BATTAGLIA PER LA LEGALITA’

So già in partenza che perderemo. L’Italia, purtroppo, non è il paese della legalità. E il calcio lo è ancora meno. L’Italia è il paese di azzeccagarbugli, delle leggine ad personam, dei furbi. Quindi, quello che state per leggere, facilmente, diventerà una bolla di sapone.

Se, appena appena, l’Italia e il calcio nostrano avessero usato regole uguali per tutti, probabilmente il Verona non sarebbe retrocesso in serie C e forse giocherebbe ancora in serie A.

Questo è successo in passato quando ogni legge è stata completamente ribaltata e squadre che non avevano diritto di partecipare ai campionati perchè non in regola con i bilanci sono state iscritte e qualcuna addirittura ripescata.

Oggi stiamo assistendo ad un nuovo scandalo. Una squadra (e il giudizio, tengo a sottolinearlo, non verte sull’impegno dei giocatori e sulla bravura dell’allenatore), fallita, in ritardo sugli stipendi, che non poteva acquistare nessun giocatore, sta per andare in serie B.

Se l’Italia e il nostro calcio e la Prima Divisione e il presidente Macalli, fossero almeno un pochino, interessati a far valere la legge non ci sarebbero dubbi: la Pro Patria non dovrebbe essere ai vertici del campionato. E dovrebbe essere penalizzata fortemente. Anzi,  se i bilanci fossero stati controllati attentamente la Pro Patria non andava nemmeno iscritta (e ripescata) e men che meno si doveva permettere ai suoi dirigenti (che sarebbero falliti dieci giorni dopo) di tesserare altri giocatori per rafforzare la rosa.

E’ una questione di legalità come capirete: perchè altre squadre non si sono rafforzate durante il mercato di gennaio proprio per stare nei parametri indicati dalla Lega?

E’ dura a questo punto anche allontanare il sospetto che dietro alla Pro Patria agisca ancora la Gea di Moggi, ma certo la presenza al Bentegodi durante la gara con il Verona di Francesco Ceravolo,  definito durante calciopoli addirittura "portaborse di Moggi", non aiuta.

Leggo anche di una posizione pilatesca del presidente Macalli che non sa bene se scegliere Cristo o Barabba in questa situazione. Fossimo in lui, dopo le sue giuste battaglie per "calmierare" stipendi e bilanci (pena la chiusura definitiva della Prima Divisione), non avremmo dubbi.

Vediamo se per una volta, dopo l’esposto del Cesena (Martinelli se ci sei, batti un colpo…), questa piccola battaglia di legalità avrà successo. Sono pessimista, ma farò di tutto per non far passare sotto silenzio questo scandalo.

L’AMAREZZA DI UNA GRANDE VITTORIA IN TRASFERTA

E’ paradossale. Ma nemmeno dopo un 5-0 in trasferta è possibile gioire. Il gol della Spal segnato allo scadere della partita contro il Novara ha gettato il Verona nello sconforto. La squadra di Remondina, perfetta e implacabile a Legnano resta a cinque punti dalla squadra di Ferrara a tre giornate dal termine.

La matematica dice che non tutto è perduto. E sicuramente, se ci abbiamo creduto sino a questo momento è obbligatorio continuare a farlo.

Oggi però i play-off sono un po’ più lontani. Lo sapevamo del resto: dipendeva dal Verona e molto dai risultati che arrivavano dagli altri campi. Il pareggio tra Novara e Spal era perfetto. Il Verona tornava ad essere a tre punti, come due domeniche fa. Invece tutto è crollato al gol di Arma all’88’.

Ancora però non bisogna alzare bandiera bianca. E’ chiaro che per agganciare il sogno serve un mezzo miracolo, ma penso alle gare del prossimo turno dove si intravvede all’orizzone un Spal-Cesena che vale forse la promozione in B. Vincesse la Spal allora tutto sarebbe vano. Ma se vincesse il Cesena, (fatto salvo che il Verona deve stendere il Venezia al Bentegodi…) allora tutto tornerebbe in discussione. E’ pur vero che la Spal ha nelle ultime due giornate due squadre molto semplici come Lecco e Pergocrema. Ma ai ferraresi per essere certi di andare ai play off servono almeno altri cinque punti. E’ chiaro che ora l’asticella si alza e di molto per il Verona che comunque ha il vantaggio di essere la squadra più in forma del momento. E se solo qualcuno si fermasse, per un qualsiasi motivo, questo Hellas sarebbe lì, pronto ad approfittarne. Senza contare che la Pro Patria…

 

