L’ESERCITO DELLA SALVEZZA

Lo dicono tutti: il prossimo campionato sarà il più difficile. Si riparte da zero. Zero punti in classifica e società che cederà, giustamente, i pezzi migliori. Sogliano è atteso da un grande lavoro. Il ds è preoccupato, perchè non è facile trovare un nuovo Iturbe e il nuovo Romulo. Si cambierà molto, è il calcio moderno. Non c’è alternativa. Mi scapperebbe da dire purtroppo, ma alla fine, chi se ne importa? La cosa importante è che chi arriva venga qui a sputare sangue, a fare il professionista serio, che ce la metta tutta. Si riparte da zero punti in classifica, ne dovremo fare al più presto abbastanza per la salvezza. Siano 40 o 31. Basta farne uno in più. O meglio basterà farne il più possibile perchè solo attraverso il consolidamento il Verona avrà un futuro. La società, al contrario di molte altre, ha sempre pagato tutto. Irpef, Iva, stipendi, collaboratori, procuratori e dipendenti.  Altrove non va così. C’è chi per mesi non ha pagato gli stipendi ai propri dipendenti e che dovrà versare il prossimo anno molte rate di tasse non pagate. Il Verona, invece, non solo è una delle squadre più puntuali della A, ma ha anche estratto campioncini dalla propria rosa. Sta facendo un grande lavoro con i giovani. Ma ora ha la necessità di pianificare con calma il domani e per riuscirci deve restare il più a lungo possibile in serie A. Dico anche al presidente Setti e al ds Sogliano che ci aspettiamo giocatori all’altezza dopo le dolorose cessioni, ma sono certo che loro per primi non vorranno rischiare nulla. Verona ha un pubblico generoso che ha assorbito senza troppo mugugnare gli aumenti degli abbonamenti e non ha mai fatto mancare il proprio supporto. E’ questo pubblico che ha salvato la società quando alla guida si sono avvicendati farabutti e avidi uomini d’affari. Setti ha sempre fatto parlare i fatti. Sarà ancora così. Non ho dubbi.

GRAZIE DI TUTTO CAMPIONE

Foto dal Brasile. Sobral è un posto sperduto lontano dalla civiltà, gente povera, poverissima. In una hall di un’hotel, unica frontiera tra un mondo che lì  non esiste e una realtà fatta di stenti, Juan Manuel Iturbe saluta i compagni. Con il suo sorriso contagioso, la sua voce pungente e intelligente. Itu torna a casa. Non ha giocato un minuto in Brasile, e si capisce il perchè. Il Verona ha appena speso quindici milioni di euro per prenderlo, anche una banale distorsione sarebbe stata un dramma. E sia chiaro: Itu avrebbe voluto giocare perchè il Gaucho ha il sangue del guerriero. Visto con i nostri occhi: vuole vincere sempre, è un guappo dentro e quando in una chuurascheria dove ha mangiato la squadra si è alzato in piedi sulla sedia, e ha ringraziato tutti, i compagni e il mister, in mezzo ai sorrisi c’è stato anche qualche luccicchio negli occhi. E’ chiaro a tutti che Itu se ne andrà. Sono le leggi del calcio. E in questo c’è un’amarezza di fondo perchè vorresti che un giocatore del genere non se ne andasse mai dalla tua squadra del cuore. E’ stato comunque bello vederlo crescere, maturare, esplodere. E’ diventato a Verona un giocatore vero. Un campione. Avesse giocato un campionato così nella Roma o nel Milan potrebbe valere 50, 60 milioni. Il Verona neopromosso non ha ancora questa valenza e si dovrà “accontentare” di trenta milioni. Che sono tantssimi, un’operazione capolavoro di Sogliano che ha preso Iturbe a costo zero, in prestito e poi ha messo a segno l’affondo.

Itu con il trolley in mano ha preso il volo. Persino Toni s’è fatto un selfie con lui prima di salutarlo. Buon viaggio campione.

