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DA TUTTI A CASA A NESSUNO A CASA

Ai 5 stelle, evidentemente, non basta il drastico taglio dei loro parlamentari che gli elettori – prima o poi – faranno. Dicono di volerli tagliare tutti di propria iniziativa. Come se il problema principale del nostro Paese non fosse il numero esorbitante di pensionati, la caccia furiosa al reddito di cittadinanza, ma gli stipendi di troppi parlamentari: pagliuzza rispetto alla trave del debito pubblico che anche loro continuano ad ignorare. Fatto sta che – oltre a Conte premier – l’hanno posto come condizione irrinunciabile per varare il, molto probabile a questo punto, governo col Pd.

Ma la questione fondamentale per loro è un’altra. Il movimento di Grillo nasce e dilaga con il vaffa, con “mandiamoli tutti a casa”. Si presenta cioè come alternativo a tutti i partiti, nessuno escluso.

Ovvio quindi che i grillini non potevano e non possono allearsi con nessuna forza politica, salvo negare la loro stessa ragion d’essere. La loro diversità genetica.

Mentre adesso di parla addirittura di una “alleanza politica” col Pd che, cioè, dal governo centrale dovrebbe trasferirsi anche alle regioni e ai comuni…

Quindi falcidiati lo sono stati dall’alleanza con la Lega e continuerebbero ad esserlo con l’alleanza col Pd. Anzi ancora di più, perché i piddini – ex comunisti ed ex democristiani – sono i veri professionisti della politica italiana, ben più dei leghisti…

Senza aggiungere che questi buzzurri di leghisti sono, a loro modo, populisti e alternativi. Mentre il Pd è il partito dell’establishment, del politicamente corretto, dei salotti bene e dei centri storici; cioè il più inviso ai tanti che votarono 5 Stelle per “mandarli tutti a casa”.

Alleanza che comunque i 5 stelle sono pronti ad accettare per un principale evidente obiettivo: non venire drasticamente ridimensionati nei consensi, e quindi nel numero dei propri parlamentari, dal voto anticipato. Altro che fingere di volere loro come condizione irrinunciabile la riduzione dei parlamentari…

 

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