Non avevo mai respirato un profumo di calcio così intenso. Mai. L’ho fatto al Turf Moor, inebriato dal verde più verde mi sia capitato di vedere. Ho passato mezz’ora su quel campo cercando di assorbire quel profumo, quell’odore che sa di erba, di cuoio, di legno catramato, di tradizione, di passione. Conoscevo quel profumo anche se non l’avevo mai sentito, ma l’avevo letto sulle pagine di Nick Hornby. E ora il Verona, il mio Verona, la nostra squadra avrebbe giocato su quel campo. Ho visto la faccia di Luca Toni, quella di Mandorlini, di Sogliano. Avevano tutti negli occhi lo stesso messaggio. Loro professionisti del calcio, eroi di mille battaglie erano emozionati come me che a pallone ho giocato giusto nel campetto bislacco del Maffei, quello che fa angolo con Sant’Anastasia che quando hai scartato tutti hai ancora il maledetto muro davanti. E quello non lo puoi scartare mai.
Su quel campo di Burnley ognuno di noi ha vissuto due ore in totale armonia con il football e i suoi dei. La mia preoccupazione era potervi trasmettere tutto questo. Spero di esserci riuscito magari solo un pochino. Sarei felice di sapere che sono riuscito a condividere con voi questo momento così intenso.
Ps: A questo punto dovrebbe partire il pistolotto sul nostro calcio sempre più lontano da quello lì. Non mi va di farlo e per un semplice motivo. Quel calcio lì è frutto della civiltà inglese, del loro modo d’intendere lo sport e la vita. Semplicemente non è riproducibile senza quella componente essenziale. Purtroppo noi italiani non siamo inglesi. E lo dico con rabbia e purtroppo con rassegnazione. Il peggiore dei sentimenti perché appartiene agli sconfitti.
IL COLPO E’ SERVITO
Arriva un top player assoluto, un fuoriclasse, un grande giocatore. Rafa Marquez è del Verona! Sogliano ha lavorato in sordina, accarezzando l’idea del colpaccio. E pensare che solo oggi qualcuno parlava di Lazio… Mi viene da sorridere. Sogliano ha sbaragliato la concorrenza come solo un dirigente fuoriclasse sa fare. La notizia sta facendo il giro del web, i tifosi del Verona sono già in delirio. Forse è il più titolato giocatore che abbia mai vestito il gialloblù. Con lui e Toni il Verona può sognare. Il presidente Setti cullava questa idea dopo aver visto il Messico quest’estate alla televisione. “Sean e se prendiamo questo?” la folle domanda fatta al telefono con Sogliano. Venduti Iturbe e Romulo, l’Hellas non smobilita, anzi raddoppia. Oggi Luna, poi Marquez. Sogliano ha scavato in silenzio, poi l’affondo. Rafa Marquez è del Verona. Roba da non crederci. Ma è tutto vero!!!!
TROPPO PESSIMISMO, STEMO CALMI
A qualcuno piace vedere il lato negativo. Sempre. Su internet si costruiscono loop di negativitá che vanno oltre la ragione. Nell’aria si sente, si avverte. Il tifoso é preoccupato. Non si sa perché. Condotto al ragionamento peró capisce. Da anni diciamo che queste amichevoli non possono essere attendibili. E soprattutto. Che il risultato non é importante. Ma appena si parte, improvvisamente, se non vinci quaranta a zero con il St Georgen e molli tre pappine al Rubin, parte la negativitá. Questo non vuol dire che non ci siano i problemi. Per esempio: servono rinforzi in difesa e velocemente. Lo sappiamo e Sogliano sta tentando di portare a Verona gente che faccia veramente la differenza. Avesse voluto portare tre o quattro nomi l’avrebbe giá fatto. Se guardiamo alla prestazione e al primo tempo non possiamo dire di aver visto un Verona al top. Era logico. Ma guardiamo anche al bicchiere mezzo pieno. Il centrocampo con Tachtsidis, Obbadì, Hallfreddsson e poi Ionita e Valoti (con cambio di modulo) ha fatto vedere cose interessanti che forse nella scorsa stagione a paritá di tempo, non s’erano viste. Aggiungeteci che Toni ha ripreso da dove aveva lasciato e che un Gomez così puó essere assolutamente un protagonista anche in A e vedrete che il bicchiere inizia a riempirsi. Certo, Iturbe non c’é piú e prima ce ne facciamo una ragione, meglio é. Ma questa é una squadra che merita affetto e comprensione. Aggiungo che la campagna acquisti é tutt’altro che finita. Arriveranno almeno altri tre colpi (oltre a Rodriguez, altri due difensori e un attaccante) con sorpresa finale che Setti si riserva di regalarci. Tempo e paia, come diciamo noi, maura anca le nespole. Stemo calmi…
ITURBE, TUTTE LE COLPE DI SOGLIANO
Diciamoci la verità. E’ tutta colpa di Sogliano. E’ colpa sua se il Verona ha guadagnato solo dieci milioni di euro, realizzando la più alta plusvalenza di sempre. Ed è stata colpa sua se a Verona abbiamo visto, forse, il più forte giocatore che abbia mai messo piede in questo stadio.