STIAMO LAVORANDO PER VOI…

Come avete visto anche per la prossima stagione Telenuovo sarà al fianco dell’Hellas Verona per darvi in esclusiva tantissime dirette ed esclusive. Intanto però abbiamo deciso di finire alla grande questa stagione che ci ha visto trasmettere per la prima volta nella storia della nostra emittente tutte le gare della Primavera e tutte le amichevoli estive.

In questi giorni mi trovo in Brasile dove sto cercando di acquisire i diritti di due delle tre gare che il Verona giocherà qui. Posso dirvi, che (grazie allo sforzo dell’editore di Telenuovo),  siamo a buon punto e che quasi sicuramente riusciremo a farvi vedere in diretta le partite con la Fluminense e con l’Icasa.

Uso il condizionale per il rispetto che ho nei vostri confronti e perchè stiamo facendo una corsa contro il tempo per superare tutti i problemi burocratici e tecnici che una simile faccenda implica per una televisione locale come Telenuovo.

Se, come penso e come spero, riusciremo a collegarci con il satellite sarà veramente una trasmissione storica. Vi ricordo che gli orari delle partite saranno in orario serale brasiliano e quindi orario notturno per voi che siete in Italia. Le gare si giocheranno alle 21 in Brasile, le ore 1 di notte in Italia. Conoscendo la “malattia” congenita di cui tutti noi soffriamo (credo si chiami hellasmania…) so che sarete tantissimi a seguirci.

Stavolta però vi invito davvero a seguirci con affetto e numerosi perchè per noi sarà veramente un test molto importante, anche per varare tutte le grandi novità che abbiamo in programma per la prossima stagione. E vi prego anche di usare un po’ di pazienza se ci dovessero essere problemi tecnici che in un frangente del genere si potrebbero presentare. Giusto per chiarirvi le idee, tivù nazionali preparano trasmissioni del genere con mesi d’anticipo. Noi stiamo facendo tutto in pochi giorni.

Ultima cosa, vi ricordo date e orari delle partite: il 3 giugno giocheremo contro la Fluminense alle ore 1 di notte.

Il 5 giugno invece giocheremo contro l’Icasa alle 1,30.

Ovvio che faremo opportune repliche delle gare in prima serata.

Stay-tuned…

VISTO? SOGLIANO E MANDORLINI SONO RIMASTI QUI…

12 marzo 2014: scrissi che Sogliano sarebbe rimasto al Verona. Sogliano è rimasto. 8 aprile 2014: dissi che Mandorlini sarebbe rimasto e Mandorlini è rimasto. In mezzo abbiamo letto e sentito di tutto e di più. Gli artisti della comunicazione che lavorano col copia e incolla e non con le fonti dirette, abilissimi con Facebook e Twitter ma incapaci di farsi ore sotto una sede (come ho fatto anche ieri sera per aspettare Mandorlini…), ci hanno rifilato di tutto.

Il problema è che il lettore si dimentica dopo un minuto delle troiate che legge. E non chiede più conto ai responsabili di questo tipo di informazione deresponsabilizzata del perché continuino a tirare fuori valanghe di cazzate. E’ tutto un riprendere, un retweet, un mi piace. Si chiama informazione virale. Che in pratica è: scrivo una puttanata sperando che mille altri babbei la replichino. Fatto questo, purtroppo, quella puttanata, diventa una notizia reale.

Ma a fare informazione vera sono sempre meno. Perchè costa: in termini di denaro e in termini di tempo. E’ più facile piazzarsi davanti ad un pc che farsi tre ore nel parcheggio di Hellas Kitchen aspettando Mandorlini, Setti e Gardini che escano. Non voglio darmi nessun merito particolare sia chiaro. Faccio un lavoro meraviglioso, che richiede tempo, dedizione e passione. Se non hai questa passione diventa un lavoro da impiegati, e anche di quelli barbosi. Le nuove generazioni, non sempre per colpa loro, sono sincero, non hanno fatto gavetta, non vivono la redazione, ritengono che la fonte sia Internet e non la realtà. Hanno però la colpa di creare un magma informativo senza senso in cui il lettore non si riesce più a raccapezzare.

