Contro una squadra tecnicamente inferiore il Verona ha archiviato alla voce “spiacevoli episodi” le due gare contro la Juventus. Oggi ne abbiamo la prova. Il molle Verona che a Torino ha infilato quella doppia figuraccia, non era quello vero. Il campionato, avevano giurato Toni e Mandorlini, inizierà con l’Atalanta. E così é stato. L’Hellas ha dato continuità alla prova fatta contro il Parma, dimostrando che la rosa é all’altezza e che il processo d’inserimento dei nuovi si é completato.
Da oggi in poi, potrà solo andare meglio. Ritrovare gente come Sala, un’altra fantastica idea di mercato di Sogliano, che potrà rendere un’altra importante plusvalenza tra qualche mese, é stato fondamentale. E vedere gente come Gonzalez, Longo e Donsah, “scarti” del Verona, cambiare faccia al Cagliari pericolante, la dice lunga sul lavoro fatto dal ds gialloblù.
Così come Saviola, finalmente in campo, come deve essere per un campione del suo calibro. Un campione dal sorriso sincero, che ha lavorato in silenzio senza mai fare una polemica e senza mai creare malumori. Pensare che é ancora al cinquanta, sessanta per cento della sua forma, rende ottimisti sul girone di ritorno del Verona.
La classifica dell’Hellas torna ad essere “in linea” con i programmi della società, ma ora non concediamoci voli pindarici. Ci sono quattro partite durissime che ci aspettano. E non sono la Juventus… Per fortuna.
PENSIAMO AL VERONA (OVVERO MI SONO STUFATO DEI MANDORLINIANI E DEGLI ANTIMANDORLINIANI)
Certo, qui due famiglie lottarono per anni, finchè i loro figli, innamorati scelsero la morte. E nacque così la leggenda di Romeo e Giulietta. Questo per dire che le disfide casalinghe sono nel nostro Dna. Quindi da un certo punto di vista è comprensibile che in casa Hellas si litighi. Montecchi e Capuleti, cioè Mandorliniani contro Antimandorliniani come se l’Hellas non esistesse. Francamente non ne posso più. Il dibattito sta assumendo odore anuseabondo. C’è chi per dimostrare che il mister è il dio assoluto, padre padrone del Verona arriva a dire che la squadra è una schifezza. E dall’altra parte c’è chi sostiene che se piove in Australia è colpa di Mandorlini. Nessuno pensa all’Hellas. Io, che sono sempre stato un mandorliniano, mi sono rotto di partecipare a questo dibattito. Sorrido quando faccio mezza critica al mister e c’è gente che mi accusa di essere filo Setti. E mi viene da sbellicarmi quando non affondo la critica sul mister e qualcuno mi accusa di essere un paggio del mister.
Io credo, sempre, che dovremo guardare al Bene generale, cioè al bene del Verona. Ammettere liberamente che Mandorlini non le sta azzeccando tutte (penso a Tachtsidis e a Saviola…), ma dire anche che se siamo arrivati a questo punto non è solo colpa sua. Poi, per dirla tutta: a quale punto? Abbiamo fatto pena due gare, è vero. Abbiamo perso di brutto col Napoli e perso malamente col Chievo, complice, vorrei sempre ricordarlo un pessimo arbitro che ha regalato la vittoria alla squadra di Maran (e guardate dove sarebbe oggi il Chievo senza quella vittoria rubata…). Ma se diciamo (e lo dicono tutti, da Setti a Sogliano, da Gardini a Toni) che il Verona deve salvarsi, allora non c’è da far altro che appurare che oggi il Verona è salvo. E alla grande. Ammettiamo per un istante che la società voglia cacciare il mister oggi. Che messaggio daresti alla piazza? Che il Verona è da Uefa? Ebbene: e se poi il successore va avanti con la media di Mandorlini che senso avrebbe avuto?
Io credo che la società con coerenza vada avanti o cerchi di farlo con il mister fino a fine stagione. Poi ovviamente, le strade si divideranno. E’ una mia idea, peraltro non supportata da nessun riscontro. Intanto però bisogna lottare con i denti, tutti insieme ma veramente, così come da Lezione di Tifo di chi era allo Juventus Stadium (chapeau).
