“ARTURO DOVE CAZZO VAI?!”

E’ l’esclamazione, con tono pacato e leggermente irridente, di Antonio Conte ad Arturo Vidal durante Inter – Atalanta.

L’Arturo aveva fatto una pirlata travestita da “gesto tecnico”(colpo di tacco sbagliato).

Mi ha strappato un leggero sorriso.

Con un’età diversa e in un periodo molto diverso, con alcuni “amici miei”, l’avremmo probabilmente trasformata in un tormentone di autoricoscimento  simile al “daccene Briegel!”, nato sugli spalti durante quel Verona 3 Napoli 1 e usato fino a una quindicina d’anni fa.

Quando  sentivo quell’espressione durante una partita di tennis, di calcetto o calcio amatoriale, capivo che c’era qualcuno della mia “groove armada”(5/6) che si stava divertendo.

Naturalmente “daccene” non significa spartisci con noi ma daghéne.

Come si dice oggi?

Meme?

SENZA TITOLI

 

In dodici anni di vita di questo piccolo spazio di chiacchere, più o meno interessanti, è la prima volta che per un mese non sono riuscito a proporre un argomento.

Tralasciando le motivazioni strettamente personali, quelle vicine e quelle lontane, credo che molto sia dovuto dal peso di un’immersione costante  nella lettura dei quotidiani e dall’esigenza di approfondimenti storici di taluni eventi che erroneamente credevo di padroneggiare, specie nelle loro radici sociali e politiche.

Quindi ho ripreso in mano vecchi testi, ho visto o ri-visto molti film, documentari storici e biografici, ascoltato molta musica, seguendo prevalentemente due filoni: razzismo e antisemitismo.

Capita di credersi preparato perchè sai di aver affrontato quelle tematiche molte volte, ma ti accorgi che non sono state sufficienti  e quel PERCHE’, PERCHE’, rimane un convitato di pietra.

Inevitabilmente, pur restando in quelle tematiche, ti assale un desiderio di “leggerezza”, una sorta di “time out” restando in piedi, sintetizzando il tutto in alcune parole: SOUL, SHALOM.

Sul Soul a me, non a voi giustamente, bastano alcuni nomi: Sam Cooke, Otis Redding, Aretha Franklin, Marvin Gaye.

E il Blues?

Tutto, compreso quello dei bianchi che hanno reso il loro devoto omaggio.

E il Rap?

Chi ha frequentato il Popolo dei Neri sa che il Rap viene sentito prevalentemente come “cosa loro”, una sorta di linguaggio musicale dedicato, poi se anche i bianchi e i “wazungu” comprano i cd, vale la regola del “pecunia non olet” e perchè mai dovrebbe il contrario.

Ma come, ridurre un problema come il razzismo scrivendo della loro musica?!

Certamente, e con un po’ di cervello superiore alla briciola si può comprendere che può bastare anche meno.

Sull’antisemitismo l’orrore e lo sconcerto sono stati pesanti, al limite dell’insopportabile, perchè nelle menti e negli uomini liberi da pregiudizi di sorta non ci può essere una metabolizzazione di quell’orrore culturale e materiale.

Mai.

Data la vastità del tema, mi sono soffermato su un particolare, apparentemente marginale, di quello tedesco.

Dolente è stata la sorpresa di scoprire che i germi di quell’ immane “epidemia”, pianificata dall’avvento di Hitler e del nazismo, avevano già avuto almeno un paio di precedenti significativi.

Uno nel 1923 a Monaco con l’istituzione di una cattedra universitaria di IGIENE RAZZIALE (?!), il secondo nel 1927 con la creazione dell’ISTITUTO BERLINESE di ANTROPOLOGIA, istituzione apparentemente “neutra” se non fosse che da quella università uscirono alcuni dei “programmatori” del genocidio ebraico e non solo quello.

In quell’Istituto si formò anche Josef Mengele, “l’angelo della morte”, l’uomo dei più orrendi esperimenti sugli ebrei internati.