La corsa al tweet anticipato e senza senso ha la meglio sulla notizia verificata. Ieri sera ero basito a vedere che per la firma di Mandorlini non c’era nessun giornalista ad aspettarlo tranne il sottoscritto e il mio operatore. Questo non è il modo di fare informazione. Lo dico per marcare una differenza. Non tutti sono così. E credo comunque, anche nella vostra capacità di giudicare chi vi rifila “panzane” solo per un mi piace in più e chi invece, con la presenza, con la costanza, con la passione fa informazione vera.

PERDETE PURE, MA NON IN QUESTA MANIERA

Purtroppo ne dobbiamo parlare. Perché ci sono partite e partite e perdere così contro il Napoli fa girare le scatole. Certo, ora si dirà: campionato eccezionale, etc etc… Per carità: nulla di dire. Se mi dicessero di firmare per farne un altro così l’anno prossimo firmerei immediatamente. Ma poiché nella vita (e nello sport a maggior ragione), c’è sempre da migliorare, bisogna pur parlarne. In troppe partite questo Verona è apparso in vacanza, un po’ svagato, con le gambe molli. Ogni volta che la tensione si è abbassata è successo qualcosa di analogo a Napoli. E questo non va bene: cosa significa? Che bisogna sempre incazzarsi per tenere alta la concentrazione? Abbiamo preso una caterva di gol, troppi. E’ un aspetto su cui ragionare per la prossima stagione. E’ vero che tanti ne abbiamo segnati e questo ha reso spettacolare questo campionato, ma credo sia riduttivo porre il problema in questi termini. La verità è che abbiamo preso imbarcate terribili e per fortuna che la classifica ci ha sempre fatto dormire sonni tranquilli. Secondo me sono aspetti su cui si deve lavorare. Perdere va bene, ci sta. Ma almeno sputando sangue. Nessuno qui ha mai fatto drammi quando abbiamo visto la nostra squadra impegnarsi al massimo ed uscire con le ossa rotte. Contro il Napoli non è stato così. Siamo andati a fare una gita a Posillipo e non abbiamo giocato. Questo è un atteggiamento che a noi veronesi, per mentalità, sta proprio sugli zebedei. Comprendiamo di più la scarsezza tecnica di un giocatore, magari mediocre, ma che ce la metta tutta, di una gara così. Non è il caso di fare drammi, per carità. Si sa cosa succede a fine stagione quando le motivazioni vengono meno. Ma perché il Napoli, che ha molta più classe dei nostri, e le stesse motivazioni (anzi, forse noi ne potevamo avere qualcuna in più…) ha corso il doppio? Ecco questo mi piacerebbe saperlo. Dopo di che: applausi, applausi, applausi. E’ stato veramente un campionato meraviglioso, oltre ogni aspettativa. L’Europa League ce la siamo mangiata noi con la regia di Mazzoleni. Ma, nonostante tutto, continuiamo a divertirci. E questo l’importante. Solo per dire da dove veniamo: il 9 maggio di quattro anni fa, perdevamo in casa contro il Portogruaro. Ogni tanto fa bene ricordarlo…

RICAPITOLANDO…

Una stagione da incorniciare. L’Hellas Verona ha fatto 54 punti (e non è finita…) ben 23 punti in più di quota 31 che sarebbe stata sufficiente per salvarsi!

Grazie al gioco ha portato un suo centrocampista alle convocazioni per il Mondiale. Ha portato un altro suo giocatore in vetta alla classifica cannonieri.

Si è permessa il lusso di cedere il suo pezzo pregiato a gennaio per sistemare i bilanci e permettere alla società di pagare Irpef e stipendi regolari.

Ha lanciato un ragazzo del ’96 in serie A.

Ha lanciato un campione che permetterà alla società di fare una plusvalenza di almeno dieci milioni di euro.

Ha il portiere che ha fatto più parate di tutti in serie A (157).

Ha permesso ad un suo giocatore di battere il record che resisteva da trentadue anni di segnature in serie A.

Ha riempito con statistiche in controtendenza rispetto a tutte le altre squadre ,il Bentegodi ogni domenica.

