PRESIDE AGGREDITO DA GENITORI

E’ sempre più drammatica e preoccupante la situazione delle scuole.

Ultima notizia: una insegnante accoltellata da studente minorenne. Poi il preside aggredito dai genitori.

Non c’è un serio confronto culturale e politico su un tema tanto pregnante. Forse perché si sa di non poterci fare nulla.

Vengo da una famiglia di insegnanti, sia mio padre che mia madre; per gli insegnanti c’era il massimo rispetto. Se un figlio veniva sanzionato non si sognavano di aggredire gli insegnanti e nemmeno di criticarli. Erano d’accordo e anzi aumentavano le sanzioni contro il figlio maleducato.

Oggi il mondo è cambiato. E’ alla rovescia. Sarà colpa dei social dove tanti sono convinti di sapere tutto, come si insegna come si cura come si fa l’avvocato.

Ma, come ha giustamente sottolineato il prefetto di Padova, la scuola può fare poco niente, la prima responsabilità è dei genitori che lasciano fare di tutto ai figli anche minorenni: uscire di sera, girare armati, stuprare e non solo…

Allora penso che è giusta l’autocritica di chi si dedica al cane consapevole di non avere le doti e l’impegno costante che richiede fare il genitore.

C’è una soluzione? No, non c’è. Siamo completamente allo sbando. Non può che peggiorare tutto.

GIORGIA COSTRUISCE PONTI

Come scrive Mario Sechi su Libero, Giorgia Meloni sul piano internazionale ha la capacità di costruire ponti, di trovare accordi per contrastare scafisti e arrivo dei clandestini.

Lei è e resta di destra, ma sa trovare accordi anche con un socialista come l’albanese Rama, oltre che con il premier conservatore inglese Sunak. Prima di tutto l’interesse del nostro Paese. Che sia raggiunto l’obiettivo o meno, vedremo; ma intanto lei si muove come mai un nostro capo del governo in politica estera.

Se vogliamo la cosa interessante è che il tentativo di governare l’immigrazione avviene con due Paesi, Inghilterra ed Albania, fuori dall’Unione Europea che come su questo e su altri temi cruciali è silente ed assente.

Esistono o no dei veri leader in grado di decidere e comandare nella Ue? Non pare proprio.

Poi, su piano interno, lo scontro con la Schein. Sarebbe strano che non ci fosse tra il capo del governo e quello dell’opposizione…

Quanto ai temi, ai contenuti, valutate voi chi delle due sta uscendone meglio.

AUTO ELETTRICA…CINESE

Questa auto elettrica che l’Europa vuole imporre al posto del diesel e benzina, almeno chiamiamola con suo vero nome: auto cinese. Nulla ha di Occidentale, tutto di cinese; a partire dalla batterie che, quando vanno rottamate, inquinano ben più del resto.

E poi tutta la componentistica è cinese. Abbiamo rinunciato totalmente al settore produttivo chiave, l’auto; milioni di posti di lavoro.

Quando Lavrov, ministro degli esteri russo, dice che dopo 500 anni l’Occidente è alla fine. Non c’è solo l’espansionismo cinese, russo, asiatico. C’è l’autolesionismo dell’Occidente sia economico che culturale (basti pensare alle lodi ad Hamas…)

Abbiamo rinunciato alla via della seta perché portava più benefici alla Cina che all’Occidente. In compenso via libera all’auto cinese che garantisce la totalità degli interessi alla Cina…

L’EUROPA CHE NON C’E’

Matteo Salvini è stato categorico: “L’Europa va cambiata”. Non ha detto di uscirne ma di modificare radicalmente la Ue.

C’entra poco l’appartenenza politica. Difficile trovarne uno di cittadino che sia entusiasta di questa Ue. Cominciando dall’indimenticabile, disastroso, passaggio dalla lira all’euro.

Salvini è poco autorevole? Autorevolissimo invece, a giudizio comune, Mario Draghi che ha espresso pure lui critiche dure all’Europa: manca un esercito comune, una visione economica, un pari regime fiscale nei vari Paesi.

