AGSM DE QUA E DE LA’

 Dunque, se è vero, come è vero che Agsm sponsorizzerà anche la Marmi Lanza, squadra di pallavolo il cui bacino d’utenza non è nemmeno paragonabile a quello dell’Hellas Verona, adesso mi attendo che tutti quelli che si sono stracciati le vesti perchè la stessa azienda ha sponsorizzato il calcio e la squadra scaligera, facciano la medesima cosa con la pallavolo.

Se è lo stesso principio a valere, Luca Campedelli, presidente del Chievo, deve convocare la stampa amica (per carità mai una conferenza stampa pubblica…), per chiedere perchè alla Marmi Lanza sì e al Chievo no. Idem dovrebbero fare coloro che hanno presentato addirittura esposti alla magistratura. Per non parlare di quelli che vogliono rivolgersi alla Corte dei Conti.

Scommettiamo che non succederà? Scommettiamo che staranno tutti zitti? Quanta ipocrisia da queste parti…

INFALLIBILE MANDORLINI

 Non ne sbaglia più una. Mandorlini dentro il campo sembra diventato infallibile. Qualsiasi scelta faccia, viene premiato. Mette Bjelanovic dall’inizio dopo due allenamenti e vince. Mette un ragazzino al debutto e vince. Cambia modulo e vince.

Io credo che il merito più grande di Mandorlini sia aver creato il famoso circolo virtuoso. Quel vortice che tramuta in oro tutto quello che si tocca e persino devia la sorte verso di te. E’ la dote dei grandi allenatori, che solitamente sono bravi e fortunati. La fortuna, dicevano i latini aiuta gli audaci e Mandorlini audace lo è fin dentro le ossa. Dice: "Io l’ho vista così e le decisioni le prendo io". Quindi ha ragione lui.

E noi godiamo da matti a a vedere questo Verona che comunque vada è una squadra con identità e con abbondanza di scelte. Ora si può giocare con almeno due moduli davanti a un’infinità di variabili. In difesa ci sono due barra tre uomini per ruolo. A centrocampo qualità e quantità. Non è stato un bel Verona, ma in B valgono i tre punti (perchè in Lega Pro e in A no?). Quindi va bene così. Nel mancano 44 alla salvezza.

UNA SQUADRA VERA

 Quando dici squadra, vuol dire tutti: titolari, riserve, presunti titolari, presunte riserve. Ho insistito molto in queste settimane sul concetto di "rosa". In serie B, quarantadue partite, è dato fondamentale avere una "rosa" all’altezza. Quindi non solo gli undici titolari, ma anche gli altri 11, quelli che magari non partono dal primo minuto ma che prima o poi la loro occasione l’avranno.

Lunga premessa per dire che il Verona ha dimostrato di avere questa rosa. Mandorlini è un tecnico di grande esperienza e sa quanto tre gare in nove giorni possano lasciare traccia in questo periodo dell’anno. Ha quindi attuato un intelligentissimo turn-over, dimostrando a tutti che il Verona ha un ottimo organico: Galli è stato con la Juve Stabia tra i migliori, "Tachi" non è stato da meno e questo alzerà per forza di cose il livello della competizione all’interno del gruppo e lo alzerà tanto di più adesso che la società ha portato tre rinforzi seguendo al cento per cento le indicazioni dell’allenatore. Insomma, il campanellino d’allarme che si era acceso con il Pescara si è subito spento. 

Attenzione però: non è detto che il Verona sia da serie A e che la serie B sarà una passeggiata. Solo che ce la giocheremo con tutti e che tutti avranno vita dura contro di noi. Che è già un bell’andare…

CICCATA LA PRIMA

 Semmai qualcuno si era illuso, eccoci qui di nuovo sulla terra. Questa è la B, Bellezza. Due errori, due gol. Mille errori davanti, sconfitta certa. Cosa resta di questa serata? La sensazione che il Verona sia una squadra, innanzitutto. Con un’idea di gioco e sufficiente organizzazione. E poi che, così com’è, non potrà affrontare la B, senza soffrire.

Mi spiego meglio. Sono felicissimo che si sia tenuto il blocco della scorsa stagione. Ma, come ho già spiegato, la B è un campionato lungo e difficile. E se, contro il Pescara, tre assenze hanno già causato un calo di rendimento, vuol dire che non siamo sufficientemente competitivi. In questo campionato ci saranno tantissime di queste situazioni. Si giocheranno tre gare in sette giorni. Su campi difficili. Per questo, vado ripetendo da tempo, la rosa deve essere ampia e tutta all’altezza.

Insomma, bisognerà per forza di cose andare sul mercato. Non ci possiamo mettere le mani davanti agli occhi e fare finta che vada tutto ben, madama la marchesa. Verona e i suoi undicimila abbonati (tutti sulla fiducia e a scatola chiusa) meritano un paio di acquisti di qualità. E su questo non si può neanche star qui a discutere.

