VERONA, SITUAZIONE SOCIETARIA CHIARISSIMA

Dietro al Verona e a Martinelli c’è Campedelli. L’avrete sentita ‘sta storia, no? Oscure minacce si stagliano all’orizzonte, inciuci e affari, fusioni e progetti. Dove c’è fumo mi hanno insegnato, c’è sempre un pezzettino di arrosto che brucia. E sono convinto che Martinelli e Campedelli ne abbiano parlato della fusione. Un’idea imprenditoriale che io definisco "porcheria" ma che i due presidenti hanno preso in considerazione su spinta di alcuni poteri forti (politica-banche-imprese). Ma da qui a dire che Campedelli sia in società con Martinelli nell’acquisizione del Verona ce ne passa.

Poichè,comunque, ho imparato in questi anni a diffidare di tutto, ho verificato. E quindi vi illustro il risultato della mia ricerca, utilizzando il semplice ma efficace strumento della visura camerale.

Intanto, faccio notare, che al contrario di quanto trovai dopo il passaggio di consegne tra Pastorello e Arvedi (feci la visura più di un anno dopo, con la P&P di Pastorello che era ancora proprietaria…) stavolta la comunicazione è arrivata subito. Come dissi, allora: se vuoi far sapere che c’è stato un cambio di consegne e la nuova proprietà è totalmente diversa da quella vecchia, non aspetti un anno e più per comunicarlo. Infatti Martinelli non ha aspettato. E la comunicazione è stata istantanea.

Dunque: l’intero pacchetto azionario dell’Hellas Verona Football Club, appartiene ad una società che si chiama Mastino srl. La Mastino srl detiene 120 mila azioni ordinarie del Verona da 1 euro all’una. Martinelli Giovanni, nato a Castelnuovo del Garda il 14 giugno 1951 è stato nominato con atto del 30/1/2009 presidente del consiglio d’amministrazione. Benito Siciliano, nato a Rio de Janeiro il 2 agosto 1964 è stato nominato consigliere delegato, mentre Davide Bovo, nato a Peschiera il 27 maggio 1969 è semplice consigliere.

Eventuali inghippi, strane fiduciarie, misteriose finanziarie dovrebbero trovarsi dunque, nella Mastino srl. Quindi ho fatto una seconda visura su questa società. E anche qui, nessuna stranezza. La società è stata costituita il 29 gennaio 2009 cioè il giorno prima dell’acquisizione. Ha un capitale sociale di 10 mila euro ed ha come unico proprietario Giovanni Martinelli. Fine della ricerca. E credo, fine anche dei misteri.

E ADESSO CREDIAMOCI

Visto? Perchè bisognava mollare? Perchè non si doveva coltivare questo piccolo sogno? Sarebbe stato stupido. Certo, non è che la vittoria con la Pro Sesto abbia poi portato benefici incredibili alla classifica. I play-off restano a quattro punti (Spal) ma se guardate alle squadre che il Verona ha sorpassato, beh… c’è proprio da sorridere. Prima tra tutte il Padova di Cestaro che a gennaio si è rinforzato (?) con Jiday, Cesar e Patrascu. Doveva ammazzare il campionato è dietro a noi che per qualcuno ad inizio stagione (ricordate?) non dovevamo nemmeno arrivare alla salvezza.

E poi il Novara: la più bella squadra vista al Bentegodi si diceva. Peccato che il Verona vinse allora per 3-1 e oggi i piemontesi sono dietro a 39 punti.

Beh, intanto il Verona è salvo. E questo è un primo obiettivo. E adesso si può concentrare sulle ultime sei partite. Volando basso, ma basso basso. Tenendo però presenti due cose: 1) siamo l’Hellas Verona e ora questo conterà. 2) non dobbiamo avere paura di nessuno perchè in realtà nessuno (forse il Cesena) ci è superiore.

