NO IL TONI NO!

Ero giovane, molto giovane, avevo delle speranze, belle o discrete, ma l’unico lavoro, in attesa di prestare il servizio militare e scegliere finalmente la Facoltà Universitaria, mio padre mi trovò un lavoro.
Venne a casa con un bel pacco confezionato (allora i sacchetti di plastica non esistevano) e lo aprì.
Io strabuzzai gli occhi e dissi a gran voce:
NO EL TONI NO, NO ME LO METARO’ MAI!!!
Poi nel corso degli anni le “tute blu” avrebbero avuto un ruolo decisivo nella mia formazione.
Lo disse pure Galileo Galilei: Il Mondo Gira…

E TU COSA FARESTI?

Ho ricevuto una mail bella e molto articolata sul Topic pprecedente, che qui riassumo (rispettando, ma non comprendendo perchè non vengano messe sotto forma di post).
Anche se non serviva, visto l’anonimato, ho chiesto e ottenuto il permesso di pubblicarla.

“Caro Gazzini…, ho letto l’interessante discussione sul “timor mortis” e gli sviluppi del tema…
Poi come spesso accade, il blog di Mister Gazza ha virato sui legal thriller.
Io ho una domanda, che spesso mi sono posto e che rivolgo al blog.
Sono abbastanza sicuro che i numerosi serial killer, o assassini per una volta, mai ritrovati, abbiano avuto il sostegno di qualcuno che sapeva, specialmente in famiglia, e ha sempre taciuto.
Ho detto che mi sono posto la terribile domanda se la cosa fosse capitata a me.
Avrei taciuto e protetto oppure no.
Mi sono dato una sofferta risposta e vorrei precisare che non si tratta di un gioco autolesionista, certe domande pesanti è utile rivolgerle a se stessi, indipendentemente dai turbamenti che esse provocano…”.

P.S.:
Non conosco l’estensore, nè so chi gli possa aver fornito la mia mail.
L’impressione è che si tratti di una persona colta e non giovanissima, ma è solo una mia impressione perchè si può essere giovani, colti ed “esperti”, l’anzianità non fa grado.
Neanche alcolico.

