LA CHIAREZZA DI SOGLIANO

C’è un aspetto di Sogliano che apprezzo più di tutto. La chiarezza. Con noi giornalisti e con i giocatori. Sogliano ha metodi sbrigativi, appare anche un po’ burbero, in realtà è un professionista che sa benissimo che non si può ammettere il “grigio” soprattutto quando si lavora in una società come il Verona, con un budget limitato e con l’imperativo categorico della salvezza. Sogliano ha voluto chiarezza con Mandorlini che è uscito molto rafforzato e legittimato dal confronto. Ma ancora prima chiede questa chiarezza ai giocatori che dovranno vestire il gialloblù. Per questo Sogliano “testa” personalmente le motivazioni. Ha voluto parlare con Toni prima di ingaggiarlo per verificare “a pelle” che sensazioni gli trasmettesse il vecchio bomber. Nonostante non ami giocatori anziani e ormai a fine carriera, Sogliano è rimasto colpito da Toni e dal suo entusiasmo. Sarà arruolato nel Verona. Viceversa non arriverà nessuno che ingaggi un tira e molla. Sogliano non sopporta il gioco al rialzo, sa cosa può offrire il Verona non si discosta da quell’offerta. Chi viene a Verona deve farlo perché è convinto della piazza, della società, dell’ambiente. Se uno comincia con i dinieghi e i “ni”, viene subito scaricato dal ds. E’ un modo di fare che mi trova d’accordo. Meglio una truppa che non sia eccelsa dal punto di vista tecnico, ma che abbia nel dna la battaglia, che “giocatori-fenomeni” che vengano qui a svernare.

BATTAGLIE VERE E BATTAGLIE FIGURATE

Da sempre il calcio è un guerra figurata. Desmond Morris, sociologo inglese, descrive una partita di calcio come se fosse una battuta di caccia in cui il pallone è una preda e le due squadre, tribù che voglio catturarla. L’oplita greco che il Verona ha scelto per la propria campagna abbonamenti rimanda a questo immaginario. Una guerra figurata, perchè quella che ci aspetta il prossimo anno è una lunghissima battaglia.

Lo sport è questo: una guerra con regole precise in cui uno dei contendenti deve prevalere sull’altro. E in cui a fine gara, così dovrebbe essere, il migliore vince. Tutto deve avvenire dentro al campo di gioco. Gli inglesi, padri dello sport, ritengono lo stadio e il suo terreno sacro e inviolabile. Giustamente. Pensare di spostare la “battaglia” fuori dal rettangolo di gioco è qualcosa che non ho mai capito. Se mi identifico con la mia squadra di calcio, se accetto le regole, perché io devo ingaggiare una battaglia parallela ed esterna al terreno di gioco, a quelle regole?

Considero il calcio lo sport più bello. Quello che riesce più di ogni altro a identificarsi con la vita e le sue battaglie. Forse l’unico sport in cui anche uno 0-0 può essere meraviglioso, dove i campioni sono Maradona e Messi, due nanetti di pochissimo appeal fisico, dove può vincere il più furbo e non solo il più forte, dove la fortuna, proprio come nelle nostre esistenze gioca una parte affascinante e imperscrutabile. Troppo bello per essere rovinato con altre battaglie.

Mio modesto parere.

 

SOLO SALVEZZA

Mi sento di dirlo oggi che siamo appena a giugno. Il prossimo campionato sarà il più importante di sempre. C’è il bisogno di consolidarsi, c’è la necessità di dare vita a una nuova fase. Il primario e unico obiettivo del Verona deve essere quello della salvezza. Nè vincere il derby con il Chievo nè arrivare davanti a loro, nè altri pensieri devono essere oggi percorsi. E’ importante che l’ambiente sia consapevole di questo. Il Chievo è in serie A da undici anni. Tranne una parentesi che lo ha visto vincere alla grande un campionato di serie B, ha acquisito mentalità e si è dato una struttura che il Verona non ha. Dobbiamo ammettere questo, per essere realisti e avere una chance. La serie A è un altro pianeta, come dice Sogliano è “un altro sport”. Se non combatti sempre con il coltello tra i denti, se l’attenzione non fosse massima da mattina a sera, se tutti gli allenamenti della settimana non fossero fatti al cento per cento e soprattutto se le polemiche vuote e fatue come quella sulla terza maglia avessero il sopravvento, faremo poca strada.