E’al quarto posto (appena dietro a Juventus, Napoli, Roma e Fiorentina) come media di gol fatti (1,6 a partita).

Ricapitolando… Questo campionato ce lo ricorderemo a lungo.

twitter @gvighini

E’ TORNATO L’HELLAS VERONA

Il sogno è sfumato. Contro la Lazio per colpa di Mazzoleni che ha fatto il delitto perfetto. Contro l’Udinese un po’ per colpa nostra. Ma fa niente. Questa è stata una stagione meravigliosa che ricorderemo a lungo. Nessuno di noi, francamente si immaginava di fare un torneo di questa portata. Un crescendo meraviglioso. Salvi al 2 marzo, un girone d’andata da favola, Toni, Iturbe, Romulo, i giovani lanciati, le partite epiche. Il 2-2 con la Juventus, il gol di Gomez, e lo stadio sempre pieno, fino all’applauso di oggi, tutti in piedi a salutare una squadra eccezionale. Il Verona è tornato e lo ha fatto nel migliore dei modi. So che Mandorlini voleva regalare alla città l’Europa League. Lo voleva lui, lo volevano Sogliano, Setti, Gardini. Abbiamo perso per strada qualche punto, qualcuno ce l’hanno rubato, ma resta la sensazione di una stagione sopra le righe. Il Verona ha costruito un gruppo solido e all’orizzonte ci sono già ragazzi che sapranno fare benissimo. La continuità è data dalla dirigenza, mai così competente. Mai venditori di fumo. Con realismo hanno creato attorno a Mandorlini e ai suoi ragazzi l’ambiente ideale. Il resto, se permettete lo abbiamo fatto ancora noi. Verona ha espresso una maturità allucinante, dribblando provocazioni e trappole, riempiendo lo stadio con quel suo tifo all’inglese che non ha paragoni in Italia. Da Balotelli, sbeffeggiato alla giornata numero 1, a Livorno, alla gara contro i napoletani, al derby contro i clivensi, è stato tutta una prova di maturità che ha preso per mano la squadra e l’ha portata sempre più in alto. Ho sempre detto che quando a Verona riusciamo  creare questa bolla, non ci sono preclusi i traguardi più alti. Davanti a noi si staglia adesso un nuovo campionato. Mandorlini resterà qui, con Sogliano e Setti. E Toni ci guiderà ancora. Non sarà facile. Ma il Verona è tornato. E questa è stata la notizia più bella dopo tutto quello che abbiamo passato.

MA SIAMO SICURI CHE GENNY ‘A CAROGNA SIA IL PEGGIO?

Probabilmente ora diranno che sono colpa sua anche le sparizioni degli aerei nel triangolo delle Bermude. Genny ‘a carogna prima è stato ritenuto l’unico interlocutore in grado di non far succedere un macello all’Olimpico, poi è stato accusato delle peggiori nefandezze. Ancora non s’è capito perchè gli hanno dato un daspo di cinque anni. Per aver fermato i napoletani sul piede di guerra? Per aver “trattato” con lo Stato che smentisce la trattativa? Per la maglietta? Possiamo avere pareri diversi su quella maglietta e sono troppo ignorante sui particolari di quanto è successo a Catania per esprimere un giudizio (Speziale libero?). Ma esprimersi a favore di un imputato in un processo non è reato. Può essere biasimevole, ma non è un reato. Sennò, come ha ricordato anche Mentana, dovrebbero dare un daspo anche al ministro dell’interno Angelino Alfano, che qualche mese fa manifestò al Palazzo di Giustizia a favore dell’imputato (ora condannato), Silvio Berlusconi. Alfano non era solo. C’era anche tutto lo stato maggiore dell’allora Forza Italia. Daspati tutti? E tutti i giornalisti, intellettuali, opinionisti che in questi anni si sono battuti per l’innocenza di Sofri (condanna definitiva per omicidio)? Tutti daspati come Genny a’ carogna? La verità è che l’Italia è il paese perfetto per Genny a’ carogna figlio di “Ciccione De Tommaso”, quest’ultimo affiliato ad un clan camorristico. Basta prendere i giornali di oggi. Un ministro arrestato perchè favoriva la fuga di un mafioso. Una cupola che truccava gli appalti per Expo 2015. Il presidente della Lega basket in manette perchè pagava in nero i giocatori di Siena.E’ sufficiente per dire che Genny a’ carogna non è il peggio di questa fetida Italia?