PRONTO? SOCCORSO? BEH, INSOMMA, SI, MA QUASI PRONTO…

CRONACHE
Insomma credevo che la sfiga dell’anno scorso (due craniate per un totale di undici punti “teorici”, perchè rifiutati) fosse finita, invece c’è lo strascico.
Avevo fatto sistemare lo “scooterone” dal mio meccanico di fiducia (?) – “mi raccomando controlla bene i freni, avevo chiesto” – e così ho cominciato a gironzolare.
Avevo tuttavia notato che il freno anteriore, dopo un po’ d’uso, tendeva a bloccare la moto per il surriscaldamento del disco.
Venerdì chiamo il mio meccanico di fiducia (?), gli spiego il fatto e lui mi dice: “…strano portamela Lunedi che diamo un’altra occhiata…”, ed io: “ma nel frattempo posso circolare in città, andatura lenta…”, “sì, fu la risposta, ma DIMENTICA il freno anteriore e usa con parsimonia quello posteriore a tamburo”.
Detto e fatto.
Ieri avevo alcune incombenze non rimandabili in zone diverse della città, giro ignorando assolutamente di avere un freno anteriore, quando…
All’altezza del pericoloso incrocio multiplo della ex Stazione Verona Caprino (tra Porta San Giorgio e l’inizio di Via Mameli), velocità tra i 30/40 km/h, improvvisamente il freno anteriore si blocca da solo e la moto mi sbalza in mezzo alla strada, un voletto di due metri.
Sia benedetto l’obbligo del casco e l’alternanza dei semafori (in questo caso era rosso).
Mi alzo da solo senza nessun apparente dolore, tranne una “paca” sulla coscia, vengo aiutato a trascinare la moto sul marciapiede da alcuni conoscenti del Bar da Mauri (vecchia conoscenza Sanzenate).
Tutti solevati per il rischio corso nel caso il semaforo fosse stato verde e io in mezzo alla strada, offro giro di bevute e aspetto il raffredamento del disco per tornare a casa a motore spento (400 metri).
Lungo la strada comincio a riflettere: ha senso andare in giro a 70 anni suonati con una moto così pesante, e se mi succede qualcosa con tutti gli impegni morali e materiali su cui sono impegnato, e la sofferenza che potrei procurare alle persone che mi vogliono bene, ed alcune hanno già sofferto oltre misura…
E così ti accorgi che il tempo ti cambia e che tali pensieri, solo una decina d’anni fa, manco ti sfioravano.
Arrivato a casa mi tolgo i pantaloni stracciati dall’asfalto e vedo un ematoma delle dimensioni di un grosso melone sulla coscia (verranno misurati in ortopedia in 22 cm. x 19 cm.).
Cosa fare?
Seguendo l’istinto primordiale (sconsiderato) che ha accompagnato la mia vita, mi dico che non farò proprio niente.
Poi salgono alla mente i pensieri di qualche riga sopra e decido di chiamare un caro amico, primario in pensione e mio personale “Guru” medico spiegando i fatti e le mie intenzioni.
Stefano, questo il suo nome, me ne dice un sacco e una sporta, in dialetto stretto di cui è studioso e gran poeta.
“Podito caminar?”
“No adesso no, onestamente mi fa parecchio male…”
“E alora te ciami el 118 e te te fe vegnar tor a casa …”
“L’ambulanza Stefano… no dai me vergogno, no son mai montado insima…”
“No sta far el stronso super eroe, e voi che te me mandi la foto de l’ambulansa e del pronto socorso, so’ stado ciaro?!”
Chiaro.
Entrato alle 21, sono uscito alle 3 di notte, firmando una liberatoria con la quale rifiutavo di sottopormi alla TAC cranica, di prassi quando si prende un colpo in testa e vieni sottoposto ad un trattamento anticoagulante per un vasto ematoma (15 iniezioni di eparina nella pancia, un trattamento per evitare eventuali trombosi).
Perchè ho rifiutato la TAC?
Ho semplicemente chiesto al medico una previsione sui TEMPI per la TAC, la refertazione, l’arrivo alla sua attenzione per essere dimesso.
Mi viene risposto “un’ora e mezza”, che tradotto con i calcoli temporali con cui mi avevano fatto UN SOLO esame, potevano significare anche tre ore buone.
Così me ne sono tornato a casa, dolente un bel tot.
Forse qualcuno si chiederà che fine avevano fatto i buoni proponimenti sopra descritti.
La risposta è talmente banale da vergognarsene: se nessuno è perfetto, io lo sono meno ancora.
Avanti un altro.

P.S.:
Se qualcuno poi si domandasse perchè non ho preso un taxi, risponderei che erano esattamente vent’anni che non entravo al Pronto Soccorso.
Quello che c’era prima distava 250 metri da dove abito, questo, “nuovo”, quasi un kilometro, e chi lo sapeva…

p.p.s.s.:
non voglio nemmeno pensare a cosa succede nei Pronto Soccorso dell’Italia centro-meridionale, no anzi generalmente lo leggo, incredulo, sulle cronache dei quotidiani.

PALEOANTROPOLOGIA SI’ E ALLORA?

Questo non è il Topic cui avevo fatto cenno, quello arriverà.
Io ho un fratello di una generazione (20 anni circa) più giovane.
Era venuto a prendermi all’aereoporto di Milano come fa sempre (carino).
E’ un informatico puro e maniacale (è il suo lavoro) al punto tale che spesso mi sento figlio unico.
Maniaco dell’elettronica “spinta”, si è comperato in leasing un’autovettura che “fa tutto da sola”: impostazione velocità, frenata progressiva o immediata, auto parcheggio, “dialogo” (dialogo ?!?) col navigatore di bordo per qualsiasi cosa, tre telecamere e altre menate.
Dopo una trentina di kilometri gli dico:
“…sai che sull’evoluzione umana ci sono un sacco di novità…”
lui: “…oddio sei diventato creazionista?”
” ma vaffa…, no sto leggendo un saggio di Giorgio Manzi “L’Evoluzione Umana, edito da il Mulino, denso di novità sull’ubicazione dei primi ominidi, sulle date (si ragiona in termini di Milioni di anni-n.d.g.) delle prime migrazioni (Out of Africa 1 e 2), se le fece l’Homo Sapiens o forse le tentò (improbabile) anche l’Homo Abilis…”
lui: “hai visto cosa ha fatto l’auto durante il sorpasso…”
“…scusa fratellino, ma non te ne frega un hostja di come eravamo e perchè siamo diventati ciò che siamo?”
lui: “per carità tutto interessante, ma con chi casso puoi DIALOGARE di queste cose?”.
Quello che gli ho risposto è un po’ troppo pesante anche per un Blog “libero” come questo.
Quello che mi sono chiesto, prima che arrivasse la notizia che ha sconvolto i miei fattori di calcolo esistenziale, è la seguente:
– Ma è davvero in fase di estinzione il piacere della Conoscenza per la Conoscenza in sè, per se stessi, e derivazioni di questo concetto primario che ha mosso il Mondo degli Umani?
Fine.
Col ciufolo che è la FINE.