La terza cosa è che anche noi ci dobbiamo credere un po’ di più. Se l’ambiente è positivo (positivo non euforico…) farà bene alla squadra.

Stan arrivando, stan arrivando, stan arrivando i gialloblù…

LA PARTITA DELLA VITA

Ci siamo. Non nel senso che siamo in C: ma nel senso che se il Verona sbagliasse anche il secondo set point casalingo, le speranze di arrivare al "sogno" diventerebbero davvero pochissime.

Stavolta c’è poco da fare: dopo aver pareggiato con il Portogruaro negli ultimi novanta secondi contro la squadra della presidentessa Pasini il Verona si gioca tutto.

Solo con i tre punti si potrebbe guardare con ottimismo alle ultime sei gare della stagione. Ma se non arrivasse il successo da qui alla fine bisognerebbe solo pensare a metter via quei tre o quattro punti che ancora mancano alla salvezza.

Insomma il Verona non può più sbagliare. Per questo spero di vedere una squadra che vada all’assalto fin dal primo minuto, che non faccia tanti calcoli, che abbia la voglia e la fame di mangiare l’erba. Una squadra che sia conscia di essere più forte della Pro Sesto, che sia un tutt’uno con il suo fantastico pubblico, che regali soddisfazioni.

Ragazzi, è la partita della vita. Qui può svoltare la vostra storia, la storia dell’Hellas e quindi la nostra. Fateci sentire orgogliosi di essere vostri tifosi.

UN ALTRO CAMPIONATO FALSATO

Ho appena finito di leggere l’articolo di Nicola Binda sulla Gazzetta dello Sport. Titolo eloquente: Pro Patria prima anche nel caos. Il collega illustra perfettamente la situazione della capolista del girone A della Prima Divisione. Una società allo sbando e sull’orlo del fallimento.

La Pro Patria non paga regolarmente gli stipendi ai giocatori, (Toledo e Fofana l’hanno messa in mora) e ora il rischio pazzesco è che i due che sono del Ravenna possano tornare proprio in Romagna, rinforzando in corsa la loro squadra di appartenenza. Una situazione grottesca e scandalosa.

Ancora una volta gli organi di controllo (che comunque hanno già deferito la Pro Patria la settimana scorsa…) non sono stati efficienti. Ancora una volta stiamo assistendo ad un campionato falsato. La Pro Patria si è evidentemente rafforzata acquistando giocatori che non poteva acquistare. Ed ora è prima. Mi chiedo allora perchè il Verona e Martinelli debbano fare sacrifici enormi per stare nei parametri, pagare gli stipendi, presentare fidejussioni se poi c’è chi attua una simile concorrenza sleale.

E’ anni che questo trend va avanti (vi ricordate della Lazio e dello scandaloso salvataggio del Parma, fallito ma salvato tramite una vergognosa legge dello stato che lo equiparò alle altre attività della Parmalat?). Adesso è ora di dire basta. Il presidente del Padova Cestaro ha per primo alzato il problema. Credo che anche il Verona debba farlo nelle sedi giuste. Mi seccherebbe assai perdere anche quest’anno i play-off per un punto e poi scoprire che altre squadre che erano davanti al Verona non erano in regola.

MAMMA MIA CHE RABBIA

Oggi in studio vedevo la partita del Verona e dall’altra parte avevo anche le immagini di Padova-Spal, sulla carta uno dei big-match della giornata.

Dico subito che le due partite sono state uno spettacolo di basso livello. Ma tra le due, nettamente migliore è stata quella del Verona e del Portogruaro.

Voglio dire: in questo campionato è dura trovare qualcuno che "giochi" e che "dia spettacolo" . E’ un bel po’ che lo ripetiamo: ma questo campionato è veramente livellato e il livello è verso il basso e non verso l’alto.

Per questo ho un giramento di scatole (diciamo così…)  addosso che sarà dura parlarmi assieme per i prossimi tre giorni.