CHE ALMENO QUESTA UMILIAZIONE SERVA DI LEZIONE…
Scrivo a “caldo” perchè non ho voglia di “riflettere” e perchè ho una rabbia in corpo che metà basta. Devo quindi fare appello alla mia parte razionale per non sbroccare di brutto. Dico solo che mi sento umiliato. Come tifoso.
Perchè ci sta perdere con la Juve, non ci sta a fare una partita del genere. Perchè in campo devi correre, perchè quella maglietta va “sporcata”. Perchè non s’è capito quello che mille butei volevano dire sugli spalti urlando come pazzi e tenendo alta, soli come sempre, quella bandiera.
Questa squadra, dispiace dirlo, non aveva nè capo nè coda. La difesa è imbarazzante, il centrocampo peggio, in attacco… lasciamo perdere. Spero solo che questa gara serva almeno a farne una completamente diversa domenica prossima. Dimenticavo: lunga vita a Luca Toni. Che Dio ce lo conservi in salute…
ANDIAMO E GIOCHIAMOCELA
Credo che il Verona abbia un imperativo: di giocarsela fino in fondo. A viso aperto e senza paura. Non c’è un tifoso sano di mente che non chieda questo alla squadra e a Mandorlini alla vigilia di questo doppio confronto con la Juventus.
Partiamo battuti? Certo. Ma nel calcio è proprio ciò a creare fascino e attrazione. Diciamo che il Verona affronta questa partita con lo spirito di chi non ha nulla da perdere e quindi di chi, nella disperazione tira fuori il meglio. E’ ovvio che serva un’impresa.
Per vincere deve succedere che il Verona sia nella sua miglior serata possibile e che la Juventus sia nella peggiore. Neanche questo, forse basterà (semplicemente ricordando i nostri trascorsi su quel campo, remember Wurtz?) Però è bello che il Verona si sia regalato questa possibilità, visto che altri sono usciti molto prima.
Mandorlini ci tiene e ci tiene tantissimo anche Setti a cui, far bella figura in casa juventina proprio non dispiacerebbe. Inoltre Sogliano potrebbe trarre da queste partite altre indicazioni utili per il mercato di gennaio. Sapere se Brivio è uno che ha finito benzina e motivazioni, se Saviola è ancora un campione, se la difesa va rafforzata, se il restyling deve essere superficiale o più profondo.
E il mister ritrovare serenità, quella che ti fa ragionare in modo diverso meno d’impulso con più raziocinio. E anche perché la gara con il Parma non resti la classica rondine che non fa Primavera.
STRASSE, OSSI E FERRO VECIO
Buttate tutto quello che non serve signori… Strasse, ossi, ferro vecio. Via Saviola, via Brivio, via Toni, via Marquez, via Valoti. Cianfrusaglia. Strasse, ossi, ferro vecio… Via Mandorlini, Sogliano, Setti e anche Gardini… Strasse, ossi, ferro vecio. Via questa squadraccia, cambiamo tutti, tanto il Verona è un affarone e fuori c’è la fila di compratori… Strasse, ossi, ferro vecio. Cosa ce ne facciamo di Rafael, Martic e Rodriguez? Strasse ossi e ferro vecio… Via via, buttiamo via tutto, magari li ricicliamo… Via anche Sala, che fa i festini a Peschiera (letto anche questo ndr)… Strasse, ossi e ferro vecio…
Ah come? Abbiamo vinto e siamo a 21 punti? Ma allora… Cosa? Siamo a due punti dall’Udinese e a tre dal Sassuolo, gran rivelazione del campionato che spende più del Milan (Gazzetta di questa settimana ndr)? Ma va… E Saviola? Ah ha giocato bene… Ma dai… Non pensavo… E Brivio? Anche lui ha giocato bene?… E Mandorlini? Ha fatto giocare Brivio, Saviola, Sala, Toni e anche Valoti. E ha cambiato modulo. Ma allora… La squadra di Sogliano non fa così schifo. E chi fa la fila fuori per comprare il Verona? Ah quelli non ci sono. Non ci sono mai stati. Peccato… Strasse, ossi e ferro vecio… (a bassa voce… almeno fino alla prossima sconfitta).
