Niente concerto alla Reggia di Caserta per il direttore d’orchestra russo Gergiev. Vietato perché lui è apertamente schierato con Putin. (Anche se non ha partecipato alla guerra né ucciso qualcuno)
Si fosse schierato con Zelensky il concerto si faceva e in prima fila doveva esserci anche Mattarella.
Questo è il punto: divieto o no a seconda di dove si schiera politicamente l’artista.
Artisti che, per altro, sono soliti inneggiare al dittatore. Nel Ventennio trovarne uno di artista italiano che non fosse entusiasta del Duce e inneggiasse all’Anpi.
Nel Paese della democrazia, dove la libertà di opinioni anche sgradite dovrebbe essere garantita, vige la censura verso chi è appunto sgradito, mentre fioccano gli appalusi a chi ha idee politiche condivise.
Se non sbaglio diversi cantanti italiani hanno criticato Giorgia Meloni (con l’accusa inedita di essere fascista) e sono stati applauditi non certo sanzionati.
Non bastasse Caserta censurato anche a Bologna il concerto del pianista ucraino che, pur essendo appunto ucraino, sta con Putin e non con Zelensky.
E poi abbiamo un ministro della Cultura(?), Giuli, che ha condiviso in pieno il divieto a Gergiev.
Direi che, oltre ai concerti, andrebbe abolito anche un cosiddetto ministro della Cultura che ignora perfino la libertà d’opinione.
Sarei curioso di sentire cosa ne pensa Giorgia Meloni.