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IL PAGELLONE DI VERONA-PESCARA

SILVESTRI 7 Quando ha le mani ancora intirizzite dall’umidità, al 2° minuto, ci pensa Mancuso a scaldargliele, con un bel colpo di testa che il portierone gialloblù mette in angolo. Si fa sempre trovare pronto e regala parate gradite anche ai fotografi. Dove non può arrivare lui, ad aiutarlo c’è il palo. Tornato sui suoi livelli.

FARAONI 5.5 Le consegne di Aglietti sembrano piuttosto chiare: stai bloccato dietro, prima difendi, poi riparti. Benino nella prima fase, e infatti in più di un’occasione rimedia anche a qualche errore di posizionamento dei centrali. Ma in avanti non ha la stessa lucidità e fatica a trovare lo spunto. Sarà che deve riabituarsi a riprendersi il suo ruolo, dopo mesi buttato allo sbaraglio da Grosso.

DAWIDOWICZ 6- E’ il solito arruffone, non bellissimo da vedere, dinoccolato, per non dire scoordinato. Sorpreso qualche volta fuori posizione, mette il fisico in bacheca e non concede grandi puntate in area ai tre avanti del Pescara, che cercano il gol più che altro con giocate da fuori.

EMPEREUR 6.5 Preciso e con piedi educati quando si tratta di chiudere e impostare, tenta anche la fortuna in attacco con un bel tiro da fuori, ma Fiorillo dice “no”. E’ lui a guidare la difesa, non certo Dawidowicz.

VITALE 5.5 Dalle sue parti c’è Marras che sembra il piccolo diavolo. Non è così semplice stargli dietro e infatti non sempre ci riesce. Qualche cross buono, ma altrettanti un po’ sbilenchi. Sembra finire un po’ in debito di ossigeno.

DANZI 5.5 Oddio, non è che sia chiamato a sostituire uno qualsiasi. E infatti la mancanza di Zaccagni si fa sentire. Sono due giocatori molto diversi e lui non riesce a trovare il passo giusto per fare quello che di solito fa “Zac”. Se sarà chiamato a giocare a Pescara, dovrà fare molto di più e aspettarsi un clima infernale. Si prepari mentalmente.

GUSTAFSON 7 Tocca un numero infinito di palloni, il più dei quali finisce in cassaforte. Ha visione e finalmente sembra anche tornato un certo dinamismo, soprattutto di testa, perché pensa velocemente a ciò che deve fare. Si ritrova sui piedi una delle occasioni più clamorose per il Verona, ma Fiorillo (è proprio un vizio eh) dice “no”.

HENDERSON 5.5 Tanta corsa, ma poca sostanza. Non entra mai veramente in partita e infatti è il primo che Aglietti “sacrifica” nella speranza di dare una svolta alla gara.

COLOMBATTO (dal 62° s.t.) 6 Entra molto bene in campo ed è una cosa che si ripete da un po’ di tempo a questa parte. Qualche giocata illuminante e tanta corsa a servizio di qualche suo compagno che finisce spompato.

MATOS 6 Come spesso successo nelle ultime partite, è croce e delizia, va a corrente alternata. Si accende improvvisamente, per poi spegnersi con la stessa velocità. Può fare di più, deve fare di più a Pescara per dare finalmente un senso alla sua stagione, a dire il vero condizionata da un lungo infortunio.

TUPTA (dal 79° s.t.) 6+ In più di un’occasione ho “bastonato” questo ragazzino per la leggerezza con la quale entrava in campo. Questa volta è sul pezzo, determinato a giocarsi bene le carte in mano. E quasi cala il poker quando raccoglie un pallone delizioso che arriva da sinistra, ma è il solito Fiorillo a fare il “guastafeste”.

DI CARMINE 6 E’ un altro giocatore rispetto a quello visto sotto la gestione Grosso. Ovviamente i gol aiutano a trovare fiducia e lui sente anche meno la pressione del Bentegodi. Si sbatte e ci prova a segnare, ma questa volta non gli va bene. Mi sarebbe piaciuto vederlo affiancato a Pazzini negli ultimi venti minuti. Chissà che non succeda a Pescara.

PAZZINI (dal 68° s.t.) 5.5 Entra con la voglia di spaccare il mondo, spinto da uno stadio che urla il suo nome. Ma non gli arrivano tanti palloni giocabili e si ritrova schiacciato nella morsa della difesa pescarese. Certo, la sua sola presenza condiziona la squadra di Pillon. Ecco perché a Pescara, parere mio, deve esserci dal primo minuto.

LARIBI 6.5 E’ un finale di stagione in crescendo il suo, soprattutto dal punto di vista fisico. Forse tra i gialloblù è quello che sta meglio. Corre tanto e corre bene, dialoga con qualità insieme ai compagni, cerca il gol, ma anche a lui va male. Rigenerato da Aglietti.

AGLIETTI 6.5 Il più grande merito del mister è quello di aver tolto l’alone di depressione che aleggiava sul popolo del Verona. E la dimostrazione sono stati i cori e gli applausi di fine partita. La squadra ora c’è. Chiaro, non è con l’empatia che si va in serie A, ma l’ex attaccante ha imboccato la strada giusta, togliendo inutili orpelli al gioco dei suoi ragazzi, che finalmente sono ognuno al proprio posto. A Pescara cercherà la partita della vita. Non si può più sbagliare.

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