Coerentemente con quanto deciso in estate, dopo aver fatto il biennale a Mandorlini, Setti ha rafforzato la posizione del suo allenatore “super” confermato alla guida del Verona.
Il Presidente ha reso carta straccia il toto mister che si era letto alla vigilia della gara con la Fiorentina, affermando che non cambierà nè ora nè tantomeno dopo la gara con il Carpi.
Mandorlini non è ritenuto responsabile dell’ultimo posto in classifica. Setti lo fa dall’alto della sua posizione privilegiata di osservatore, ma così facendo segna un momento importante di questa stagione.
Il presidente, alla pari di Gardini, di Bigon e talvolta di Mandorlini imputa questa fallimentare posizione in classifica, molto lontana dalla “clamorosa” squadra da salvezza annnunciata ad inizio campionato, agli infortuni e alla sfortuna. Non dice però in che modo il Verona si possa tirare fuori da questa posizione.
Nè spiega quando finalmente il Verona avrà uno straccio di formazione competitiva. Di sicuro non con il Carpi, quando forse recupereranno Hallfredsson e Pazzini, che però non saranno al cento per cento e che, per forza, saranno nuovamente a rischio infortunio. Nè forse contro il Bologna.
L’impressione è che Setti speri di arrivare alla pausa di gennaio, racimolando qualche punticino qui e là per poi spararsi le chance di salvezza tutte nella seconda parte di stagione, quando l’Hellas dovrà viaggiare a media da Europa League per centrare la salvezza, stimabile attorno ai 34/35 punti realisticamente.
Il rischio di sbagliare il calcolo è altissimo, così come il senso di rassegnazione che in questo momento pervade l’ambiente Hellas, a cui il Presidente ha diagnosticato quello che secondo lui è il male, ma non ha fornito la cura. Ora più che mai insomma, tutto è nelle mani di Mandorlini, condottiero e scudo formidabile. Sia chiaro, comunque, che se ci si vuole salvare, a gennaio non basterà recuperare gli infortunati: bisognerà agire pesantemente sul mercato per un restyling molto profondo di questa rosa.