Archiviata la gara contro il Chievo, giocata con classe dalla società durante la settimana, e con grinta e cuore dalla squadra in campo, ora questo meraviglioso Verona può finire alla grande questo campionato. La squadra di Mandorlini, superato lo scoglio dei 40 punti, ha ripreso a volare. La gara con il Chievo non ha avuto storia, tanto è stata superiore la qualità dell’Hellas, messa davanti alla pochezza tecnica della formazione di Corini. Forse un solo piccolo appunto: questa era una gara da vincere almeno 3-0. C’è da dire comunque che Agazzi è stato il migliore dei pandorati. Ora c’è la Fiorentina. E il Verona, questo meraviglioso Verona di Mandorlini, non finisce più.
E ORA IL CHIEVO
Dov’è la verità? E’ questo il vero Verona o quello delle altre quattro partite? Io credo che per tutto quello che abbiamo visto in questo campionato, il Verona sia più simile a questo. A patto che tenga attaccata la spina, che la tensione della settimana sia elevata, che il tenore degli allenamenti non si abbassi. Se dopo quattro gare brutte (pessima col Cagliari) l’Hellas torna a questi livelli vuol dire che l’anomalia era quello precedente. Cosa è successo? Appagamento e rilassamento le parole più gettonate. Ora però il campionato non è finito. All’orizzonte si staglia una partita che, soprattutto per le nuove generazioni rappresenta molto. Ho constatato l’amarezza per la sconfitta contro il Chievo nel match d’andata e ho capito che per una fascia di tifosi del Verona, quella che non ha mai visto il Verona in A e che ha subito in questi anni gli sberleffi dei clivensi, è una gara molto sentita. Per loro, per regalare una gioia ad un popolo che ha accettato anche il folle prezzo imposto da Campedelli per questa gara, il Verona deve ora, dopo questa brillantissima prova contro il Genoa, mettere la ciliegina sulla torta.
METTIAMO IL PARACADUTE PER FAVORE
Un tonfo che preoccupa. La caduta del Verona è senza fine. L’involuzione è preoccupante. Sembra davvero che il campionato sia finito. Non pensavo andasse così. E mi dispiace. Questo Verona aveva veramente la possibilità di entrare nella storia con un grande piazzamento. Invece ora facciamo fatica a fare anche le cose più semplici. Il Cagliari poteva vincere 2 ma anche 3-0. E nascondere questo sarebbe nascondere la verità. La risposta veronese è arrivata tardiva, e forse nemmeno è arrivata. La gara con il Cagliari a mio avviso è stata anche peggiore di quella contro la Sampdoria. Purtroppo anche l’ultimo appiglio, quello dei giovani che avrebbero dovuto portare stimoli e forze fresche è crollato. Non so dove stia la verità. Spero nel mezzo perché se questo fosse il vero Verona, temo che se avessimo preso un’imbarcata prima avremmo fatto fatica a salvarci. E’ inutile fare qui la lista di proscrizione di chi ha deluso in Sardegna. Spero nella società, in Setti, in Sogliano e naturalmente in Mandorlini. Apriamo il paracadute e freniamo questa caduta. Prima di farci male.
IL CARTELLO DI NONNA PINA
Non so chi possa aver attaccato quel foglietto a Peschiera del Garda. Può essere stato chiunque, anche nonna Pina… Ma parlare di squadra contestata per un A4 scritto a penna con qualche frase che scimmiotta il linguaggio degli ultrà mi pare francamente grottesco.
Le contestazioni a Verona le conosciamo benissimo (purtroppo). Ne abbiamo viste di tutti i colori. Me ne ricordo una molto dura (evocata proprio in questi giorni) dopo il 6-0 di Avellino con la squadra che attaversava la strada all’antistadio e molte scarpate in culo che volavano. Un’altra (fantastica per coreografia), a Pastorello con uova che transitavano ovunque e gente che andava al Migross dello stadio a prendere carrelli di altre “munizioni”. Meraviglioso esempio di ribellione della gente alla protervia e all’arroganza ma pure folcloristico come Pastorello che con il solito aplomb schivava le uova sul piazzale dello stadio.
Ecco… Mi pare che oggi contesto, persone, classifica, squadra, società siano molto molto molto lontani da quel momento. Parlare di contestazione mi sembra un filino indecente. Siamo arrabbiati, tanto, per l’umiliante 5-0 di Genova e ci attendiamo pronto riscatto. Ma per favore, restiamo aderenti alla realtà. Capito nonna Pina?
COME USCIRE DA QUESTO LOOP NEGATIVO
Siamo dentro un loop negativo. Vuoi l’appagamento per i 40 punti, vuoi un calo fisico, ma il Verona non è più quello di un mese fa. La gara con la Sampdoria, si spera, sia il punto più basso di questo torneo. Bisogna essere equilibrati nell’analisi. Nessuno qui sta dicendo e non lo dirò io, che il campionato dell’Hellas non sia stato eccezionale fino ad oggi. Tutti noi abbiamo apprezzato quello che ha fatto il Verona, una salvezza ottenuta con largo anticipo, frutto di gioco divertente e di grande applicazione.
