Dopo due giornate la Tezenis è ancora al palo. Jesi è passata al Palaolimpia facendo giocare sia pure per pochi minuti Bargnesi e Battisti, nati rispettivamente nel ’95 e nel ’93. Discorso a parte merita il ventenne Santiangeli, che ha messo 10 nel paniere scaligero, tenendo il campo per 30 minuti. Una constatazione che mi mette tristezza, pensando che le strategie societarie di via Cristofoli, almeno per il momento, non prevedono di investire sui giovani.
Certo, c’è l’integrazione con il vivaio del Buster di Sandro Bordato, club che da anni domina a livello provinciale, ma finora nessun giocatore uscito da quel settore giovanile è andato oltre la C Regionale. Nicolò Damiani, in Legatre a Capo d’Orlando, infatti è un prodotto dell’Atletico Borgo Venezia. Filippo Viviani, miglior 18enne veronese, ha cominciato nella Cestistica, che ha anche il ’95 Bragantini, ora in prestito nell’Under 17 della Tezenis.
Per dirla tutta, l’unico vero investimento la Scaligera lo ha fatto su Andrea Renzi, un ottimo colpo di Fadini. Ma niente altro. Così, se un americano non è un’assicurazione come Supermario West (già leader gialloblù), o se il play titolare ritorna in Italia imbottito di asado, alla fine la squadra paga dazio. Giacché Garelli non può fare i miracoli. E meno male che è arrivata l’addizione Di Giuliomaria, discusso, ma utile per allungare la panchina e dar man forte nel pitturato.
Il problema restano le rotazioni dei piccoli. Non è ancora tempo di processi, ma le scelte coraggiose, a volte, premiano. La politica dei cavalli di ritorno, come purtroppo abbiamo visto l’anno scorso, spesso non paga.
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