Ricapitolando: Sogliano ha preso Iturbe all’ultimo giorno di mercato, grazie ad una solida amicizia con Mascardi, l’uomo che ha “svezzato” Iturbe e che ne deteneva la proprietà. Senza Mascardi, il Verona non avrebbe potuto mettere le mani su un campioncino ritenuto uno dei top player mondiali. Un colpo di fortuna, di bravura, di opportunismo, unito a saldi rapporti. Non solo: grazie a Mascardi, il Verona riesce a inserire una clausola nel contratto. Un diritto di riscatto a 15 milioni di euro, invece dei 40 richiesti dal Porto. Altra gravissima colpa di Sogliano.
Iturbe fa meraviglie a Verona. Segna e fa segnare. Mantiene tutte le premesse e fa di più. Diventa un professionista esemplare, un cavallo di razza, un soldatino agli ordini di Mandorlini. Tanto genio, ma anche tanta applicazione e tanta disciplina tattica.
Morale: il Verona e i veronesi se ne innamorano (colpa gravissima quest’ultima di Sogliano). Arriva il mercato e Sogliano cerca di trarre il massimo dalla sua intuizione. Il Verona grazie a Setti tira fuori quindici milioni di euro per prendere Iturbe. E’ la più alta spesa di sempre. Mai nessuno transitato in questa società ha avuto il coraggio di fare altrettanto. Non lo fecero i Mazzi con Inzaghi e Pessotto, tanto per fare un esempio. Poi cerca di venderlo al meglio. Per trarre il massimo beneficio. Pare che in questa città dire che un tuo giocatore vale trenta milioni sia una colpa gravissima. Date le premesse, anzi, questa è una colpa tremenda. Molto probabilmente (e non è uno scandalo) la cifra serve anche per pagare una tranche a Mascardi senza il quale nulla di questo affare sarebbe stato possibile. In conclusione l’Hellas ne guadagna dieci (tra l’altro senza pagare nulla a Mascardi che probabilmente verrà saldato dalla Roma). Morale: ci siamo goduti un campione per un anno che ci ha permesso di sognare persino la Uefa. Ci abbiamo guadagnato dieci milioni di euro, abbiamo un tesoretto da reinvestire sul mercato, siamo molto più solidi finanziariamente. Troppe colpe, signor Sogliano! Era meglio non portare Iturbe e fare la fine del Padova che l’altro ieri, dopo 104 anni di storia, è sparito dal calcio.
MOMENTO CRUCIALE
Ora serve calma. Mai come in questo momento la società sta pianificando il futuro. In ballo non c’è solo questa stagione ma anche quelle future. La fretta, come ho già scritto è una cattiva consigliera. Probabilmente partiremo per il ritiro senza la squadra al completo. Successe anche l’anno scorso. Faccio notare che Romulo e Iturbe arrivarono dopo (Juan Manuel all’ultimo giorno di mercato) e oggi sono i nostri uomini mercato dopo aver rappresentato il nostro valore aggiunto.