Il Verona ha il vantaggio di aver visto in faccia la terribile realtà della Lega Pro. E’ stata una traversata nel deserto che forse ha allontanato per sempre il peso di aver vinto lo scudetto. Quell’impresa, sensazionale e storica ha sempre terribilmente condizionato la nostra percezione. Nulla era in confronto a quella fantastica cavalcata. Tutto veniva sempre rapportato ai tempi, irripetibili e magici, di Osvaldo Bagnoli. A mio avviso la Lega Pro ci ha riportato sulla terra, ci ha fatto apprezzare vittorie che non avremmo mai apprezzato se non avessimo visto la morte (della società, intendo…) in faccia.

Per questo vorrei dire a tutti di viverci questa A con entusiasmo, cercando di andare alla sostanza delle cose (il risultato) e abbandonando il pettegolezzo. Sarà durissima, credetemi e dovremo essere veramente bravi a gestire sconfitte e momenti difficili. Anche dal punto di vista comportamentale servirà un’attenzione massima. Ci aspetteranno al varco, con provocazioni e trappole mediatiche. Le hanno tentate tutte anche quest’anno e qualche volta ci siamo finiti dentro come babbei. Ecco, spero che la lezione sia servita…

I TAFAZZI GIALLOBLÙ

Posso scrivere con meno eleganza stilistica di Francesco Barana che molti tifosi del Verona hanno la capacità sadica di martellarsi da soli gli zebedei? Resto basito davanti alle sterili polemiche sulla terza maglia. Barana sproloquia persino parlando di crisi d’identità e simboli perduti. Perdonami Francesco ti reputo molto più intelligente di questa ovvia banalità che pare più un rigurgito da no global no tav no multinazionali no a tutto, che una seria e approfondita analisi. Tralascio per noia il commento puramente estetico. A me la maglia piace e non mi ricorda nessun ventennio. Dico solo che mi aiuta a sembrare più magro e questo mi pare già un buon motivo di apprezzamento. A parte gli scherzi,vorrei ricordare a Francesco che la crisi d’identità era molto più sentita nel 2005 quando Pastorello latitava e la squadra partì all’alba per il ritiro, o quando Cannella faceva la guerra a Ficcadenti appoggiato da chi oggi punzecchia Setti. Vorrei ricordare a tutti che siamo in serie A e che si potrebbe anche trovare piacere in questo e non necessariamente dal martellarsi sempre e comunque le palle.
Ps: a qualche maligno forse invidioso del fatto che Telenuovo sta seguendo la crociera dell’Hellas volevo far sapere che il mio biglietto e quello dei due tecnici che mi seguono è stato regolarmente pagato dalla mia azienda che ha deciso di tenervi aggiornati per un’intera settimana su questa inedita e simpatica iniziativa.

MANDORLINI 3, L’EVOLUZIONE DELLA SPECIE

Il primo Mandorlini fu quello che prese in mano la squadra, l’ambiente e la città. Un leader che trascinò una squadra senza anima e senza obiettivi in serie B. Quel Mandorlini continuò l’opera sfiorando la serie A. Sempre in sella al suo destriero, pronto a sferrare stoccate a destra e a manca, una specie di Zorro notturno che compensava alla mancanza di peso politico con scorribande e veloci blitz. Questo Mandorlini ha lasciato il passo a quello di “governo” dell’ultimo semestre. Un Mandorlini che pian piano ha capito che Zorro doveva mettere il mantello in soffitta per lasciare posto solo al grande professionista.

Già, perché nessuno lo dice, ma Mandorlini ha soprattutto dimostrato in questi mesi di essere un buon allenatore. Idee chiare, identità, gioco, equilibrio della squadra. Ed è questo che dovrà essere il Mandorlini 3, quello che Sogliano ha scelto per continuare a guidare il Verona.

Dopo le 48 ore di riflessione, Mandorlini è più forte di prima. Certo, i guastatori di professione hanno già iniziato la litania, incassata loro malgrado la conferma del mister che fino a 10 ore prima loro avevano dato sulle panchine di mezzo mondo. E’ rimasto ma la fiducia è a tempo… E’ rimasto ma Setti… E’ rimasto ma verrà esonerato… Poveri loro: non hanno veramente capito come funziona. Questo tentativo di dividere affinché loro possano imperare con le loro idee e le loro tesi è stucchevole. Io non voglio invocare ogni volta che dovrebbe essere solo il bene del Verona la stella polare che ci dovrebbe guidare. E se Mandorlini non ha fatto in questi tre anni il bene del Verona ditemi chi lo ha fatto.