BLOB BALOTELLI, C’ERA UNA VOLTA VERONA RAZZISTA…

Con Balotelli l’Italia ha scoperto che esiste il razzismo negli stadi. Sì, quel male che sembrava appartenere solo a Verona, solo al Bentegodi, solo ai tifosi gialloblù, è in realtà un male diffuso. Nella domenica in cui nel nostro stadio hanno giocato ben cinque giocatori di colore senza che nulla accadesse (meno male, dovrebbe essere la normalità), l’Italia scopriva che invece quel male è ovunque. Ho collezionato in questi giorni alcune dichiarazioni uscite sui giornali o su siti Internet, per un blob molto interessante. Penso che da oggi le cose cambieranno. Non so se in meglio o in peggio. Ma di certo, ora sarà più difficile dire che Verona è la capitale del razzismo. 

E’ UN PROVOCATORE 
Al termine di Juventus-Inter, sia pure con molta pacatezza, Legrottaglie ha accusato Balotelli di essere un provocatore. Prendendo spunto dall’episodio che ha provocato l’espulsione di Tiago, il difensore bianconero ha detto: «Balotelli è un grande giocatore per questo non ha bisogno di provocare. Nel primo tempo mi ha fatto due falli ingiustificati da dietro. Ripeto non ha bisogno di questi mezzucci». 
 
BUFFON, CONTRO IL RAZZISMO, MA… 
Buffetto misto di rimprovero e incoraggiamento da parte di Gigi Buffon nei confronti di Mario Balotelli, in riferimento all’episodio di ieri sera costato l’espulsione a Tiago. «Premesso che sono contro i cori razzisti a prescindere, penso però che ci siano due aspetti da considerare. Uno, bello: Balotelli è giovane, ha ampi margini di miglioramento nel comportamento in futuro. Uno, brutto: con questo carattere è vero che sa farsi rispettare, ma rischia di compromettere momenti di una carriera che si preannuncia notevole, perchè ha tutto per diventare un campione. Tengo a dire, però, che è un ragazzo bravo e simpatico: prima e dopo la partita scherzava con tutti». 
 
PUNITA SOLO LA JUVE?
Non mi sottraggo, poi, ad una riflessione che vi giro sul caso Balotelli, partendo dalla condanna più ferma dei cori purtroppo ascoltati sabato sera. Ha vinto, sta vincendo l’ipocrisia soprattutto di chi accusa gli altri con grande facilità come Moratti e fa fatica a guardare in casa propria per i casi di Zoro e dello striscione contro Napoli nel recente passato. Come sempre constatiamo che la Juve paga più duramente di tutti. Purtroppo i cori razzisti sono un motivo ricorrente ogni domenica negli stadi italiani: perché una mano così pesante solo con la Juve?

Paolo De Paola, direttore Tuttosport 

NON E’ RAZZISMO 
”Non mi sembra razzismo. E’ un modo infantile per dire che un giocatore non piace”. 
Josè Mourinho, allenatore Inter 
 

ULTRA’ JUVE NON SI SCUSANO 
Nessuna scusa a Balotelli, i cori contro di lui erano una risposta ai suoi atteggiamenti provocatori: e’ il pensiero degli ultra’ della Juve. "In campo – si legge in un comunicato del gruppo ‘Drughi-Juventus Curva Filadelfia’ – c’erano altri due ragazzi di colore, Muntari e Vieira, eppure nessuno si e’ scagliato contro di loro. Il razzismo non c’entra – prosegue la nota -, si e’ trattato solo di un modo di deconcentrare Balotelli, che si e’ reso protagonista di una serie di azioni irriguardose". 
Notizia Ansa del 21 aprile 2009 
 
RECIDIVI 
Durante la semifinale di Coppa Italia tra Juventus e Lazio (terminata 2-1 per i biancocelesti) gli ultras delle due curve juven

IL CICCIO E IL PELO

Premessa: sono un grande estimatore di Sergio Pellissier. L’attaccante del Chievo, come ho avuto modo di ripetere, è uno che vorrei sempre nella mia squadra. Serio come pochi, bravo come forse neanche lui sa di esserlo.

Fatta questa premessa e dato a Pellissier quel che è di Pellissier, mi sfugge un particolare. Ma cosa c’entra Pellissier bandiera del Chievo (48  gol in serie A) con Ciccio Mascetti bandiera del Verona (35 gol in serie A)? Perchè è necessario fare questo paragone? Cosa c’entra la storia del Verona con quella del Chievo?

Non c’entra nulla come Rocchi non c’entra nulla con Totti, come Zarate non c’entra nulla con Vucinic o come Pato non c’entra nulla con Ibra.

