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DAI MIGRANTI AL RUSSIAGATE

Finchè il problema principale all’ordine del giorno sono stati i migranti – come accaduto per mesi, mesi e mesi – per Matteo Salvini era tutto grasso (elettorale) che cola.

Non solo per gli oggettivi risultati conseguiti dal ministro dell’Interno nel frenare l’immigrazione clandestina, ma anche per tutti i gentili sponsor che ha trovato lungo il cammino: da Carola a Luca Casarini, dalla gip di Agrigento ai parlamentari del Pd saliti sulla Sea Watch. Fondamentali per far balzare la Lega nei sondaggi addirittura al 40%. (Sondaggi che però non erano e non sono voto reale…)

Improvvisamente lo scenario è mutato: da dieci giorni domina la scena il continuo crescendo del Russiagate o Moscopoli che dir si voglia.

I fatti, i risultati, contano relativamente. Come ha ben spiegato Domenico Cacopardo su Italia Oggi “le operazioni di acquisto di petrolio da parte dell’Eni sono sottoposte a una serie di rigidi controlli” e quindi non esiste che uno come Gianluca Savoini – senza averne il mandato – potesse trattare una qualunque fornitura.

Il che non toglie che un tramaccione come lui ci abbia provato mettendoci anche in ballo una tangente da pagare a qualcuno. Savoini, presidente della fantomatica associazione Lombardia- Russia (Ci mancava solo che l’ex sindaco di Rovigo Bergamin lanciasse l’associazione Polesine-Stati Uniti). Le associazione vere sono infatti tra Stati; quelle farlocche servono solo a darti un lasciapassare per poter andare, nella fattispecie, in Russia a cercar di combinare qualche affare…

In questo contesto la difesa di Matteo Salvini non può limitarsi a dire “Savoini non lo frequentavo, non lo ho inviato io in Russia”, anche perché sono state pubblicate decine di foto che li ritraggono assieme.

Aggiungiamo che, come sempre avviene in queste vicende, ci sono i servizi segreti (francesi) che tramano nell’ombra. C’è il problema della collocazione internazionale del nostro Paese (con gli Stati Uniti nostro alleato di sempre o con la Russia di Putin?). Tutte realtà che un politico scafato non può ignorare, se non a suo danno.

Ecco perché dopo l’ascesa trionfale dovuta ai migranti, per Salvini rischia di iniziare una discesa altrettanto brusca causata dal Russiagate.

Inevitabile – come hanno fatto tanti – pensare ai diamanti di Bossi; o a Savoini come al “mariuolo isolato”, il Mario Chiesa divenuto fatale per Bettino Craxi…

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