Per una volta non è triste “Venesia”, come cantava Charles Aznavour, ma la Fip. E con la Federazione le Leghe del basket, protagoniste della farsa wild-card che ha prodotto una schifezza senza precedenti.
Già il meccanismo inventato dalla Lega Basket gridava vendetta: sei retrocesso? Basta che paghi e resti in A1. Peccato che Teramo lo abbia fatto in ritardo di due giorni rispetto alla data prevista dal regolamento. Peccato che la giustizia federale prima abbia dato ragione a Venezia, poi a Teramo. Peccato che alla fine della fiera, dopo tre mesi (sic!) l’Alta Corte di Giustizia del Coni abbia sancito che la Reyer deve giocare in A1.
Far tornare indietro Teramo? Neanche per sogno? E non se ne parla di trovare un colpevole in questa “merdata” che è andata contro ogni principio sporitvo (si vince – e si perde – sul campo e non con il conto corrente) ed ha costretto la Legadue a cambiare in corsa la griglia dei playoff. E adesso costringerà Venezia a correggere in fretta e furia il roster, adeguandolo per la categoria superiore.
Così avremo due campionati zoppi: l’A1 a 17 squadre e la Legadue a 15. (Sospiro di sollievo a Verona? Ah ah ah!). E abbiamo anche un turno di Coppa Italia che per la Tezenis si è trasformato in un’amichevole.
Non sempre un grandissimo giocatore è un bravo dirigente. Dino Meneghin resta un’icona per il basket italiano, ma come presidente federale, purtroppo, è più triste della Venesia di Aznavour.
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