Chi discrimina i rom? E’ Sarkozy con i suoi provvedimenti, o si auto-discriminano con i loro comportamenti? La sentenza non sembra particolarmente ardua.
E’ arduo invece, anche se ispirato da un cieco amore zigano, l’accostamento tra i 300 euro con cui il presidente francese cerca di convincerli a ritornare volontariamente a Bucarest e le deportazioni con destinazione campo di sterminio che attuò Hitler; avendo imparato il metodo – scusate se oso ricordarlo – dal suo Gran Maestro, il compagno Stalin.
Sgombriamo il campo dai deliri e torniamo al dunque, cioè a chi discrimina chi.
Come mai, se viene ad abitare vicino a noi una famiglia di filippini, siamo al massimo incuriositi, mentre se arriva la carovana dei nomadi siamo allarmati? Come lo spieghiamo questo nostro “razzismo a corrente alterna”, che con uno scatta e con l’altro no? Perchè
(aggiungendo un particolare per il mio biografo Silvestro) a due operai moldavi ho dato le chiavi di casa mia dopo tre giorni che li conoscevo, mentre ad un rom non gliele darei nemmeno dopo trent’anni? E voi gliela dareste la chiave di casa vostra? Dubito lo farebbe perfino il presidente dell’Opera Nomadi…
Mi sembra evidente che chi – nel Terzo Millennio e in Occidente – vive ancora da nomade, ci racconta che si sostenta allevando cavalli e forgiando il rame, pretende di avere campi attrezzati e gratuiti quando tutti gli altri giramondo della domenica si pagano il campeggio e presentano i documenti senza sognarsi di sentirsi schedati. Mi sembra evidente che chi adotta questo stile di vita si auto-discrimina e minimo ispira diffidenza.
Abbiamo mai visto un nigeriano o un polacco mandare i propri bambini in strada a chiedere la carità e bastonarli se non obbediscono? Li abbiamo visti rifiutarsi di mandare i figli a scuola anche se arriva l’assistente sociale e il pulmino gratuito a prelevarli? Possiamo osservare che solo certi nomadi lo fanno? Oppure siamo razzisti e vogliamo noi discriminarli?
Che poi se ragioniamo così, se abbiamo questa libido nel lanciare l’accusa di razzismo, allora dobbiamo notare che la discriminazione esiste anche in positivo. Sindaci come Cacciari che ha destinato loro un intero villaggio o come Zanonato che gli ha dato alcune casette, hanno discriminato i nomadi; perchè dovevano dire loro di mettersi in coda per le case popolari come tutti gli altri cittadini italiani e stranieri.
Se ragioniamo così’, è razzista anche il sindaco di Verona Tosi che ha previsto interventi economici mirati per smantellare un campo nomadi. Interventi riservati solo a loro e non previsti per gli altri cittadini veronesi.
Se invece recuperiamo un po’ di buonsenso, dobbiamo riconoscere che per alcuni gruppi o etnie servono interventi mirati, sia in positivo che in negativo; ci vuole tanto il bastone quanto la carota e l’importante è dosarli bene se si vuole risolvere i problemi e non lasciarli marcire.
Il vero razzista è chi evoca la discriminazione , e addirittura il fantasma di Hitler; perchè tutto questo serve solo a convincerlo che lui mica è becero, lui appartiene alla razza superiore della fratellanza e dell’amore universale. ( almeno finché il “fratello” non si materializza nel suo salotto…)