FANALINO DI CODA

Cari lettori, trattandosi di ”Cronache Kenyane” avrei dovuto fare almeno un cenno alla storia recente (15 anni) di questo paese, come il dominio tirannico e megalomaniaco di Arap Moi per oltre vent’anni, il suo forzato ritiro (pressioni internazionali-n.d.g.), le brevi speranze per l’elezione di Moi Kibaki, professore d’economia stimato a livello europeo, presentatosi come ”campione della lotta alla corruzione” (nel 2003!).
Avrei dovuto accennare alla commissione d’inchiesta internazionale, sotto la pressione della Gran Bretagna (2005/2006) che porto’ alla ”decimazione” di meta’ dei ministry per PALESE corruzione.
Dei DUEMILA morti nel conflitto post-elettorale del 2007 ho gia’ scritto ampiamente l’anno scorso , della affannosa ricerca di trovare ospitalita’ parentale nei propri village d’origine per fuggire dalle grandi citta’ in previsione delle prossime elezioni del 7 Agosto, ho gia’ fatto cenno (ma badate che e’ un DATO disperante).
Oggi cambio registro e lo focalizzo su una cosa apparentemente poco rilevante, ma non lo e’ dal momento che per numero di morti accertate supera quello della malaria.
Parto da quella che puo’ apparirire una cosa ”curiosa” che notai nel 1991 e che continua ancora oggi.
Percorrevo di sera la strada che da Watamu porta a Malindi dove volevo tentare la fortuna al Casino’.
Solo chi resta chiuso nei propri resort non conosce il BUIO d’Africa nelle sere e notti nelle quali non c’e’ la luna piena: e’ affascinante ed inquietante nello stesso tempo, se chiudi ed apri gli occhi hai una sensazione ”placentare”, la paura puo’arrivare solo da un rumore sconosciuto, anche se non ti trovi nella jungle e puoi sentire lo strisciare di un serpente.
”Apri I fari John!”, grido al driver del taxi alle mie spalle, e vedo a pochi metri da me un grosso serpente che attraversa la strada per rituffarsi nella foresta.
”E’ innucuo” mi tranquillizza John ”ma adesso sali perche’ dove ci sono quelli non si si puo’ escludere che ci sia qualche Mamba Verde (velenosissimo e ”nervoso” se disturbato)”.
Percorsi alcuni chilometri vedo un grosso ramo pieno di foglie sul bordo della strada, dopo una ventina di metri un ramo piu’ piccolo e il taxi rallenta: ”…c’e’ un incidente mi dice John…”.
Infatti dopo una cinquantina di metri vediamo un piccolo autocarro con due gomme bucate, appoggiato sui mozzi.
L’autista lo supera rallentando e via verso Malindi.
Cos’erano quei rami distanziati?
”Elementare Watson!”, erano il loro artigianale triangolo d’avviso di incidente.
Era il 1991.
Voi penserete che in venticinque anni la COSA sia cambiata.
Nisba.
In una decina d’incidenti che ho visto in questi anni, di triangoli regolamentari ne ho visti DUE, il resto ancora e sempre ramaglia e il buio d’Africa non e’ cambiato.
L’illuminazione pubblica (…) a quello che mi risulta si vede solo sul Nyali Bridge, che collega l’isola di Mombasa (si’ Mombasa e’un’isola) alla terraferma, invece per andare a Sud (verso la Tanzania) c’e’ un servizio di traghetti.
Anche la Moi (il tiranno) Avenue, la grande arteria che passa per il centro di Mombasa ha l’illuminazione pubblica.
Veniamo ai due ”focus” di questo lungo (e ultimo) Topic.
PRIMO ”FOCUS”
Chi parte dal proprio resort per andare al Moi (il tiranno) Airport viaggia normalmente in comodi bus-navetta e non fa quasi mai caso al percorso, chiacchera o e’ appisolato.
Io no, ho sempre gli occhi sbarrati verso la strada per tutto il tempo, nonostante il fatto che non bado a spese per avere un buon taxi e un buon driver.
Perche’?
Beh ho visto cose che voi umani…
Tipo: camion con rimorchio che delle normali 6/8 luci di segnalazione, ne ha…ZERO!
Talora una, per non dire delle frecce direzionali o luci di stop, autentici optionals per la stragrande maggioranza dei veicoli da lunghe distanze di questo paese.
E la polizia, la polizia che fa?
Ammesso, ma non concesso, che a tarda sera/notte ci sia, e che riesca ad intercettarli, dipende da quanto l’autista e’ disponibile a spendere per la ”SODA” (che sarebbe una bevanda), ma che qui, da decenni, ha assunto un significato facilmente intuibile.
Tralascio che l’unica strada che collega Mombasa a Nairobi (600Km.), percorsa da veicoli di ogni tipo, in quelle condizioni, dovendo attraversare l’enorme Tsavo Park (paradise kenyano per I safari), impatti con regolare frequenza elefanti o mandrie di zebre.
Dell’impatto con altri veicoli vi rimando al numero di morti che ho citato all’inizio.
SECONDO ”FOCUS”
Poiche’ I morti dovuti a quanto sopra non sono sembrati sufficienti, La Suprema Corte ha emesso una sentenza carina liberando un paio di detenuti per GRAVE stato di ubriachezza alla guida, comprovata dal ”blow acool test”, perche’ l’arresto non e’ previsto dal TRAFFIC ACT (Codice della Strada), invitando nel contempo la polizia stradale urbana ed extra urbana di occuparsi (disarmata…) del controllo di altri crimini ”piu’ importanti”.
Un ennesimo esempio di follia e di distacco di quell’importante organismo giuridico dalla realta’ del loro paese.
In fin dei conti I morti per incidenti stradali NON vengono CONTEGGIATI nelle statistiche della mortalita’ criminale.
Cosi’ l’apparenza di paese, tutto sommato, ”sicuro” e’ salva.
Mungu proteggi I kenyani!

