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IL PAGELLONE DI SPAL-VERONA

SILVESTRI 6.5 Ordinaria amministrazione per il portierone gialloblù. Ordinaria amministrazione che porta a casa come sempre alla grande, in scioltezza. Rischia anche di trasformarsi in assist man quando con un suo lancio imbecca perfettamente Verre. E’ uno dei quali si parla poco, soprattutto in chiave calcio-mercato. Meno male, aggiungerei. Bravo Marco.

RRAHMANI 7 Non sono pochi quelli che pensavano che le voci di mercato potessero mettergli i grilli per la testa. Di sicuro la sosta gli ha fatto bene, visto che nelle ultime partite qualche errore pesante lo aveva concesso. A Ferrara si è rivisto il gladiatore che ci ha fatto venire gli occhi a cuore per gran parte del girone d’andata. Una colonna dietro, devastante quando va alla ricerca di gloria in avanti. Solo Berisha, su un colpo di testa potente e angolato, gli nega la gioia del gol. Ma prima o poi, lo ripeto da tempo, arriverà anche quello. Spero non quando, si dice, avrà la maglia del Napoli.

KUMBULLA 6.5 Inizia come sempre al centro della difesa, poi Juric, dopo averlo provato in settimane, lo sposta sul centro sinistra, dove solitamente si piazza Gunter. Esperimento riuscito alla perfezione, senza alcuna difficoltà di adattamento, fatta invece vedere qualche volta dal turco naturalizzato tedesco. Non deve fare gli straordinari per tenere a bada gli attaccanti della Spal, ma quando viene chiamato in causa è sempre un piacere ammirarlo, per eleganza e facilità di risolvere le situazioni. Un po’ come faceva Mr Wolf in Pulp Fiction.

GUNTER 6.5 Un brutto pallone perso in ripartenza nel primo tempo poteva costare caro al Verona. Ha saputo mantenere, però, grande lucidità. Migliorata ulteriormente quando Juric lo ha messo al centro della difesa, dove si sente decisamente più a suo agio. Un esperimento, come dicevo sopra, che dà buoni frutti e che sicuramente il tecnico croato terrà buono anche in futuro.

FARAONI 6.5 Come sempre, tanta sostanza e tanta corsa. Una sua giocata attira su di sé l’entrata killer di Tomovic che, giustamente, si becca il cartellino rosso, inguaiando una Spal già in apnea. E’ meno propositivo in avanti, ma questo ruolo, oggi, è spettato soprattutto al compagno di fascia opposta, Lazovic. Per quanto meno appariscente del solito, Faraoni si conferma un certezza per l’idea calcistica di Juric. Bravo a offendere, quando serve, strepitoso in fase difensiva, sempre.

VELOSO 7 Un altro che ha beneficiato della sosta natalizia per rimettere a piombo piedi, gambe, idee e polmoni. Catalizzatore sopraffino di palloni, ha la capacità naturale di non perderli praticamente mai. Anche quando pressato riesce nello stretto ad azzeccare la giocata giusta. Pensavo che si sarebbe pestato i piedi con Pessina, anche lui mancino. Mi sono sbagliato alla grande e ne sono felice.

PESSINA 7.5 Quanto sta crescendo questo ragazzo… Dal mio punto di vista la sua miglior partita da quando veste la maglia del Verona. Tecnicamente non è una rivelazione, perché si sapeva quali fossero le sue doti. Sorprende la capacità di stare in campo, di trovare gli spazi giusti di inserimento, di indovinare il tempo della giocata. Qualcuno ha detto oggi durante Alè Verona: “godiamocelo finché siamo in tempo”. Già, perché l’Hellas ha il diritto di riscatto su Matteo, che è di proprietà dell’Atalanta e che l’Atalanta potrà contro riscattare. Io dico che Setti dovrà sforzarsi di trattenere Pessina a Verona, perché è da questi giocatori che si può creare qualcosa di importante e, perché no, guadagnare bene rivendendo in futuro.

LAZOVIC 7.5 Pronti e via e si lascia andare in una galoppata che manco il miglior “Spirit”, cavallo del celebre film d’animazione, si sarebbe immaginato. E’ letteralmente indemoniato, in condizioni fisiche irreali. Riesce sistematicamente a saltare l’uomo e solo in rare occasioni non azzecca la giocata giusta al momento giusto. Suo l’assist per il gol di Pazzini, suo il tiro che Berisha risponde alla bene e meglio e la cui ribattuta di Stepinski permette al Verona di tirare il fiato. Lui non ne ha mai avuto bisogno, per tutti i 90 minuti e passa di partita. Posseduto dallo spirito di Garrincha.