Certo adesso i soliti soloni pessimisti saranno qui a dire: "Hai visto a parlare di play-off?". Beh, io dopo questa domenica sono e resto ancora convinto che se il Verona non andrà ai play-off sarà una bestemmia. Qualcuno mi sa dire che cos’ha la Spal più del Verona?

Le partite cambiano faccia a seconda degli episodi e l’Hellas non riesce a far girare la ventola dalla parte giusta. Stiamo rivedendo qui in redazione i tre episodi chiave: il gol di Garzon (regolare) in seguito alla punizione, il rigore (manica larga dell’arbitro) e il gol del Portogruaro (netto fuorigioco). Alla fine l’arbitro ha condizionato la gara, arbitrando non in malafede, ma semplicemente malissimo. Cambia qualcosa adesso? Poco in classifica, tanto se si pensa che ora le gare che mancano sono solo sette.

Ps: lo dico adesso e che valga per tutta la settimana: contro la Pro Sesto dobbiamo vedere una squadra rabbiosa, dall’inizio alla fine. Proviamoci fino alla fine e vietato mollare.

CHE TRISTEZZA QUELLI CHE “ADESSO CHE ABBIAMO VINTO CHE NON PARLIAMO DI PLAY-OFF”…

E’ chiaro che il Verona si gioca nelle prossime due gare la possibilità di andare ai play-off. Sono due gare da vincere. Senza se e senza ma. I punti persi per strada in maniera ingenua e a volte stupida, impediscono ai giocatori dell’Hellas di poter prendere un altro treno nel caso si fallissero queste gare.

La prima si gioca contro il Portosummaga. Dicono sia un brutto cliente perchè sa difendersi con ordine e da quando è arrivato Calori vive le sue partite con l’intenzione di far saltare i nervi agli avversari. Soprattutto a quelli di blasone e che hanno un disperato bisogno di vincere. Proprio come il Verona.

Sappiamo anche quanto i nostri ragazzi soffrano il tipo di partite come quella con il Porto. Gare da vincere e che ad un certo punto si complicano in modo pazzesco, fino a far imbestialire i tifosi sugli spalti e poi agli stessi giocatori in campo.

Dicono anche che questa squadra non sopporti la pressione. Non ho mai ben capito cosa voglia dire… Contro la Reggiana il Verona è sceso in campo con un’enorme cappa sulla testa, Remondina sembrava arrivato al capolinea, la classifica poteva diventare veramente molto difficile e si è vinto. Se parliamo di pressione in quel momento, probabilmente ce n’è stata tantissima. Altre motivazioni ascoltate dopo aver fallito la famosa "prova di maturità": "Forse ci sentiamo sentiti troppo forti e abbiamo preso la partita sottogamba". Sottogamba che? Mi pare assurdo. Comunque sia chiaro: questa non è una partita da prendere sottogamba.

Ultima annotazione, questa è una tesi che serpeggia anche tra noi tifosi: adesso che abbiamo vinto due partite che non parliamo di play-off… La constatazione mi fa veramente tristezza e mi fa capire quanto in basso siamo caduti… Cioè: al secondo anno di questo inferno, una società come il Verona, che in serie C avrebbe solo dovuto essere di passaggio, non può "parlare" di play-off? Pazzesco. Io ne parlo, perchè francamente lo reputo l’obiettivo minimo della stagione. E siccome ai play-off ci possiamo ancora andare, cerchiamo di vincere col Portosummaga. Il resto verrà da sè…

HO CHIESTO UN’INTERVISTA AL PRESIDENTE MARTINELLI

Mi pare giusto e opportuno che Giovanni Martinelli dica al popolo dell’Hellas quali sono i suoi programmi, i suoi obiettivi, i suoi progetti dopo aver acquistato il Verona.

Presa la società scaligera, il turbine scatenato dal dopo-acquisizione non ha contribuito a fare chiarezza. Quel vago e/o ondivago "mai dire mai" sulla fusione ha generato anche troppa confusione.

