Torna al blog

LA VIOLENZA DEI “NORMALI” E’ LA PEGGIORE

 

Per i media nazionali l’aggressione subita da Nicola Tommasoli è la rivincita del caso Luis Ignacio Marsiglia. Allora i naziskin e l’aggressione razzista esistevano solo nella fantasia mitomane del professore ebreo, e i media che l’avevano avallata dovettero scusarsi con la città. Oggi invece è tutto vero, provato e confessato. E così si può sparare a zero su Verona senza tema di smentite. Tanto più che oggi Verona è la Verona di Tosi (che colpe specifiche non ne ha, ma la presenza alle sfilate della destra estrema poteva senz’altro risparmiarsela). E così traspare la voluttà di poter sbattere in prima pagina la “Verona nazista”

Chi parla di naziskin o di “pestaggio fascista” però non si rende conto di fornire a questi delinquenti l’alibi della motivazione politica. Mentre i giovani aggressori non sono né nazisti, ne fascisti né brigatisti; sono qualcosa di peggio ancora: sono nichilisti. Non si tratta di negare la loro appartenenza al Fronte Skinheads né il look e i simboli riconducibili alla destra estrema. Ma, come hanno rilevato gli inquirenti, nella fattispecie dell’aggressione a Tommasoli non c’è nulla di politico: perchè la vittima non è né un immigrato né un avversario di schieramento, è il primo che passa per la strada; e il casus belli non è uno scontro ideologico ma la banale richiesta di una sigaretta. E’ il gusto della violenza per la violenza, siamo ad Arancia Meccanica

In questo senso la violenza “normale” o dei “normali” è la peggiore di tutte. Perché gli squadristi al pari dei brigatisti, al pari di tutti i terroristi, una motivazione per quanto perversa e inaccettabile ce l’avevano e ce l’hanno: la rivoluzione fascista, colpire al cuore dello Stato, punire l’Occidente imperialista. Gli aggressori di Tommasoli no

Anche gli episodi di violenza che vedono protagonisti gli stranieri immigrati hanno una spiegazione, che non significa assolutamente giustificazione. Ma spiegazione si: sono allo sbando in un Paese straniero, hanno esigenze primarie da soddisfare, sono abbagliati dal nostro benessere. Gli aggressori di Tommasoli no.

Perfino la violenza più simile alla loro, quella degli ultras del calcio, per esplodere ha bisogno di inventarsi uno straccio motivazione: la rivalità con la tifoseria avversaria, oppure le forze dell’ordine che hanno appunto la pretesa di far rispettare l’ordine. Ma il povero Tommasoli non è un poliziotto né un tifoso avversario, è solo il primo che ti capita sottomano.

Riesco solo a fare una considerazione molto generica: quando viene meno la funzione civilizzatrice della religione, della scuola, della famiglia, allora la belva primordiale che si annida in ciascuno di noi si sente libera di scatenarsi sul primo che capita senza alcuna motivazione che non sia il piacere della violenza per la violenza. E la belva si sente tanto più libera in uno Stato dove la repressione è al bando e la giustizia allo sbando.


16 commenti - 2.384 visite Commenta

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

*

code