Raggiunti i 40 punti, abbiamo spostato l’asticella verso altri obiettivi. Ce la giochiamo a viso aperto abbiamo detto. Da quel momento abbiamo pareggiato colo Bologna e perso con Parma, Inter e Sampdoria. Ma soprattutto, la sensazione è di aver smarrito qualcosa per strada. Prendiamo gol assurdi, dormite colossali, errori individuali. Il gioco, senza Jorginho non è più quello.
Nonostante in quel ruolo ci siano tre giocatori come Donati, Donadel e Cirigliano. L’attacco non segna più. Sfortuna e appannamento hanno colpito Toni e compagni. Per uscire da questo loop negativo e dare ancora un senso al nostro campionato ora, a mio avviso, non c’è che una strada. Appurato, dopo il 5-0 di Genova, che questo gruppo ha dato il massimo, Mandorlini ha il dovere di cambiare.
Di mettere energie fresche e nuovi stimoli dentro una squadra che forse si è spremuta oltremisura. In queste nove partite è imperativo categorico vedere ancora Sala, Cirigliano, Pillud, Marques e Rabusic. Primo per determinare se possono essere utili il prossimo anno, secondo per dare qualche stimolo a una squadra che mai come oggi appare spenta con l’interruttore sull’off. E’ l’unico modo per uscire da questo loop negativo. Altrimenti dovremo assistere a nove gare in cui le sconfitte (tipo Genova) andranno a rovinare un campionato che poteva restare nella storia.
TONI…AMOCELO STRETTO
Spero che Luca Toni dedichi un altro anno al Verona. E’ stato fantastico vedere e lavorare con un campione del genere. Mai una parola fuori posto, il sorriso sempre stampato sulle labbra, una professionalità straordinaria. E’ stato amore a prima vista tra Luca Toni e Verona. Non serve dire tante parole quando c’è questo feeling. E’ come se Toni avesse sempre giocato qui. Toni è stato il simbolo della nostra rinascita, ci ha fatto sentire importanti dopo gli anni di Morante, Ferrante, Da Silva e compagnia bella. Ma noi abbiamo visto anche Nanu, Paolo Rossi, Elkjaer, Zigoni, Bui, Penzo, Inzaghi, Mutu. E dunque Toni ha riallacciato i fili con il nostro passato, quello più nobile e di successo. Ora si parla di un suo calo. Io non ci credo. Toni ha ancora tanto da dare al Verona. Per prima cosa deve battere il record di segnature in A che è lì ad appena due gol. E poi all’orizzonte c’è sempre la nazionale. Ma se non dovesse andare in Brasile, Luca sa che qui sarà sempre il NOSTRO bomber. E che alla fine, per noi veronesi, la nazionale si chiama Hellas…
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CHE SENSO HA?
Campedelli è liberissimo di alzare i prezzi. Il Bentegodi quando gioca il Chievo è casa sua. Avrebbe potuto anche mettere le Curve a 100 euro se avesse voluto. Non è questo il problema. Chiedo però che senso ha tutto questo: Campedelli cerca un facile incasso, visto che spesso quando gioca il Chievo gli spalti sono deserti e che anche la campagna abbonamenti (dati mai comunicati) pare non essere andata benissimo (nonostante i prezzi, in questo caso quasi da saldo…)? Beh di questi tempi e con la crisi che morde le caviglie della gente, dubito che un ragioniere attento come il presidente del Chievo potesse sottovalutare il fatto che in molti non andranno alla gara. L’incasso non ci sarà (a parte i 30 euro della Curva, la Tribuna superiore è a 45…) e lo stadio presenterà i soliti imbarazzanti vuoti quando gioca la squadra di Corini. Ed allora? Si tratta di un dispetto? Di una provocazione? Al Verona? Ai suoi tifosi? Alla città? Non riesco davvero a capire. Ma come ho scritto ieri sera su twitter, Campedelli pare sempre di più il bimbo ricco che si porta via il pallone quando perde la partita.
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SE TONI VIENE MASSACRATO
Abbiamo sempre detto: ci sta di perdere ma la squadra deve dare tutto. Il punto è questo: ha dato tutto con Parma e Inter? Rivedo con calma le due partite. Col Parma due gollonzi e un secondo tempo buono. Con l’Inter la possibilità di riaprire il match (gol di Moras sbagliato) e un finale orgoglioso (doppio miracolo di Handanovic). Troppa gente si fa condizionare dal risultato. Io non ho visto un Verona senza motivazioni. Ho visto un Verona che se l’è giocata a viso aperto ed ha perso. Avessimo 21 punti, sicuramente queste due gare le avremmo giocate con spirito diverso, magari facendo barricate. Fareste cambio? Io no. Mi tengo i 40 punti e la salvezza a marzo con la possibilità di programmare il futuro, di testare i giovani (visto Sala?), di intavolare con calma trattative e rinnovi. Certo, è un peccato fallire il salto di qualità. Credo che questa squadra abbia ancora delle risorse ed è giusto mantenere alta la richiesta di onorare il campionato. Sarebbe un peccato essere stata la rivelazione del campionato e finire male la stagione.
