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A PROPOSITO DI SUPERMARIO, DI NEGRI E DI VERONA

Potrei dire che le parole di Mario Balotelli si commentano da sole. Basta sentirlo parlare, sicuramente molto più a suo agio con la palla tra i piedi, che davanti a microfono e telecamera. Ma questo non conta. Voglio suggerire a “Pinocchio” Balotelli (ha detto “ogni volta che vengo a Verona”, in realtà oggi era la seconda, a meno che quando giocava con la Primavera non sia stato subissato di ululati e colpito da banane al “Bottagisio” o all’antistadio…) una visita da un bravo otorinolaringoiatra, visto che non ha sentito i fischi e gli insulti a Luciano, giocatore del Chievo, negro come lui. Che a Verona gioca da anni e si è sempre trovato bene, di sicuro molto meglio dell’”indimenticabile” esperienza all’Inter. Provate solo a immaginare cosa succederebbe se Luciano – che dalla sua non ha nemmeno l’italianità – alla fine di una partita dichiarasse: "Mi rendo conto che ogni volta che vengo a Milano (o a Roma, dove i ‘buuu’ sono la regola, ndr) questo pubblico mi fa sempre più schifo". Le interrogazioni parlamentari si sprecherebbero.

Così Campedelli ha tutte le buone ragioni per incazzarsi. Qualche interista informi ‘Supermario’ che nella nostra città si trova benissimo Ousmane Gueye, “moro” leader della Tezenis che parla il dialetto veronese. Come sono stati amatissimi e tutt’ora osannati Henry Williams, Sly Gray o Louis Bullock.

Quindi Balotelli se si considera davvero un grande uomo, oltre che un bravo calciatore, abbia la forza di chiedere scusa alla città di Verona ed al suo pubblico. Altrimenti continui ancora con il suo atteggiamento guascone, unica causa dell’antipatia (che non c’entra nulla con il razzismo e con il colore della sua pelle) che raccoglie in tutti i campi, come ha giustamente fatto notare Di Carlo. Un comportamento che poi va in tolale contrasto con la sindrome da Calimero che il buon ‘Supermario’ sfodera ad ogni piè sospinto e alla quale sembra restare aggrappato, come Linus alla celebre coperta.

P.S. Un ultimo consiglio a Balotelli. Vada a leggersi la lettera che Gueye ha scritto ai tifosi della Fortitudo dopo la multa per i cori razzisti contro di lui a Bologna. Forse imparerà qualosa. Ma ne dubito.

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