Su questo non si può discutere. E fa rabbia vedere che si continua a insistere nel creare confusione su questi temi sovrapponendo la storia delle due società veronesi.

Io credo che anche Campedelli, se vuole uscirne, deve prendere una decisione: secca e decisa. Il North side (a cui, detto per inciso, andrebbe riconosciuta come collocazione quella della Curva nord) ha fatto un’ottima e sensata proposta. Riprendersi i colori originali, il bianco-azzurro e magari (questo lo aggiungo io) anche nuovi simboli che non siano riconducibili alla storia dell’altra società di cui il Chievo, francamente, rischia di essere solo una copia.

Invece il Chievo deve essere orgoglioso di quello che ha fatto e deve essere orgoglioso di avere Pellissier tra i suoi attaccanti e lo deve paragonare con Federico Cossato, con Gori, con Tamagnini o con Corradi.

Noi da parte nostra siamo orgogliosi di avere Ciccio Mascetti come bandiera. E nessuno si può permettere di rubarci anche questo simbolo.

SCONTRI DIRETTI

Il 4-1 della Spal contro il Legnano potrebbe essere la pietra tombale sulle speranze dell’Hellas di acciuffare il sogno play-off. La squadra di Ferrara, quinta in classifica, ultimo posto utile per giocarsi la promozione in B, è ora a cinque punti dall’Hellas.

Tutto finito, dunque? Sembrerebbe di sì, ma in realtà non è affatto così. La lotta per i play-off si è allargata a dismisura e veramente è difficile adesso fare calcoli. Per questo il Verona sbaglierebbe di grosso a mollare. Guardavo ad esempio il calendario di domenica prossima. Beh, già intravvedo un paio di gare molto interessanti: Cesena-Lumezzane e Novara Spal, due scontri diretti. A cui aggiungerei Pro Patria-Ravenna così per non fare torto a nessuno e ipotizzare soprattutto "comodi pareggi".

Qualcuno si fermerà di sicuro in queste due partite. E se il Verona ne approffitterà col modesto Legnano la classifica potrebbe essere di nuovo cambiata a vantaggio nostro domenica sera. Certo, il Padova ha un Pergocrema ormai salvo a 38 punti, una gara relativamente facile, ma di facile, come si sa non c’è mai nulla.

Altro turno interessante la domenica successiva quando il Verona avrà il derby casalingo con il Venezia. La Spal, per esempio giocherà in casa contro il Cesena e anche qui può succedere di tutto. Se il Cesena vincesse,  il vantaggio odierno dei ferraresi potrebbe già essere annullato.

Alla 33′ giornata invece il Novara giocherà con il Lumezzane (e qui bisogna vedere chi è ancora in corsa…) mentre il Padova va a fare visita alla Reggiana. Il Verona andrà a Monza (altra gara semplice?) mentre per le prime (Cesena, Pro Patria) pochi problemi. I romagnoli ricevono la Cremonese, la Pro Patria incontra la derelitta Sambenedettese.

Infine l’ultima roboante giornata quando a mio avviso il Verona (se avrà fatto prima il suo dovere…) si giocherà tutto affrontando un Cesena che a questo punto difficilmente arriverà al Bentegodi già promosso.

Dall’altra parte il Padova giocherà con la Pro Patria in casa e anche qui può succedere di tutto. Insomma, per farla breve. E’ chiaro che serve un miracolo ed è ancora più chiaro che senza tre vittorie (minimo) il Verona non potrà coltivare nessuna speranza. Ma ancora una volta, è vietato mollare.

IL POSTINO SUONA SEMPRE DUE VOLTE

Non si può mollare. I conti li dobbiamo fare solo alla fine, cercando di fare più punti possibili. E’ vero: vincendo con la Pro Patria il Verona avrebbe fatto un incredibile balzo in avanti. Ed ora, se guardiamo agli altri risultati, le cose si sono complicate. Ma attenzione: se le cose sono difficili per noi non è che per le nostre concorrenti siano solo rose e fiori. Ed ora che la lotta si è allargata anche gli scontri diretti aumentano. La conseguenza potrebbe essere una quota play-off più bassa.

E’ sbagliato pensare che sia finita. Anche il Padova due domeniche fa credeva di essere fuori da questa lotta e due vittorie dopo è in piena corsa. Andate a leggere cosa dicevano a Novara domenica scorsa dopo il pareggio con il Verona. E il Novara ora è tornato a sperare. Quindi: nessun dramma, anzi. La prestazione di oggi del Verona è di quelle che a quattro giornate dalla fine devono riempire il cuore di speranza. La squadra corre come poche e quegli uomini che sembravano stanchi (Bellavista, Campisi, Garzon) hanno dimostrato di avere ancora molta benzina in corpo.

