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UN PREMIER CON L’AURICOLARE

Dopo la pagliacciata Pdl al Senato il governo Letta va avanti come un treno (?), peccato che lo stesso premier abbia il problema…dell’auricolare.
Un discorso perfetto quello fatto stamane da Enrico Letta: ha enumerato tutte, ma proprio tutte, le cose da fare. Così perfetto che alla fine, dopo aver mandato allo sbaraglio il povero Bondi, l’ha sottoscritto anche Berlusconi votando la fiducia.
Peccato fosse solo un discorso. E sappiamo bene come tra il dire e il fare ci sia di mezzo…E qui entra in campo l’auricolare.
Ricordate Ambra Angiolini? Condusse in maniera stupenda “Non è la Rai”, un successo incredibile per una new entry. Peccato che avesse anche lei l’auricolare che la collegava permanentemente ad un grande ideatore
di trasmissioni prima radiofoniche e poi televisive: Gianni Boncompagni, che le suggeriva ogni mossa, ogni battuta, ogni atteggiamento. Di fatto il conduttore, il ventriloquo, era lui.
Toltasi l’auricolare Ambra non potè più fingere di essere una conduttrice. Cambiò mestiere diventando attrice: una qualunque, una delle tante. Desaparecida.
Enrico Letta è come Ambra Angiolini: eterodiretto fin dall’inizio del suo governo da Giorgio Napolitano. In questi giorni cruciali era in confusione “chiedo la fiducia oppure no? Mi dimetto o vado avanti”. Poi è salito al Colle e Napolitano-Boncompagni l’ha tranquillizzato spiegandogli come condurre la danza politica.
Di Napolitano lui è il pupillo. Anche di zio Gianni e prima di Andreatta. Insomma è un pupillo. Matteo Renzi invece – tanto per fare un esempio – non è pupillo di nessuno. E’ Matteo Renzi e basta.
Stamane Letta spiegava che, con tutti i drammatici problemi da affrontare, ci vuole un governo forte mica un governicchio. Giusto. Ma solo un premier forte, uno statista vero, rende forte il governo.
Quando mai un De Gaulle, un Tony Blair, uno Schroder, una Merkel hanno governato su suggerimento altrui? Erano (sono con Frau Angela) loro a decidere e a trascinarsi dietro il parlamento, il Paese, il consenso.
La storia non ha mai visto un premier con auricolare, uno statista eterodiretto. Ma c’è sempre una prima volta: dai Enrico che ce la fai!

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