ALL’INFERNO ANDATA E RITORNO
Ho qui sulla mia scrivania il libro scritto dai colleghi Alberto Fabbri e Matteo Fontana. Si chiama “All’inferno andata e ritorno”. L’avevo sfogliato quando Matteo me l’ha regalato.
Stamattina, quasi per caso, mi sono messo a leggerlo. Parla degli anni bui del Verona, di Arvedi, Cannella, Colomba, Zeytulayev e compagnia cantante.
Un tuffo pazzesco in quella che a me appare preistoria e invece è appena successo, proprio l’altro ieri. Un esercizio di memoria (ahimè la memoria corta, male dei nostri tempi…) che in molti farebbero bene a praticare. Molti degli episodi narrati li ho vissuti in prima persona. Eppure a rileggerli mi pare incredibile siano successi.
Un libro che farebbe bene a tutti i disfattisti, gufi, tastieristi, malati di Facebook che in queste ore stanno creando un clima da tregenda attorno al Verona. Dimenticare è facile, dice il buon Vasco, basta non ricordare…
PUNTO NON OLET
I punti sono come il denaro: non puzzano mai. E non importa come arrivano. L’importante è che arrivino. Questo è il fine ultimo del calcio. Il timido e malaticcio Verona di Empoli torna con un punticino che alla fine del campionato sarà un buon punto. Chiariamoci: nessuno chiede a questa squadra qualcosa più della salvezza. Ormai lo abbiamo capito. Però tra questo Verona e quello che prometteva ben altre cose ad inizio stagione qualcosa è successo. Non so cosa. Credo sia un impasto tra infortuni, sfortuna, tensione da prestazione, limiti tecnici, testardaggine del tecnico.
Mandorlini non appare convinto. Non lo è nelle interviste pre gara, non lo è dopo. E’ nervoso, dice che il punto lo ha soddisfatto però non sopporta nessuna domanda. Resta un enigma la risposta su Rafael. E’ titolare ma gioca Benussi. Non l’ho capita.
L’impressione è che il mister stia aspettando che la bufera in qualche maniera passi, che le cose girino diversamente, che i fili si riannodino. Ma intanto il tempo scorre e il Verona fa sempre più fatica, come il suo condottiero, che ha meno gli occhi da tigre e appare un po’ stanco. E’ umano dopo tante battaglie, molte delle quali vinte. Il problema è che noi abbiamo bisogno del miglior Mandorlini, quello che va alla guerra e che non sbaglia mai due gare di fila, che durante la settimana ricrea il clima partita e alla domenica si vede tutto in campo.
Quando tempo è che questo non succede? Perchè la squadra non risponde più alle sollecitazioni? E ci sono ancora queste sollecitazioni oppure nel blindato fortino di Peschiera gli allenamenti sono più blandi e la routine, pessima consigliera nel precario mondo del calcio, ha preso il sopravvento? Chiedo non per spirito di polemica, ma per capire. Perchè altrimenti non si riesce ad avere un’idea di un Verona che parte bene e finisce male, di una squadra che non riesce a tenere novanta minuti la stessa intensità, di infortuni a catena.
Ultima nota: arriva il mercato. Non mi aspetto colpi roboanti, ma concretezza. Giocatori pronti per Mandorlini, che non avrà più alibi. Non possiamo permetterci altri casi Saviola. Il rischio questa volta è troppo alto.
IL VERONA DI MANDORLINI
Matteo Abbate: dopo Verona è andato alla Pro Vercelli, poi a Cremona (dove è ricordato per un clamoroso rigore con espulsione ai play off), e ora è a Pavia. Massimiliano Scaglia: finita l’esperienza all’Hellas è andato alla Pro Vercelli dove ha chiuso la carriera. Berrettoni: dopo il Bassano in Seconda Divisione è da quest’anno all’Ascoli, sempre in Lega Pro.
Per Pichlmann, Verona è stata l’apice della carriera. Dopo aver fallito a La Spezia, è tornato in Austria al Wiener Neustadt e da lì è tornato a Grosseto.