Tant’è che gli editori di Repubbica e La Stampa, la famiglia Agnelli, da tempo paga le tasse in Olanda. E cosa condannano Repubblica e La Stampa? Ovviamente l’evasione fiscale dell’idraulico…

Cambiare l’Europa non è scontato. A Giugno servirebbe un voto che garantisse a maggioranza a popolari e liberali, escludendo i socialdemocratici.

Tutt’altro che scontato. C’è chi aspetta e spera.

GIORGIA E IL MURETTO DI BERLINO

Come sappiamo ai tempi delle guerra fredda a Berlino c’era il muro tra Occidente e Unione sovietica.

E’ continuato anche dopo, nel senso che la Germania, Paese chiave della Ue, era critica contro l’Italia.

Giorgia Meloni è riuscita a trasformare il muro in un muretto, nel senso che ha trovato un accordo di vari temi – dai migranti alla ricerca, con il leader tedesco.

Olaf Scholz è un socialdemocratico. Così come è socialista il leader albanese.

Quindi non sta in piedi l’accusa alla Meloni di essere una sovranista, una di destra che fa accordi solo con quelli di Visegrad. Li fa con chi conviene al nostro Paese.

E ottiene ottimi risultati come con i nuovi 20 miliardi del Pnnr.

Piaccia o no abbiamo in premier molto efficiente. Che che ne dicano le opposizioni.

ARDUO FERMARE I FEMMINICIDI

Il crudele, il feroce assassinio di Giulia porta ad una domanda che tutti non possono non porsi: come fermare i femminicidi.

Posta la domanda trovare la soluzione è purtroppo arduo: Lo stesso ministro Nordio ha dichiarato che le nuove leggi servono, doverose, ma non sono decisive.

Vi pare che questi giovani impazziti per la separazione, pronti ad uccidere e anche a suicidarsi, si fanno intimorire da un aumento delle pene previste?

Resta il tema cruciale dell’educazione. Psicoterapia di massa? E quando comincia questa educazione, nelle scuole? No: appena nati quando, prima ancora di parlare, osservano il comportamento dei loro genitori. Che sbagliano o non capiscono l’esempio che danno.

Il padre di Filippo Turetta ha dichiarato che suo figlio “era un bravo ragazzo”. Purtroppo “bravo” anzitutto ad uccidere l’ex fidanzata.

La sorella di Giulia ha dichiarato che restiamo una società patriarcale. E’ un fatto che da sempre la dona è sottomessa all’uomo, deve obbedire ai suoi desideri, guai se osa ribellarsi.

Invertire questa cultura, arrivare alla piena parità e al rispetto della donna, è tutt’altro che semplice. Per dire in politica Meloni e Elly sono l’eccezione…

Purtroppo ho un timore: che scatti l’effetto emulazione, che altri giovani via di testa siano portati a fare ciò che ha fatto Turetta.

Spero di sbagliarmi, ma arrivare a fermare i femminicidi resta molto, molto arduo.

CHIESE PIENE, UNA VOLTA…

Spesso quando viaggio non guido io la macchina, e così mi diletto a guardare il paesaggio.

Non c’è comunello o persino borgo – in Trentino, in Veneto o in Lombardia – dove non svetti un campanile con tanto di orologio e campane. Chiese dovunque.

Chiese che, un tempo, erano sempre strapiene; non solo la domenica. Non c’era abitante che non andasse in chiesa. Era ritenuto essenziale, per confessare i peccati e così assicurarsi un futuro, se non all’inferno, quantomeno in purgatorio.

Un popolo di credenti, che oggi si è dileguato. Chi ci va in chiesa? Chi si preoccupa dell’aldilà? Tutti concentrati sull’aldiquà. Tutti impegnati a godersi la vita, il presente, a risolvere i problemi quotidiani che ci preoccupano.

Fedeli in chiesa? Diciamo che puoi contarli sulle dita di un mano.

Diciamo che è un cambiamento “culturale” totale; a dir poco…

LA COLPA DI ESSERE RICCHI

Federico Rampini nel suo fondo sul Corriere, come sempre molto interessante, spiega che la colpa di noi occidentali è di essere (mediamente) ricchi. E questo spiegherebbe tra l’altro il fatto che i giovani, e non solo loro, stanno shierandosi con i palestinesi e contro israele perché loro, i palestinesi, hanno il merito di essere poveri, mentre gli israeliani la colpa di essere diventati ricchi, in particolare dopo gli anni ’80.

