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PENSIERI E PAROLE

La Tezenis è ferma ai box per un “pit-stop” in campionato dopo la bella qualificazione alle final four di Coppa Italia. E’ tempo quindi di un primo bilancio ed anche di qualche riflessione. Pensieri e parole in libertà.

1. Qualcuno, forse memore degli antichi fasti, ha decantato il traguardo in Coppa come un trionfo. Teniamo i piedi per terra, la Tezenis ha passato il primo turno per cancellazione di Venezia (promossa a tavolino in Serie A), poi ha fatto fuori Veroli, detentrice del trofeo. Impresa lodevole, ma per innalzare il gran pavese forse è ancora poco.

2. La sede delle final four sarà scelta dopo l’8 dicembre, quando sarà completato il quadro delle squadre qualificate. Se passerà il turno Brindisi, sembra che Bonamico (presidente di Legadue) spinga per la scelta di Bari. Se così fosse perché favorire i tifosi pugliesi – per quanto pronti ad una calata in massa – e quelli di Scafati? E perché non Verona, soprattutto se dovesse qualificarsi Piacenza?

3. A fine novembre scade il contratto a termine con Di Giuliomaria. Se “l’aggiustamento” di cui parla Fadini è la mancata conferma del centrone o la rinuncia a Banti, preferirei chiamarlo taglio. Del resto il g.m. gialloblù non ha mai nascosto che in questo momento la rosa, secondo lui, ha un giocatore di troppo.

4. E’ lecito chiedersi che razza di campionato sia quello in cui la prima in classifica beccato 48 punti a Reggio Emilia, segnandone 41. Alla ripresa del campionato la Tezenis andrà proprio a Pistoia. Un altro spunto per un nuovo esame della truppa di Martelossi.

5. I tempi sono duri, economicamente parlando. Non è certo una novità. In Dnb nel girone del Villafranca è stato escluso dal campionato Monfalcone per non aver pagato i parametri Nas. Vecchi amici come Laezza e Bellina sono svincolati e senza squadra, salvo ricorsi. Non è un bel segnale. E sembra che i goriziani non siano gli unici ad avere problemi di soldi.
La Federazione vuol capirlo o no che deve rivedere alcune sue posizioni? Invece è troppo comodo: così può continuare ad incassare dalle società professionistiche, naturalmente compresa Verona, i parametri sui giocatori cresciuti all’estero, ad esempio come West, Edwards, Porta. 
Ah, se Meneghin valesse da presidente Fip anche solo un decimo di quello che valeva da giocatore…e purtroppo non è da solo a Roma.

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