“LA CARNE E’ CARNE…”

No, non è nè una costatazione biologica nè una specie di tautologia, sono le parole del “regista” dell’ennesimo stupro di gruppo avvenuto a Palermo, sette contro UNA, da parte dell’ennesimo branco di infami.
E tu, “regista”, quello che ha “solo” filmato il tutto, , no, non sei fatto di carne, sei fatto di cacca o pietra, scegli idiota.
Cari lettori, vi garantisco che, non solo per motivi di studio, ma anche per vita personale, conosco le “pulsioni sessuali” in molte delle sue forme, talora esagerate e “turbative”, ma il BRANCO NO MAI.
Non può essere solo il fatto che non ho mai avuto problemi di avere una donna al mio fianco o di essere io al suo, nè ho MAI ricevuto un’educazione famigliare che mi suggerisse i confini e le modalità per come comportarmi, tutto avveniva in modo “naturale”.
Che cosa mi è sfuggito in questi anni, che cosa vi è sfuggito?
E’ forse sparito il gusto della conquista personale che tanta parte ha avuto nell’accrescere la mia “autostima”, almeno su quel versante?

Quando i “branchi” vengono interrogati o non danno spiegazioni o balbettano troiate sesza alcun senso.
No, è una cosa che deve trovare intanto una soluzione nell’innasprimento delle pene.
POI, sì e potendolo, ci può essere l’intervento “educativo” dello psicologo, per quanto, poco o tanto, possa servire.

Se poi ci inseriamo anche i femminicidi non serve più solo dire BASTA!
Vi chiedo scusa ma ho scritto sulla scorta di una sorta di “furore” incontenibile.
Giovani, avete gli ormoni a mille, beh una soluzione ve la suggerisco, fatevi una pippa, magari con la mano sinistra se non siete mancini, così vi sembrerà una mano estranea.

ARRIVAVA CON GIACCA DI MONTONE RICAMATA, STIVALI DI CUOIO AL GINOCCHIO E JEANS…

Era il Rettore della Facoltà di Trento, si chiamava Francesco Alberoni, morto ieri.

Era sempre in compagnia di Laura Bonin o Chiara Saraceno.
Più probabile la Bonin perchè, vestendo come lui, la Saraceno proprio non me la vedo.
Era il 1968 o 1969, e Sociologia a Trento era ANCHE questa, almeno da un punto di vista del “to dress” con l’immancabile “eskimo” verde.
Poi bisogna anche dire che in seguito girarono molte narrazioni “favolistiche” su ciò che accadeva in facoltà, e fortunatamente non esitevano ancora i “SOCIAL”!
Curcio se ne era andato, ma molto probabile che avesse lasciato alcuni “discepoli”, pochissimi oggi, di coloro che non si trasferirono alla Statale di Milano, ammetterebbero di esserlo stati.
Il paradosso cominciò verso il 1969/70.
Nello stesso momento in cui veniva proposta la possibilità degli esami di “gruppo” – io ne fui una “vittima” su due esami che avevo preparato da solo, ma il giorno degli esami mi trovai una decina di “imbucati” – veniva proposto il “voto del 28 politico”, un’eresia.
Tuttavia guardate che i capi del Movimento Studentesco studiavano come i matti costituendo presto una sorta di “mandarinato” degli “eletti”.
Molti di loro di provenienza cattolica, ragion per cui da lì nacque il termine di “catto-comunisti”, l’esponente di spicco era Marco Boato, in seguito tra i fondatori di Lotta Continua (!). Ma il leader più “carismatico” era Mauro Rostagno, assassinato in seguito dalla mafia.

Comunque, almeno fino al 1971, c’erano fior di docenti come: Carlo Tullio Altan, Franco Fornari luminare delle psicanalisi, Beppino Disertori psichiatra e criminologo (con lui il mio miglior esame), Gualtiero Harrison, Marino Livolsi.

Negli anni fra il 1970 e seguenti ci fu un “momento” di follia da parte del Movimento Studentesco che pretese la cessazione di studi su Max Weber e Max Horkheimer, “padri” della Sociologia perchè “borghesi” e, in alternativa, lezioni su Mao e Lenin (!!).
Va da sè che molti di quei docenti scelsero altre Università.
Quello che pochi osservatori non interessati a conoscere una parte importante della storia italiana del XX° Secolo, non seppero mai che quella Università di Trento fu voluta fortemente dalla Democrazia Cristiana nella figura, notevole, di Bruno Kessler, Presidente della Provincia di Trento.
Sì, va bene, ma Alberoni?
Beh, non era certamente uno sprovveduto visti gli incarichi universitari accumulati, oltre ad entrare in vari C.d.A. di enti pubblici tra i quali la RAI.

Nell’ultimo decennio si occupò di “Sociologia dell’Innamoramento e dell’Amore” e si candidò, non eletto, con Fratelli d’Italia.
R.I.P

DIVERSI A DIVERSI

E’ GAYo e OMOgeneo.
E’ il più grande attore vivente, specie da quando De Niro, che tiene famiglia (numerosa), si è messo a fare delle puttanate di film per gli schèi.

E’ Kevin SPACEY, assolto dopo anni dall’accusa di molestie sessuali nei confronti di (probabili) “puttani” che lo ricattavano, sempre per schèi e non certo per essersi sentiti “umiliati, depressi e turbati” dalle sue attenzioni “particolari”.