Ma non posso dimenticare la società. Ho scritto e lo sostengo con coerenza che la pausa di riflessione è stata una cosa buona e giusta. E che avremmo dovuto rispettare Sogliano e Setti anche se non avessero confermato Mandorlini. E’ una questione di mentalità. Ho rabbrividito negli scorsi giorni quando qualcuno ha scritto anche in questo blog “se non resterà Mandorlini non farò l’abbonamento”. Possibile che in questi anni certa gente non abbia capito nulla? Possibile che non si sia capito che il Verona ha resistito a Cannella, Galli, Lancini e compagnia cantando e resisterà anche se l’allenatore più amato dopo Bagnoli se ne dovesse andare?

Ora Mandorlini ha una terza vita a Verona, che potremo definire un’evoluzione delle altre due. Andrea ha l’occasione più importante della sua carriera. Una carriera che in serie A, per un motivo o per l’altro non l’ha ancora consacrato. Può farlo senza gli eccessi che ne hanno condizionato alcuni passaggi della sua vita (spesso per eccesso di generosità, qualche volta per ingenuità a volte per spirito goliardico…) e che lo hanno pesantemente penalizzato. Semplicemente facendo quello che gli riesce meglio. Allenare una squadra di calcio.

IL VOSTRO FORNAIO DI FIDUCIA

Il 26 marzo alle ore 10.14 chiudevo così un mio post: “Infine: giusto per spegnere altre mille cazzate che leggeremo da qui alla fine dell’estate. Vi posso assicurare, al cento per cento, che se il Verona andrà in serie A, l’allenatore dell’Hellas sarà ancora Mandorlini. Vedremo chi avrà ragione… Così almeno potrò dire, una volta, che io l’avevo anticipato…”

Non voglio oggi fare lo sborone, dicendo che io l’avevo detto e scritto in tempi non sospetti. Non appartiene alla mia indole. Voglio solo farvi riflettere. Perchè da quel 26 marzo a oggi ne abbiamo lette e sentite di tutti i colori. In questi anni sono proliferati molti siti e questo, badate bene, è un toccasana per l’informazione. Ma ciò ha anche creato molta confusione e posto voi lettori in una posizione assolutamente diversa. Oggi voi avete molta più responsabilità quando scegliete sul web cosa leggere. Non è più possibile essere lettori “acritici”. Dovete responsabilmente scegliere quel fornaio che vi dà più fiducia.

Questa settimana Tggialloblu.it vi ha offerto queste informazioni: E’ stato il primo in assoluto ad annunciare che Sogliano, Setti e Mandorlini si prendevano le 48 ore di riflessione. E’ stato il primo a dire che Mandorlini era in vantaggio sugli altri concorrenti, il primo ad annunciare che Mandorlini sarebbe rimasto. Vuol dire che siamo i più bravi? No, per carità, dio ce ne liberi e scampi. Voglio dire solo che qui svolgiamo il nostro lavoro con scrupolosità e attenzione, vagliando le notizie e le fonti, partecipando a tutte le conferenze stampa di persona, fidandoci delle persone che ci danno le informazioni.

Non è facile neanche per noi: vi svelo un gustoso retroscena dell’altro giorno, quando Gazzetta.it, ha rilanciato (ciccando clamorosamente) che Mandorlini se ne sarebbe andato firmando un biennale per lo Spezia. Il nostro direttore, con la solita incredibile passione, è arrivato da noi, facendoci notare la cosa, quasi chiedendoci di rilanciare anche su Tggialloblu.it la notizia. Lo abbiamo gentilmente mandato a quel paese: fedeli alla nostra linea, alle nostre fonti e alle notizie che avevamo.

Oggi siamo felici per due motivi. Perchè Mandorlini resta sulla panchina dell’Hellas e perchè ci siamo dimostrati un fornaio affidabile.