La prima serata in  B è stata penosa dal punto di vista dell’organizzazione. Uno schifo totale. Non so chi abbia organizzato il servizio degli steward ma ci sarebbe da vergognarsi e da chiedere scusa ai migliaia di veronesi a cui sono stati creati disagi. Un simile dilettantismo, pressapochismo, non è da Verona. Ma forse neanche da squadra delle Isole Fiji, con tutto il rispetto. Signore e signori datevi una svegliata, perchè qui c’è poco da ridere e da chiedere comprensione. C’è gente che si è persa un pezzo di partita per i ritardi con cui si sono aperti i cancelli. E altri tifosi sono rimasti in fila sotto il sole cocente con bambini piccoli per più di un’ora. Mi dispiace ma non si fa così. I veronesi sono un popolo diligente, che hanno fatto code interminabili per munirsi di tessere che cambiano ad ogni stagione, che hanno fatto documenti, fotocopie, stampato foto, dato soldi in contanti. Non possono essere presi in giro in questa maniera nel momento in cui seguono la squadra del cuore nel loro stadio.

 

PERCHE’ E’ GIUSTO PENSARE ALLA SALVEZZA

 Mi trovo in imbarazzo: il precampionato del Verona è stato il migliore degli ultimi dieci anni. L’Hellas ha vinto praticamente tutte le amichevoli che ha giocato, ha sconfitto Vicenza e Sassuolo in Coppa Italia, ha dimostrato di essere una squadra con un carattere indomabile e precise idee di gioco. Perchè, dunque, alla vigilia del debutto in campionato, non dar fuoco alle polveri dell’entusiasmo e urlare ai quattro venti che questa squadra può avere delle chance in chiave promozione?

Semplice. Sarebbe una follia. Il campionato di B è quanto di più lungo, duro, massacrante ci si possa aspettare. Non è un campionato ad alto tasso tecnico. Ma è una maratona pazzesca, in cui serve costanza di risultati, rose elevate dal punto di vista della qualità, giocatori freschi e motivati per 42 partite.In questi anni se ne sono viste di tutti i colori. Esempi recenti: il Padova nell’ultimo campionato, dopo il derby con il Cittadella, pensava solo a salvarsi. E’ andato ai play-off e ha rischiato di andare in serie A. Il Sassuolo di Mandorlini, qualche stagione fa, rimase in vetta tutto l’anno e crollò alla fine.

Insomma, bisogna esserci al momento giusto e nel posto giusto. Non sarebbe giusto chiedere adesso, a fine agosto, a questi ragazzi, al mister, e alla società di andare in serie A. Il Verona è nella miglior posizione possibile. Può lavorare per il domani, mettere basi solide, costruire il futuro. Gode di un’impareggiabile entusiasmo, la piazza è felicissima per essere arrivata in serie B, il feeling con l’allenatore è ai massimi, la fiducia in Martinelli e nella società sempre altissima. Il Verona può interpretare il ruolo di guastafeste, si potrà prendere soddisfazioni importanti (al livello di derby con il Vicenza…), potrà navigare tranquillamente facendo crescere i tanti giovani della rosa, su cui bisognerà prima o dopo, se davvero valgono, puntare veramente (sono sincero: non mi piacciono queste formule "usa e getta" del prestito secco o del prestito con diritto di riscatto altissimo, solitamente impossibile da mantenere…).

Come al solito, dunque: chiediamo ai nostri calciatori il massimo dell’impegno, l’abnegazione totale alla causa, lasciando da parte o almeno non facendole diventare primarie le questioni contrattuali (rinnovi, ritocchi, premi). Pensiamo prima di tutto a salvarci. Come diceva Bagnoli, quando era primo in serie A…

DIECIMILA CAVALIERI AL TUO FIANCO

 Se Martinelli ha veramente resistito, come pare, alle offerte di un gruppo napoletano-laziale che voleva acquistare il Verona, c’è solo da tributargli un altro (ennesimo) applauso come quello che anche stasera il presidente del Verona si è preso a Legnago. Bravo, Giovanni!

So quanto in questo momento tu e il Verona avete bisogno d’aiuto. Non per sopravvivere, come crede qualcuno. Ma per tornare grandi. Insieme. L’ho letto nei tuoi occhi stasera, mentre mi parlavi. So che non è facile. Lo sappiamo tutti. E sappiamo che non è facile resistere a tentazioni come quelle che si sono presentate in questi giorni. La voglia di mollare tutto è sempre dietro l’angolo. Ma, ed è per questo che godi della nostra infinita stima, sai anche che il Verona, dovessi lasciare tu, deve finire in mani capaci e solide e non in quelle di qualche avventuriero.

