Ci sono voci che non finiscono mai nelle statistiche di una partita. Si chiamano grinta, concentrazione, determinazione, cuore e attributi. Sono qualità che un giocatore non potrà mai mostrare nei suoi scout, ma le porta dentro di sé, tirandole fuori soprattutto nei momenti più difficili. Come ha fatto la Tezenis nella sfida con Brindisi. Strappando il supplementare senza l’asse play-pivot, per poi mettere la mani sulla vittoria in un supplementare tutto cuore e personalità.
Quel cuore che ha portato Christian Di Giuliomaria a dedicare la sua tripla decisiva a Brent Lamar Darby, suo compagno per otto partite alla Reyer Venezia, ricordato con un minuto di silenzio all’inizio della partita. Quel cuore che ha dato la forza a Giacomo Mariani per segnare un canestro altrettanto fondamentale e a servire un assist. Per poi tornare a sedere in panchina all’inizio dell’overtime.
Una Tezenis che non sarà un orologio (la partita francamente è stata piuttosto brutta, emozioni a parte), ma dimostrato di avere un’anima. E qui si vede la mano del coach. Una squadra che in questa vittoria è apparsa tanto operaia, come ai bei tempi andati. E forse per questo diventa più simpatica.
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