che prima di tutto sono Inglesi(!!) e che nessuno sa quanta “pulizia delle vene” a suon di milionate si sono fatti ciclicamente.
Un altro dice: lo Star-System divora i suoi figli, e qui siamo un po’ più vicini ad una sembianza di motivazione.
Ho fatto cenno alle nazionalità prevalenti nello scenario rock e provo a spiegarmi, ho detto provo.

Pur facendo una interpolazione “sui generis” tra la quantità di gruppi e cantanti americani e inglesi e la loro FAMA acclarata, guardando l’Inghilterra, di morti non naturali, mi vengono in mente solo Ian Curtis dei

Joy Division e Amy Winehouse, in America “a valanga”.

A parte la straziante notizia a suo tempo del suicidio di Keith Emerson degli ELP, a causa dell’artrosi alla mano che gli impedì di suonare per sempre.
In Italia ne abbiamo uno acclarato, il suicidio di Luigi Tenco, e la MORTE SOCIALE PROCURATA di una gigantessa di tutto: voce, canzoni, dolcezza: Mia Martini.

Libere opinioni in merito?

Ps.

ZZ non puoi farla franca!…ti banno per sempre!

 

15 commenti - 457 visite Commenta

lector

Appena letto il titolo del topic mi sono detto salto questo giro.
Poi si sa come va da Master Gazza, ruma ruma qualcosa trovi.
Ad esempio la percentuale di suicidi tra Gran Bretagna e USA.
Credevo fosse un suo azzardo, mentre in realtà, negli uomini americani è doppia di quelli inglesi.
Poi la differenza tra suicidio diretto e quello che il Master chiamò con mira acuta “telefonato” (stranamente qui non ripreso) che è la siringa in vena, chiamarlo “pera” mi pare assai insensibile.
Insomma chi incomincia sa che quella di morire è una percentuale altissima, ma la siringa vince sempre.
Mi dispiace non poter entrare nel merito dei nomi citati, ma l’unico che mi è noto è Eddie Vedder, davvero una voce speciale ascoltata nel film Into the Wild.

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zz

Forse all’elenco inglese andrebbe annoverato anche il povero Syd Barrett, che si è auto-escluso il cervello relegandosi ad una non-vita da cui è uscito solo con la morte appena 60enne. E chissà, giusto per riequilibrare il conto, forse anche Elvis se l’è inconsapevolmente andata a cercare, minando la sua salute a botte di cibo superfluo.
Ma a parte questo, trovo molto interessante la statistica USA vs UK, a cui non avevo mai fatto caso. Non so dire se si tratti di pura casualità, ma mi piace pensare che mediamente per un buon inglese il suicidio sia un’azione troppo unpolite per essere solamente presa in considerazione.
Rimane altresì il dubbio di base: come mai fame and fortune portano a tante autodistruzioni?
Probabilmente si tratta di incapacità di gestire il successo più che i soldi, altrimenti dovremmo constatare la stessa tendenza anche sulle star del cinema, che invece mi sembra un po’ più sana al proposito (ma qui chiedo aiuto agli esperti del canale). Non so, magari l’attore nasce per farsi vedere dagli altri, interpreta un ruolo e ci sguazza, mentre il musicista mette più il sé stesso reale su un palco, in diretta, davanti a folle enormi ed adulanti. Facile perdere la tramontana che chi non abbia una personalità ben formata e solida.
Di più non credo di saper dire.
PS: Gazza, in simpatia: se un po’ hai imparato a conoscermi -e so che sei un professionista in merito- non dovresti minacciarmi di bannaggio: potresti fare il mio gioco 🙂

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Helladino

Ah perché Sid Vicious (Sex Pistols)?
Nick Drake?
Adrial Borland (dei meravigliosi The Sound)?
Americani pure loro?

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Gazza

La morte di Nick Drake, genio depresso, l’avevo rimossa per amore perchè mai chiaramente definita come suicidio, neanche a fronte di di 30 pillole antidepressive, regolarmente prescritte.
Grazie per aver colmato la laGuna.
I The Sound e soprattutto Adrian Borland, meritavano il meritabile massimo .
E qui mi rifiuto di ipotizzare perchè la gracilità mentale di un gran compositore e voce lo porta a buttarsi sotto un treno.
Borland risulta essere il secondo suicida “diretto” inglese dopo Ian Curtis (morto impiccandosi).
Perdonate in anticipo una mia teoria che concorse a farmi guadagnare un 30 e lode in Criminologia.
Tralascio ovviamente i complessi studi statistici fatti quando non esisteva il computer e arrivo quindi alla sintesi finale: chi ODIA non si suicida.
Per pura fatalità i tre di cui abbiamo parlato sopra erano tutti descritti come anime sensibili e…poetiche.
La teoria NON deve essere reversibile: tutti i sensibili sono potenziali suicidi, tuttavia se leggiamo le cronache sul bullismo degli ultimi anni e ai casi di suicidio delle vittime…
Pensiamo al bullismo dei produttori discografici, tanto per chiudere il concetto.
Caro Helladino, e come tale a me caro per il tuo nick-name, Sid era un personaggio estremo, cui tolsero subito lo strumento, ma non un leader, c’erano, c’erano … dietro le quinte, anarchia punk o meno.