Hi guys…

UN NANO NELLA JUNGLA

Il nano sono io.
La jungle e’ tutto cio’ che di incomprensibile o assurdo mi circonda.
Quando il ”Pontefice Massimo” di Telenuovo mi chiese, senza alcun obbligo, se potevo fare qualche cronaca dall’Africa, dissi di si’.
La prima occasione fu quando lo informai da qui che avevo visto Totti e la Blasi nella piu’ bella spiaggia della Contea di Mombasa e di tutto il Kenya (Diani Beach, a 30 Km dalla citta’).
Mi diede carta bianca per fargli una semplice intervista ”delle mie”.
Li rividi il giorno dopo, a distanza di sicurezza (per loro) e lasciai perdere, mentendo spudoratamente (?) all’Editore con una scusa banale.
Capii in quel momento che mi trovavo in Kenya per altre cose: volevo conoscere cio’ che non conoscevo dopo anni di frequentazione di questo paese.
Sapevo di non essere piu’ un turista da tempo e cominciai a fare qualche cronaca che qualcuno di voi che segue il Blog da tempo conosce.
E oggi mi sento un nano impotente, dopo aver conosciuto e ”percepito” le follie di questo paese.
Badate bene che il Kenya non e’ il Congo, la Nigeria o il Sudan, dove e’ impossibile non cogliere la tragedia di quei paesi,’ VEDIBILE ad ogni due passi.
Al turista che arriva qui e viene traslocato in un resort o in un Hotel (minimo quattro stelle), il Kenya appare un paese ”normale” (se mai esiste la normalita’ nel Continente Africano).
Ho il mio block-notes pieno di appunti, ma nulla mi sembrava particolarmente interessante finche’…
Sabato sera NTV, la rete di cui ho sbeffeggiato il Tg nel precedente Topic, decide di laciare le notizie nel ”pastone” finale e attacca un servizio di MEZZORA (!!) dal titolo:
SCHOOLS MISERY.
Se il titolo del servizio non ha alcun bisogno di traduzione, ancora meno lo avevano le le immagini che il servizio mandava in onda.
Io continuavo a sussurrare tra me e me ”…ma no, e’ un servizio forzato, ma dai la lavagna di cartone, un’altra un pezzo di legno scuro, niente sedili per gli student ma pezzi di pietra levigata…, niente banchi su cui appoggiare I quaderni o assi di legno maltagliato o perfino un TRONCO d’albero ancora con la corteccia?!?!…”.
Ma il peggio, se mai puo’ esistere un peggio a cio’ che ho scritto, doveva ancora arrivare.
”Scuole” elementari (o primary school) costruite con fango e bambu’, ”soffitti” in makuti con larghi buchi dove non piove dentro perche’ li’ non piove quasi mai.
E le latrine?
Non faccio nemmeno in tempo a finire la domanda che il servizio le mostra:
uno spazio quadrato di circa dieci metri per dieci, protetto (?) da canne di bambu’, a cielo aperto e uso promiscuo (!!).
Poi ecco finalmente qualcosa in muratura, ma quando la telecamera si avvicina ed entra nella ”cosa”, manca completamente il tetto e il muro di fondo.
Potrei continuare con questo museo degli orrori dai quali qualcuno si salva alla fine degli otto anni per la carita’ di qualche parente ricco e prosegue gli studi.
Viene citata una statistica dalla quale risulta che gli studenti fortunati che escono da quelle miserabili ”scuole DA Guerra”, alle scuole superiori o all’universita’, si collocano nella fascia medio-alta di merito.
Stavo dimenticando di scrivere che quelle proto-scuole sono…GOVERNATIVE!!!
E sono tutte collocate nei pressi dei villaggi di Kikambala, Majengo e Vipingo, Contea di Kilifi, citta’ costiera di una certa rilevanza, nota per il turismo residenziale (molti europei hanno una loro abitazione qui).
Il bravo giornalista conclude il servizio cosi’: per domani mattina alle 10 ho invitato Uhuru e Ruto (non li ha chiamati ne’ Presidente ne’ Vice Presidente) per fornire spiegazioni su quella ”intolerable situation”.

