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GARELLI PAGA PER TUTTI

Alla fine ha pagato Garelli. Un esonero annunciato, che probabilmente il presidente Pedrollo avrebbe voluto decidere anche prima. L’allenatore paga per tutti, come De Raffaele un anno fa, con una squadra nettamente più debole e con un sacco di problemi in precampionato. Paga Garelli che ha sposato in pieno le scelte per allestire una squadra che non è mai riuscito a far decollare, nonostante fosse sbarcato a Verona con lo staff di fiducia (assistente e preparatore atletico), che forse non ha mai avuto piena sintonia con i giocatori ed il club.

Al coach bolognese viene rimproverata soprattutto la colpa di non avere mai trovato la chimica di squadra, che dal precampionato non ha mostrato progressi. La prestazione difensiva nelle prime due giornate è stata imbarazzante ed è legittimo chiedere spiegazioni sul costante gap a rimbalzo. Tetragono nelle sue scelte e monodimensionale nella tattica (difesa a uomo per 40′, sempre e comunque, mai una zona o una mista), Garelli è indubbiamente una brava persona, ma sulla panchina di Verona non ha mai convinto. E in attacco pesano il brutto rendimento di Renzi e lo scarso coinvolgimento di un giocatore come Edwards, probabilmente acerbo, ma costante in difesa e atleticamente talentuoso.

Insomma, se vogliamo chiudere – come avevamo cominciato – con un sillogismo motoristico, Garelli non aveva una Yamaha, però ha fatto correre la sua Tezenis peggio di una Ducati. E lui non è neppure Valentino Rossi.
Il suo esonero batte ogni record di rapidità, ma questa volta Fadini (sicuramente sollecitato da Pedrollo) non ha voluto rinviare, come fece un anno fa, dopo sei giornate, una scelta che sentiva di dover fare. E adesso la Verona dei canestri non ha più alibi.

 

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