Sono assolutamente in linea con quanto detto da Mandorlini su Luca Toni. Per primo ho denunciato il cambio di atteggiamento degli arbitri nel valutare i falli sul nostro attaccante dopo le parole di Leonardi. Toni va tutelato. E con lui va tutelato il Verona. Lascio stare l’episodio del rigore (per me c’era, Ranocchia lo aggancia non una ma due volte) tanto qui siamo nel campo dell’opinabile e basta che tre moviolisti decidano che non c’è per condizionare l’opinione pubblica (e quello su Montolivo era rigore? E la mano di Vidal a Genova è rigore e a Verona no?). Non è questione di essere “piangina”. E’ questione di non essere “mona”. E qui non lo siamo. Ok, il Verona è salvo, ma gli arbitri non devono danneggiarci per questo. Toni viene sistematicamente fermato usando di tutto: braccia, gomiti, spalle, botte. Siccome è alto quasi due metri gli danno sempre contro. Non è giusto. Fermato Toni (in quel modo) al Verona viene impedito di giocare. Anche per questo Mandorlini deve cercare una soluzione alternativa (le due punte? il trequartista?). Le squadre avversarie ci conoscono di più, preparano la gara bene e sanno che fermato Toni (in modo lecito o illecito) il Verona perde tanto potenziale.
Si torna a parlare della questione Jorginho. E’ chiaro che il Verona ha perso tantissimo cedendolo. Credo che la società lo abbia venduto proprio per i punti fatti e perché la salvezza era acquisita. Abbiamo sempre detto che dal punto di vista razionale/economico quella cessione andava fatta, ma che dal punto di vista sportivo era un peccato. Attenzione però: ora questo argomento rischia di diventare un alibi. Jorginho è un ottimo giocatore ma non Messi. Lì ci sono tre giocatori con caratteristiche diverse ma che tante squadre si sognano. E’ ora che facciano vedere il loro valore. Fino ad oggi, purtroppo, non l’hanno fatto. E Jorginho non c’entra.
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RAGAZZI, NON ROVINIAMO TUTTO
Io non ho visto un Verona in vacanza contro l’Inter. La squadra m’è piaciuta, ma come a Parma abbiamo preso due gol frutto della svagatezza. La partita è stata buona, vedo giocatori che ancora s’impegnano, ma che forse hanno tolto il coltello dai denti e a volte impugnano un ago per ricamare. La fame non può essere quella di inizio stagione ma adesso questo campionato va onorato fino in fondo. E’ un obbligo non solo da affermare nelle interviste, ma anche nei fatti. Questo è un campionato eccezionale, ma non va rovinato con prove mediocri. C’è ancora il tempo e le gare per non cadere nel grigiore.
“CONDANNATI” A STUPIRE SEMPRE
Non sarà facile trovare ad ogni stagione un Toni su questi livelli, un Iturbe o un Romulo. Ma il Verona lo dovrà fare. Perché sarà sempre condannato a stupire come ha fatto in questa stagione. Certo, è ovvio, la salvezza viene prima di tutto. Ma, diciamocelo chiaro: solo con campionati di questo livello si riesce a innescare un meccanismo virtuoso per le casse della società.
La sfida che attende il Verona è difficile e affascinante. Mettere insieme equilibrio di bilancio e risultati. Ogni anno ci saranno cessioni dolorose. La speranza è che la squadra non venga ribaltata come un calzino. Ma queste cessioni ci saranno solo davanti a campionati monstre come questo. La mediocrità non si coniuga con l’interesse mediatico e con la valorizzazione dei giocatori. Esempi ne abbiamo sotto gli occhi ogni giorno.
Se il Verona ha attirato tanto interesse è perché sta disputando un campionato eccezionale. Che ha messo in evidenza Jorginho, Romulo, Iturbe, i più spendibili sul mercato, ma anche tanti altri da qui alla fine (si spera). Per questo Setti non si potrà mai accontentare solo del piccolo cabotaggio (tipo il Chievo, giusto per fare un esempio).
Il Verona è condannato, per questo, a stupire sempre. Ma anche a crescere. Il programma è ambizioso. Il consolidamento porterà ad avere giocatori di proprietà, le plusvalenze saranno sempre più importanti, e man mano che gli anni passeranno, il Verona potrà alzare il tiro degli obiettivi. L’unico baluardo che non si potrà MAI superare sarà il monte ingaggi. Perché nel calcio una stagione storta può sempre capitare e a quel punto bisognerà accendere tutti i paracaduti possibili per non cadere nel vuoto.
Essere partiti al primo anno di A in questa maniera è qualcosa di eccezionale, vorrei ribadirlo ancora una volta. La plusvalenza di Jorginho, quella di Iturbe e (forse) quella di Romulo, permetteranno al Verona di abbreviare la strada verso il consolidamento. Ma il prossimo anno sarà, in assoluto, il più difficile. Perché non avremo perso ancora del tutto il ruolo di possibile contendente per la salvezza, ma non ancora assunto quello di una media grande. E tutti si aspetteranno di bissare questa stagione. Servirà pazienza, abilità e fortuna.