Difficile commentare questo terribile esordio del Padova nel suo terzo campionato consecutivo di serie C dopo il quasi fallimento di maggio 2014. Ancora più difficile farlo evitando parole dure nei confronti della squadra che ha deluso clamorosamente le aspettative giocando solo una parte del primo tempo all’altezza del suo reale valore. E’ bastato il primo gol assurdo del Renate (assurdo perché gliel’abbiamo servito su un piatto d’argento) per vedere sgretolarsi come un castello di sabbia la personalità che fino a quel momento i biancoscudati avevano comunque messo in campo, seppur dimostrandosi leggerini nel pacchetto avanzato (quando le occasioni si creano, almeno una deve sbloccare la partita altrimenti, appunto, finisce male!). E allora via con un copione purtroppo già visto: il Padova che incassa di lì a poco il secondo gol, che non riesce a reagire e il Renate che infila il 3-0 nel finale festeggiando alla grande il suo ingresso all’ultimo momento nel girone B, avvenuto dopo il ripescaggio del Rende.
Che il Padova abbia destato ben più di una perplessità e di una preoccupazione stasera, con questo inizio choc, non mi sogno minimamente di metterlo in dubbio. Che la faccenda non faccia per niente bene in quella che sarà l’ultima settimana di campagna abbonamenti è altrettanto evidente. Che il tifoso biancoscudato per l’ennesima volta debba rassegnarsi al mantra ormai diventato hastag #maiunagioia è chiarissimo. Che occorra ripensare prepotentemente alle ultime strategie di mercato prima di fine mese, magari puntando su qualche altro rinforzo oltre a Strambelli (che speriamo arrivi a questo punto!) mi pare cosa buona e giusta. Ma è quantomeno ingeneroso cominciare con le critiche “senza se e senza ma”.
Bisoli, che fino alle 20.29 di questa sera aveva conquistato tutti portando dalla sua parte uno stuolo incredibile di ammiratori e sostenitori, si ritrova ora già con tantissima gente che credeva in lui che gli punta il dito contro… neanche fosse Oscar Brevi (passatemi l’ironia, che tale è!). L’allenatore è nuovo, la squadra è cambiata non molto ma moltissimo e ci vuole un po’ di tempo per trovare la quadratura del cerchio.
In questo momento occorre soprattutto molto equilibrio per evitare un deragliamento anche domenica prossima contro il Fano. E questo equilibrio lo chiedo non solo ai tifosi (che GIUSTAMENTE sono arrabbiati ma che invito a portare pazienza almeno qualche altra giornata) ma anche, e anzi soprattutto, alla società. E’ naturale che fare meglio dell’anno scorso, in cui si è conquistato il terzo posto finale a pari punti col Pordenone, significhi tentare di arrivare in seconda o, meglio ancora, in prima posizione. Ma sbandierarlo ai quattro venti fin dalla prima di campionato dicendo: “Vogliamo assolutamente andare in serie B” rischia di trasformarsi in un pericoloso boomerang. Stasera si è visto quanto forte quel boomerang è tornato indietro. Capisco gli sforzi economici fatti, che spingono legittimamente a puntare al massimo degli obiettivi, ma forse sarebbe stato meglio partire con il volume del megafono un po’ più basso. Con qualche parola importante di meno. Attendendo prima qualche risultato importante sul campo.
Ora che la scoppola è arrivata (meglio oggi che tra tre settimane col Vicenza, ovvio!), ricomponiamoci tutti e guardiamo semplicemente alla prossima sfida contro il Fano. Se poi andrà bene e, dopo quella, la squadra inanellerà qualche altro risultato positivo, allora magari, progressivamente e sempre con equilibrio, proviamo ad alzare l’asticella. Un po’ alla volta. Che è vero che Parma e Venezia non ci sono più ma il girone B, ce lo ha insegnato il Renate stasera, nasconde insidie non meno difficili da superare.