Non c’è governo che non faccia questa solenne promessa. Poi all’atto pratico nessuno può farlo.
Perché abbiamo il debito pubblico più alto d’Europa. Perché ogni governo per conquistare il consenso fa delle promessi agli elettori che comportano un aumento della spesa pubblica, non certo un taglio con conseguenti meno tasse.
Anche ora, di fronte all’ultima promessa della Meloni, il ministro Giorgetti, al solito molto serio, ha detto che ci vorranno almeno due anni…
Di fatto la pressione fiscale continua ad aumentare, ora è arrivata al 42,6% che comporta il terzo posto tra i Paesi Ocse.
Ultima cosa, tutt’altro che secondaria: la premier Giorgia Meloni, prima di promettere al ceto medio il taglio delle tasse, dovrebbe riuscire nell’ardua impresa di fargli pagare le imposte…
Per non parlare infine del forte aumento della spesa militare che ci viene imposto e non possiamo rifiutare. Come ottemperarlo se non con un ulteriore forte aumento delle imposte?
Statistiche MEF. Circa 84% delle tasse è pagato da dipendenti e pensionati. Qua ci si potrebbe fermare perchè è già sufficiente per capire la natura dei problemi. Io, da dipendente, adotterei una linea dura per le verifiche da parte delle autorità competenti, sia su soggetti privati che su soggetti persone giuridiche. Solo in questo modo, c’è la speranza che le aliquote si abbassino quanto meno per i primi scagioni. Altro che flat tax…
18:40
Ti do qualche informazione non proprio nuovissima e già evidenziata su questo blog.
RUFFINI ex direttore dell’agenzia delle entrate disse pubblicamente che c’erano gli strumenti informatici per introdurre il redditometro ovvero un accertamento automatico con limiti da definire.
Ci fu una levata di scudi da tutto il governo con la conseguenza che Ruffini nel dicembre 2024 fu costretto alle dimissioni.
Successivamente fu introdotto l’EVASOMETRO” che prevede accertamenti soprattutto su coloro che hanno un debito vero l’erario di almeno 50mila € ma dispongono di capitali significativi anche all’estero.
Un esempio:
Ad Andrea Pignataro, il secondo miliardario più ricco dl’Italia, a seguito di accertamenti fu contestata l’evasioni di 1,2 miliardi di tasse, ma poi ha concordato 280mil. senza ammissione di colpa.
Il “fisco amico” il “concordato preventivo” sono banalità che sottolineano come una lotta seria all’evasione sia ben altra cosa.
Egregio dottor Mario. Perché questa critica?