Rampini sottolinea che anche la metà e più del mondo, cioè Cina e India, sono impegnati a migliorare le condizioni economiche dei loro cittadini. Senza farsi pippe sulla difesa dell’ambiante.

Trascrivo in lungo passaggio del fondo di Rampini. “La ricchezza dell’Occidente, o quella di Israele, è diventata la prova schiacciante di una colpa: si accompagna alla certezza che questo benessere è il frutto di crimini contro l’umanità. Applicando questo dogma a tutto l’Occidente, la storia degli ultimi secoli dalla rivoluzione industriale in poi è un vasto romanzo criminale degno di Emile Zola: un paesaggio infernale di sfruttamento abietto, sofferenze, guerre coloniali, saccheggio delle risorse naturali. Nulla di buono ha fatto l’Occidente visto che la sua opulenza è legata alla miseria degli altri e al riscaldamento climatico. Tra le conseguenze di questa narrazione abbia l’illegittima etica delle frontiere nazionali (come possiamo negare l’ingresso ai poveri della terra, se la loro sofferenza l’abbiamo creata noi?) e l’urgenza di bloccare lo sviluppo economico foriero di un’Apocalisse ambientale: Queste convinzioni animano tanti giovani”.

Mi auguro non animino anche i frequentatori di questo blog…

 

PREMIERATO Sì, AUTONOMIA NI…

Giorgia Meloni è decisa an andare avanti col premierato, con l’elezione diretta del capo del governo. Il che implica dare più potere all’eletto dai cittadini e invece toglierne all’eletto dai parlamentari, cioè al presidente della Repubblica.

Che lui, il presidente della Repubblica, non scelto dagli elettori, abbia troppi poteri mi pare evidente. Sceglie il premier, avvalla la scelta dei ministri, qualunque provvedimento del governo, compresa ora la manovra, prima di andare al voto delle camere ha bisogno del suo benestare.

Cambierebbe molto con l’elezione diretta del premier: un governo con più poteri reali.

Se il premierato sembra procedere nella volontà di Meloni di andare a quella che lei chiama la “Terza Repubblica”, l’autonomia invece sembra in stallo, quasi non se ne parla più.

C’è l’ostilità di tutte le regioni del sud. Che mi pare comprensibile: già il nostro Paese è radicalmente diviso tra Nord e Sud, con l’autonomia si accentuerebbe ulteriormente la divisione…

Alla fine la soluzione all’italiana c’è: alla Lega daranno un autonomicchia…

POLITICA E VITA PRIVATA

La vita privata, i rapporti amorosi, continuano a fare irruzione nella politica. Come se un qualsiasi politico andasse giudicato non per la sua attività, ma per le relazioni affettive.

L’ultima puntata di Report ha accusato Berlusconi di essere condizionato dalla Fascina, dalla sua ultima donna. Nemmeno da morto la smettono di giudicarlo per questo.

Anche la sua seconda moglie, Veronica Lario, dopo la separazione fu utilizzata per criticarlo. Nel mirino l’attività di governo di Berlusconi? Si parlò molto più delle “cene eleganti si Arcore”…

Adesso con Giorgia Meloni. Il suo operato da prima donna premier? La guerra che dilaga? Scherziamo si è parlato e discusso anzitutto del suo rapporto con Giambruno, della rottura definitiva. Molti affermano che Giorgia ne è uscita bene, con dignità, ma che senso hanno le discussioni a raffica?

C’è un precedente storico da non dimenticare. Quando eravamo per la famiglia tradizionale. Non esisteva il divorzio. Anche il Pci allora era contrario ad introdurre il divorzio. Ebbene: Palmiro Togliatti aveva come amante Nilde Iotti.

Ma nessuno si sognò di scandalizzarsi e criticarlo per la sa scelta di vita privata. Togliatti venne apprezzato o criticato per il suo rapporto con l’Unione Sovietica, per la sua visione del comunismo. Non c’è il ricordo di interventi, di ampi spazi mediatici dedicati alla sua relazione con Nilde Iotti.

C’era un approccio serio alla politica. Oggi invece la vita privata diventa il primo strumento per giudicare l’attività di ogni politico; donna o uomo che sia.