Così è se vi pare.

CI HO PROVATO

Tuttavia ne è uscita una serie di luoghi comuni detestabili.
Così, come quel “maturlano” di Diogene, sì sì lo era, lo era, cerco un luogo non comune.

Poi magari la buttiamo in Musica o in Cinema, improvvisando come fece quel “mostro” di Miles Davis per la colonna sonora di “Ascensore per il Patibolo” (Louis Malle), in diretta e senza aver visto il film in precedenza.
P.s.
A proposito di cinema (minuscola non casuale), chi volesse vedere l’ultimo film di “Indiana Jones”… sono cassi soi.

SCHLEIN COSA FAI… COPI GLI AMERIKANS?!

Schlein: “La sinistra persegue un NUOVO (?!?) DIRITTO: Alla FELICITA’…”.
Ma dai, sono oltre DUECENTO anni che negli USA viene sancito tale diritto para costituzionale (documenti!!).
Poi in quell’eterno calderone che sono gli U.S.A., sarebbe interessante capire come quella “felicità” il Capo Trump detto”Capelli d’Arancio” della tribù dei complottisti la sogna, e come lo fa uno dalla “pelle diversa” che vive, vive… hoddio, sopravvive negli stati del sud o in 30m2 a Brooklyn con moglie e figlio.
“Happy happy, the bottom is always black” (non ricordo il film ad episodi con il mitico Manfredi, al quale il “cumenda”, suo datore di lavoro, chiede di tradurre a un cliente americano una battuta a lui cara che (per lui) fa sempre ridere… ” Aleghèr, aleghèr, che ‘l bus (buco) l’è semper neghèr…”
Felicità dunque miei tetri e scarsi lettori.

P.s.
FUORI SACCO (piacerà a ZZ e Schetch)
Avevo sempre snobbato la musica Progressive.
Poi ho ascoltato “IN ABSENTIA” dei Porcupine Tree.
Folgorato come San Paolo sulla via del Rock!
Ora credo di avere almeno un album dei più importanti gruppi del trentennio 1970/2000.
Quando uno è “intelligente” (qui non si capisce bene chi…) può cambiare idea con metodo.
Nel Parlamento Italico sono più sbrigativi e con lingua a pelo.

SIGNORA MAESTRA…

Dopo aver dato “alla voce” il richiamo di attenzione si alzavano DUE DITA per chiedere di andare ai servizi igienici.
A leggere le cronache, anche di questi giorni, ma non solo, sembrano passati secoli.
Per ciò che sta accadendo c’è UNA colpa o PIU’ colpe?
Per mantenermi agli studi ho fatto anche l’insegnante, tre anni alle superiori e due alle medie.
La mia materia non era molto “significativa” per quanto riguardava il profitto generale, ma mi permetteva di partecipare ai consigli degli insegnanti, agli scrutini e ai colloqui con i genitori.
Avevo buoni/ottimi rapporti con i colleghi che mi permettevano di affiancarli nei colloqui con le famiglie, diciamo che godevo di un “discreto rispetto” da parte loro, gli studi universitari che stavo completando mi agevolavano in questo.

Non ricordo UN esempio di insegnante “carogna”, nel senso di chi ti interroga in un certo modo per metterti in difficoltà, qualche insegnante intelligente ma non adeguato alla didattica dell’insegnamento c’era, ma era minoranza assoluta.
Più di qualche limite lo ricordo nei colloqui con i genitori degli studenti: ci si limitava troppo spesso alle “medie” dei voti del profitto, ma nei casi più complessi molti insegnanti non sapevano assolutamente “usare” le famiglie per farsi un quadro più completo.

Ad esempio non ricordo domande relative al “clima famigliare” o a qualche notizia sulla vita esterna dello studente fuori dalla famiglia, anche se necessariamente sarebbe stata scarna, striminzita, ma importante qer il quadro generale dello studente.

Lo dico in modo brutale e discutibile: in questo nostro Paese o Nazione, chiamalo come ti pare, della scuola non è mai fregato un cazzo a nessuno dei governi, a parte il primo decennio post bellico nel quale fu necessario “alfabetizzare” la gente e creare tecnici per la ripresa produttiva.
Nella mia esperienza di studente chi faceva troppo il coglione con gli insegnanti un po’remissivi o timidi NON ERA APPREZZATO se non da qualche sodale.
Oggi, ovviamente via social, certe “bravate” (manzoniane) vengono amplificate, generalmente ammirate e molto spesso fonte d’ispirazione.
Le famiglie degli studenti?

Su questo argomento ho delle scarne notizie di conoscenti o amici che me ne parlano e troppo spesso sono costretto ad alzare le sopracciglie, in un gesto di perplessità.
Tuttavia ho ancora chiare le doglianze della mia seconda moglie, un’eccellente insegnante di Lettere in una scuola superiore.
Ha smesso d’insegnare una dozzina d’anni fa, ma già allora non era raro che arrivasse a casa furibonda dopo i colloqui con le famiglie, scudo malefico di molti studenti.
Un possibile motivo?
Lo semplifico alla mia maniera: “… se l’insegnante da un giudizio globale negativo su uno studente, il genitore “minus habens” si sente chiamato in causa direttamente e personalmente perchè il sangue è “di famiglia”…”.