Setti non è un emiro, non vende gas non ha pozzi di petrolio. Non possiamo chiedergli (e nessuno lo ha fatto) di essere un mecenate. Gli abbiamo solo chiesto, dal primo giorno onestà e chiarezza. In risposta abbiamo ricevuto una squadra che è salita dalla B alla A e una che è stata la rivelazione del campionato di A. Il presidente ha ottenuto, con i fatti, abbondante credito. Lui e Sogliano costruiranno una squadra in grado di salvarsi. Ma soprattutto stanno mettendo le basi per il futuro. Futuro è una parola che a noi veronesi non entra mai nel vocabolario. Il perchè è presto detto: non ne avevamo più. Il Verona, lo ricordo e lo ricorderò fino alla nausea, ha rischiato di sparire. Non c’era più prospettiva, questa società sembrava essere appestata per l’imprenditoria locale e una parte della stampa. Il massimo che era stato teorizzato dal salotto buono di questa città era la fusione con il Chievo che ha sempre goduto, anche questo lo ricordo fino alla nausea, dell’appoggio della Banca Popolare, l’istituto bancario cittadino per eccellenza, Oggi che leggo commenti sulle magliette della Nike, mi viene da sorridere. Ma non perchè non ritengo giusto scegliere il giusto colore del blu, ma perchè qualche anno fa si partiva per il ritiro riciclando le vecchie maglie dell’anno prima. Altrochè da catalogo o personalizzate. Dopo aver indossato veramente le più brutte maglie della storia, onorate solo dalla gente che continuava ad affollare il Bentegodi, oggi il blue navy o il white full sembrano essere diventati all’improvviso il modo per giudicare una società. Ma per favore… Non ho mai risparmiato una critica, lo sapete. Ma le critiche e le battaglie devono avere un fondamento. Non devono essere fatte per attaccare gratuitamente o per ottenere una rendita di posizione da parte di qualcuno che ora, con la società più forte, non riesce più ad influenzare come prima…
Abbiamo davanti una sfida, adesso, proprio ora. Il Verona può diventare stabilmente una delle dieci società più importanti d’Italia, ma noi dobbiamo fare uno scatto culturale importante, pensando in grande, al progetto generale e non al piccolo particolare. Questo non significa perdere d’identità, ci mancherebbe. Le nostre radici sono essenziali. Ma devono essere basi su cui costruire un grattacielo e non catene che ci tengono inchiodati al suolo.
FRETTA? IL VERONA NON HA FRETTA
A leggere i gazzettieri é tutto un ultimatum. La Juve ha stabilito il prezzo, il prezzo é quello, ok il prezzo é giusto. Moral suasion per far capire al Verona che é tempo di cedere Iturbe? La realtá é un’altra. Il Verona, giustamente, non si schioda dall’offerta iniziale. Se volete Iturbe sono 30 milioni in contanti. Altrimenti resta qui. Sogliano é convinto che l’offerta giusta arriverá. Ha ragione. Se vogliamo, trenta milioni sono pochi per un crack del genere. Fossero la Juve o il Milan a vendere questo ragazzo costerebbe 40, 50 milioni, non c’é dubbio. E allora perché il Verona deve essere”costretto” a cederlo? E soprattutto perché bisogna fare in fretta? Se arriva il Milan con i soldi (e a me pare che Galliani l’abbia capito meglio della Juve che servono trenta cash e se i rossoneri li trovano piombano come falchi), o il Real (attenti perché é vigile…) Iturbe se ne va alla quotazione stabilita dal Verona. Ultima annotazione: nel tweet che qualcuno vuole strumentalizzare, Iturbe non scrive: ho fretta, fatemi andare… Ma scrive pazienza… Esattamente quella che non manca a Setti.
BUONA NOTIZIA, SU LUCA TONI IL SOLITO SCETTICISMO…
Come l’anno scorso. Ricordate quando arrivò? I soliti fenomeni da tastiera (sempre quelli che credono di fare massa critica, in realtà magari non sono neanche abbonati e forse nemmeno guardano il Verona in tv…) lo etichettarono come bollito. Finito. Sarebbe bellissimo ritrovare i commenti sotto le notizie in quei giorni. Anzi ci sarebbe da sbellicarsi dalle risate. Un po’ come leggere i commenti sotto la (non) smentita di Maietta ieri (ne parleremo al momento opportuno, magari tra loro c’è anche chi attaccò il famoso cartello a Peschiera…). Anche quest’anno, dopo il suo sì, ecco i soliti noti, affermare: “Tanto Toni non si ripeterà”. Sono felice. Perchè conoscendo Luca so che questa sarà un’eccezionale molla. Certo, segnare 20 gol è stato qualcosa di eccezionale. Magari Luca ne farà un po’ meno. Ma sarà sempre utile. Perchè, lui sì, è un leader vero che non tira mai indietro la gamba e che nello spogliatoio è un punto di riferimento. Un vero capitano: in campo e fuori. Lo scetticismo, in fondo, è una buona notizia…
OH BUTEI SIAMO A GIUGNO…
Se ne vanno Cacciatore (uno tra i più criticati della scorsa stagione, leggere questo blog o i commenti al pagellone del Rasu, per credere), Albertazzi e Martinho e i disfattisti per professione già bocciano la campagna acquisti del Verona. Sorvolerei sulla tradizionale fiera del mugugno di cui alcuni tastieristi virtuosi eccellono e andrei nella profondità delle cose, premettendo che: 1) Setti non è un multimilionario con interessi televisivi editoriali e pozzi petroliferi annessi. 2) La dimensione del Verona è e sarà (almeno sino a quando non arriverà un Abramovich o un Al Jazeera) sempre questa.E magari fosse sempre così, aggiungo.