Per questo, alla vigilia del calciomercato, vi chiedo un piccolo favore che mi pesa assai, essendo liberale di concezione. Evitate di linkare su questo blog che vanta migliaia di lettori, articoli di altri siti che sono residuali come la mozzarella light (0,1 per cento di grassi…). Mi sono un po’ rotto di dare ribalta e pubblicità gratuita a chi ha scelto di fare informazione senza verifiche e senza controllo. E fidatevi un po’ di più del vostro fornaio di fiducia…

LA DIFFICOLTA’ DI SCEGLIERE

Questa è una di quelle volte in cui io non vorrei essere nei loro panni. Setti e Sogliano si stanno prendendo una bella responsabilità Da una parte c’è da decidere se tenere o meno Mandorlini. Cioè l’allenatore più vincente dopo Bagnoli degli ultimi anni. Dall’altra, se prenderanno una strada diversa, dovranno accompagnare allo sfinimento il nuovo allenatore.

Le cifre e le statistiche sono sproporzionatamente a favore di Andrea. A guardarle non ci dovrebbe essere neanche bisogno di star lì a riflettere.

Invece, credo giustamente, che la società ci stia pensando. E dico giustamente perchè è “giusto” che una società faccia le proprie valutazioni e che “senta” quella scelta come propria e non imposta dalla piazza. Non è un passaggio di poco conto e ci fa capire come le cose siano cambiate in casa Hellas.

Fino ad oggi, in tanti, ci siamo affidati al “condottiero” L’abbiamo fatto per l’assenza di una società strutturata, perchè non c’era altro a cui aggrapparsi. Singolare che nell’Hellas negli ultimi anni l’allenatore sia sempre andato in conflitto con la società. Prandelli contro Pastorello (e due fazioni), poi Malesani contro Pastorello (e due fazioni), Ficcadenti contro tutti (prima contro Pastorello poi contro Cannella) e altre fazioni. Come se Capuleti e Montecchi non avessero mai finito di esistere.

Mandorlini ha straordinariamente surrogato l’assenza di organizzazione del Verona di Martinelli. Fece le veci del direttore generale e del ds, si prese responsabilità non sue, denunciò e si espose. Quel Mandorlini oggi non può più esistere. E’ la logica di un’azienda. A cui il tecnico quest’anno ha cercato di adattarsi e l’ha fatto anche bene (personalmente mi ha stupito, dico la verità). Ora però è il momento di stendere sul piatto tutte le analisi. E’ questo il momento, non agosto quando inizierà il campionato.

Se Mandorlini se ne andasse sarei veramente dispiaciuto. Ma capisco Setti e Sogliano che avranno compiuto questa scelta. E tifando io per il Verona, giudicherò il nuovo allenatore (se ci sarà…) solo per quello che vedrò in campo. E non come successore di Andrea Mandorlini.

L’IMPORTANZA DI UNA SOCIETA’

E’ anni che a Verona non c’era una società così forte e così organizzata. Bisogna andare a tanti anni fa. Ma tanti. Ci aveva provato la famiglia Mazzi, ma il tentativo non riuscì proprio con il buco. Forse solo Alberto Mazzi aveva capito veramente come funzionava il giocattolo. Poi venne Pastorello. Al quale non si può imputare di non aver conosciuto bene la materia. Ma quella gestione era troppo personalistica e troppo incistata di interessi personali che erano molto lontani dal bene comune, cioè l’Hellas Verona. Il resto, lo sapete. Anche Martinelli ha peccato sotto questo punto di vista. Non per colpa sua. O non solo per colpa sua. Tutti i suoi sforzi sono stati tesi a uscire dalla Lega Pro e a sanare i buchi. E l’ha fatto da grande dirigente. Poi, quando ha capito che il salto di qualità gli era impossibile, ha ceduto la mano. Ed è a questo punto che è arrivato Setti con la sua squadra. Avevo scritto che avremmo giudicato il nuovo proprietario dai fatti. La perplessità e lo scetticismo erano il frutto di tante, troppe fregature. Troppa gente che aveva parlato di progetto, troppi farabutti che si erano avvicinati al Verona, troppi avventurieri che hanno quasi distrutto l’Hellas. Non potevamo aprire una linea di credito a Setti, senza prima aver verificato le sue intenzioni. Setti ci ha conquistato. Ha messo gli uomini giusti al posto giusto, ha portato grandi professionisti e da lì in poi la strada si è fatta per forza in discesa. Per questo oggi dico che la prospettiva è cambiata e anche noi ci dobbiamo abituare a questo cambiamento. Avere una società forte vuol dire fidarsi. Fidarsi delle scelte di Sogliano, del presidente, dello staff. Sicuri che stanno lavorando per il bene del Verona e non per loro stessi. Lo hanno dimostrato in questo anno, in cui hanno passato mille difficoltà. Per una volta non ci sono da difendere i singoli ma tutto il Verona, certi che finalmente tutti remeranno dalla stessa parte. E’ una bella novità.

