POSTILLA …

Dai non è vero che non amo tutti gli uccellini.

Come potrei non amare i fringuelli delle isole Galapagos.
Azzo guys, è una delle prove più famose della teoria evoluzionista di Darwin (vedi Wikipedia).
Per me fu un 29 all’esame che mi permise la terza borsa di studio.

La quarta non la presi, ma è tutta un’altra storia da pirla.

Cip cip cip (…comunque rompono i cowlions).

AVREI VOLUTO, MA HO MOLTE MATITE “PAPILLOFORMI” CON AGGREGATE “ATIPIE”…

… avrei vvoluto.
Ovviamente solo un medico specialista saprà tradurre il titolo e capire, ma, come si dice, per rispetto dei pochi lettori, avanti.
Sarebbe stato l’ennesimo “non Topic” riservato a coloro che hanno visto gli splendidi film DUNE 1& 2.
Su Sky Prima Fila (a pagamento 7/8 euro) hanno DUNE 2, sarebbe da non perdere.

E’ quello che chiamai Fantascienza senza la scienza.
E ponevo un quesito: nello svolgimento del film, quali sono le 3/4 cose che sono attualissime OGGI?!
Un paio sono “facili” le altre meno e un amico più bravo di me ne ha trovate 5 (io 4).
Io ho scritto, credo che non ci saranno post.

Pazienza.

HO VISTO UNO SCHIAVO DELLA FURIA STANDO AFFACCIATO A UNA FINESTRA SUL CORTILE

Gazza è impazzito oppure ha bevuto?
Ma no, tranquilli, non ho una moglie che aspetta un figlio e lo so bene.

Sarà l’ennesimo “non Topic” che al massimo interesserà una decina di lettori, anche per motivi anagrafici, in un periodo nel quale faccio fatica a scrivere di altri argomenti, vista l’aria che tira.
Vorrei vedere voi…
Lo “sviluppo” di questo “non Topic” lo farò prossimamente anche se le tracce ci sono e qualcuno potrebbe anche cimentarsi ad intuire.
Intuire cosa?
Intuire ‘azzo, date un’occhgiata al Devoto-Oli e la definizione vi sarà chiara.

WAITING GODOT

Non è un’opera semplicissima, o lo è solo in apparenza.
Sintesi: non occorre conoscere a fondo Samuel Beckett, un genio, per capire la sua opera teatrale “Aspettando Godot”, può bastare questo: Con Aspettando Godot, Beckett costruisce una riflessione sull’insensatezza della vita umana e sulla frustrazione data dal continuo e fallimentare tentativo di muoversi, cambiare se stessi e quello che ci circonda.
Voi lo aspettate pur sapendo che non arriverà mai?
Topic difficile?
Beh documentatevi…

L’IDEOLOTA

Nel precedente topic mi son dimenticato di scrivere se, parlando di un abitante del Kenia si dice Kenyota o Kenyano.
Ho prodotto un logaritmo e mi sono convinto che si dica Kenyota perchè keniano/a è qualsiasi COSA del Kenya: un fiume , una foresta un attrezzo e così via.
Trattasi di opinione confutabile per chi ne avesse voglia. Certo che tale (non) regola pare applicabile solo al Kenya perchè se dici ad un italiANO che è un italiOTA il pensiero corre a idiOTA…

Ciò premesso veniamo ad un nuovo neologismo gazziano: l’IDEOLOTA (di sinistra).
Mi è venuto spontaneo leggendo le polemiche di qualche settimana fa sul film “COMANDANTE” con il sempre formidabile F. FAVINO.
Film “fascista” è stato detto.

Macchè, è un film mediocre che usa troppi stereotipi sugli “italiani brava gente” che non erano o meglio i campioni del “sans façon”.
E la risposta definitiva avviene quando i naufraghi nemici abbattuti dal sottomarino italiano chiedono al COMANDANTE perchè lo abbia fatto, mentre loro li avrebbero lasciati affogare, il COMANDANTE risponde: “…siamo italiani…” che vuol dire tutto e niente.

Per mettere a tacere i miei compagnucci di sinistra , spesso gattini ciechi, serve di più quando un naufrago salvato gli dice: “… rimani sempre un fascista…!” e il Comandante Favino gli urla: ” NO fascista, MARINAIO!!!”.
Come i miei compagnucci di sinistra non siano stati capaci di capire, volendo attualizzare il film, che la VERA POLEMICA è contro chi non salva i naufraghi in tempo di pace, rimane un mistero poco gaudioso.
Grandissime teste di cazzo!

Oh io che sto lì, da quella parte da 60 anni, me lo posso permettere.
Per curiosità sto aspettando il primo lettore leghista, e qui CE NE SONO!!, che dica la stessa cosa alla grandissima testa penieniena (da caxxo) del Capitan Fracassa, attuale “Ministro (si fa per dire) delle Infrastrutture a nome matteo.