Cacciatore: ha fatto un’orrenda seconda parte di stagione, spesso gli è stato preferito Pillud, davvero ci si straccia le vesti per la sua partenza?
Albertazzi: sinceramente mi dispiace. Ma c’è una logica e ve la spiego. Albertazzi pretendeva un rinnovo contrattuale e che il Verona lo prendesse interamente. Si è presentato con il suo procuratore a battere cassa. Sogliano, che non ama i ricatti, si è indispettito e ha lasciato che sia il Milan a riscattarlo. Ha guadagnato una bella cifretta per un giocatore che il Verona aveva scoperto e fin qui “usato” a costo zero.
Infine Martinho: potenzialmente un bel giocatore. Angustiato però da strani infortuni che anche la passata stagione lo hanno tormentato. Nella rosa del Verona è apparso un lusso. Arriva il Catania e ti dice: ho un milione e cento per Martinho. Cosa fai? Per essere chiari: questo è un mercato dove le palanche non girano, dove il Milan, se vuole Iturbe deve cedere Kakà e Robinho. E allora cosa fa il Verona? Cede Martinho, che quest’anno ha giocato col contagocce, incassa e magari con quei soldi migliora la rosa.
Ah, dimenticavo Romulo: allungherà il contratto perchè è in scadenza (con la Fiorentina) nel 2015. Sarà preso e poi ceduto. Ma la cessione ha un senso solo perchè c’è il contratto allungato (mi sono spiegato?).
E’ chiaro che poi inizierà il nostro calciomercato. Che comunque, se ci pensate, è già iniziato, visto che i vari Chanturia, Martic, Ionita sono già nostri giocatori. Sogliano vuole cambiare strategia. Meno giocatori, ma più forti. Scelta sbagliata? Sarà il campo a dirlo. Però, adesso, al 21 giugno, mi pare un po’ troppo presto iniziare col mugugno.
ABBONAMENTI, RINCARI E IL MIO PENSIERO
Il Verona ha rincarato gli abbonamenti. Un rincaro che ha provocato qualche malumore. Ci sono settori che hanno avuto un incremento di 80 euro in due anni. Un po’ troppo secondo me. E’ chiaro che la società applica la politica che vuole. Ma come abbiamo criticato Campedelli per il rincaro nel derby (a cui il Verona ha risposto signorilmente regalando il biglietto con l’Udinese), così dobbiamo rilevare che questo aumento porta a inevitabili polemiche in un momento in cui è veramente dura per tutti.
Inizio col dire che per anni abbiamo detto che il Verona è anche nostro. E quindi l’abbonamento è un po’ un atto di fede. Anche concreto. Siamo tutti bravissimi a parlare (e direbbe qualcuno a fare i froci col culo degli altri) ma dobbiamo rilevare che ogni volta che è stato chiesto un atto tangibile per l’Hellas Verona ci sono stati tanti discorsi ma pochi atti concreti. Prendete la vecchia questione dell’azionariato popolare. In tanti hanno detto di sì, ma poi, a firmare per 50 euro (tra l’altro virtuali) sono stati solo qualche centinaio di veronesi. Come si può allora abbinare ambizione della società e della piazza con la necessità di portare a casa soldi dagli abbonamenti? Qui bisognerebbe mettersi d’accordo. Si grida al prezzo esoso ma se poi andiamo a vedere quanto costa una partita (anche nei settori più toccati dall’aumento) si scoprirà che il calcio resta il divertimento più a basso costo del mondo.