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Helladino

Scrivi bene e l’articolo mi piace.
Ma anche se non suicidi accertati direttamente anche gli inglesi non scherzano con alcool e droghe. John Bonham, batterista dei Led Zeppelin, si faceva barili di alcolici ed è morto a 31 anni cosi, soffocato nel suo stesso vomito. La Dorores O’Riordan voce solista dei Cranberries ha fatto più o meno la fine di Jim Morrison, Jagger e Richards sono scampati ma Brian Jones no, fatto com’era annegato in piscina, ancora oggi non si ha certezza.
Anche la grandissima Sandy Denny poetessa folk dei Fairport Convention non scherzava con la bottiglia. Morta ruzzolando dalle scale in preda a crisi depressive.
Comunque alla fine hai ragione tu.
Non c’è gara con gli artisti americani. La lista è lunghissima.
Pure il cantante dei Linking Park ha scelto la via di Jan Curtis, per esempio.
Qualcuno pure peggio, si è accoltellato da solo come Elliot Smith.
O almeno cosi dicono, ma qui si aprono autostrade per i complottisti nostrani.
Ancora oggi ci sono fiumi di teorie che vogliono Tenco ammazzato e pure Rino Gaetano, che nella “La ballata di Renzo” addirittura predisse le circostanze della sua morte.

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Gazza

Caro ZZ, spirito libero – e ciò sia detto in estrema simpatia – nessuno attenta alla tua fermezza, a me nota solo attraverso i tuoi puntuali interventi, che sai molto graditi, non credi?
Ho trovato molto interessante l’abbozzo di confronto tra i due mondi dello star-system, cinematografico e musicale.
Visto che la mia tesi di laurea è stata sul “Divismo nel Cinema Americano”, la riprenderò in mano per vedere se c’è qualche spunto, anche se il “taglio” è più filosofico che sociologico.
Bah, vedremo.

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Federico Mingon

….che fosse “fatto” Mastro Seneca quando disse “Non è mai poco ciò che basta”? Ed il Professore Vecchioni a ricordarci che “il più Grande conquistò Nazione dopo Nazione…e quando fu di fronte al mare si sentì un Coglione…perche’ piu’ in la’ non si poteva conquistare NIENTE!!!”…voleva fare un Elogio alla Mediocrità? Mah…forse siamo semplicemente tutti irrisolti o ben che vada poco risolti. Ed il Talento Puro in qualsiasi campi, forse, un acceleratore verso l’autodistruzione…

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Gatón

Dalla, un anno prima di Vecchioni, cantò “ma l’impresa eccezionale, dammi retta, è essere normale”….
A mio avviso profonda verità.

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paperinik

Gazza, difficle fare un introspezione su taluni personaggi. Diciamo che c’è una percentuale che va sull’autodiatruzione. La fama conta, ma non sempre è la molla decisiva… anzi.
Ho un po’ di soggezione a scriverlo qui sul blog.. ,
ma per qualche anno mi sono trovato con dei compagni che viaggiavano in quella direzione tra piccoli tour, avventurette ed ambienti che ti portavano ad esagerare. Poi magari ti scriverò meglio.

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MA

Gazza cito , in punta di piedi , Bob Marley
“ le cose belle mi hanno insegnato ad amare la vita , le cose brutte a saperla vivere”
…con i dovuti rischi del mestiere, il loro , un mestiere pieno di rischi.

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Gazza

Caro MA, vedo un approccio giustamente riverente a Marley che, sia detto per inciso, ha fumato SOLO GANJA…
Tuttavia credo che il suo aforisma, apparentemente semplicistico, si adatti praticamente solo a lui nello star-system musicale, e a qualcuno di noi molto più facilmente.
Per dire: io ci provo con risultati alterni, molto alterni.
Quello che forse non ha potuto aggiungere è che la sua forte mistica, praticamente “religiosa” nella Cannabis, lo abbia aiutato molto.

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