Il simpatico Lepillier è finito alla Juve Stabia. Potrei andare avanti. Mi fermo qui. Quella fantastica squadra che sfiorò la serie A, era conosciuta come il Verona di Mandorlini. Era una squadra che arrivava dalla Lega Pro e che aveva come unico scopo quello di salvarsi.
Una squadra composta da mediocri calciatori, come si evince dalla loro carriera successiva al Verona, ma che il mister aveva plasmato a sua immagine e somiglianza, mettendo in campo, forse, il suo Verona più bello di sempre. Una squadra che sfiorò la serie A, fermata solo dall’arbitro Massa.
Ciò vuol dire tutto, vuol dire niente. Ma credo che significhi che Mandorlini sa allenare e fare imprese con gente mediocre. Come fu allora.
Fosse vero, dunque, che questa è una squadraccia (io non credo), composta da giocatori mediocri, beh, possiamo stare sereni. Perché in panchina c’è sempre lui: Andrea Mandorlini. Se non lo fosse (una squadraccia), meglio ancora. Mandorlini ha la possibilità di uscire dalla crisi e arrivare facile alla salvezza. Come ha detto Setti: il mister sa come si fa.
BUON NATALE
Buon Natale, cari amici del blog Vighini. Un Natale che, sportivamente parlando non è felicissimo, ma che al di là di un risultato in una partita, chiude un anno comunque fantastico per il Verona. Qualche anno fa, quando eravamo dentro quell’assurda palude della C e non ci sembrava di avere un futuro, sognavamo di avere un Natale come questo. Certo, non possiamo nasconderci dietro ad un dito. La nostra squadra sta faticando oltremisura e sarà necessario che società, Mandorlini, squadra e anche noi tifosi ci ricompattiamo al più presto per arrivare alla salvezza.
Ho sempre detto che quando a Verona riusciamo a creare questo vortice positivo, nulla ci è vietato, nè impossibile. Ma purtroppo questo accade solo in alcuni momenti, solitamente dopo aver toccato il fondo. Beh, mi auguro che proprio per quello che ci ha insegnato la storia recente, stavolta vengano messe da parte inutili diatribe e si pensi solo al bene del Verona.
L’Hellas, il nostro Hellas, così amato, è spesso vittima di condizionamenti e di personalismi che ci hanno nuociuto facendoci perdere di vista l’obiettivo primario che è sempre e solo il bene della squadra. Spesso siamo stati vittime anche di personaggi squallidi, che però lasciatemelo dire, in questa città hanno trovato facile attecchimento da parte di coloro che avevano altri fini e obiettivi riguardo il Verona.
Una piccola riflessione su quello che è stato, è e spero sarà questo blog. Un blog cresciuto a dismisura e che come spesso succede alle cose che crescono tanto, cambia rapidamente e non sempre in meglio. Anche questo spazio, purtroppo, vive del problema che si evidenzia in altri luogi del web. Diventa un inutile sfogatoio, uno zoo impossibile da gestire, pieno di attacchi personali, di offese e di insulti. Per dare una linea diversa, tutto ciò, da qualche tempo, non è più tollerato.
Pur lasciando a voi tutta la libertà di scrivere le vostre opinioni, articolate e civilmente esposte, non è più possibile permettere che la discussione navighi tra acronimi di bestemmie, parolacce, offese ed insulti nei confronti di chicchessia. Specie da chi vilmente usa nick palesemente falsi, associati a email create ad hoc. Il mio sconforto, spesso, è verificare che dietro a questi nick si nascondono addetti ai lavori, interessati evidentemente a sputtanare la gente.
Vorrei anche chiarire che è possibile comunque risalire a chiunque abbia postato qualcosa di offensivo ed insultante, su richiesta dell’autorità giudiziaria e in presenza di una querela. In questo caso, e non lo dico come deterrente, ma come avvertimento, le conseguenze sia civili, sia penali sono molto pesanti.
Sgravato da tutto questo fardello pesante, il blog Vighini resta un utilissimo e bellissimo strumento di confronto, di dialogo, e anche di dibattito che deve assolutamente restare nei termini di civiltà che auspico. Il mio grazie va a tutti voi che siete una grande comunità, di cui mi sento solamente un umilissimo mezzo.