Avendo una famiglia con bambini so cosa costa qualsiasi altro tipo di svago. Dal cinema a Gardaland. Devo dire che quello che mi costa meno resta il Bentegodi. In Curva a prezzo pieno una gara costa 13 euro. Per un ragazzo under 16, 6 euro. Per un uomo over 60, 10 euro. Ci sono ragazzi che il sabato sera in Piazza Erbe pagano 4 euro uno spritz. E non ne bevono uno solo… La mia famiglia va in Poltrone ovest. Mamma e due figli. Aumento totale di tutti e tre rispetto all’anno scorso: 80 euro. Molti, non moltissimi. Ci può stare.
So che a lamentarsi sono state le donne che acquistavano l’abbonamento con le famiglie. E’ stata tolta loro l’agevolazione nel pacchetto famiglia. I dati in possesso della società parlano di un’affluenza scarsissima da parte delle mamme. A questo punto la società ha deciso di alzare i prezzi anche per rispetto di chi paga per intero. In questo modo, dice la società, chi pagherà l’abbonamento a costo pieno andrà di più allo stadio. Io avrei tenuto il pacchetto famiglia com’era strutturato. Il pubblico del Verona del domani passa anche attraverso le famiglie che vogliono vivere la partita tranquillamente in un settore a loro dedicato.
Io credo che il vero grande problema del Verona sia la mancanza di un settore popolare. I parterre di una volta per capirci. Il calcio è uno sport trasversale che appartiene davvero a tutti. Tenere prezzi popolari, senza inseguire chimere inglesi dove hanno tagliato fuori la working class a beneficio di turisti asiatici e russi, non ha senso. Credo che il Verona debba battersi per riaprire quei settori. Gardini ci sta lavorando e novità sono attese a breve. Avere un parterre a 100 euro a stagione, massimo 150, credo sia una priorità per l’Hellas che è pronto anche ad accollarsi i costi dei lavori (mentre il Chievo, per ovvi motivi, si è chiamato fuori…). Questa è una questione che anche il Comune dovrebbe affontare al più presto, prima di tante altre.
STAY HUNGRY, MA SOPRATTUTTO STAY FOOLISH
Sogliano, per definizione, vive preoccupato. Sinceramente non l’ho mai visto rilassato. E’ sempre in tensione. Vive male. Lo dice lui stesso: non so per quanto tempo riuscirò a fare questo lavoro, con questi ritmi. In Brasile ha preso aerei come se fossero autobus. Su e giù per il continente alla ricerca di grandi campioni da portare a Verona. Dice: la cosa più importante nel fare il mio lavoro è sbagliare il meno possibile. Ha ragione. Trovare un Iturbe all’anno non è possibile. Portare tanti Sala e tanti Romulo sì. Sogliano fa il suo lavoro con passione. Il suo carattere lo porta a tenere sempre tutti sulla corda. Non ha uno smartphone, ma solo un vecchio blackberry con tastiera.Telefona sempre. Ovunque e comunque. Anche quando non c’è la linea. Sul bus che ci portava nel nulla di Sobral, a 300 chilometri da Fortaleza era l’unico che riusciva a prendere. Miracoli del mercato. Sean è preoccupato perchè sa che nel calcio non è così semplice ritrovare l’alchimia giusta. Ci sono squadre che la forza del destino rendono perfette. Con i suoi limiti e i suoi difetti questo Verona era così. Il prossimo sarà dunque l’anno più duro. E’ giusto, e non per fare la cassandra, che i tifosi lo capiscano. Ogni anno avrà le sue difficoltà, ma è certo, il prossimo ne avrà di più. Soprattutto se non si considera che non è semplice fare quello che s’è fatto. 54 punti sono un’enormità per una neopromossa. Se ripenso ad anni fa, al meraviglioso ciclo di Bagnoli, mi viene in mente l’anno dopo lo scudetto. Una delle stagioni peggiori. Eppure arrivarno ottimi giocatori come Verza e Vignola che però non si inserirono. E’ un esempio per dire che ripetersi non è mai facile, anche quando fai un ottimo mercato. Sogliano lo sa. Ed è bene che anche noi ne siamo consci. Ma attenzione: questo non vuol dire partire rassegnati. Ma solo con la giusta mentalità. Azzeriamo tutto e prima facciamo i punti salvezza meglio sarà. Magari evitiamo solo dire che ne servono 40, giusto per evitare di avere poi un rilassamento. Facciamone il più possibile, sempre con quella voglia folle di sognare. Ma questo ruolo, lo interpreta alla perfezione il nostro mister. Stay hungry, stay foolish, diceva Jobs. Noi foolish lo siamo da sempre…