La sensazione (solo di sensazione si tratta) è di essere passati in due anni da Harrods al più grigio dei discount di periferia. Il mercato del Verona mi dà questa idea e mi induce a una riflessione più profonda che va al di là di questo mercato di gennaio, che da sempre è utile come un sasso nella scarpa.
Riducendo a zero gli investimenti, Setti ci dice che lui più di così non può fare. E che probabilmente il suo Verona ha invertito la rotta. Chi pensava ad un’Hellas ambizioso e che magari possa un giorno andare in Europa, deve mettersela via. Il Verona cercherà di salvarsi e lo farà con mezzi limitati.
Non solo: il presidente ha anche voluto mandare un messaggio chiaro a Mandorlini. La squadra che abbiamo costruito quest’estate è valida, tocca a te farla funzionare al meglio. Cosa che non sempre è avvenuta, secondo il presidente, quest’anno.
Ora tocca Mandorlini dirci, chiaro e una volta per tutte se a lui questa squadra piace o no. Il nodo è tutto lì. Se a Mandorlini questa squadra piace, allora ci possiamo salvare in carrozza. Viceversa se i dubbi del mister, magari malcelati e fatti trapelare attraverso amici e i soliti “bene informati”, allora siamo nei guai. Io credo che al mister questa squadra piaccia. Non mi risulta abbia detto il contrario nè a Sogliano, nè al presidente. Anzi: a quanto so, quest’estate ne era entusiasta. Quindi sono molto ottimista.
A questo punto, se le cose stanno così (e cioè che la squadra piace al mister), è chiaro che il suo riferimento di un paio di domeniche fa alle cornacchie che volteggiano sul Verona non era indirizzato a chi ha criticato il suo lavoro ma a coloro che hanno da mesi sproloquiato sul valore della rosa, tacciando molti di questi giocatori come brocchi.
Torniamo al discount: se ci guardiamo attorno nessuno a livello del Verona (o magari più in basso) ha cambiato la rosa o fatto investimenti milionari. Da questo punto di vista c’è chi sta peggio, soprattutto in chi ha l’acqua alla gola e si deve salvare.
Però non c’è dubbio che due anni fa il Verona faceva tutt’altro mercato e dava l’idea di essere una società in “forte espansione”, mentre oggi è una società che sta ridimensionando il suo budget. Ma, proprio Setti, ci aveva insegnato con spregiudicate operazioni, che senza investimenti è impossibile fare plusvalenze. E le plusvalenze, al di là delle ironie, sono indispensabili al Verona per vivere e continuare a investire. Chi si ferma, in questo senso è perduto. Vivere solo con i diritti tv è insensato. Per il Verona è indispensabile investire sui giovani, valutarli, consolidarli e poi rivenderli. Oggi questo non sta avvenendo. E il rischio di un piccolo cabotaggio (nobile ma assolutamente non adeguato alla piazza veronese) è dietro l’angolo.