A questi, francamente io preferisco sempre Martinelli, anche se con dei limiti oggettivi. E se poi a te e al nostro Verona dovessero aggiungersi altri imprenditori… beh, vorrà dire che saremmo a cavallo. Grazie quindi per aver resistito e sappi che non sarai solo anche se apparentemente la sensazione è proprio questa.

Proprio tu, caro presidente mi raccontavi stasera, quasi commosso, degli oltre 8200 abbonamenti già venduti, destinati quasi sicuramente a diventare 10 mila entro la fine della campagna. Diecimila veronesi che saranno sempre al tuo fianco, come hanno dimostrato negli anni più tristi e bui della nostra centenaria storia e che saranno la tua forza nei momenti negativi. Gente che non ama essere tradita ma che dà veramente tutto per l’Hellas. Loro sono il tuo primo socio, loro il tuo primo alleato. Anche loro, soprattutto loro, credo, oggi ti diranno grazie. 

DOPO IL DERBY

 Il derby è passato ed è stato bellissimo. Mandorlini ha costruito una formazione compatta, piacevole, convinta, equilibrata. Quando riparte il Verona entusiasma. E’ un piacere vedere questa squadra, perchè noi tutti abbiamo la sensazione di rivedere quei gruppi vincenti che hanno fatto la storia dell’Hellas. Il Verona di Bagnoli, paragone sempre duro da porre, quello di Prandelli, il primo Malesani, o quello che sfiorò la A di Ficcadenti.

Al Menti c’era anche il presidente Martinelli. In tanti mi avete chiesto in questi giorni cosa succederà nella stanza dei bottoni dell’Hellas. Vi dirò quello che so e lo scenario che sono riuscito a ricostruire.

C’è una trattativa in atto. Purtroppo, e dico purtroppo, non è con un gruppo veronese. La cosa non mi piace. Sono chiaro, fin dall’inizio. I nomi non li ho ancora scoperti, ma posso dire con sufficiente certezza che sono imprenditori laziali. Mi chiedo, ogni volta che mi trovo a che fare con una trattativa di questo tipo, perchè imprenditori che non siano veronesi dovrebbero fare il bene del Verona.

Sono anche abbastanza smaliziato per sapere che non è che necessariamente bisogna essere nati in un posto per fare il bene di una squadra di calcio. Ghirardi, presidente del Parma è bresciano. Preziosi del Genoa è di Avellino. Zamparini del Palermo è friulano. Per non parlare dei maganti arabi che stanno sbarcando ovunque, in Inghilterra, in Spagna e in Francia. Quindi il dato "non sono veronesi" non è sufficiente per definire se una proprietà farà bene o farà male. Resta comunque la mia perplessità di fondo e quello che ha combinato un vicentino come Pastorello a Verona non mi aiuta a pensarla in maniera diversa.

La trattativa è in atto ed è decollata. A che punto sia esattamente ancora non lo so. Può darsi che siamo alle fasi preliminari e che il gruppo debba dare delle garanzie a Martinelli. Dopo di che ci sarà la due diligence e l’eventuale firma. Sicuramente può avvenire tutto prima della fine del mercato. Dico anche che in queste settimane altre proposte sono state fatte al nostro presidente, un paio completamente fuori luogo e sballate. Il mondo è pieno di buontemponi che vogliono acquistare squadre di calcio.

Alla finestra resta sempre Bruno Venturi che vuole acquistare il trenta per cento del Verona, sedendosi accanto a Martinelli. Dovessi tifare per un’ipotesi, lo farei in maniera spudorata per questa. Venturi e Martinelli, insieme, farebbero il primo tassello di un gruppo veronese. Non saranno magnati arabi, romani o calabresi. Ma io mi fido di loro. Presidente, ci pensi bene.

IL TEMA DI UN BAMBINO

Il papà di Cristian, mi ha spedito il tema di suo figlio, 10 anni. L’ho letto, ho sorriso, ho deciso di farne un blog. Ve lo propongo così, nella sua fantastica semplicità e spontaneità. A voi i commenti.

 

LA STORIA DELL’HELLAS VERONA

Oggi vi riassumerò LA STORIA DELL’HELLAS VERONA,iniziamo.

Per prima cosa vorrei parlare del primo stadio del verona, pensate che conteneva, be non so precisamente quanti tifosi ma credo sui 5000. 