P.s.:
Il Vostro povero cronista non si e’ svegliato alle 10 🙁 e comunque sarei stato senza la mia preziosa ed amabile traduttrice uscita per il suo modesto ma faticoso lavoro al porto di Mombasa.

P.p.s.s.:
Sicuramente nel Tg della sera ci sara’ un servizio dell’incontro o dell’eventuale folle assenza dei DUE…in prossimita’ delle elezioni.

A BAD POLLUTION BLOWING

Sta tirando una brutta aria.
Ed e’ solo un inizio, visto che le elezioni presidenziali saranno il prossimo 7Agosto, e ricordo per inciso che il Kenya e’ una Repubblica Presidenziale (senza premierato).
Sono solo cinque giorni che sono qui, ascolto telegiornali che molto maldestramente tentano di imitare lo stile inglese:danno la nuda e cruda notizia, che non venga commentate mi sta anche bene, ma che non dicano se esistano note ufficiali su un grave, gravissimo, accadimento, se siano in corso indagini, e’ francamente ridicolo.
Il grottesco arriva il giorno dopo: del gravissimo accadimento, ripetuto (non sempre!) solo nella nuda cronaca, ed e’ tutto un pestar acqua nel mortaio.
Tre esempi.
Sabato, NTV, la televisione nazionale piu’ importante, apre con le immagini dirette(!), senza filtri o avvisi, di un’ESECUZIONE, in pieno giorno, in mezzo ad una strada con centinaia di persone: un poliziotto in abiti civili, dopo una brevissima collutazione, butta a terra un uomo che alza le mani, agitandole con il significato esplicito di resa, il poliziotto, dalle immagini non si capisce, se con la sua pistol o con quella (in tasca?) dell’uomo a terra, gli pianta un piede sullo stomaco, due colpi alla testa, e via.
Nota: sui tetti delle case che davano sulla strada c’erano tre poliziotti, due col mitra e uno con fucile di precisione.
Chi era?
Un criminale ricercato?
E chi lo sa, visto che nei giorni seguenti non viene dato alcun particolare, ma nel frattempo la rete televisiva lancia un sondaggio che piu’ o meno recita: e’ GIUSTO(!) o sbagliato l’operato della polizia?
Note ufficiali sull’accaduto: ZERO.
Domenica, servizio d’apertura: due ventenni, in villaggi differenti, vengono uccisi dalla polizia.
PUNTO.
Notizia non ripresa nei giorni seguenti.
Chi erano? Cosa avevano fatto?
Nessun particolare viene fornito.
Comunicato da fonti ufficiali: ZERO.
Lunedi: dopo le immagini su un comizio di uno ”noto leader” ai lettori assidui del Blog (ma sulla ”politica” faro’ un Topic apposito), la notizia che la polizia HA (il condizionale pare non esistere) massacrato una mandria di MILLE tra mucche e vitelli nel territorio dei Samburu.
Perche’?
Era davvero la polizia, visto che qui procurarsi una divisa e una decina di fucili automatici serve solo ”la grana”?
E chi lo sa?
Servizi esplicativi per un fatto che a me pare assurdo: ZERO.
Comunicato da fonti ufficiali: ZERO.

