Ma secondo voi, cari fratelli gialloblù, potevamo davvero salvarci a due giornate dalla fine, senza sofferenza, senza patemi d’animo, sul velluto? Ma vi pare una cosa da Hellas Verona? Con tutto quello che è successo in questo campionato? Dai su…
E’ scritto nel destino e nelle stelle che chi tifa per questi colori non possa aspirare a vie semplici e diritte. Tutto è tortuoso, irto, duro, difficile. Come se nella sofferenza trovassimo il modo di godere e di divertirci in un perverso gioco sado-masochistico.
Fosse ancora vivo il Sommo Poeta, avrebbe trovato sicuramente un girone infernale in cui metterci. Magari uno in cui sei costretto a guardare il Paradiso, quasi a toccarlo, non certo a raggiungerlo se non a prezzo carissimo.
L’illusione immane creata dalla gara con il Torino, l’idea che avremmo finalmente tagliato corto, buttato via i nostri calcoletti e la paura è durata il tempo di prendere due gol assurdi, oltre a un gol annullato che fa parte, pure quello, del Grande Disegno.
Nell’ordine delle cose anche l’aver nominato (invano) il nome di tre o quattro santi che colpa non hanno, di aver mandato a quel paese Baroni, Coppola, Montipò, di esserci sfogati contro il vicino di sedia menagramo ed eccoci qui a esercitare il dono dell’uomo quello che ci differenzia dalle bestie, o se volete, sempre con le parole del Sommo, che ci ricorda che non siamo fatti per viver come bruti ma per seguir virtute e canoscenza.
Insomma, usiamo la razionalità dopo l’incazzatura, ragioniamo con calma, siamo qui, ancora vivi in un campionato terribile, durissimo, in cui si sono incasinate squadre che spendono dieci volte la nostra, dopo una rivoluzione invernale che doveva portare disperazione e che ha portato invece punti e pure tanti.
Non siamo messi nemmeno male a ben guardare, meglio di tante altre, abbiamo ancora tutto nelle nostre mani ed è finita quando è finita, non adesso che mancano ancora 180 minuti e che vi sono intrighi e intrecci così variabili da farci venire il mal di testa.
Si va a Salerno con speranza di potercela giocare, metterci del carico di pressione inutile e gravoso appare davvero controproducente ed è come martellarsi da soli gli zebedei. La squadra gioca, a tratti anche bene, non deve aver paura, solo evitare distrazioni pesanti come quella sui due gol subiti oggi.
E se pure un puro come Juric ha ammesso alla fine di aver “rubato” la partita, chi siamo noi per pensare di non meritarci questa serie A? Siamo fatti per soffrire ed è questo che fa tutta la differenza del mondo. Tifare Verona non è da tutti. Solo dei matti come noi possono permetterselo.