Il verona ancora tanto tempo fa quando è stato promosso in serie c i tifosi erano in 8000.Il verona andò subito in serie b e in poco tempo andò in serie A.Be il verona ormai era già una squadra famosa e nel 1984/85 il verona grazie ai giocatori preben larsen elkyaer,brighel,galderisi (chiamato nanu)e di gennaro il verona andò nella storica partita in cui vinse lo scudetto.La partita era atalanta verona al verona bastava un pareggio per vincere lo scudetto,il verona perdeva 1 a 0 ma a 20 minuti dalla fine della partita il verona aveva un calcio d’angolo a favore quando lo ha  battuto dopo la respinta del portiere il fenomeno elkyear con il suo grande tiro segnò.Quando l’arbitro fischiò il triplice fischio il verona ha potuto finalmente dire campioni di italia,e da li scoppiò la festa in piazza bra era piena di tifosi sembrava la “fine del mondo”.Be torniamo nel 2011 perchè il verona dopo 4 anni di serie c finalmente siamo ritornati in serie b, piazza bra era praticamente piena alcuni erano anche  

nella fontana.Ma ormai adesso siamo già a metà estate e speriamo nell’inizio di un nuovo sogno.

 

                                      Di Cristian B. 10 anni            

 

     FORZA HELLAS

     un sogno che si avvera            

           ciao


EH GIA’… NOI SIAMO ANCORA QUA

 Strana città Verona. Forse l’unica città italiana dove succedono certe cose. Prendete la sponsorizzazione dell’Agsm. Nell’ordine abbiamo visto: un presidente di un altra società scagliarsi senza stile contro un fatto che non lo riguarda. Politici che prima dicono sì e improvvisamente cambiano rotta smentendosi durante lo stesso consiglio d’amministrazione forse imbeccati dal capoccia di turno. Moralizzatori. Finti tifosi. Finti moralizzatori. Bugiardi. Non entro nel merito anche se ci sarebbe da scrivere assai. Guardo lo spettacolo. E penso che è incredibile che in un giorno il Verona possa avere fatto mille abbonati. Davvero, credo che siamo "tuti mati".

Mi dicono che è sbagliato avere la sindrome d’accerchiamento. Ma francamente, ovunque mi giro, vedo qualcuno che strumentalmente usa il Verona e cerca di usare quella gente. C’è chi la definisce teppaglia da stadio, chi razzisti, chi sanguisughe. Verona, questa città, ha isolato l’Hellas. Lo ha abbandonato al proprio destino e ha tifato "contro". Mentre creava uno straordinario materasso per il Chievo, lasciava che a Verona pascolassero Cannella e Pastorello.

Anche se a parole, erano tutti lì a dire: il Verona va aiutato. Però quando guardavi dirigenti di banca e politici negli occhi, lontani dai taccuini ti dicevano: il Verona è finito, è necessario che a Verona ci sia una squadra sola. E non capivano, come non capiscono ancora, perchè in un giorno mille persone vanno a rifarsi l’abbonamento. Proprio non riescono a comprenderlo. Così, imbracciano il fucile e sparano. Sparano sulla gente, sul Verona, le loro palle avvelenate, le loro bugie. Prendono una canzonetta cantata da un mister spensierato durante una festa e la tramutano in razzismo. Persino un’operazione commerciale come la sponsorizzazione di Agsm diventa un caso politico, come se fare pubblicità sulle pagine di un quotidiano fosse "moralmente" diverso che farla sulle magliette di una squadra. 

Guardiamo, osserviamo. Un po’ schifati. Forse la serie B del Verona ha rovinato i piani di qualcuno. Forse vogliono vendicarsi per il troppo amore che dimostriamo. Forse il vento è cambiato e loro vogliono i girare i ventilatori. Eh già, noi siamo ancora qua!

L’ERBA DEL VICINO

 A volte sembra che l’erba del vicino sia sempre più verde e più bella della tua. Facciamo che il Bari di Torrente prenda Gomez. Sicuramente quel movimento di mercato verrebbe spacciato come il colpo della serie B. Siccome il Verona, uno come Gomez ce l’ha in casa ed è già suo, nessuno ci fa caso. E’ un esempio banale per dire che a volte non è che bisogna cercare l’oro a milioni di chilometri di distanza ma basta guardare sotto il tappeto di casa.

Detto questo: con i tempi e con i modi di un mercato dove poco o niente si muove, il Verona ha comunque il dovere di fare qualche movimento per completare la rosa di Mandorlini. Diciamo un importante giocatore per reparto. Non facciamoci illusioni, però. Tutto si risolverà negli ultimi giorni di mercato, forse a campionato iniziato. Non è possibile pensare che il Verona possa portarsi in casa giocatori con ingaggi importanti senza aver piazzato quelli che sono già in rosa. Se parte uno, arriva un altro. Se c’è una dote che va riconosciuta a Martinelli in questi anni è di aver sempre costruito squadre all’altezza, non dando mai l’idea di speculare. Lo farà anche quest’anno, ne sono certo. Magari in compagnia di qualche amico che lo affianchi nell’avventura…