C’É DEL MARCIO IN QUESTO CALCIO

Dopo la rabbia c’é l’amarezza. E forse la rassegnazione. Per un calcio malato. Profondamente. Noi lo sappiamo bene. E non serve Mazzoleni a ricordarcelo. Mazzoleni é solo l’emblema di un sistema che ha in Genny ‘a carogna la sua massima espressione. In questo paese, oltre a mille altre cose, manca la cultura sportiva. Il fantastico Buffa raccontava che agli inglesi per 40 anni non é servito nemmeno l’arbitro per dirigere le partite. I calciatori inglesi erano cosí nobili che non avrebbero mai permesso che qualcuno barasse. Per questo non stesero Maradona quando giocó contro di loro e segnò partendo da centrocampo. Non sarebbe stato “leale”. Purtroppo a noi tutto ciò é sconosciuto. Siamo il paese di Macchiavelli, ma al Principe abbiamo sostituito Gennaro. Siamo malati dentro. Roma é una capitale infetta. I giochi politici hanno la prevalenza. Si preferisce uno stadio vuoto e per anni abbiamo tollerato che un presidente del consiglio avesse anche una squadra di calcio. E nessuno sa piú indignarsi, nessuno si dimette quando sbaglia: hanno la faccia come il culo, si ripresentano alle elezioni, anche se inquisiti, anche se con le fedine penali lunghe dieci chilometri. Non c’é dignitá, non c’é cultura delle regole, della legge. Il calcio é una parte di questo sistema malato, di questo paese allo sbando. Direte: tutto questo per un calcio di rigore inventato? Non la stai facendo troppo grossa? Puó darsi cari amici, puó darsi… Ma io non ci credo piú. Mi piacerebbe dirvi il contrario, pensare che sia solo un episodio, ma non ce la faccio. Per questo non sapevo cosa scrivere questa mattina, affinché questo post non diventasse un vuoto sfogatoio contro l’arbitro. Che ci resta? Come ho urlato ieri sera al cellulare dall’Olimpico, resta il nostro orgoglio di tifare Verona. Che non é una cosa da poco. Anzi… Credo stia diventando l’unico salvagente per non venire seppelliti dal sistema. E da Genny ‘a carogna…

5 MAGGIO 2002- 5 MAGGIO 2014: OGGI IL CERCHIO SI CHIUDE

Perchè il calcio, nonostante Genny ‘a Carogna, è bello? Perchè, nonostante tutto, offre continuamente la possibilità di risorgere. Anche dopo fallimenti sportivi e debacle amarissime. Quando dici 5 maggio ad un tifoso del Verona, il ricordo va subito a Piacenza, cinquemila supporters increduli sugli spalti del Garilli, a vedere dal vivo la più incredibile, pazzesca, traumatica retrocessione di sempre. L’Hellas di Malesani perse quella gara e finì in serie B. Mai quella squadra, prima di Piacenza, era stata in zona retrocessione. Nessuno, neanche nei suoi incubi peggiori, poteva immaginare quello che sarebbe successo. Men che meno quello che sarebbe successo negli anni successivi. Come se quella retrocessione avesse aperto il vaso di pandora. Il Verona finì anche in Lega Pro, rischió di sparire, nella migliore delle ipotesi, si prefigurava una fusione con il Chievo, vicinissima dopo che Martinelli prese l’Hellas. Dodici anni dopo, sembra pazzesco, il Verona di Mandorlini si gioca l’Europa all’Olimpico. Dopo aver calcato campi indegni, sempre con un seguito di tifosi incredibile, la squadra, comunque vada con Lazio, chiude oggi un cerchio. E questi 12 anni saranno ricordati solo come il momento più alto dell’orgoglio gialloblù.