E fu lì, a Berlino, ben prima dell’avvento di Hitler, che i pregiudizi antisemiti si ammantarono di “scientificità”.

Ma dal 1918 al 1933, in Germania, ci fu l’ultimo tentativo (confuso) di un governo liberal-democratico tedesco noto come “Repubblica di Weimar”.

Quindi, non essendo uno storico, ma osservando le date, posso solo dedurre che l’antisemitismo tedesco provenisse già dal secolo precedente.

Tuttavia, anche in questo caso, mi sono affidato ad un elemento “leggero”.

Qualcuno sa darmi una spiegazione sul fatto della presenza di innumerevoli grandi personaggi ebrei o di origine ebraica in TUTTE le “Sette Arti”, più l’ottava inserendovi il Cinema?

Come può un popolo, vessato, perseguitato, considerato “impuro”, produrre Artisti e Scienziati tra i più grandi della Storia Moderna e di quella Contemporanea?

Per quanto mi riguarda qualche risposta, probabilmente sgradita a molti, ce l’avrei, ma la tengo per me.

Nel prosieguo di questo Topic mi limiterò ad onorare il “Black People” e quello “Jewish” con qualche esempio e chi lo vorrà potrà fare altrettanto.

Cordialità.

 

 

 

 

HERE PEOPLE SAY…

Here too my dear, but it’s a big mistake!

Sintesi della conversazione avuta con mia moglie alcuni giorni fa sull’uso dei vaccini e altra varia “dezinformatsiya”.

Nonostante lei viva su una collina, immersa in un verde multiforme, quasi accecante, lontana quasi un chilometro dall’abitazione più vicina e a una ventina di chilometri dal villaggio più abitato, non usi “social”(?!) tranne WhatsApp, parlando di vaccinazione anti Covid mi ripete: “PEOPLE SAY THAT IT ISN’T TRUE AND SURE…”.

“E perchè? chiedo con gentile fermezza”

“Perchè PEOPLE SAY che non hanno ancora scoperto il vaccino per l’HIV ed è impossibile (?!) che l’abbiano scoperto per il Covid in un solo anno…”.

Ho duvuto spiegarle, diciamo accennarle. alle difficoltà “tecniche” (che ho letto) sulla mancanza del vaccino HIV, sono invece stato più franco, quasi brutale, sulle motivazioni sociali ed economiche, molto probabili, per cui non c’è “molto interesse” a fare investimenti per trovarlo.

Comunque sta roba del PEOPLE SAY, la GENTE (?!?) DICE, mi fa spesso perdere una calma collaudata fin dai tempi lontani per l’abuso che ne faceva quel rispettabilissimo giornalista che fu Sandro Curzi: qualcuno ricorda, col suo romanesco accento: “… ma la GGGente cosa dice… e la GGGente cosa pensa…, come se la GGGente fosse un unicum consultabile e percebibile. almeno, con discreta certezza.

Avendo tuttavia con mia moglie una conversazione collaudata in quattordici anni, approfittando della sua grande voglia di conoscenza, manifestata brillantemente durante i suoi tre anni di scuola qui in Italia, sono riuscito ad orientarla – credo – correttamente su una sua (improbabile…) vaccinazione entro i prossimi due anni.

Le ho fatto presente che nel frattempo che “the PEOPLE SAY”, i capi politici kenyani o si sono già VACCINATI o si accingono a farlo, molto prima di vaccinare l’indispensabile personale sanitario.

In conclusione devo dedurne che non solo i “social”(?!) sono veicoli di disinformazione, ma anche che le “bufale” volano.

Quindi bisogna fare molta attenzione che durante il volo non esplichino oltre misura i loro bisogni corporali, come già avviene da tempo.

P.s.

Non essendo questo Blog assimilabile alla “Corazzata Potemkin”, il “dibattito” non solo è facoltativo, anzi…

 

 

 

IN PRINCIPIO ERA…

No, l’Evangelista Giovanni non c’entra, ci mancherebbe.