Questo non vuol dire che sia un’impresa facile e soprattutto che il Verona centrerà questo ambizioso obiettivo. Significa solo che non bisogna farsi pervadere dal nichilismo. Un atteggiamento comprensibile per una tifoseria che ne ha viste di tutti i colori in questi anni e che è anche un po’ disillusa ma che è capace di infiammarsi ancora come in pochi sanno fare.

Ora tocca al Legnano: in tutti i sensi. Intanto perchè domani sera potrebbe fermare la Spal nel posticipo. E poi perchè sarà il nostro prossimo avversario. Inutile fare tabelle da adesso in poi. Ma secondo me anche il nostro atteggiamento positivo potrebbe aiutare la squadra in questo momento. In fondo cosa ci costa? E’ un campionato dove il postino suona sempre due volte. Speriamo solo che qualcuno dei nostri gli apra la porta.

PRIMA DEL MATCH

 Mi chiedo spesso cosa direi se fossi un allenatore alla mia squadra, prima di una gara come quella con la Pro Patria. Forse farei un discorso come fanno in quei film americani dove si punta sull’orgoglio e poi sale la musica in sottofondo e si vede la bandiera a stelle e strisce che sventola alta nel cielo. "Voi che oggi non siete nessuno, domani avrete l’ammirazione di tutta l’America. E allora chi volete essere? Nessuno o l’America?".  

Bello ma un po’ finto. Un’americanata appunto. Ma qui siamo a Verona, Italia. Ed allora ai miei ragazzi avrei poco da dire. Dovrebbero sapere già tutto. Lo stadio Bentegodi lo hanno visto. E hanno visto la gente di Verona gioire e amare per i nostri colori. Forse farei vedere a Rantier, Tiboni, Scapini, Gomez e Girardi il gol di Elkjaer senza una scarpa alla Juve. E poi il 5-3 con l’Udinese, l’Europa, le trasferte in Grecia, in Romania, in Olanda, in Germania. E le tante facce che hanno fatto grande il Verona.

Ora però è il loro momento. E il momento di scrivere una nuova pagina di storia, così poi potremo far vedere una partita "da leggenda" a chi verrà qui a Verona tra qualche anno. E racconteremo loro: sai c’era un portiere di nome Rafel che parava tutto, e un centrocampista di soprannome Totò che sputava sangue, e un attaccante che volava sull’erba e bucava le difese avversarie. E quel giorno con la Pro Patria nacque il nuovo Verona quello che oggi è di nuovo in serie A… Questo direi, o forse farei capire ai miei ragazzi. Ma credo che alla fine sia una fatica inutile. Ognuno di loro sa meglio di chiunque altro che cosa vale questa partita e che cosa può voler dire questo campionato per l’Hellas. E allora…poche parole e tanti fatti. Avanti così… Stan arrivando…

MISSION POSSIBLE

Leggo anche stamattina sulla Gazzetta della Pro Patria (fallita e senza acquirenti) e mi chiedo in quale altro posto del mondo sia possibile che una società fallita e senza acquirenti sia in corsa per i play-off e addirittura per la promozione diretta in serie B.

Se la federazione farà finta di nulla anche stavolta, ci troveremo davanti all’ennesimo vergognoso scandalo del nostro calcio. La competizione è evidentemente falsata, Toledo e Fofana i due giocatori più forti della Pro Patria, non dovrebbero giocare lì, tutto è distorto.

La Pro Patria capolista, fallita, senza stipendi e con un buco milionario, è la prossima avversaria del Verona. Una gara "spareggio", l’ennesimo di questo campionato. E’ uno "spareggio" vero e proprio perchè ancora una volta il Verona sta lottando per dare un senso al suo campionato. Ed ogni partita, da un po’ di tempo a questa parte, assume questo valore, dando poi lo stesso sapore a quella successiva.

La Pro Patria è una squadra forte e con un bravo allenatore. E’ il peggior cliente da affrontare in questo momento. A mio avviso sbaglierà il Verona se la affronterà a viso aperto. Mi spiego meglio. La Pro Patria è più forte del Verona, più organizzata e più abituata a reggere queste pressioni. Il Verona dovrà giocare da "piccola". Sudore, lacrime e sangue. E sperare nei colpi del suo uomo migliore: Julien Rantier. Tanta umiltà che andrà anche capita dal pubblico (spero vivamente delle GRANDISSIME occasioni) del Bentegodi. Il Verona non dovrà esporsi alla micidiale velocità di Do Prado (Spezia, ricordate?) Fofana, Toledo. Dovrà stare chiuso e poi ripartire veloce.