A mio avviso in questo periodo Martinelli ha riflettuto bene. Ha capito che il "mai dire mai" deve semplicemente essere un "mai" e per questo ha lavorato.

Non può essere un caso che il collaboratore che più premeva per questa impostazione, sia stato accantonato. Oggi al fianco di Martinelli ci sono due persone che sono una garanzia: Massimo Ficcadenti e Benito Siciliano, il suo "storico" braccio destro.

Il Verona, lo dico perchè lo sto constatando sul campo, inizia ad essere una società "strutturata". E tra poco a mio avviso, questa struttura sarà ancora più solida. E’ giusto iniziare da lì, dalle basi, ma il presidente deve ricordarsi che è altrettanto giusto far conoscere ai tifosi e a tutti noi la sua opera. Altrimenti c’è il rischio che la società appaia assente, cosa che è assolutamente non vera.

Per questo ho chiesto al presidente di rispondere alle mie domande. Sto aspettando il suo assenso.

DAI SUUUUU, NON BUTTIAMO VIA QUESTO CAMPIONATO

Mettetela giù come vi pare. Ma siamo ancora qui a parlare di queste cose. Dopo due vittorie consecutive, l’Hellas è sempre lì, a metà del guado, tra color che stan sospesi, un po’ carne, un po’ pesce.

Ancora una volta la squadra scaligera, toccata nel vivo e punta nell’orgoglio ha reagito con grande veemenza.

Nulla di trascendentale, per carità. Ma tanta concretezza (finalmente) e soprattutto l’idea che questa squadra ci possa stare e anche piuttosto bene in questo campionato.

Per questi motivi mi ribello all’idea che questa stagione sia di transizione. Buttare via il campionato in questa maniera farebbe veramente girare gli zebedei.

Le cose che mi portano ad essere ottimista sono svariate.

1) Il Verona è uscito molto rafforzato dalla campagna acquisti. Rantier è un giocatore di straordinario valore che sta facendo la differenza. Pugliese è perfetto. Vanderhoeght non l’abbiamo ancora visto ma se giocava nella serie A uruguaiana così male non deve essere. A mio avviso anche lui sarà utile nella volata finale.

2) L’attacco del Verona fa paura a tutti. Quando stanno bene i nostri attaccanti sono di ottima qualità. E la presenza di Rantier sta facendo lievitare il rendimento degli altri. Non è un caso che Girardi abbia giocato la sua miglior partita contro la Reggiana e che Tiboni sia apparso un veterano contro il Lecco.

3) Il calendario è  favorevole all’Hellas. Le prossime due gare al Bentegodi sono determinanti. Fino ad oggi, purtroppo, questo vantaggio è stato stupidamente annullato dalla troppa tensione. Vogliamo, per favore, ragazzi tramutare questo vantaggio in risultati?

4) Credo che il gruppo si sia cementato anche a causa di una triste notizia come la scomparsa di Arvedi. La vittoria di Lecco è arrivata anche perchè i gialloblù volevano onorarne la memoria. Ma il modo migliore di ricordare Piero sarebbe proprio quello di arrivare ai play-off e poi vincerli per portare il Verona in serie B. Allora sì, che da lassù, sentiremo forte il suo urlo: "FORSA VAAROONAAAA".

 

L’ULTIMA VOLONTA’ DEL CONTE PIERO

 Piero Arvedi è morto.

Il presidente onorario del Verona non è riuscito a riprendersi dopo il drammatico incidente del 21 dicembre. Se n’è andato senza poter vedere l’ultima volta il "suo" Verona.

E’ dura dire qualcosa in questi momenti. Bisognerebbe tracciare un bilancio della vita di una persona e questo, forse solo il padre eterno è in grado di farlo.