Non ho nessuna intenzione di farmi “tirare le orecchie” dal Prof.Padre Caramazza, comboniano veronese che talora ci legge, probabilmente la persona più eminente del Cattolicesimo kenyano che mi ha fornito una serie di suggerimenti per affrontare il Vangelo più complesso, quello di Giovanni.

No, in principio questo era un Blog nato per cazzeggiare, in forma più o meno divertente, rilassata, con qualche spunto di “pop cultura”.

Ma oggi come si fa a mantenere disinvoltamente quella linea “editoriale”?

Dichiaro quindi apertamente la mia crisi che non è un “horror vacui” da pagina bianca da riempire, ma da proposta tematica adeguata.

Adeguata a cosa?

Adeguata ai “cattivi tempi che corrono”.

Un titolo sul quale ho lavorato per qualche giorno era , un gioco di parole, un neologismo improprio, per narrare dell’ottusa insistenza, in tempi di drammatica pandemia mondiale, a fare di quella bevuta al bar la discrinante tra libertà e costrizione antidemocratica..

Ti puoi figurare!

Vi scrive uno che tra i diciotto e i quarantacinque anni ha passato ore nei bar con gli amici e i conoscenti.

Le “forche caudine” del Bar San Zeno, fronte basilica, dove occorreva una bella corazza per reggere l’urto dei “torcoli” (prese in giro) a cui venivi regolarmente sottoposto.

Così come al Bar dalla Nina, Via Quirico Filopanti-San Bernardino, negli anni ’70 e ’80, un autentico “cabaret popolare”, dove scherzi e ironie erano degne del miglior vernacolarismo toscano.

Il Bar Pub a Castelvecchio, zona di passaggio di belle Femmine, de ciacòle de balòn, de briscola e tresette “anda e ri-anda” (andata e ritorno) con in palio il beveraggio per chi si trovava in quel piccolissimo bar.

Poi l’arrivo delle infernali “machinete”, posizionate nella sala delle carte, amici cari rovinati (letteralmente!) dalla ludopatia delle tre ciliege in fila, e tutto divenne complicato, almeno per me.

Ma allora NON C’ERA IL COVID!

Una discriminante mica da poco.

Poi sono passato ad un altro titolo che, per buttarlo giù alla “va’ e ciàva” sarebbe abbastanza semplice, farlo seriamente è complicato perchè tratta di coloro che si abbeverano SOLO alle fonti inquinate, per non dire avvelenate, dei “social”.

Mai un quotidiano nelle loro mani, tranne (forse) la Gazzetta dello Sport!

Già, perchè i quotidiani, alcuni dei più letti e internazionali, farebbero parte di una congiura giudaico-massonica e del “deep state” e magari, perfino un modestissimo scrivano come me è a libro paga di Soros, alle spalle dell’Editore di Telenuovo.

Magari!!

P.s.

Cari saluti a tutti

 

 

UN TOPIC DIFFICILE

Avevo l’intenzione di invitarvi a trovare una “colonna sonora” che accompagnasse gli eventi accaduti nell’anno di dis-grazia 2020 e dei suoi pricipali protagonisti, fossero essi personaggi politici, uomini di scienza o personaggi dello spettacolo o dell’avanspettacolo (Trump appartiene a questa categoria e i suoi epigoni italiani ancora più sotto- n.d.G.).

Per ora non ci sono riuscito tranne per una canzone che potrebbero canticchiare per un lungo periodo se la memoria dei fatti non fosse diventata così evanescente e se la capacità di guardarsi e riflettere non fosse diventata, per molti di loro, quasi impossibile…

EVOLUZIONI

Dialogo immaginario (?!?) tra il Do Minus e il Gazza.

D.: … sto pensando di darmi alla politica…

G.: Perchè?

D.: non riesco a comprendere bene il confine tra lecito ed illecito…

G.: e a cosa ti serve la politica?

D.: in politica l’illecito non esiste… specie nello sparar cazzate…