IL MERCATO DI GENNAIO SERVE A POCO O NIENTE/VIDEO
E’ IL MOMENTO DEI NERVI SALDI
Diciamo subito che è stato un brutto Verona. Il peggiore della stagione. Un po’ abulico, sfortunato (ma come non parlavamo di fortuna con i gol al 92, non parliamo di cattiva sorte oggi), evidentemente fuori condizione. Un Verona che ha perso con Pescara e Sassuolo ma tra le due gare c’è in effetti un abisso. Il rischio che si corre in casi come questi è di buttare via l’acqua sporca con il bambino. Un rischio che dobbiamo evitare. Il metodo è semplice. Basta che ci ricordiamo dove eravamo un anno fa. Se ci avessero detto che il 28 gennaio del 2012 avremmo perso a Modena con il Sassuolo dall’alto di 44 punti in classifica, tutti noi avremmo firmato a scatola chiusa. Questa gara, comunque qualche interrogativo lo pone. Per esempio: in questa rosa non c’è nessuno che neanche lontanamente possa rimpiazzare un fuoriclasse come Hallfredsson. Come la mettiamo a due giorni dalla fine del mercato? Sempre certi che non serva niente e che non è il caso di fare un sacrificio per provarci fino in fondo? In post precedenti abbiamo sempre parlato della necessità di inserire qualità vera in questa squadra. A maggior ragione oggi che abbiamo due prove provate. Il Verona senza Hallfreddsson è una squadra dimezzata, tutti rendono un po’ meno, diventiamo “normali”. Teniamo anche presente che alcuni nostri avversari si sono ulteriormente rafforzati. Sono considerazioni che vanno fatte con grande calma ma anche con decisione. Ricchiuti o Jeda o tutti e due, a questo punto non sono più un capriccio o una ciliegina sulla torta, ma diventano quasi una necessità. Senza aggravare i bilanci, certo, e qui ha ragione il presidente, ma anche consci che certi treni non passano due volte. Il mestiere dell’imprenditore, da sempre, è quello di rischiare. Rischi calcolati, ma sempre rischi. Nel calcio la forbice del rischio è a volte dilatata ma a volte non provarci può farti mangiare le mani in eterno. Alzi la mano che di noi non ha pensato a questo quando Mandorlini ci raccontava in settimana cosa successe proprio a Sassuolo sotto la sua gestione. Uscirei, in modo semplice, anche dalla diatriba Gibellini-Mandorlini che in realtà non esiste e se esiste è un falso problema. Perchè qui c’è una persona che in un attimo può risolvere questo problema. Il suo nome, è evidente, è Giovanni Martinelli. Se il presidente vuole prendere Ricchiuti, Jeda o Pasquato ci mette un nanosecondo. L’importante è che lo voglia.
SE IL VERONA VA…
OPERAZIONE LIGURIA
MESSAGGIO PER GLI SCETTICI
Visto? Era più che evidente che la partita con il Pescara fosse solo un episodio. Se al Milan di Allegri togliessero tutti e tre contemporaneamente Ibrahimovic, Boateng e Thiago Silva secondo voi non ne risentirebbe?
Con le dovute proporzioni è come se al Verona avessero tolto quei tre lì. Nonostante questo, l’Hellas è rimasto in partita e per poco a Pescara non pareggiava. Per chiudere definitivamente l’argomento: vorrei rigiocarmela quella gara con Gomez, Hallfredsson e Maietta. E poi vediamo come va a finire…
Chiuso questo capitolo, necessario però come premessa, il Verona ha ritrovato la vittoria con la Juve Stabia. Partita tiratissima e durissima per due motivi: il primo e che bisognava riprendersi dalla sconfitta, il secondo che la Juve Stabia è proprio una buona squadra.
Il match è stato un bel messaggio agli scettici. A chi già pronosticava la fine del Verona intravvedendo all’orizzonte stanchezza e altri problemi.
Ma chi conosce bene questa squadra sa quali enormi doti morali e perchè no? anche tecniche abbia nel suo serbatoio. Una squadra che è stata temprata nelle difficoltà, che come spiegava Maietta nella bella intervista di Giovanni Vitacchio, sente sua questa posizione, questi risultati e non li mollerà tanto facilmente. Dire ora come andrà è impossibile.
Di certo, cari scettici, il Verona lotterà fino alla fine e lo troveremo là in alto a giugno. Mentre noi continiuamo a divertirci.