Potrei anche aggiungere di un servizio in cui una bambina di otto anni, rapita tredici anni fa, e’ tornata a casa.
Rapita da chi? Tornata a casa come?
E chi lo sa.
Il servizio prosegue con le immagini della madre piangente (e ci mancherebbe altro).
Il commento?
Si, questa volta c’e’, lo fa un cugggino della rapita che all’epoca del rapimento avra’ avuto 14/15 anni.

Sono solo all’inizio.

IL FUNERALE

Si chiamava Rukia, aveva 29 anni e due figli.
Bella molto, gentile.
Salutava, in un quartiere dove il saluto praticamente non esiste o e’ sguaiato e ammiccante.

Aveva alcune attivita’ commerciali e un ristorante in societa’ col marito, un ”black american” come dicono qui, che viveva tra gli USA e il Kenya, molto rispettato (la conquista del rispetto, senza essere un malavitoso, da queste parti e’ merce rara).

Una decina di giorni fa Rukia viene affrontata nella strada principale da due donne, che risulteranno essere la suocera e la cognata, venute dall’America, che le si rivolgono, con tono rude, cosi’: ”…stai sprecando i soldi di mio figlio…vedrai molto presto cosa ti succedera’…”.

In questo caso le numerose testimonianze, stranamente, coincidono, Rukia le guarda per alcuni secondi e si accascia a terra.

Non e’ svenuta, e’ morta.

Fin qui la cronaca.

Cio’ che segue e’ una cosa che non avevo mai visto, in nessun posto.

In questa polverosa strada dove vivo, che neanche nel Far-West, vengono eretti tre enormi tendoni bianchi ”a cuspide” dove fino a ieri, giorno della sepoltura di Rukia, migliaia e migliaia di persone, in prevalenza ”coast people”, eufemismo educato per non dire il nome della etnia di

appartenenza di Rukia (Giriama), per una settimana intera sono venute a portare il loro omaggio e condoglianze ad alcuni parenti di Rukia, in rappresentanza della famiglia e al marito, arrivato dagli Usa con una ventina di amici, molti dei quali bianchi.

Rukia era una mussulmana che si era ”cristianizzata” per potersi sposare.

Ebbene, tra quelle migliaia e migliaia di persone, in una fila enorme,per una settimana, da mattina a sera, sotto un sole africano, molte erano mussulmane.

Non so se sia una particolare rispettosa tolleranza , interreligiosa, esistente tra I ”coast people”, quella che ha fatto scavalcare minareti e campanili con la croce, per rendere omaggio alla morte di una di loro, diciamo che mi piace pensarlo.

Perche’ penso anche di sapere che l’Umanita’ ha almeno due significati contrapposti, uno bestiale ed uno nobile.

 

 

 

IL BLOG RIAPRE IL 2/3 APRILE, PERO’…C’è SPAZIO LIBERO

Possibile che in una settimana nessuno si senta di suggerire un film, vecchio o nuovo, magari con un link di Youtube (è una cosa elementare!), suggerire un buon articolo di giornale, sintetizzare e proporre un libro, proporre musica di qualcsiasi genera con una riga di commento del perchè della scelta…
Se qualcuno non sapesse fare un link, qualcuno lo faccia al suo posto dopo aver letto il post.
In civile e cordiale Amicizia da Piasseta.

A presto.

POCA ROBA E TOPIC DA BANCARELLA

Non sono in grado di gestire il Blog alla solita maniera, le ragioni le sanno in molti.
Vediamo cosa è accaduto nel continente africano, cosa accade e cosa potrebbe accadere.
Non ho timori per me, ma non sono tranquillo come al solito.
Le elezioni sono prossime, non leggo niente di buono.