Non ho problemi né remore a dire, con immensa sincerità, che prima del fischio d’inizio di questa partita ero un po’ preoccupata. A Forlì, domenica scorsa, avevo visto qualche brutto segnale, qualche scricchiolio di troppo, qualche muso lungo che mi aveva colpito. Avevo visto un Padova poco lucido e troppo nervoso. Sapendo poi quanto storicamente il Biancoscudo è bravo, specialmente nei giorni in cui si dovrebbe solo far festa, a complicarsi la vita, trasformando in periodo no anche una normalissima giornata storta, temevo che il Fano, ultimo in classifica, potesse essere l’avversario giusto per rendere le cose ancor più difficili. Quante volte, sempre storicamente parlando, abbiamo perso in casa partite sulla carta già vinte contro squadre già retrocesse? Troppe purtroppo.
Per fortuna le mie preoccupazioni si sono volatilizzate sulle ali dell’entusiasmo portato dai gol di Neto Pereira, Altinier e Cappelletti: partita chiusa tutto sommato agevolmente (anche se all’inizio sembrava un po’ stregata, con quelle tre traverse…), altri 3 punti in classifica, cammino diretto ad insidiare il primato del Venezia ripreso alla grande e festa per il 107esimo compleanno del Padova riuscita alla grandissima!
Sono contenta in particolar modo che a segnare sia stato Altinier: nell’ultimo periodo Cristian ha sofferto molto ed è stato attaccato a mio avviso ingenerosamente da diversi tifosi che lo definiscono “inconcludente”. E’ vero, sembrava aver smarrito la via del gol e si è divorato qualche occasione che non è da un bomber come lui divorarsi, ma onestamente, visto il curriculum (16 gol l’anno scorso, 17 gol due anni fa con l’Ascoli e via… risalendo!), credo sia quantomeno fuori luogo dire che è “inconcludente”. Magari era solo un po’ appannato e sarebbe stato meglio stargli vicino sostenendolo piuttosto che attaccarlo al primo sbaglio. Mi auguro che oggi l’iniezione di fiducia che gli è arrivata dal ritorno al gol (e sono otto) possa rimetterlo, come il Padova, sulla retta via. E farlo arrivare prima possibile in doppia cifra.