VERRE 7 Cresce, cresce, cresce. Lo avevamo visto quasi come un ragazzino impaurito nelle sue prime con il Verona. Bravo a far intravvedere qualcosa di speciale, ma mai convinto a fondo delle sue potenzialità. Juric ci ha lavorato tanto, lo ha responsabilizzato e ora si vedono i frutti. Anche lui, come Pessina, ha tantissima qualità. Il “plus”, ora, è dato dalla capacità di leggere alla perfezione le situazioni di gioco. Un pizzico egoista quando, con la Spal in ginocchio, cerca la soluzione solitaria con Zaccagni tutto solo sulla sinistra che, giustamente, gli tira qualche moccolo. Ma sta sempre più prendendo le sembianze di un titolare inamovibile.

DAWIDOWICZ (dal 45′ s.t.) s.v.

ZACCAGNI 7 Primo tempo discreto, secondo tempo in crescendo. Col passare dei minuti mette in fila giocate che fanno girare la testa ai ragazzi di Semplici. Salta l’uomo con facilità e riesce a crearsi in un paio di circostanze le condizioni ideali per provare anche a segnare. Trova due conclusioni interessanti, una parata, l’altra alta di poco. Ecco, creda maggiormente nel suo destro, perché in passato ha dimostrato di essere uno stoccatore. Il gol gli darebbe anche più fiducia per un salto di qualità che ormai sembra essere maturo.

BADU (dal 35′ s.t.) 6 Il “sei” è figlio del suo rientro in campo, non per come sia entrato in partita. E’ logicamente sembrato un po’ spaesato, ma questo conta poco. Fondamentale è poterlo avere nuovamente a disposizione. E visto l’incitamento che arrivava anche dai compagni della panchina, sono convinto che farà comodo alla causa del Verona.

PAZZINI 7.5 Che dire, se non ETERNO. Gol a parte, la sua prima mezz’ora racchiude due anni di gestione scellerata del ragazzo, più che del giocatore: crea da solo un paio di situazione da gol molto succulente. Dimostra per l’ennesima volta di poterci stare alla grande in questa categoria e di poter essere decisivo. Segna e si crea altre due occasioni clamorose. Una la cicca, scivolando col piede d’appoggio. L’altra non diventa un gol solo per il miracolo di Berisha. Resuscitato dalla gara col Torino, oggi sembrava avesse dieci anni in meno. Siamo sicuri che non potesse essere buttato prima nella mischia?

STEPINSKI (dal 28′ s.t.) 7 Forse ha bisogno di crescere in questo modo, entrando a partita in corso. Le ultime due hanno detto questo, almeno. Oggi segna un gol non così facile e soprattutto permette alla squadra di mettersi tranquilla a gestire gli ultimi minuti di gara che col vantaggio striminzito si sarebbero potuti trasformare in una battaglia. Credo che la strada sia quella giusta, avanti così.

JURIC 8 Ancora una volta dimostra di non avere pregiudizi nei confronti dei suoi giocatori. Mette Pazzini dal primo minuto perché era la cosa più logica. Mette Pazzini perché stava meglio degli altri. E tra le righe, in conferenza stampa post partita, fa anche capire che forse, dico forse, anche lui in precedenza ha sbagliato la valutazione sul Pazzo. Ma ha avuto il coraggio di tornare sui suoi passi. Questa partita la voleva vincere, lo aveva anticipato alla vigilia e ha fatto di tutto per riuscirci, trasmettendo alla squadra la sua voglia. Bene anche lo scambio di posizione tra Kumbulla e Gunter. Una ne pensa e cento ne fa, Juric, che si conferma il vero fenomeno di questa squadra.

8 commenti - 2.822 visite Commenta

Riccardo

giovanni
hai sentito l'assenza di Amrabat.
questo Hellas mi ricorda quello di Bagnoli.
dove poteva entrare un Dona' qualsiasi e non se ne risentiva

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Riccardo

giovanni
scusa mi sono evidentemente espresso male
volevo solo dire che la squadra ha un suo gioco solido e non dipende dagli interpreti.
nulla collegato a quanto hai scritto su cui concordo

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Maxhellas

Quelli che….Pazzini è finito, non è in grado di reggere la A………………………………………………………………………..2 reti in 117 minuti giocati……

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bardamu

Secondo me l’unico al di sotto del suo standard è stato Faraoni, che mi è sembrato anche in condizioni fisiche non eccellenti. Uscendo in mezzo ai ferraresi li sentivo parlare di Lazovic. Questo è un fenomeno. A parte la corsa fino al 93° il pallone che ha pennellato sulla testa di Pazzini quando ha visto che si smarcava e lo chiamava è da cineteca.

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