NESSUN DRAMMA
Il Pescara ha esultato come se avesse battuto il Real Madrid. Vuol dire che il Verona è squadra temuta e stimata. Non è un dramma aver perso una gara come questa. Il Verona ha concesso al Pescara troppi titolari e il Pescara ha vinto con merito. E’ come se agli abruzzesi avessero tolto Insigne, Sansovini e Immobile tutti insieme.
Analizzando il match, l’unica cosa che proprio non mi è piaciuta è stato l’inizio del secondo tempo. Siamo arretrati troppo, incapaci di ripartire, forse psicologicamente pensavamo di poter portare via il pari e ci siamo accontentati. Abbiamo preso gol a difesa schierata e questo è grave. Dopo il 2-1 ci siamo risvegliati e meritavamo il pareggio. Abbiamo preso un palo, la palla è rimbalzata sulla schiena di Anania e sulla palla che la difesa pescarese ha buttato in avanti alla viva il parroco abbiamo preso incredibilmente gol. E’ un peccato. Il 3-1 ci ha tagliato le gambe, anche se siamo stati vivi fino alla fine.
Gli occhi di brace di Mandorlini a fine gara sono la miglior garanzia che con la Juve Stabia sarà il solito Verona. Quello delle nove vittorie e degli undici risultati utili consecutivi. Non siamo nati come squadra ammazzacampionato, continuo a credere che tutto quello che viene in più della salvezza sia un miracolo per una formazione che arriva dalla Lega Pro.
Sempre con calma e freddezza (perchè la classifica ce lo consente) bisogna capire ora se è il caso di fare qualcosa sul mercato. Non cambio idea neanche su questo fronte. Il Verona ha fatto uno straordinario girone d’andata perchè tutta la rosa ha girato a dovere. E’ pur vero che nell’eccezionalità della contemporanea assenza di tre uomini come Halfredsson, Gomez e Maietta abbiamo battuto in testa.
Acquistare gente di qualità non può far male al Verona. Sarebbe un segnale per tutti anche per dire che la società veramente vuole provarci a fare il grande salto. Martinelli, sono certo non si tirerà indietro nel fare questo ulteriore sforzo. In classifica cambia poco o niente e le distanze dalla settima restano inalterate. Mancano sempre nove punti alla salvezza. Il nostro primo obiettivo.
ALLA RISCOPERTA DELL’HELLAS VERONA
Quattro anni di C? No dai non è possibile… I laziali non ci credevano. Non potevano crederci. Non era possibile che quella tifoseria si fosse persa in un deserto. L’Olimpico è la casa del Coni. E il Coni l’organismo che dirige lo sport italiano, calcio compreso. Il Verona ci è tornato da protagonista, in campo e fuori.
Dopo la serata di Coppa Italia, ecco cosa ci resta. L’Italia ha riscoperto il Verona. Ha riscoperto una tifoseria passionale e una squadra che gioca bene e che diverte. Lo spettacolo che abbiamo visto sugli spalti è stato senza confini. Il rischio di cadere nella facile retorica è sempre dietro l’angolo. Ma è anche difficile far capire che cosa si è vissuto ieri sera all’Olimpico.
Una festa del tifo (c’era già stato un bello spettacolo a Parma…), cori, bandiere, entusiasmo, passione. Ho passato la sera a riprendere questi ragazzi con il mio Iphone. Ho guardato più loro che la partita. Era la festa di Verona, Verona che tornava in un grande stadio, felice del proprio status, ancora più orgogliosa con quegli anni di C sulle spalle.
Ci hanno applaudito. E questo è bellissimo. Complimenti, ci hanno detto. Ci rivediamo in serie A, ha quasi urlato un magazziniere della Lazio a uno del Verona. Spettacolo in campo e fuori. Già perchè se l’orgoglio del tifoso ha ancora un senso è anche grazie a Mandorlini e questi fantastici ragazzi. Ieri sera l’impresa è stata solo sfiorata. Ma ancora una volta, pur perdendo, il Verona ha messo in campo qualità d’acciaio.
La gara, si badi bene, era durissima. A Roma c’era un clima da ultima spiaggia. E in molti parlavano addirittura di una possibile panchina a rischio per Edy Reja. Eppure il Verona ha giocato alla pari, forse solo nei primi venti minuti con un minimo di timore reverenziale.
Poi è uscita straripante la personalità del Verona, paradossalmente quando Rocchi ha segnato il rocambolesco 2-0. Lì il Verona ha capito che c’era poco da perdere e ha dato tutto. Mandorlini, toccato ormai da segni divini, ha estratto ancora una volta dalla panchina le armi vincenti. Hanno segnato due romani come Berrettoni e D’Alessandro. Uno laziale, l’altro romanista. E mentre a Rai 2 si lustravano gli occhi per le bandiere gialloblù, l’Hellas rendeva piacevole anche la fredda serata romana.
