“Vorrei vedervi voi, correre con quelli là davanti”. Quelli là, per Damiano Cunego, forse sono Evans, che poi ha vinto, l’iridato nella cronometro Cancellara, Rodriguez, il campione olimpico Sanchez. L’Airone di Cerro Veronese piuttosto dovrebbe guardare in casa sua, a quei compagni di Nazionale che non hanno dato il contributo atteso. “Mi hanno lasciato solo”, si è lamentato, però non mi sembra che l’australiano Cadel Evans abbia potuto contare sull’aiuto di una nazionale di fenomeni.
Vincere da favoriti non è facile, ma chi è davvero più forte ci riesce. Come Evans. E come la Fortitudo. Secondo Fadini non dovrebbe perdere neanche una partita. Potrà succedere, ma non scommetterei, anche se Bologna ha quintetto di giocatori di categoria superiore e cambi all’altezza. E, da favorita, ha vinto subito la prima supersfida con la Tezenis. Non fosse stato per un sontuoso Gueye il gap quasi certamente sarebbe stato più ampio.
La Fortitudo ha tutto dalla sua, o quasi. Organico, tradizione, pubblico (3715 abbonati). Meno i soldi. Non a caso c’è chi ipotizza che già a dicembre arriveranno nuovi guai sull’Aquila felsinea. Verona ha le spalle economicamente coperte, un bravo allenatore ed un roster abbastanza competitivo per la categoria. La partita al Paladozza infatti ha mostrato qualche crepa sull’asse play-centro, ma quando Bellina arriverà in piena forma la situazione sarà diversa. E con la Fortitudo l’appuntamento è per la rivincita al Palaolimpia.
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