Speriamo che siano davvero iniziati i mondiali di calcio, perchè fin’ora sono stati i mondiali di Nelson Mandela: fiumi e fiumi e fiumi di retorica sullo storico leader della lotta contro l’apartheid. Fin’ora si è parlato, si è celebrato solo lui.
Nessuno – sia chiaro – intende discutere i meriti di Mandela. E quelli di Helmut Kohl? C’è forse qualcuno che non gli riconoscere il merito della riunificazione tedesca? Di essere stato tra i protagonisti del crollo del muro, cioè del comunismo, contribuendo così a liberare l’Europa Orientale e la Russia dalla più lunga e feroce dittatura della storia moderna?
Eppure quattro anni fa abbiamo giocato i mondiali in Gemania, e nessuno si sognava di evocare o santificare Kohl. Non che non lo meritasse, ma eravamo la per giocare a calcio e dunque si parlava di calcio, non di politica.
Ogni volta poi c’è il retro della medaglia. Spazzato via il comunismo, restò ed anzi si aggravò la miseria; e molti, nell’Est Europa dicevano che, forse, si stava maglio prima. Spazzata via l’apartheid nessuno – of course – osa dire che si stava meglio prima. Tuttavia, se non ci fosse solo retorica e politicamente corretto, qualcuno magari andrebbe a raccontare l’altra faccia di un Sudafrica, certo liberato dalla piaga della segregazione, ma dove i problemi economici e sociali e di ordine pubblico sono tutt’altro che risolti.
Ma, quando si decide di celebrare i mondiali di Mandela, la notizia d’apertura dei nostri notiziari diventa la morte dalla bisnipote del leader nero. Naturalmente spiace per quella povera ragazzina ma, ci rendiamo conto, che sarebbe stato un po’ come aprire con la notizia che è nato Lorenzo Mattia, il primo nipote maschio di Berlusconi?!…
Stamane su Radio uno il cantante Povia spiegava che lui tifa sì Italia, ma tifa anche Sudafrica, si augura che arrivi alla finale perchè è la nazionale di Mandela…Da domandarsi se si può sconfiggere il Sudafrica, se si può cercare di eliminarlo o se si rischia l’accusa di razzismo, di nostalgici dell’apartheid.
Povia pensa di essere diventato…Celentano. Cannavaro e Buffon, invece,si credono interlocutori politici di Calderoli. Ed infatti hanno dato una dura risposta politica al ministro che voleva tagliare i loro premi: li devolveranno invece ai festeggiamenti dell’unità d’Italia. Così impara quel secessionista d’un leghista!
Bene così. Loro però farebbero bene anche ad imparare a prendere meno gol perchè, se incassano gli stessi beccati quest’anno con la Juve, c’è il rischio che l’Italia unita li linci.