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LA MANO DI PEA

Non c’è ormai più dubbio alcuno. La terza vittoria di fila del Padova ha i suoi protagonisti sul campo (Farias che segna, Viviani che inventa, Ze Eduardo che spacca il gioco avversario, Piccioni che dietro non ne perde una di testa!) ma un solo grande direttore d’orchestra fuori dal campo: l’allenatore Fulvio Pea. Si vede proprio la mano del tecnico su questa squadra, giovane ma sempre più in crescita, non solo nei risultati. La cosa che più mi impressiona di lui è la capacità di rivedere le sue decisioni a partita in corso, di cambiare assetto, di dare la sterzata giusta al momento giusto per evitare che i suoi ragazzi finiscano fuori strada. Oggi la scelta azzeccatissima è stata quella di inserire Viviani all’inizio della ripresa. Ma anche quella di tornare ad un assetto più coperto ad inizio partita.

I tifosi ormai sono nel cuore della fase dell’innamoramento per questo allenatore. Ed è giusto che sia così perché sta portando gioco, entusiasmo e risultati, dando identità e quadratura ad un gruppo di giovani talentuosi. Con conseguente quarto posto in classifica. Roba che se qualcuno ce lo diceva qualche settimana gli avremmo riso in faccia, visto l’inizio poco promettente del campionato.

Ci voleva solo un po’ di pazienza ed ecco un bel Padova. Purtroppo c’è un purtroppo: l’infortunio capitato al ginocchio di Cuffa, che ha tutta l’aria di essere grave. Così come fu quello di Succi due anni fa a Novara (altro campo sintetico, ma davvero sono così belli e funzionali ‘sti campi con l’erba finta?). A questo proposito dico solo una cosa, in attesa dell’esito della risonanza: senz’altro, conoscendolo, se l’infortunio è serio e lo stop sarà lungo, Matias non farà comunque venir meno il suo grande apporto morale e mentale alla squadra, anche con stampelle e tutore. E’ già una gran cosa questa. Non ci resta che augurargli il più sincero degli “in bocca al lupo”: senz’altro, da guerriero qual è, recupererà a tempo di record, qualunque cosa sia successa a quel ginocchio…

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