IL FUTURO

Purtroppo il presente e il passato non contano. Oggi è già tempo di pensare al domani. Raggiunta la serie A con l’apoteosi della festa in Piazza Bra, il Verona deve progettare il suo futuro. Manchiamo dalla serie A da 11 anni, un tempo abissale. Pensavo ieri sera che ci sono generazioni di giocatori che praticamente non abbiamo mai visto giocare dal vivo in questi 11 anni. Il Verona sarà una matricola in tutto e per tutto. Dovrà costruirsi una mentalità e in questo servirà un aiuto fondamentale dai propri tifosi. Quello che abbiamo vissuto in passato, questi 11 anni, devono essere un monito continuo su quello che può rappresentare uno scivolone in serie B, soprattutto se non sei consolidato a livello societario. L’altalena dalla A alla B e viceversa è sempre più frequente. Per questo, per la società, per Setti, per tutti noi, l’imperativo categorico e assoluto deve essere solo uno: la salvezza. Da perseguire attraverso partite gagliarde, orgogliose, attente. Il futuro si pianifica adesso, il tempo di passare qualche giorno e la società dovrà partire con i suoi nuovi progetti. Setti è un piccolo-medio imprenditore che cercherà di fare il meglio possibile. Ci saranno uno/due sacrifici importanti, ma prima di tutto, questo è chiarissimo, bisogna scegliere il tecnico che guiderà il Verona in serie A.

La società, per quello che ha fatto, si merita di riflettere serenamente. Sapete a che cosa mi riferisco. C’è la questione Mandorlini sul tappeto. Mandorlini non è stato scelto da Setti e da Sogliano. O meglio: è stato scelto solo in parte. Ma durante la stagione è nato un rapporto, anche molto profondo, tra Mandorlini, Sogliano e Setti. Non privo di conflitti. A Natale Setti avrebbe potuto esonerare Mandorlini. Dopo le corna di Cittadella la posizione del mister è stato in fortissimo dubbio. Ma la società con lungimiranza e notevole forza ha resistito e ha cercato di non cedere. Anzi: ha compiuto un’operazione che strappa gli applausi. Ha rafforzato il suo mister. Lo ha spronato, gli è stata vicino. Quelle sono state le premesse per questa promozione. Ecco perché, a mio avviso Mandorlini ha grandi chance di restare.

Non credo che Sogliano abbia già preso Devis Mangia che è un allenatore stimato e che ha con il ds di Varese un grande rapporto. Nè tantomeno Sannino, con cui a quanto so, il rapporto è più o meno quello che Sogliano ha con Mandorlini. Anzi, forse meno.

Ma dobbiamo concedere alla società questa riflessione. Sogliano e Setti hanno dimostrato la loro coerenza proprio in questa stagione. Voglio dire: scelto Mandorlini, Setti, Sogliano e aggiungerei anche Gardini, lo hanno difeso e tutelato. Altre società, che abbiamo visto all’opera, avrebbero fatto scoppiare tutti i dissidi. Il presidente del Verona e il suo ds hanno invece scelto la strada giusta. Per questo, ripeto, meritano di avere una pausa di riflessione. Siamo certi che se sceglieranno Mandorlini non sarà per cacciarlo dopo poche gare, ma per andare avanti con lui a lungo. Se, viceversa, scegliessero diversamente, si prenderanno una responsabilità enorme. Ma con la stessa coerenza dovranno difendere il nuovo tecnico. Perché la serie A sarà durissima e anche stavolta, se vogliamo farcela, dovremo remare tutti dalla stessa parte.

LA GRANDE ATTESA

Sembra di vivere quei momenti prima di un temporale. La natura si zittisce, gli uccellini smettono di cantare, persino le foglie degli alberi non si muovono più. Tutti ad aspettare qualcosa. Poi arriva un fulmine, segue un tuono e arriva il diluvio. Sarà così anche oggi. E’ la grande attesa… E la tensione sale…