Il Verona ha rincarato gli abbonamenti. Un rincaro che ha provocato qualche malumore. Ci sono settori che hanno avuto un incremento di 80 euro in due anni. Un po’ troppo secondo me. E’ chiaro che la società applica la politica che vuole. Ma come abbiamo criticato Campedelli per il rincaro nel derby (a cui il Verona ha risposto signorilmente regalando il biglietto con l’Udinese), così dobbiamo rilevare che questo aumento porta a inevitabili polemiche in un momento in cui è veramente dura per tutti.
Inizio col dire che per anni abbiamo detto che il Verona è anche nostro. E quindi l’abbonamento è un po’ un atto di fede. Anche concreto. Siamo tutti bravissimi a parlare (e direbbe qualcuno a fare i froci col culo degli altri) ma dobbiamo rilevare che ogni volta che è stato chiesto un atto tangibile per l’Hellas Verona ci sono stati tanti discorsi ma pochi atti concreti. Prendete la vecchia questione dell’azionariato popolare. In tanti hanno detto di sì, ma poi, a firmare per 50 euro (tra l’altro virtuali) sono stati solo qualche centinaio di veronesi. Come si può allora abbinare ambizione della società e della piazza con la necessità di portare a casa soldi dagli abbonamenti? Qui bisognerebbe mettersi d’accordo. Si grida al prezzo esoso ma se poi andiamo a vedere quanto costa una partita (anche nei settori più toccati dall’aumento) si scoprirà che il calcio resta il divertimento più a basso costo del mondo.
Avendo una famiglia con bambini so cosa costa qualsiasi altro tipo di svago. Dal cinema a Gardaland. Devo dire che quello che mi costa meno resta il Bentegodi. In Curva a prezzo pieno una gara costa 13 euro. Per un ragazzo under 16, 6 euro. Per un uomo over 60, 10 euro. Ci sono ragazzi che il sabato sera in Piazza Erbe pagano 4 euro uno spritz. E non ne bevono uno solo… La mia famiglia va in Poltrone ovest. Mamma e due figli. Aumento totale di tutti e tre rispetto all’anno scorso: 80 euro. Molti, non moltissimi. Ci può stare.
So che a lamentarsi sono state le donne che acquistavano l’abbonamento con le famiglie. E’ stata tolta loro l’agevolazione nel pacchetto famiglia. I dati in possesso della società parlano di un’affluenza scarsissima da parte delle mamme. A questo punto la società ha deciso di alzare i prezzi anche per rispetto di chi paga per intero. In questo modo, dice la società, chi pagherà l’abbonamento a costo pieno andrà di più allo stadio. Io avrei tenuto il pacchetto famiglia com’era strutturato. Il pubblico del Verona del domani passa anche attraverso le famiglie che vogliono vivere la partita tranquillamente in un settore a loro dedicato.
Io credo che il vero grande problema del Verona sia la mancanza di un settore popolare. I parterre di una volta per capirci. Il calcio è uno sport trasversale che appartiene davvero a tutti. Tenere prezzi popolari, senza inseguire chimere inglesi dove hanno tagliato fuori la working class a beneficio di turisti asiatici e russi, non ha senso. Credo che il Verona debba battersi per riaprire quei settori. Gardini ci sta lavorando e novità sono attese a breve. Avere un parterre a 100 euro a stagione, massimo 150, credo sia una priorità per l’Hellas che è pronto anche ad accollarsi i costi dei lavori (mentre il Chievo, per ovvi motivi, si è chiamato fuori…). Questa è una questione che anche il Comune dovrebbe affontare al più presto, prima di tante altre.