Buon Natale, davvero, a tutti voi e alle vostre famiglie.
IL DERBY E’ PERSO, COLPA DELL’ARBITRO. MA DAL MIO VERONA VOGLIO MOLTO DI PIU’
Il Verona ha perso il derby e la colpa dell’arbitro. Non c’è dubbio che Gervasoni abbia condizionato la partita non fischiando un calcio di rigore solare su Toni cinturato da Gamberini e poi non vedendo (qui la colpa è del guardalinee) il fuorigioco di Paloschi. Senza questi due episodi, il Verona non avrebbe perso. Ma forse neanche vinto. E soprattutto non convinto. Se a Udine avevamo visto finalmente un Verona continuo e con logica, oggi siamo tornati nell’altalena che ci perseguita da inizio campionato.
Giochiamo volenterosi ma a sprazzi. Troppi giocatori calano vistosamente nel secondo tempo e il resto è una conseguenza inevitabile. Il Verona non ha intensità, non ha rabbia agonistica, non riesce nemmeno a protestare, a “creare” l’ambiente giusto. Non so a cosa sia dovuto, ma credo che questo stia diventando un problema. Se il Verona deve lottare per salvarsi (come probabilmente sarà) è necessario che lo spirito sia completamente diverso.
Questa squadra, bersagliata dagli infortuni (piove sempre sul bagnato, ma qualcosa di strano in certe ricadute è successo…) non è mai “cattiva”, appare frenata, e soprattutto va in difficoltà davanti a squadre appena appena più solide come lo era oggi il Chievo.
Ripeto da mesi che Peschiera, sede blindata dagli allenamenti, è una torre d’avorio in cui non si respira il clima e il supporto dei tifosi. Soprattutto prima di gare come questa è assurdo che la società non sia riuscita a organizzare un allenamento a porte aperte. Vorrei capire perchè da due anni l’antistadio non è agibile e perchè aprire il Bentegodi è difficile come entrare a Fort Knox.
Le porte chiuse, mi spiace per Mandorlini che è di avviso contrario, sono una cazzata pazzesca, lo dico a livello generale e chi sistematicamente non permette ai propri tifosi di stare vicino alla squadra allontana sempre di più il calcio alla gente. Ho avuto l’impressione netta che il Verona non sia ben riuscito a capire nè la gravità della sconfitta con il Napoli, nè l’importanza della partita contro il Chievo. Lo dico senza polemica, ma perchè voglio bene all’Hellas e mi pare assurdo che non venga “sfruttata” un’arma così importante come la forza che solo i tifosi del Verona possono dare in alcune circostanze.
Già che ci sono mi piacerebbe proprio capire anche che cosa è successo al terreno del Bentegodi, diventato nuovamente una palude. Dopo aver speso centinaia di migliaia euro, ci si ritrova con un terreno molle e vistosamente indecente e se fosse vera la notizia che qualcuno facendo gli ultimi lavori ha bucato l’impianto di riscaldamento (che quindi perderebbe acqua rendendo il terreno una fanghiglia…) ci sarebbe da mandare tutti a quel paese. Dopo averci promesso un campo all’altezza di quelli inglesi, con i tecnici di una ditta olandese esperta in erba (sic… non è una battuta…) che, addirittura ci hanno fermato all’ingresso per non filmare i loro segreti, ci si ritrova con una schifezza putrida e scivolosa non degna di Verona. E’ l’ultimo dei problemi, mi rendo conto, ma forse non così secondario come può apparire.
Alla ripresa, dopo questo Natale, che inevitabilmente è stato guastato dalla sconfitta contro i pandorati, il Verona è atteso dall’Empoli. Per tutti coloro che ritengono la rosa del Verona non all’altezza di questo campionato un invito: si vadano a vedere con che razza di squadra Sarri ha affrontato questo campionato. Credo sia sufficiente ciò per spegnere ogni tipo di discorso. A proposito: l’Empoli ha gli stessi punti del Verona. Chiudo qui. Buon Natale gialloblù a tutti. Nonostante tutto.