Non so se Arvedi sia stato un grande presidente dell’Hellas Verona. I suoi difetti sono stati evidenti per tutti i mesi in cui è stato alla guida della società più amata dai veronesi. Ma altrettanto evidenti sono stati i suoi pregi. E francamente, in questo momento, è solo questo aspetto che voglio ricordare di lui.

Arvedi era tutto quello che sono i veronesi. Mi piace riassumere il senso della sua vita in una parola: "Matto". Una vena di follia che ci pervade, che ci ha portato a toccare vette inarrivibili, ma anche il fondo. Siamo "tuti mati" e Arvedi era il nostro capo. Folle quando si è gettato nell’avventura veronese, folle quando si era "inventato" l’affare dello stadio per il bene del Verona, folle quando si appoggiò a personaggi discutibili, folle quando trattò il Verona con una banda di falsari. La sua follia è tutta nei milioni di euro che ha "perso" salvando il Verona, quando Pastorello aveva ormai affondato la baracca. In pochi a Verona, e molto più facoltosi di Arvedi, possono dire di aver fatto altrettanto.

Oggi che non c’è più mi piace ricordare un paio di cose di lui che dovranno essere una traccia anche per chi guiderà il Verona da oggi in poi. La prima: il Verona deve tornare in serie A. Un tarlo per Arvedi, a dispetto di risultati pessimi. La seconda: mai, mai, mai una fusione con il Chievo. La squadra della città, mi disse poco prima di quel tragico incidente, non si può fondere con una di quartiere. E finchè ci sono io, questo non si farà, aggiunse. Lui adesso è andato via, ma qualcosa le sue parole ci hanno lasciato. Saremo noi, "veronesi tuti mati" come il conte Piero, a far rispettare quest’ultima volontà del "vecio alpin".

Ciao Piero.

L’ORA DEL TIBO

 Scordatevi, almeno per un po’, le gesta del dinamico duo Rantier-Girardi. Non appena il Verona stava assaporando l’idea di aver trovato una coppia in grado di dare nuova linfa e nuovi gol, è arrivata la mazzata del destino. Girardi è azzoppato, starà fuori minimo due settimane e quindi è tutto da rifare.

Insomma, per farla breve: è di nuovo l’ora di Tibo. Ho sentito ieri sera al telefono il giovane bomber. Gli ho detto quello che penso di lui. "Sei fortissimo. Devi solo fartene convinto. E poi vai in campo calmo, senza la voglia di spaccare il mondo. E non essere convinto che ci sia la sfiga che ti perseguita. Quelle cose lì le pensano coloro che non sono campioni dentro. Il campione è uno che ritiene di poter modificare tramite le sue gesta la realtà. Ed è convinto di essere più forte anche della sfiga e del fato. Un campione è uno che quando sbaglia un rigore, pensa dentro di sè, di poter segnare altri tre gol. Altrimenti come avrebbe fatto Inzaghi ad arrivare a quota trecento? Fame, fame, ancora fame".

Tiboni sta bene. E questa è una bella notizia. "Adesso mi alleno regolarmente, la cosa più importante per me" mi ha detto. Tibo è stato tormentato da quel maledetto infortunio muscolare che gli è capitato durante la pausa invernale. E’ un ragazzo sensibile, anche troppo. Secondo me è stato ferito da chi ha detto di lui che è una prima donna. Se lo conosco appena un pochino direi che è la persona più lontana da una prima donna che ci sia.

Non vorrei mettergli troppa pressione, adesso. Ma è chiaro che questo è un momento cruciale del campionato. Suo e del Verona. Adesso siamo tutti aggrappati a lui, alla sua intesa con Rantier, alla sua voglia, incosciente di spaccare il mondo.

Da componenti di un fans club non ufficiale, nato solo per l’istinto e per la simpatia che lo sconosciuto Tiboni suscitava in molti di noi, non vediamo l’ora di festeggiare con lui un altro gol. Forza Tibo, è di nuovo il tuo momento.