Anche Girardi sarà molto importante, ma ancora più importante stavolta, sarà la lettura della gara di mister Remondina. Se la rosa sarà al completo la partita si deciderà anche con i cambi. La missione è possibile. Provarci è più che un dovere. Sempre di più: stan arrivando, stan arrivando…

UN PUNTO DI PLATINO

Brutto Verona. Approccio sbagliato alla partita, Novara che poteva vincere 2-0. Sto riguardando il gol di Sinigaglia e vedo un’uscita approssimativa del portiere scaligero. Poi però vedo anche che Rafael salva in almeno due occasioni il risultato.

La differenza l’ha fatta Rantier. Julien è giocatore di categoria superiore e sebbene abbia appena dichiarato di essere al sessanta per cento (causa pubalgia), è uno che fa sempre la differenza. Devo dire che anche Girardi sta crescendo in maniera esponenziale. Ormai è assodato che se il Verona raggiungerà i play-off, lo deve fare con questa coppia d’attaccanti.

A proposito: i play-off sono a tre punti. E il Verona è in vantaggio in un’ipotetica classifica avulsa. Domenica 19 aprile arriverà al Bentegodi la Pro Patria. Se l’Hellas vince può accorciare ancora. Ecco perchè il punto di oggi (l’undicesimo in cinque gare) è davvero di platino.

Ma deve essere un Verona diverso da quello visto a Novara. Non sempre si è aiutati così dalla fortuna e non sempre Rantier può fare il mago…

TUTTI GLI UOMINI DEL PRESIDENTE

 Non sono sorpreso. E me l’aspettavo. Il presidente Martinelli ha rimandato ancora l’intervista che avevamo concordato due settimane fa.

Me l’aspettavo perchè avevo capito che il presidente non avrebbe potuto rispondere ad alcune domande non sapendo ancora bene come si svilupperà il futuro del Verona.

Ci sono delle questioni aperte e Martinelli evidentemente è in imbarazzo. Non credo che sia la questione "fusione", francamente a tenere Martinelli sulla corda. Quella è una faccenda che, almeno per il momento, è accantonata. Penso piuttosto agli organigrammi, alle persone che dovranno guidare l’Hellas dal punto di vista sportivo nel prossimo futuro.

Visto che il presidente non spiega e non parla, cerchiamo di capire qualcosa vedendo i fatti. Accanto al presidente c’è Massimo Ficcadenti, ex allenatore del Verona, che però ufficialmente non ha ancora un ruolo e la cui posizione appare ogni giorno che passa sempre più transitoria. E’ molto probabile, anche se non certo, che il ruolo di Ficcadenti si sia limitato veramente solo ad una "consulenza" e che questa non si tramuterà in un ruolo definito e stabile per lui.

Probabilmente Ficcadenti ha chiesto a Martinelli quella carta bianca che il presidente, anche legittimamente, non vuole concedere. E quindi, se così fosse, le strade si divideranno. 

Fossi io il presidente mi terrei Ficcadenti con il suo "ambizioso" piano di rilancio. Non mi farei spaventare dagli investimenti se tali veramente fossero. Faccio un esempio: Pugliese è stato una spesa o è stato un investimento? Quanto può valere oggi un giocatore così, acquistato interamente dall’Hellas? Se questi fossero gli investimenti Martinelli avrebbe tra qualche anno una società molto più ricca di quella attuale.

Questa era una delle domande, naturalmente che avrei fatto e a cui probabilmente Martinelli non avrebbe saputo rispondermi (magari lo farà dopo Pasqua, la speranza è l’ultima a morire…).

La seconda domanda è: se Ficcadenti se ne andasse chi arriverebbe al suo posto? Anche qui, in assenza di risposte, racconto i fatti. Martinelli ha già affidato il settore giovanile a due persone che godono della sua massima fiducia, due collaboratori che hanno lavorato con lui nel Castelnuovosandrà. Terraciano e Gelio. Quindi lo staff è per metà già allestito. La terza persona che da un po’ di domeniche frequenta il Bentegodi e che potrebbe affiancare Martinelli si chiama Nereo Bonato. Attualmente Bonato, ex portiere del Verona e grande amico di Terraciano, lavora al Sassuolo. 

Nell’ambiente del calcio si dice sia molto amico di Sartori, ds del Chievo e di Doriano Tosi, oggi al Padova, anche lui indissolubilmente legato al ds di Campedelli.

Se questo sarà l’organigramma aspettiamo che sia Martinelli a svelarcelo. Quando avrà qualcosa da dire. Spero, per il bene dell’Hellas, molto presto.