Vale anche per le gaffes del super cognato Lollo Brigida, nome d’arte di una sciantosa del celebre teatro di varietà romano Ambra Jovinelli, da me molto frequentato durante il servizio militare per via delle tette al vento delle ballerina, un po’cessiche, ma da milite una tetta è sempre una tetta.
E Conte?

Conte chii?!?

L’OTTAVA REGIONE CINESE… notiziuole

Ho dato un’occhiata alle notizie della “ottava regione” cinese: il Kenya, sette cinesi più una ormai acquisita, il Kenya.

Perchè non lo sapevate?
Eppure lo avevo scritto 4/5 anni fa proprio qui.

Era il 2019, sua celeste divinità Xi Jin Ping, “Presidente usque ad aeternum” della Cina, decise di fare un viaggio per incontrarsi con i suoi omologhi europei e… di “altri paesi”.
Ricordo bene quel viaggio, si fermò:

a) mezza giornata in Germania e Francia;

b) una mezzora con Mattarella e il tempo di un catering col goveno italiano e…

c) DUE GIORNI E MEZZO in kenya.
Dice qualcosa se poi quella visità in Kenya si concluse con un prestito di oltre venti miliardi di Euro a tassi risibili e come omaggio sopra il prestito una nuova linea ferroviaria Mombasa-Nairobi che sostituì una inaudita ferraglia con lo stesso tracciato lasciata in eredità dagli inglesi nel 1963, ma costruito negli anni tra il 1920 e il 1930?
A proposito di quel treno, non è il “Ministro cognato” Lollobrigida ad aver fermato un treno in una “non stazione”, SONO STATO IO!
Non potete immaginare come era ridotto ed allora che fare (parafrasando un libro di Lenin)?

La regola aurea del “money talk” (il denaro parla) che vige in tutta l’Africa: 100 Euro al capotreno per una fermata non prevista, 50 Euro per il mio tassista di fiducia, ritorno a Mombasa e biglietto di prima classe su un autobus (oggi quasi scomparsi a causa del nuovo treno) e via per un viaggio stupendo Mombasa-Nairobi attraversando due famosi parchi protetti, anche mica tanto, visto che alcuni anni prima, di notte, un bus si fracassò investendo… un elefante.
Va detto che con gli orari che fanno (facevano) fare ai conducenti, questi ultimi avevano tutti un “bolo” di miraa nella guancia, da succhiare, (la droga libera di stato) che può tenere svegli anche per tre giorni filati (ce ne sono anche per altre funzioni…)
Ho visto anche che finalmente quel furbone di William Ruto è diventato il nuovo presidente del Kenya battendo lo sfigatissimo eterno secondo (quattro elezioni…) Raila Odinga con uno scarto di voti, attenti eh, dello 0.39%!!!
Non sono più molto informato, ma la sorpresa è che Ruto è dell’etnia Kalenjin che rappresenta solo un 11% della popolazione, mentre, a parte il dittatore Arap Moi (obbligato a dimettersi nel 2000 pena un processo presso la Corte dell’Aja per “cosette” durante i suoi mandati), tutti i presidenti sono stati di etnia Kykuyu (di fatto i fattori delle tenute inglesi durante il colonialismo).
Ma se i pastrocchi delle alleanze politiche avvengono qui da noi, là dovete moltiplicarli per tre.

Comunque i Kalenjin hanno una caratteristica particolare: sono i più numerosi vincitori di medaglie varie nella corsa sulla media e lunga distanza.
Dovrei anche parlarvi della scoperta del massacro di un centinaio di donne bambini ad opera di una setta “religiosa” (là chi vuole se ne fa una) che non venivano uccisi direttamente, ma avevano il precetto “religioso” di NON MANGIARE MAI, dovevano morire di fame.
Dovreste vedere la foto del capo della setta, “un mganga nero” di 100 kili!, nero non per via della pelle, ma per distinguerlo dal “mganga bianco” che da noi sarebbe una specie di Vanna Marchi & Co., o se volete attualizzare la cosa una sorta di Ferragni…
In chiusura una strana notiziola sul Corriere che mi era sfuggita.
C’è un’avvocata del giro del “Briatore, detto l’erede di San Francesco”, che è agli arresti domiciliari da un mese per non meglio precisati motivi. Arresti domiciliari in una specie di paradiso che conosco, intendiamoci.
La tipa si lamentava un po’ di tutto ma molto anche della “solitudine”(?!?): ” Guardi, dice rivolgendosi al giornalista, ho solo il mio cane”. Il giornalista sente l’avvocata chiamarlo e ne scrive il nome: GIRIAMA.
Non saprò mai se il giornalista ne conoscesse il significato, ma I GIRIAMA sono l’etnia più povera del Kenya, silenziosa, forse anche per  il pudore del loro status.
Non c’è un caxxo da fare, tutto in perfetto stile Briatore, dove i poveri sono invisibili, inutili e magari dannosi.