La cosa certa ed indiscutibile è che the Donald non è un democristiano. Ignora totalmente quelle che erano le caratteristiche dei nostri scudocrociati: moderazione, volontà e capacità di mediazione, ironia. Indimenticabile l’affermazione di Andreotti: “Amo tanto la Germania che avrei preferito restassero due”.
Trump è una clava, sia nelle parole che nei fatti: ha demolito l’Onu, la Ue, il Green Deal affermando che il cambiamento climatico è la truffa peggiore di sempre (personalmente concordo).
Anche nei fatti usa la clava, pensiamo alla sua guerra contro i migranti. Tema quanto mai delicato: certo dobbiamo evitare l’invasione islamica, attacco decisivo a quel po’ che resta della nostra cultura. Ma, con le coppie che fanno jogging invece che figli, gli esiti sono due: o c’è la sostituzione etnica oppure si va verso l’estinzione.
Turnando alle parole the Donald usa toni aggressivi che nemmeno le nostre opposizioni arrivano a tanto. Opposizioni che, non avendo il potere, possono fare solo proclami e non interventi concreti.
Trump le batte anche con il linguaggio.
Ovviamente si può avere ogni giudizio sul nuovo padrone del mondo, anche totalmente negativo.
Ma non si può dire che il suo sia un linguaggio ambiguo, poco chiaro, mascherato. Ciò che dice e vuole è chiarissimo (non che poi riesca ad ottenerlo).
Mai avuto un leader politico che faccia capire a tutti ciò che dice e ciò che vuole (vorrebbe).