Hernanes ci ha puniti. Con un pizzico di fortuna in più si poteva andare ai supplementari e poi chissà dove. Ma questa gara ci restituisce un Verona forte e ancora più conscio dei propri mezzi. Pronto a dare battaglia in campionato. Dove, sarà durissima, già da lunedì a Pescara. Ma siamo pronti. Orgogliosi, come non mai, di essere tifosi del Verona Hellas.
E SE…
E se fosse l’anno giusto? Vabbè, dai scusatemi… Mancano nove punti alla salvezza. Però: quando vinci gare così, quando riesci a girare la gara, quando fai tue sei partite negli ultimi dieci minuti… beh, qualcosa vorrà pur dire. Onestà: non abbiamo giocato bene. Qualche tossina di troppo nei muscoli, qualche pausa di troppo nella testa, qualche sbavatura di troppo di qua e di là.
Eppure… Eppure alla fine abbiamo in saccoccia tre punti in più, tre bei punticini dedicati a tutti i signori Gufi che altro non aspettavano per attaccare la litania. Il Verona? Fuoco di paglia, meteora, già scoppiati, finiti. Invece il vecchio Hellas del comandante Nemo-Mandorlini, continua a navigare sicuro, sempre sotto acqua, affinchè nessuno lo avvisti. Ma continua anche ad affondare le navi nemiche, belle o brutte che siano.
Non è un caso e non credo alla fortuna. Il Verona vince perchè è audace, perchè è tignoso, perchè sa soffrire. E’ una squadra vera dove Bjelanovic e Pichlmann, potenziali concorrenti, si danno la mano prima di entrare, e dove uno sconosciuto come Lepiller entra e fa dannatamente bene il suo dovere e tutti gli altri lo abbracciano, senza invidia e senza rabbia.
Non è un caso e non può esserlo. Sono tanti piccoli-grandi segnali che messi insieme ti fanno capire che qualcosa è veramente cambiato. Morale: meglio sempre pensare ai nove punti che mancano alla salvezza…
Buon Olimpico a tutti…
IL VALZER DEL MERCATO (BUFALE COMPRESE)
Devo dire che sono anche bravi. Navigo in certi siti di mercato che riprendono le notizie già scritte e le fanno proprie, mettendoci, per di più firme di sedicenti giornalisti, colorandole e stravolgendole, solo per il gusto di far qualcosa e dire qualche cazzata, e ammiro la loro fantasia, perchè nemmeno a Fantasilandia si riuscirebbe a scrivere e a commentare certe cose.
L’ultima, ma è solo per fare un esempio, è che Gomez andrà al Torino in cambio di Ebagua. Una stronzata clamorosa, che non ha proprio fondamento. Eppure la notizia viene scritta e poi commentata e poi su Facebook rilanciata e molti mi chiedono se è vera… Effetto virale del web, perchè in fondo dietro il fumo c’è sempre l’arrosto e magari è vera…
Si scrive di tutto e di più. E adesso vi svelo un segreto: per vedere l’effetto che fa (e solo per questo motivo) la settimana scorsa mi sono letteralmente inventato che al Grosseto piaceva Bjelanovic. Ho detto a Stefano Rasulo: vediamo quanto ci mettono a riprenderla… Non è servito molto. Se avete voglia di divertirvi, controllate… Mi scuso con voi, ma mi ero ripromesso di dirvelo immediatamente così per farvi capire in che razza di mondo viviamo…
Che cosa significa? Che il calciomercato è un circo pazzesco dove le "fonti" fanno viaggiare le notizie a proprio piacimento, spesso inventandole. Il mercato di gennaio del Verona sarà ben poca cosa. Non si muoveranno gli uomini migliori (quindi Gomez resta!), verrà fatto solo qualche aggiustamento nella rosa, con qualche partenza (penso a Mancini), se ci sarà la possibilità arriverà una seconda punta (i nomi sono quelli che abbiamo scritto e detto: Jeda, Fabinho, Caprari).
Vorrei solo invitarvi a non nutrirvi di qualsiasi cosa il web vi propina. In fondo anche in questo campo (o forse soprattutto in questo campo…) è necessario che abbiate fiducia del vostro "negoziante" abituale, quello che di solito, ogni giorno vi dà il prosciutto migliore perchè voi siete i suoi affezionati clienti. Evitate i discount che offrono bufale sotto costo. Di solito sono scadute…